mercoledì 8 aprile 2015

Recensione (mini): IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO di Italo Calvino



Il primo romanzo di Italo CalvinoIl sentiero dei nidi di ragno, pubblicato una prima volta nel 1947, rappresenta la Resistenza vista dalla parte di un bambino; un'avventura, un gioco serio e appassionante, un rito di iniziazione alla vita adulta, una scuola di idee, di caratteri, di concezioni.
Il libro mostra che la Resistenza fu anche crudeltà, assassinio. 
Un romanzo, dunque, antiretorico e aspro, malgrado il tono fiabesco.

Il sentiero dei nidi di ragno
Ed. Mondadori
224 pp
9 euro
1993

Il protagonista è Pin, un bambino irriverente, dispettoso che trascorre il proprio tempo solo con gli adulti, dai quali ascolta ed impara storie, linguaggio, malignità...: la sua è la storia di un'infanzia rubata in un contesto storico difficile, pieno di privazioni.
Pin ha una sorella, la Nera del Carrugio, che fa la prostituta, va con tutti, tedeschi compresi; una notte, Pin ruba la pistola ad uno di questi e la nasconde in un posto segreto, il sentiero dei nidi di ragno.
Viene acciuffato e portato in prigione per il furto ma, grazie ad un giovanotto intrepido ed avventuroso - Lupo Rosso - riesce ad evadere.
Un giorno, nei boschi, lo sperduto Pin incontra un partigiano taciturno e buono, che ha in odio le donne. Lo chiamano il Cugino. Suo tramite si aggrega al distaccamento del Dritto e gli viene assegnata la mansione di aiuto-cuciniere.

Il nostro giovane protagonista vivrà diverse peripezie, che lo porteranno a frequentare "l'universo dei grandi", ad imparare suo malgrado, il loro linguaggio, la loro volgarità, la loro malizia di adulti.

Pin è un personaggio che mi ha a tratti irritato per le "marachelle" e a tratti intenerito perchè in fondo è incredibilmente solo, bisognoso di affetto, di dare e ricevere fiducia; è anche lui vittima della guerra, delle scelte dei grandi, che prima lo trattano ora come uno di loro, ora come un "moccioso", il che non va che a confondere il ragazzino e, a volte, a renderlo quasi cinico...

Davvero un bel libro, a tratti commovente; una lettura consigliata non solo ai ragazzi.

2 commenti:

  1. Ho letto questo libro alle superiori e mi è piaciuto molto, soprattutto per aver aver trattato il tema della guerra e della resistenza da un punto di vista inedito.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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