I lettori... secondo Covacich (da "Di chi è questo cuore"):
"In treno, attraversando le carrozze in direzione del bar, conto quanti hanno un libro in mano. Persone che leggono. Uomini, più spesso donne, che giocano con una ciocca di capelli o mordicchiano il tappo della penna immersi in una pratica mentale diventata così esoterica da apparire quasi ostile. I diversi. Stanno lì, in mezzo agli altri, ma seguono una voce silenziosa che produce una sequenza di immagini vivaci, tridimensionali, eppure presenti solo nel loro cervello, quindi non immediatamente condivisibili, a meno che uno non decida di parlarne col vicino di posto, ma chi mai si sognerebbe di rivolgere la parola a qualcuno?
(...) Ma sono per forza strani i lettori? Sono diventati strani a suon di leggere o sono finiti tra i libri a causa di una stranezza originaria?"
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz