martedì 14 marzo 2017

Frammenti di ROSSO ISTANBUL (libro)



Brevi estratti presi dal suggestivo e malinconico ROSSO ISTANBUL di Ferzan Ozpetek.


"Si lasciano mai le case dell’infanzia? Mai: rimangono sempre dentro di noi, anche quando non esistono più, anche quando vengono distrutte".

"«Impara dai fiori a essere paziente, ad aspettare.» Perché i fiori lo sanno, che dopo un gelido inverno arriva la primavera. Bisogna solo avere pazienza, credere nelle proprie forze."



"...adesso so che è questo il punto dell’amore: avere qualcuno che ti aspetta davanti alla porta, la sera. Qualcuno che ti abbraccia. Qualcuno tra le cui braccia, anche se solo per un giorno e non per sempre, ti senti a casa."


"Ho imparato che l’amore non sa né leggere né scrivere. Che nei sentimenti siamo guidati da leggi misteriose, forse il destino o forse un miraggio, comunque qualcosa di imperscrutabile e inspiegabile. Perché, in fondo, non esiste mai un motivo per cui ti innamori. Succede e basta. È un entrare nel mistero: bisogna superare il confine, varcare la soglia. E cercare di rimanerci, in questo mistero, il più a lungo possibile."

"Ci sono persone troppo fragili, ed è proprio questa la loro debolezza ma anche la loro bellezza: un’immensa fragilità, quasi fossero fatti di cristallo, così trasparenti e luminosi, ma difficili da maneggiare, anche per gli altri. Non resistono agli urti della vita, agli ostacoli, agli ammaccamenti, alle cadute."

"«Lo sapevi che in Giappone, quando si riparano le ceramiche rotte, non si nasconde il danno ma lo si sottolinea, riempiendo d’oro le linee di frattura?» (...) «Perché credono che quando qualcosa ha subìto un danno e ha una storia, diventi più bella.» Riluci d’oro dove la vita ti ha scheggiato."

"Perché a volte non serve partire, fuggire. Il vero altrove, spesso, è dove già siamo, e possiamo trovarlo solo se abbiamo la forza di affrontarlo. Muoversi da fermi, accettando la realtà. E solo così cambiarla. Muoversi da fermi, o fare le valigie per il mondo. Un passo dopo l’altro."


4 commenti:

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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