Un passaggio preso dal classico in lettura della Woolf - Gita al faro - con annessa canzone.
Che ne pensate? Voi avreste scelto un'altra canzone?
Le notti sono ora piene di vento e distruzione; gli alberi si curvano e si piegano e le foglie volano alla rinfusa finché il prato ne è ricoperto e le fogne intasate e le grondaie soffocate e le strade umide disseminate. Anche il mare si agita e si scatena, e se una persona che dorme dovesse pensare di trovare sulla spiaggia una risposta ai suoi dubbi, qualcuno che divida la sua solitudine, dovesse buttar in aria le coperte e andare da sola sulla spiaggia, nessuna immagine con sembianze di aiuto e di sollecitudine divina gli verrebbe incontro per riportarepace alla notte e far sì che il mondo rifletta l’estensione dell’anima. Anzi, sembrerebbe inutile in tale confusione fare alla notte quelle domande circa il che cosa, e il perché e il dove, che assillano chi dorme perché si alzi e trovi una risposta.
IL MARE D'INVERNO
(L. Bertè)
Passerà il freddo
E la spiaggia lentamente
Si colorerà
La radio e I giornali
E una musica banale si diffonderà
Nuove avventure
Discoteche illuminate
Piene di bugie
Ma verso sera uno strano concerto
E un ombrellone che rimane aperto
Mi tuffo perplessa
Ai momenti vissuti di già
Mare mare
Qui non viene mai nessuno
A trascinarmi via
Mare mare
Qui non viene mai nessuno
A farci compagnia
Mare mare
Non ti posso guardare così
Perché questo vento
Agita anche me
Questo vento agita anche me
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz