lunedì 19 novembre 2012

Gigli d'oro, castità e sottomissione



Inevitabile il mio interesse per la pratica della fasciatura dei piedi....
Ecco una analisi della pratica-tortura (fonti:  QUI - QUI).

La pratica di fasciare i piedi fu introdotta.. parecchio tempo fa!
Alcuni la fanno risalire a una concubina dell’imperatore.
Un'altra leggenda dice che nel XII secolo a.C. l'imperatrice, avendo un piede storto, aveva convinto il marito a rendere obbligatoria per tutte le ragazze la torsione dei piedi, perché diventassero simili ai suoi, considerati modello di bellezza ed eleganza; ma l'origine dell'usanza della fasciatura dei piedi delle donne cinesi risale probabilmente al X secolo d.C. quando sembra che le danzatrici di corte, per esibirsi su podi a forma di fiore di loto, si stringessero i piedi con bende di seta.
I primi ritrovamenti di scarpe piccole in alcune tombe principesche risalgono al XII secolo; successivamente la pratica della fasciatura si diffuse anche tra i ceti meno agiati della popolazione.

La fasciatura dei piedi aveva lo scopo di esprimere e rafforzare un nuovo concetto di castità femminile che la Cina era venuta sviluppando: una moglie casta doveva rimanere relegata in casa e non doveva farsi vedere nei campi e per la strada; e camminare con i piedi fasciati rendeva l’incedere penoso e difficile.
Avere piedi così piccoli e deformati, causa di dolori costanti, limitava inevitabilmente il movimento, forzando a una segregazione domestica che escludeva la partecipazione della donna alla vita sociale.
La fasciatura rivelava quindi la condizione economica di una famiglia: un uomo che aveva una moglie con i piedi fasciati provava a tutti che egli era abbastanza ricco da mantenere una donna con i suoi guadagni e che non aveva bisogno d’aiuto nei campi o nel negozio. Conseguentemente i piedi grandi, propri dell’altro sesso, erano indice di appartenenza ad una classe sociale povera.

Opporsi alla fasciatura era cosa impensabile, significava ribellarsi alle tradizioni cinesi, che miravano a mantenere una netta divisione tra uomini e donne.

Naturalmente era considerato altamente encomiabile che una donna si sottoponesse fin dalla prima infanzia al temuto dolore della fasciatura dei piedi con stoica rassegnazione e che trattenesse le lacrime per compiacere alla madre e conformarsi così ai canoni della bellezza sanzionati nei secoli.
Il successo o il fallimento della fasciatura (fatta dalla madre stessa) dipendeva dall’abilità con cui veniva stretta la benda intorno a ciascun piede. 
Dall'età di 5-7 anni, i piedi delle bambine venivano fasciati in modo costante e progressivo con una striscia di stoffa larga cinque centimetri e lunga circa tre metri per impedirne la crescita: le madri iniziavano la fasciatura in date considerate fauste, come ad esempio il ventiquattresimo giorno dell'ottavo mese lunare, dedicato alla "dea dai piedi piccoli".
La fascia si applicava in questa maniera: se ne fissava un capo alla parte interna del collo del piede, veniva quindi fatta passare con forza sulle dita, a eccezione dell’alluce, in modo da ripiegarle sotto la pianta del piede. L’alluce non veniva fasciato. Si passava poi strettamente la benda intorno al calcagno in modo che tallone e dita fossero ravvicinati il più possibile. Si ripeteva quindi il procedimento fino a totale utilizzazione della fascia. Il piede delle fanciulle era soggetto a una forzata e continua pressione: lo scopo infatti non era solo quello di comprimere il piede, ma anche di curvare le dita, di ripiegarle sotto la pianta e di riavvicinare la pianta stessa al tallone fino al limite del possibile; ovviamente, da questa crudeltà non potevano che scaturire putrefazione, parti della pianta che si squamavano; a volte cadevano una o più dita. 

Il dolore persisteva per circa un anno e quindi diminuiva d’intensità, ma in ogni caso la fasciatura dei piedi comportava un tormento quotidiano, che sarebbe continuato per tutta la vita. 
I “fiori di loto” esigevano attenzioni quotidiane: bisognava continuamente lavarli e curarli ed era necessario tenerli fasciati e calzati giorno e notte per dare loro il sostegno che avevano perduto, non avendo più una normale pianta distesa. Le unghie andavano tenute sempre ben tagliate, altrimenti potevano penetrare nella pianta del piede, e le bende potevano impedire la circolazione del sangue, provocando setticemia o cancrena. Tutte queste cure venivano fatte ed insegnate ad ogni bambina dalla madre, alla quale era toccata la stessa sorte prima di lei.
Non solo alcuni uomini trovavano erotica l’andatura barcollante delle donne su quei piedi minuscoli, ma si dilettavano a giocherellare con i piedi fasciati, che erano sempre nascosti da scarpette di seta ricamata (lunghe tra i 7 e i 12 cm). Le donne non potevano togliere le fasciature neanche da adulte, perché i piedi avrebbero ripreso a crescere. Potevano solo allentarle temporaneamente di notte, e allora calzavano scarpette dalla suola morbida. Di rado gli uomini vedevano nudi i piedi fasciati, che di solito erano ricoperti di pelle putrescente e mandavano cattivo odore, una volta tolte le bende.
Il primo passo verso l’abolizione della fasciatura dei piedi fu un decreto imperiale del 1902 ma ufficialmente essa fu abolita con la nascita della Repubblica Popolare Cinese, nel 1949.

Qualche immagine... :(
:( 
piede deformato

























altre immagini QUI (non le posto perché già mio marito è rimasto scioccato, evito altri shock...)
e VIDEO.

La signora dai piedi piccoliSignora dai piedi piccoli, di chi sei figlia?
Sotto le sue vesti, scarpe ricurve di otto centimetri.
Ella vacilla al soffiar del vento,
Perché salda è in alto, ma incerta in basso.
Muovere un passo è per lei difficoltoso,
Quasi come percorrere mille miglia.
S’appoggia a sinistra alla balia,
A destra s’aggrappa a una serva;
Se per caso le calpesti un piede,
Atroce è il dolore che prova.
Quando hai iniziato la fasciatura?
Perché mai tolleri questa pena senza fine?
Non so il perché: è la sua risposta.
A cinque anni, quando il tronco è ancora arbusto,
La mamma preparò le scarpe.
E m’ingiunse d’iniziare la pratica.
Le mie dita vennero piegate, il collo del piede curvato;
E per quanto io invocassi e Cielo e Terra,
Mia madre m’ignorava, quasi fosse sorda.
Le mie notti erano tutte un lamento,
L’alba passava tra i pianti.
Invocavo dal letto la mamma:
Quanto ti preoccupi se io sto male,
Come ti spaventa ogni mia caduta!
Ora l’agonia è salita dai piedi
E ne sono pregne le mie ossa;
Sono caduta in disperazione, ma tu,
Tu non ti curi di me.
La madre si volgeva a consolare la fragile piccola:
Quand’ero bambina anch’io soffrivo, come te,
Ma voglio che i tuoi piedi siano così piccoli
Da guadagnarti un posto in società.
Ecco perché voglio dedicare
Questo tempo alla fasciatura.
E, fatto inaudito, per ridurre i piedi
La carne e le ossa vengono così martoriate
Ch’ella perde il desiderio del cibo.
Tanta parte della sua profumata giovinezza
Passa in lacrime, vicino ai fiori che muoiono;
Ode il canto degli uccelli,
Ma il suo piede ricurvo è come una piccola tomba.

Lin Qinnan

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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