lunedì 27 agosto 2012

Dal libro al cinema: IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE.



Per la rubrica CINEROMANZO, vale a dire i romanzi portati sul grande schermo, oggi è la volta di un libro noto a molti:

IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE
di John Boyne

Il Bambino con il pigiama a righe
The Boy in the Striped Pyjamas
Ed. Rizzoli
Collana BUR Extra
224 pp
10.90 euro
2008
Sinossi

Leggere questo libro significa fare un viaggio. Prendere per mano, o meglio farsi prendere per mano da Bruno, un bambino di nove anni, e cominciare a camminare. 
Presto o tardi si arriverà davanti a un recinto. Uno di quei recinti che esistono in tutto il mondo, uno di quelli che ci si augura di non dover mai varcare. 
Siamo nel 1942 e il padre di Bruno è il comandante di un campo di sterminio. 
Non sarà dunque difficile comprendere che cosa sia questo recinto di rete metallica, oltre il quale si vede una costruzione in mattoni rossi sormontata da un altissimo camino. 
Ma sarà amaro e doloroso, com'è doloroso e necessario accompagnare Bruno fino a quel recinto, fino alla sua amicizia con Shmuel, un bambino polacco che sta dall'altro lato della rete, nel recinto, prigioniero. 
John Boyne ci consegna una storia che dimostra meglio di qualsiasi spiegazione teorica come in una guerra tutti sono vittime, e tra loro quelli a cui viene sempre negata la parola sono proprio i bambini. 

Nonostante i tanti apprezzamenti da critica e lettori, il romanzo ha comunque suscitato delle controversie, soprattutto in seno alle comunità ebraiche; in particolare si mette in discussione l'attendibilità storica del racconto di Boyne in riferimento ad alcuni "particolari":

  1. poiché l'autore sembra riferirsi al campo di concentramento di Auschwitz, è stato osservato che in tale inferno non si trovavano bimbi al di sotto degli 8 anni: al loro arrivo, essi venivano condotti direttamente nelle camere a gas: solo coloro che suscitavano interesse al crudele dottor Mengele venivano "risparmiati" e messi in una baracca, lontano dagli altri prigionieri;
  2.  è inimmaginabile che una persona al di fuori del lager potesse avvicinarsi alle recinzioni del lager stesso; infatti, chiunque venisse avvistato a meno di 300 metri correva il rischio o di essere fermato dalle SS o di essere sparati dalle sentinelle.
  3. non solo, ma i recinti elettrificati rendevano quindi anche impossibile che un prigioniero potesse  sfruttare una qualche "apertura" per fuggire...
  4. altra critica - ben più "amara" - è quella del rabbino Benjamin Blech, che non condivide l'idea - sostenuta da Boyne (?) - che ci potessero essere persone, famiglie che, pur vivendo nei pressi di campi di concentramento, non si accorgessero delle abominazioni che accadevano poco lontano da loro, nè che la gente comune non si rendesse conto delle malefatte dei nazisti; non solo, ma è possibile che il figlio di un ufficiale delle SS, per quanto un bambino, non sapesse chi fossero gli ebrei?
L'autore.
JOHN BOYNE è nato a Dublino nel 1971 e ha studiato Letteratura inglese al Trinity College. È l’autore di uno dei più clamorosi bestseller internazionali degli ultimi anni, Il bambino con il pigiama a righe, divenuto poi un film di Mark Herman, oltre che dei romanzi Il ragazzo del Bounty (Rizzoli 2009), La sfida (BUR 2010), e Il bambino con il cuore di legno (Rizzoli 2010), tradotti in oltre quaranta lingue. Vive e lavora a Dublino.

Il libro non l'ho ancora letto ed il film, confesso di averne veduto la metà, non perchè non mi piacesse ma semplicemente erano arrivate persone a casa e ... adios!
Ad ogni modo, vedrò di recuperare, anche se attualmente il romanzo l'ho in pdf, il che non è mai il massimo.

L'omonimo film è stato diretto dal regista Mark Herman e mandato nelle sale cinematografiche nel dicembre 2008.
Quali differenze ci sono tra romanzo e film?

  • Nel libro il campo di concentramento è a meno di 20 metri di distanza dalla nuova casa di Bruno, nel film invece è più lontano.
  • Nel film i familiari scoprono subito la fine del bambino, mentre nel libro passano alcuni mesi e si vede l'arrivo delle truppe alleate.
  • Gretel nel film è molto più gentile con Bruno che nel libro.
  • Nel libro, Bruno, quando passa dall'altra parte della rete, ha i capelli rasati perché ha preso i pidocchi, mentre nel film è l'unico dall'altra parte della rete ad avere ancora i capelli.
  • Il padre di Bruno nel libro si chiama Louis invece nel film si chiama Ralf.
  • Nel libro uno dei tre amici di Bruno si chiama Daniel, mentre nel film si chiama Leon.
AVETE LETTO IL LIBRO?
E/O AVETE VISTO IL FILM?
CHE NE PENSATE?

3 commenti:

  1. Ho visto il film!!molto bello, però mi ha fatto male!!!
    infatti nn credo di leggere il libro!!!
    Se mi ha fatto male il film, il libro mi sta stare peggio!!!
    quindi per questa volta passo!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sono letture "toste", nel senso che le leggi sapendo che davvero delle persone hanno sofferto... :(

      Elimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...