Regalino da parte di mio marito....!!!
Non è ancora tra le mie mani perchè, essendo lui lontano da casa, non ha avuto modo di darmelo, però è mio e oggi non solo ve ne parlo, ma la inseriamo nella rubrica del sabato, che amo particolarmente!
BAMBINO N° 30529
di Felix Weinberg
Ed. Newton Compton 288 pp 9.90 euro Maggio 2014 |
Deportato a soli 12 anni e sopravvissuto
a cinque campi di concentramento
Felix aveva tutto nel suo paese natio, la Cecoslovacchia: una famiglia felice e abbiente, un'infanzia serena, l'affetto dei suoi genitori.
A dodici anni, però, il suo mondo va in pezzi: a causa delle persecuzioni naziste, il padre fugge in Inghilterra, nella speranza di potersi rifare lì una vita con i suoi cari.
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Ma il piccolo Weinberg, i fratelli e la madre non fanno in tempo a raggiungerlo: saranno catturati dai tedeschi e inizierà il loro drammatico calvario nei campi di concentramento. Felix sopravvivrà miracolosamente a cinque lager – tra cui Theresienstadt, Auschwitz e Birkenau – e persino alla terribile “Marcia della Morte” per essere trasferito da un campo all’altro. Dopo aver perso sua madre e suo fratello ed essere stato deportato per l’ultima volta a Buchenwald, riuscirà finalmente a tornare in libertà e a riabbracciare suo padre, dopo cinque anni di orrore. Quella di Felix Weinberg è una storia incredibile: il racconto duro e senza censure della spietatezza dell’Olocausto e dell’orrore che non ha risparmiato neppure i più piccoli e puri.
La vera storia di Felix, scampato alla morte ma non all’orrore dei campi nazisti.
Una straordinaria testimonianza dell’Olocausto e una commovente riflessione sulla natura della memoria.
La vera storia di Felix, scampato alla morte ma non all’orrore dei campi nazisti.
Una straordinaria testimonianza dell’Olocausto e una commovente riflessione sulla natura della memoria.
Nato in Cecoslovacchia, Felix Weinberg è sopravvissuto all’Olocausto passando per ben cinque campi di concentramento. Dopo la guerra si è stabilito in Inghilterra. Nonostante la sua istruzione fosse stata brutalmente interrotta dalla deportazione, è riuscito a entrare all’università e poi a diventare professore di Fisica all’Imperial College di Londra. Ha fatto parte anche della Royal Society. Ha curato volumi e centinaia di articoli scientifici, ottenendo diversi riconoscimenti accademici. È morto nel 2012.
Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.
La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?".
Tornato alla sua città natale di Aussig in Cecoslovacchia, più di 40 anni dopo la sua liberazione da Buchenwald, Felix Weinberg osserva: "Credo che i comunisti abbiano fatto più danni alla bellezza della mia città di quanto abbiano fatti i tedeschi".
Questa analisi franca di ciò che è stato o non è stato fatto dai tedeschi è fondamentale in questo racconto.
L'autore, professore di combustione Fisica presso l' Imperial College di Londra, ha deciso di scrivere il suo libro di memorie della Shoah piuttosto tardi nella vita, per i propri figli e nipoti .
Weinberg è cresciuto in una famiglia benestante, trascorrendo le estati in vacanza e gli inverni in stazioni sciistiche.
Nel 1938, con Hitler diretto ai Sudeti, suo padre partì per l'Inghilterra per cercare di ottenere il visto per il resto della famiglia.
L'autore ha festeggiato il suo bar mitzvah dopo che entrassero in vigore le normative naziste che proibivano agli ebrei di viaggiare.
In un primo momento Weinberg era reticente a scrivere della sua esperienza nei campi nazisti.
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"Ho cercato di dimenticare, volevo vivere per il futuro e non mi definisco come un sopravvissuto dai campi di concentramento."
All'inizio fu mandato a Theresienstadt, che ricorda come un'esperienza relativamente decente rispetto allo shock che seguì.
Weinberg ritiene di essere scampato dalle camere a gas di Auschwitz perchè faceva l'apprendista presso un uomo a cui piaceva in quanto omosessuale. Questa è stata la sua salvezza.
E' stato ad Auschwitz che ha visto l'ultima volta sua madre e suo fratello.
Inviato in un campo satellite di nome Blechhammer, l'autore descrive il miracolo di essere sopravvissuto alla macchina di sterminio nazista, pur non reputandolo qualcosa di eroico.
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz