Buona festa delle Donne a chi festeggia e anche a chi non festeggia in un modo particolare, come me!!
Ma a prescindere da cosa si faccia o no oggi di diverso dagli altri giorni per ricordare noi donne, ciò che conta è che questo sia un giorno in cui più di ieri e meno di domani si dia valore ed importanza a quello che, pur essendo definito il "sesso debole", ha in realtà una tale forza, su tutti i livelli e tutti i fronti, dentro di sè, da farci sorridere di compiacimento e meraviglia, al pensiero di cosa e quanto ogni donna sia capace di sopportare e affrontare a testa alta, forse tra le lacrime, a volte col broncio o tra urla isteriche..., ma sempre con una energia e un amore incrollabili!
Via col vento
Margareth Mitchell
Edizioni Mondadori
Collana Omnibus
1102 pp
22 euro
Anno pubblicazione 2008
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Bene, per l'occasione, avendo terminato proprio ieri la lettura del mio adoratissimo VIA COL VENTO, eccomi qui a parlarne con voi..
E quale personaggio femminile potrebbe essere più azzeccato oggi se non lei.... ROSSELLA O'HARA?
Qui avevo parlato del libro e del film!!
Ora è il momento della mia recensione, anche se ammetto che per me è difficile trovare le parole per recensire i libri che amo (è la stessa cosa per Cime tempestose; letto tante volte ma mai recensito! E ma quest'anno lo farò!!).
Proverò a scrivere ciò che mi ha suscitato la lettura di quello che è di certo un classico (moderno, certamente) intramontabile!
il mio pensiero |
"Via col vento" è un romanzo epico, un ritratto dettagliato e vivido di un'epoca passata, che noi italiani non abbiamo vissuto e che di conseguenza non possiamo comprendere fino in fondo.
E' il ritratto di una società - quella americana della seconda metà dell'Ottocento - che viveva beata nel proprio piccolo e felice mondo fatto di sogni, balli, chiacchiere frivole, civetterie, corteggiamenti, boccate di fumo, passeggiate a cavallo, fruscii di gonne ampie e profumo di colonia e fiori...
Un mondo nostalgico e pacifico che finisce bruscamente ed irrimediabilmente con la Guerra di Secessione, con i suoi morti, le sue distruzioni, il suo dolore, la fame, la povertà... e la vittoria del Nord, che a sua volta si trascinerà dietro altre conseguenze insopportabili per i sudisti (quali la continua ed ossessionante presenza degli yankees in città).
La Mitchell quindi ci porta a conoscere l'universo ovattato e romantico in cui all'inizio del romanzo troviamo la nostra Rossella, che impariamo a conoscere immediatamente come una 17enne viziata, carina, vivace, capricciosa, desiderosa di essere sempre al centro dell'attenzione di tutti, in primis dei maschi.
Rossella è la figlia maggiore di un'improbabile coppia "mista", Gerald O'Hara, un irlandese basso ma tutta energia e caparbietà, che riuscirà a farsi un nome ed una proprietà nella Georgia; ed Elena Robillard, ricca donna proveniente da Savannah, dolce ma forte nell'animo, raffinata, una vera e propria signora, che sarà negli anni il modello di riferimento per la frizzante Rossella che, pur desiderando di imitare la signorilità, l'educazione e l'eleganza materne, puntualmente si ritroverà ad esserne l'esatto opposto.
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Il bel mondo incantato delle feste e dei corteggiamenti, della vita felice a Tara e dai vicini Wilkes, alle Dodici Querce, come dicevamo, viene spazzato via dalla guerra tra Nord e Sud, che irromperà nella vita di tutti, cambiandola irreversibilmente.
La bella Rossella ha dalla sua parte un carattere forte, determinato, poco incline ai sentimentalismi e alla pateticità; sa quel che vuole e sa come ottenerlo.
Eppure, l'unico uomo che per tutto il libro sarà al centro del suo cuore, sarà in effetti l'unico che mai avrà, perchè Ashley Wilkes rappresenta tutto ciò che lei non è e che mai potrebbe renderla davvero felice, nonostante lei si ostini a credere il contrario.
Il buon Ashley, con i suoi capelli biondi e gli occhi grigi, è un sognatore, un uomo poco volitivo e pratico, amante di libri e arte, per natura abbastanza remissivo e passivo....
Che ci trova Rossella in lui?
Personalmente non l'ho capito... Forse è solo la mania di un capriccio adolescenziale e del resto lei stessa, solo quando sarà troppo tardi e quando il destino le servirà su un piatto d'argento la possibilità di coronare il proprio sogno d'amore con lo stesso Ashley, comprenderà che ciò che l'ha sempre resa innamorata di quest'uomo tranquillo e dignitoso ma lontano anni luce da lei, era un sentimento infantile, nato nella mente di una ragazzina poco più che adolescente, che vedeva nel biondino una sorta di principe azzurro sul cavallo bianco.
Ma era amore?
Quanto spazio ha dato Rossella all'amore nella propria vita?
Tanto e poco allo stesso tempo!
Lo spettro di un Ashley che la rifiuta da subito - pur essendo troppo ... confuso? codardo? per dirle chiaro e tondo che non l'ama ma che le vuol bene solo come una sorella, dandole quindi sempre quella flebile speranza alla quale Miss O'Hara si appenderà disperata - la condurrà solo a fare scelte sentimentali inconcepibili e non in sintonia con i suoi bisogni e desideri.
E non mi riferisco solo all'inutilità dei due matrimoni precedenti l'unico "vero" (con Rhett), cioè con Carlo (il fratello di Melania) e Franco Kennedy (fidanzato eterno di Susele, a cui Rossella lo soffierà con l'inganno e per interesse, per salvare Tara dalle mani dei nordisti), alla nascita di due figli - Wade ed Ella - da lei ignorati, poco amati (cosa che nessun bimbo merita di ricevere dalla propria mamma), ma parlo anche e soprattutto dei suoi rapporti con l'unica sua difesa e roccia, Melania, nonché della sua stessa felicità...!
Ed ecco che arriviamo dritti dritti all'unico uomo che abbia mai potuto stare accanto a Rossella e "tenerle testa", perchè per natura identico a lei: furfante, sarcastico, simpatico, forte, deciso, pratico, contrabbandiere, animo da pirata, bugiardo all'occorrenza eppure bramoso di avere accanto una donna da cui mai avrebbe sopportato la menzogna; ma nonostante tutto, l'unico in grado di capire la volubile Rossella, di leggere nella sua testolina come se essa fosse un libro aperto: Rhett Butler, un uomo intelligente e complesso, non certo semplice da capire e gestire.
Non per una persona pratica e sbrigativa come Rossella, cui non piace proprio scervellarsi per capire le anime e i cuori delle persone; ella è troppo indaffarata a far soldi, a "fregare" chi commercia con lei, a tenere i conti delle proprie aziende per perdersi in inutili sforzi per capire gli altri.
A capire un'anima nera come quella del capitano Butler è solo Melania.
Proprio la dolce miss Melly, che Rossella giudicherà sempre come una donnetta debole, dal cuore tremolante e dal cervello di gallina!
Ma Melania non è Ashley, pur essendo affine al marito molto più di Rossella; Melania ha un germe di forza e determinazione in sè che si rivela puntuale quando è necessario; è vero, è fragile, fisicamente in particolare, ma l'onestà, la lealtà, la coerenza, l'attaccamento ai valori, la correttezza e la fedeltà verso chi le è accanto, la bontà innata che le impedisce soltanto di concepire il male in chi ama.... saranno la garanzia di un punto di riferimento assoluto e costante per la nostra eroina.
E lo saranno nonostante il suo infantile disprezzo per questa donnina minuta che le resterà accanto anche quando l'orgoglio e il rispetto per se stessa avrebbero dovuto avere la meglio ed aprirle gli occhi sulla vera natura della cognata.
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Perché Rhett non aspetta altro che qualcuno che lo capisca e si illude..., spera!, che il tempo metta un po' di sale nella testolina della moglie, e che questa impari ad amarlo, rendendo felice la loro unione.
Lui che, pur essendo un "delinquente" nell'animo, un "rinnegato" dalla società, ama profondamente la sua Rossella e che è pronto a far qualsiasi cosa per farla felice, convinto che siano fatti per stare assieme, vista la affinità dei loro caratteri; lui che si commuove e impazzisce di felicità davanti alla figlioletta, diventando un padre affettuoso e tenero, come mai Rossella potrebbe essere verso i propri figli.
"Via col vento", pur non regalandoci un finale decisamente romantico (scordatevi l'happy ending) è forse uno dei rari casi in cui son d'accordo con l'autrice per questa scelta.
Rossella si illude di dirigere la propria vita nel miglior modo possibile; disprezza gli uomini senza midollo e le donnine sciocchine della propria cerchia (la Vecchia Guardia) di amicizie di Atlanta che son rimasti legati al mondo incantato di prima della Guerra; diventa un'imprenditrice senza scrupoli, corrotta e cinica che spazzerà via ogni principio di senso di colpa e rimorso con una buona scrollata di spalle e il suo motto "Ora non voglio pensarci... Ci penserò domani!".
E' vero, non possiamo negare che il suo forte senso pratico e il suo coraggio la sosterranno nelle umiliazioni che le hanno fatto curvare la schiena sulla terra rossa di Tara per farla diventare la piantagione di un tempo...; le permetteranno di rialzare il capo e di vincere il freddo, la povertà, le privazioni, le perdite..., facendo sì che lei e i suoi cari sopravvivano a tutto questo!
Ma cosa le resterà, alla fine?
Nel corso di 11 anni Rossella avrà vissuto di tutto e da ogni disgrazia ne uscirà indenne, con il mento all'insù e i suoi occhi verdi fiammeggianti e fieri, come lo può essere una donna nelle cui vene scorre il fiero e sangue irlandese.
Ma se le sue mani ruvide che hanno lavorato la terra diverranno di nuovo lisce, da signora; se anche il suo corpo si rivestirà di abiti sontuosi e la sua casa sarà la più bella di Atlanta...., a cosa servirà tutto questo se il suo cuore resterà arido e asciutto?
C'è sempre posto per il ravvedimento, ci mancherebbe; e Rossella non è stupida, né tanto meno cattiva; ma il suo egoismo e la sua testardaggine la porteranno a rallentare il processo di "presa di coscienza" di cosa e chi son davvero importanti per la sua vita.
Un noto modo di dire asserisce che ci accorgiamo delle cose veramente importanti solo dopo che le abbiamo perdute.
Ahilei, è il caso di Rossella O'Hara.
Ma niente paura!
Il pensiero del tanto desiderato rifugio che l'amata terra rossa di Tara rappresenta per lei, la speranza di riconquistare il suo amore perduto, le rialzeranno il capo per guardare con fiducia all'avvenire, perchè in fondo DOMANI è UN ALTRO GIORNO!
Lo stile della Mitchell è assolutamente scorrevole e godibile; pur essendo un romanzo abbastanza lungo - e nonostante la presenza di alcune parti meno interessanti, come quelle sul contesto storico-sociale, relativamente al governo, ai rapporti tra sudisti e nordisti - trovo che sia una lettura molto piacevole; certo, deve piacere il genere, immagino non possa entusiasmare qualunque lettore, ma io ne sono rimasta sicuramente affascinata.
L'autrice ha un modo di raccontare la Storia, quella più grande, che coinvolge la collettività, e le singole storie individuali con garbo, profondità, quel pizzico di humor e simpatia che non guastano, scendendo nell'animo dei personaggi e mettendoceli a nudo, senza fare sconti a nessuno - nemmeno alla protagonista! -.
partecipo alla sfida |
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz