martedì 15 settembre 2015

Recensione film: Self/less di Tarsem Singh



Domenica sera sono stata al cinema; dopo qualche minuto di indecisione, ho praticamente convinto chi era con me – mio marito e una coppia di amici – a scegliere un “fanta-thriller”: Self/less, di Tarsem Singh.

SELF/LESS


al cinema
Sinossi
Un uomo anziano molto ricco, destinato a morire di cancro, viene sottoposto ad una sperimentale ed innovativa procedura medica che trasferisce la sua mente e la sua coscienza nel corpo di un giovane uomo sano. Non tutto però fila così liscio come dovrebbe e l'uomo inizia a svelare il mistero legato all'origine del suo corpo e all'organizzazione segreta pronta ad uccidere per proteggere i propri intenti.


Damien Hale (Ben Kingsley) è un uomo di 68 anni, un industriale molto ricco e potente, che si è costruito la propria fortuna da solo, con intelligenza e sacrificio, anche a costo di sacrificare i rapporti in famiglia; a risentirne maggiormente è stata la figlia Claire, che ormai adulta non riesce ad accettare serenamente i paterni ed impacciati tentativi di riconciliazione. 
Ma la vita del nostro moderno re Mida sta subendo un arresto, che porta il nome terribile di cancro: Damien è gravemente malato, le metastasi si stanno mangiando gli organi vitali, per cui l’uomo sa che ben presto dovrà lasciare tutte le sue ricchezze (anche in senso letterale, ha la casa ricoperta d’oro) nelle mani di gente incompetente. 
A meno che… 
A meno che non accetti di rivolgersi al Phoenix, un istituto di ricerca scientifico-neurologica segreto, che ha approntato e sta cercando di migliorare una "terapia" per salvare i malati, più precisamente quelle persone utili all'umanità che, pur avendo ancora un cervello attivo e sano, si ritrovano in un corpo malato. 

La suddetta terapia si chiama “shedding”, il suo ideatore è il dott. Jensen (ormai morto) e consiste nel “trasferire” in un corpo “vuoto” di un individuo creato in laboratorio (un involucro da riempire, in pratica) tutta la parte immateriale del soggetto malato, il cui corpo fisico muore, ma non le sue capacità, l’intelligenza, i ricordi.  

Seppur riluttante, Damien accetta, risvegliandosi nel corpo di un giovanotto poco più che 30enne, cui verrà dato il nome di Edward Kidner (Ryan Reynolds). 
Il nuovo Damien è euforico per questo nuovo corpo, atletico e giovane, e inizialmente prende tutto il meglio di questa sua nuova esistenza. 
Se non fosse che il tipo inquietante che lo sta seguendo gli ha raccomandato di prendere ogni giorno delle pilloline rosse; le conseguenze di un’eventuale dimenticanza potrebbero essere gravi ed Edward lo scoprirà presto: gli basterà tardare l’assunzione delle pillole per ritrovarsi preda di forti dolori e vivide allucinazioni che però sono legate a immagini di luoghi e persone troppo concrete e precise per essere semplicemente frutto di immaginazione. 

Com’è possibile? Se il nuovo corpo è stato appositamente creato in laboratorio per quello scopo specifico, che ricordi di una vita precedente può mai avere? 

Nonostante le placide rassicurazioni degli onnipresenti uomini di Phoenix, Damien/Eddie capisce che le persone che vede nelle allucinazioni sono reali e che questo esperimento cui si è sottoposto è frutto di una grande menzogna: il corpo nuovo nel quale vive non è affatto un involucro senza vita e ricordi, ma ha anche esso un passato e c’è qualcuno d’importante che conosce questo suo nuovo sè, che ha anche un nome (Max). 

Chi è Max? E cosa gli è successo veramente?


La ricerca della verità darà il via ad una serie di eventi che metteranno in serio pericolo tanto Damien quanto le persone legate a Max, visto che gli uomini di Phoenix non vogliono che la verità sulle loro inique attività venga fuori. 

Sarà una lotta continua per per la sopravvivenza, fatta di morti, fughe all’ultimo respiro, macchine ribaltate che vedrebbero morto chiunque (tranne un americano, ovvio ), che costringeranno Damien a fare delle scelte per comprendere chi è cosa vuole essere, e a chiedersi se vuole vivere una vita in un corpo che non gli appartiene o lasciare posto al passato di un’altra vita non sua. 

È un film che mescola fantascienza, psicologia e thriller, che tocca un tema sempre affascinante: la presunzione di raggiungere l'immortalità, il desiderio di sconfiggere malattie e morte sfidando la scienza e l’etica, pur di assecondare il delirio di onnipotenza, insito nell’essere umano (nell’americano poi.... ). 

Nel suo genere, può non essere male, come film, è movimentato e adrenalinico  (), e lo spettatore non può che sorridere davanti alle fantasie e alle brame megalomani di scienziati che vogliono vestire a tutti i costi i panni di Dio, ma che si ritrovano a fare i conti con quella parte dell’uomo fatta di ricordi e sentimenti, cui non si può rinunciare, e che neanche un vecchio egoista ha intenzione di barattare. 

Se vi piacciono i film con molta (pseudo)azione e che si muovono sul filo del paradossale, dell'assurdo e dell'americanata più profonda...., Self/less potrebbe piacervi!  

Beh, detto tra noi, la settimana prossima non potrò che scegliere il cinema italiano, in particolare PER AMOR VOSTRO, di Gaudino, con Valeria Golino, vincitrice della Coppa Volpi come miglior attrice protagonista all'ultima e recente Mostra Cinematografica di Venezia.

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2 commenti:

  1. ECCO IL MOTIVO PER CUI IN SELFLESS LA TRAMA NON REGGE:

    https://librilettura.wordpress.com/2015/09/19/film-selfless-il-motivo-per-cui-la-trama-non-regge-2/

    RispondiElimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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