lunedì 26 luglio 2021

Recensione: "Non Stancarti di andare" di Teresa Radice e Stefano Turconi

 

"Non stancarti di andare" è un bellissimo romanzo grafico, in cui la parte narrativa si sposa alla perfezione con i disegni, dando vita ad una storia ricca di emozioni genuine, pensieri profondi e di grande umanità.

Non stancarti di andare 
di Teresa Radice e Stefano Turconi




BAO Publishing
321 pp

Iris ed Ismail - disegnatrice professionista lei, professore di lingua araba e calligrafia lui - sono innamoratissimi e sono pronti a trasferirsi nella casa di famiglia di lei, a Verezzi; prima, però, Ismail (di origine siriana) deve tornare a Damasco per sistemare le ultime faccende e rivedere i propri cari. 

Questa separazione, purtroppo, si rivelerà più lunga, tormentata e dolorosa di quanto avrebbero mai immaginato.

Iris si scopre incinta ed è felicissima, ma condividere questa splendida con il fidanzato mentre questi è via non sarà semplice, in quanto la situazione in Siria (a causa della guerra civile; siamo nel 2013) si fa ogni giorno più complicata e pericolosa. 
Diventa difficile mettersi in contatto con Ismail e, stando a quel che dicono tv e giornali, la popolazione civile sta soffrendo terribilmente; Iris è comprensibilmente preoccupata ed angosciata per il suo amore, che infatti incontra moltissimi ostacoli per tornare in Italia. 

Il racconto della bellissima storia d'amore tra Ismail ed Iris si snoda, quindi, tra Italia e Siria, con diversi flashback che ci mostrano come e dove si sono incontrati i due per la prima volta e in che modo (anzi, grazie a chi) è sbocciato l'amore nei loro cuori.

Non solo, ma apprendiamo anche qualcosa della storia della famiglia di Iris, la cui mamma, Maite, è nata in Argentina, ma quand'era ragazzina i genitori la mandarono via dal loro paese (stiamo parlando degli Anni Trenta) per assicurarle un futuro migliore del loro.

Sono diversi i personaggi che compaiono in questa graphic novel e tutti sono ben caratterizzati e danno il loro apporto allo sviluppo delle vicende e nel creare dinamiche; mi ha colpito Maite, la mamma di Iris: è una donna con un altissimo senso pratico, dai modi spicci e, non di rado, volgari e sguaiati; non ama le manifestazioni d'affetto e, anzi, sembra proprio anaffettiva, anche con l'unica figlia, Iris, che invece è il suo esatto opposto. Eppure, nonostante Maite possa apparire il più delle volte scontrosa, aggressiva, fredda e cinica, un cuore ce l'ha anche lei e conoscere il suo passato sarà utile sia ai lettori che alla stessa Iris per comprendere il perché la donna abbia sviluppato una personalità così forte, d'acciaio, e poco incline a sentimentalismi ed effusioni.

Molto bello - è il mio preferito e si ispira a padre Paolo dall'Oglio - il personaggio di padre Saul, un religioso che avrà, nell'economia del romanzo, un ruolo rilevante, in quanto con la sua saggezza concreta, la sua fede, incrollabile ma non chiusa e rigida, la sua perspicacia ed empatia nel capire chi gli è di fronte e nel dare risposte prima ancora che gli vengano fatte delle domande, il suo sincero amore per il prossimo, la sua vita spesa per gli altri, il suo desiderio di creare ponti e situazioni di dialogo e pace tra religioni, culture, tradizioni differenti, la sua schiettezza..., insomma con tutto il suo modo di essere e agire, quest'uomo saprà essere una sorta di guida, un padre spirituale per Ismail ed Iris, aiutandoli ad aprire occhi, mente, cuore, incoraggiandoli a non stancarsi di andare avanti sempre e nonostante tutto, di ricercare l'umanità, la bellezza, la verità, l'amore... anzitutto in se stessi e poi nei volti, nelle mani e nei sorrisi di chi incrocerà il loro cammino.

Ho sofferto con Ismail nei suoi momenti in Siria, perché sembrava di essere lì con lui, sotto un cielo pieno di stelle e in un deserto di solitudine e imprevisti pericolosi, a guardare gli altri morire, piangere, pregare, supplicare... al cospetto della crudeltà di uomini senza pietà, e a sentirsi in colpa per questo, per il solo fatto di riuscire a sopravvivere in un contesto di morte e atrocità; a sostenerlo nel suo viaggio per cercare di tornare in Italia sarà il suo amore per Iris.

Mi ha fatto tanta tenerezza leggere le lettere che Iris scrive, nel corso dei mesi di gravidanza, per il suo "amore minuscolo", per l'esserino che le cresce dentro e che, di giorno in giorno, prende sempre più spazio non solo nel suo corpo, ma anche nel suo cuore, nella sua testa, nella sua vita; a questo piccolo grande amore sono dedicati passaggi stupendi, toccanti, pieni di dolcezza, speranza, tenerezza, amore immenso, desiderio di poter accogliere la creatura con tutte le cure che merita, crescendola in modo che possa essere libera, felice, amata e capace di amare gli altri.

E infatti le tematiche di questo romanzo a fumetti sono proprio l'accoglienza dell'altro, il dialogo con chi è diverso da noi per religione, ideologia politica, cultura, storia, lingua..., senza pregiudizi e barriere di sorta; la bellezza (umana, ma anche paesaggistica, artistica, storica...), l'importanza data alle relazioni interpersonali - che sia amicizia, amore, legami famigliari -, il senso da dare alla propria esistenza.

Una lettura che mi è piaciuta moltissimo, e dal punto di vista dei fatti narrati (stile, personaggi, ambientazione...) e da quello grafico: i disegni sono piacevolissimi, i personaggi espressivi, le tecniche e le tonalità di colore sono differenti quando si tratta di saltare da un periodo ad un altro.

"Non stancarti di andare" è un viaggio emozionante, ricco di messaggi importanti e significativi, e non posso che consigliarvene la lettura!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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