giovedì 18 aprile 2013

Libri in sala d'attesa: Martin Eden



Secondo appuntamento con i libri che ho negli scaffali della mia libreria ma che ancora non leggo....!!

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MARTIN EDEN
di Jack London


Martin Eden
Ed. Einaudi
E.T Classici
Trad. E. Giachino
392 pp
13.50 euro
2009
Trama

Romanzo largamente autobiografico, Martin Eden riflette l'inquietudine di London, la sua vita stravagante, la tensione autodistruttiva che lo porterà al suicidio.
Il protagonista è un marinaio americano che finisce casualmente per frequentare il mondo borghese, salotti colmi di libri e fanciulle eteree. Tra l'iniziale timidezza e un'irresistibile attrazione per il nuovo ambiente, Martin Eden dovrà misurarsi con due impreviste passioni: la giovane Ruth Morse e la letteratura. 
Attraverso sogni delusi e speranze che sfumano, la strada verso la conquista di una fama che si rivelerà effimera sarà costellato dal conflitto tra le sue origini modeste e una cultura che comunque gli è estranea. I propositi di riscatto sociale e l'inclinazione per i miti borghesi del successo e della ricchezza si dilegueranno di fronte alla consapevolezza di una inevitabile alienazione.

L'autore.
Jack London, pseudonimo di John Griffith Chaney (1876 – 1916), scrittore statunitense.
Jack London era uso frequentare ladri e contrabbandieri, costretto ai mestieri più disparati e non sempre legali. Nella sua giovinezza passò da un lavoro all'altro senza troppe difficoltà: cacciatore di foche, corrispondente di guerra, avventuriero...

Una stupenda trasfigurazione di quello che Jack London era, sia sul piano sociale che interiore, la fece lui stesso nell'indimenticabile "Martin Eden", storia di un giovane marinaio dall'animo ipersensibile che si scopre scrittore e una volta raggiunta la fama si autodistrugge, anche a causa delle netta percezione di essere comunque un "diverso" rispetto alla società fine e colta rappresentata dalla benestante ed educata borghesia.

Jack London scrisse romanzi di vario genere, da quelli avventurosi come "Il richiamo della foresta" (pubblicato nel 1903) a "Zanna Bianca" (1906), a quelli appunto autobiografici, fra cui si ricordano fra l'altro "In strada" (1901), il già citato "Martin Eden" (1909) e "John Barleycorn" (1913); si è cimentato anche con la fantapolitica ("Il tallone di ferro") e ha scritto numerosi racconti, tra cui spiccano "Il silenzio bianco", e "Farsi un fuoco" (1910).

Il suo stile narrativo rientra a pieno titolo nella corrente del realismo americano che, ispirandosi al naturalismo di Zola e alle teorie scientifiche di Darwin, privilegiando i temi della lotta per la sopravvivenza e del passaggio dalla civiltà allo stato primitivo.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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