Ho trovato e preso questo libro in e-book.
La trama mi ha incuriosita: è la coraggiosa testimonianza di un'infanzia e una giovinezza tedesca, durante e dopo gli orrori della seconda guerra mondiale; una dolorosa ricostruzione in cui si riassume l'atteggiamento di un'intera generazione.
A me interessano sempre le storie basate su fatti realmente accaduti e inseriti in contesti complessi.
Voi che ne pensate?
UN BAMBINO PIANGE ANCORA
di Ursula Rutter Barzaghi
Tea Edizioni 169 pp 8 euro 2004 |
Nata («insieme con la guerra») e cresciuta nella Germania hitleriana, Ursula Rütter Barzaghi ha trascorso i primissimi anni di vita relativamente al sicuro, tra le mura della caserma di Lubln, in Lorena, protetta dagli eventi esterni ma non dalla cintura del padre, ex poliziotto violento e dedito al bere, rapidamente inseritosi nelle file dei nazisti.
Il precipitare della situazione, e la fine del conflitto, l’hanno gettata poi, insieme alla madre, alla sorella e al fratello e a milioni di altri tedeschi, nella realtà di un Paese devastato, ridotto alla miseria e che si svegliava dall’incubo peggiore della sua storia.
Il padre, nel frattempo, era scomparso «al fronte russo...», lasciando un ricordo così doloroso e ingombrante da cancellare persino l’immagine della sua uniforme, quella delle SS.
Con grande onestà, e con grande coraggio, Ursula Rütter Barzaghi ha scavato nella memoria e ha ricostruito la sua storia di bambina e di ragazza, cresciuta come tanti altri suoi coetanei ascoltando storie dell’orrore sui bambini cristiani rapiti dagli ebrei, o sui russi in agguato nei boschi in mezzo ai lupi; ignorando a scuola la tragedia recente e andando poi a giocare in mezzo alle macerie prodotte dai bombardamenti alleati; dedicando molto tempo alla ricerca del cibo e cominciando infine a lavorare.
E ponendosi intanto domande sempre più dolorose e pressanti, sollecitate dai ricordi ma destinate a restare a lungo senza risposta, poiché coloro che potevano dire, raccontare, cercare di spiegare – gli adulti – erano barricati dietro un muro invalicabile, chiusi «sotto una cappa di silenzi stesa sulle loro colpe»: un abisso tra padri e figli che ha segnato per sempre un’intera generazione.
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz