mercoledì 18 febbraio 2015

Mini-recensione: "Giro di vite" di Henry James




C'è stato un periodo in cui ho approfittato moltissimo della personale libreria di mio fratello, ed in particolare ho attinto ai suoi classici dell'Ottocento.
Uno di questi da me letti è stato...:

GIRO DI VITE 
di Henry James

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Titolo originale: THE TURN OF THE SCREW
Anno di prima pubblicazione: 1898.

Da questo breve ma inquietante romanzo si è liberamente ispirato The Others con Nicole Kidman.

La genesi di questo romanzo breve è da attribuirsi a una storia di fantasmi narrata allo scrittore dall'arcivescovo di Canterbury Edward White Benson, ad Addington, la notte del 10 gennaio 1895. Del 'germe' originale del racconto rimane l'atmosfera di un Male incombente e immanente, resa ancor più intollerabile dall'ambientazione quasi pastorale e dal senso di pace e luminosità che questa sembra irradiare tutt'attorno.

Il romanzo è una storia di fantasmi e ha come protagonista una giovane istitutrice (di cui James non ci rivela mai il nome), che va a vivere nei dintorni di Londra, a Bly, per istruire ed educare due ricchi orfani: Miles e Flora.
Lo zio dei bambini,  pur essendo loro tutore, non riesce ad occuparsene, così lascia i ragazzi nelle mani dell'istitutrice e parte per affari.
Inizialmente è tutto ok, in quanto i due bambini sono molto intelligenti e affettuosi e la donna si sente molto gratificata dal suo nuovo lavoro e dalla splendida villa in cui risiede. 
Ma l'idillio finisce presto e qualcosa di inquietante succede: il fantasma della precedente istitutrice (la Jessel) e del suo amante (il signor Quint) si aggirano per la casa e la giovane donna ne è terrorizzata.
Se la servitù non è informata circa lo strano fenomeno, ad esserlo sono i bambini...

L'ambientazione - casa di campagna - è sempre efficace perchè isola i protagonisti nell'incubo, rendendoli impotenti, senza considerare il contrasto tra il luogo ameno e silenzioso e il fatto che però nasconda insidie e legami col Male.

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In realtà, la cornice del racconto è un’altra casa, dove a Natale una comitiva si riunisce per raccontarsi storie di paura. Questa storia viene narrata attraverso il filtro di un manoscritto appartenuto a una donna ormai morta.

Turba il pensiero che dei domestici corrotti e dissoluti abbiano riempito di malvagità (legate alla sfera sessuale) delle creature innocenti, che continuino a dar fastidio ai vivi tornando in qualità di fantasmi  e invitando le vittime ad avvicinarsi a luoghi pericolosi e tormentandoli... per raggiungere il loro dannato obiettivo.

Quale? Perchè questi esseri infestano la casa e tormentano gli abitanti?

Qual è la missione dell'istitutrice rispetto ai due orfanelli?
Riuscirà a portarla a termine o il Male prevarrà sul Bene?

Vi aspettate che il finale vi chiarisca le idee?

La bravura dell'Autore sta nel farci venire il dubbio pure sull'istitutrice: siamo sicuri che non sia anche lei legata al Male o che non sia semplicemente una pazza, ossessionata dalla salvezza e dalla dannazione eterna? 
James non chiarirà mai, in nessun punto del racconto, se i fantasmi esistono davvero o se sono una creazione della giovane istitutrice (magari è paranoica?) e il "terrore psicologico" che incute, l'atmosfera gotica, l'espediente della "storia nella storia" rendono il suo giro di vite una lettura interessante.

2 commenti:

  1. Che storia interessante! Il terrore psicologico rende molto avvincente questo romanzo che non conoscevo :)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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