Altro libro in lettura terminato ieri, anch'esso ahimè in e-book (i miei occhi si rifiutano di leggere libri al pc per almeno qualche giorno...): L'ESATTA MELODIA DELL'ARIA, di Richard Harvell, di cui trovate QUI la scheda.
Ed. Nord Narrativa Nord 416 pp 9.90 euro |
E ci sono libri che ti lasciano... così..., con un'aria un pò "trasognata", con un sorriso dolcemente nostalgico sulla labbra, con mille pensieri in testa che ancora turbinano... e ti trovi a chiederti: da dove inizio?
Certo, da qualche parte si dovrà pur cominciare...!
Credo che L'ESATTA MELODIA DELL'ARIA sia uno di quei romanzi difficili da spiegare, forse perchè narrati con tanta delicatezza, con una "penna leggera" che sembra un sussurro, un insieme di parole armoniose volate dalla penna di un abile scrittore e stampate nella tua mente per restarci almeno per un bel po'.
Non starò qui a ri-narrare la trama del romanzo, di questo primo libro di Harvell; quella la si trova tranquillamente in web, oltre che nel post di cui ho messo il link :P
Ciò che mi ha colpito del libro è l'insieme di sensazioni ed emozioni capace di trasmettere al lettore: Harvell ci narra le avventure (anzi, disavventure) di un bambino e poi di un giovane che non è stato molto fortunato nella vita: ha incontrato sul suo cammino troppa gente che gratuitamente gli ha fatto del male..!
Nasce e cresce, fino a nove anni, sul campanile della chiesa del proprio villaggio, insieme alla madre sordo-muta, anche lei vittima dei soprusi di gente malvagia, egoista, senza pietà; cosa ancora più tragica, da parte di gente che per vocazione dovrebbe aver compassione dei derelitti, e che invece veste i panni del carnefice.
Il piccolo Moses - non è il suo vero nome, ma quello che gli verrà dato dalla coppia di amici che lo salverà dalle acque del fiume in cui il suo padre biologico lo aveva gettato, per farlo morire - è un bambino sensibile, in tutti i sensi: non solo nell'anima, ma anche a livello "sensoriale".
Essendo nato e cresciuto "a suon di campane", invece di diventar sordo è venuto su con una capacità di percepire i suoni anche minimi da non farsi sfuggire il più piccolo dei sussurri, il più flebile dei sospiri...
La sensibilità di Moses è accompagnata e sostenuta da un'eccellente capacità di "giocare" con la voce, di cantare in un modo tanto idilliaco da trasportare in un "paradiso di suoni armoniosi" chi lo ascolta, facendoli piangere di commozione, arrestando il loro respiro, le loro parole spesso inutili e inopportune per fermare il tempo ed ascoltare il dolce e melodioso cantico di questo bambino.
Pur avendo ricevuto presto cattiverie e emarginazione, Moses non è un tipo totalmente diffidente; il caso gli
fa incontrare due personaggi simpatici, opposti tra loro eppure così uniti ed inseparabili: due monaci che meno monaci non potevano essere!
fa incontrare due personaggi simpatici, opposti tra loro eppure così uniti ed inseparabili: due monaci che meno monaci non potevano essere!
Nicolai, il gigante buono, l'amicone dolce, romantico, desideroso di gustare il piacere di una vita piena di gioie di ogni genere, ed il brutto e rachitico Remus, anche lui un emarginato, rifiutato dalla propria famiglia, apparentemente burbero ma in fondo sensibile e fedele.
Due esseri improbabili che sapranno amare il nostro Moses ed essergli amici sempre: Nicolai e Remus sono quegli amici che sai di voler avere nel corso della tua vita, dei quali avrai bisogno e sui quali sai che potrai contare, nonostante il tempo passi, nonostante ci si trovi in posti diversi.
La vita nel monastero dove vivono i due monaci - l'abbazia del cinico Staudach - non sarà affatto facile per il tranquillo e indifeso Moses: il suo talento non passa inosservato al monaco che dirige il coro, che farà di tutto per far sviluppare le capacità canore del ragazzino e certo ci riuscirà... ma a quale prezzo!
Moses non piace a molti invidiosi, che vedono in lui ciò che essi non sono; l'invidia e l'egoismo che alcune persone riverseranno sul povero Moses saranno per lui motivo di sofferenza e porteranno gli altri a decidere per lui, per la sua vita, senza che il nostro cantore possa dire nemmeno una parola...
Ma la vita non è costellata solo di brutti incontri: nel mezzo della desolazione umana ecco profilarsi dei momenti di felicità, di idillio... ahimè troppo presto oscurati dalle decisioni che gli altri prendono per Moses e a dispetto della sua possibile felicità, decisioni che "mutano" il suo giovane corpo così come muteranno forse il suo destino, il suo diritto di amare e di essere amato.
Ma per coloro che hanno un'anima nobile, sensibile, così attenta ai minimi rumori e suoni, elevata e al di sopra delle meschine macchinazioni umane... una speranza c'è sempre, ci deve essere...!
La sua incredibile voce sarà per Moses fonte di problemi e sofferenze, ma anche di gioia e riscatto: la sua voce gli farà conoscere la dolce Amalia, l'unica donna amata e che lo ama, ma anche il tenore Guadagni, pieno di sè e straconvinto di essere il miglior cantante castrato in circolazione (salvo poi aver paura della bravura del nostro Moses), che cerca di umiliare il ragazzo in tutti i modi.
La sua voce lo porterà a maturare anche una forza interiore, una volizione che gli permetterà di uscire dal vortice di "schiavo della musica" in cui gli altri lo hanno prepotentemente inserito, e di prendere piuttosto in mano la situazione, garantendo finalmente la serenità a sè stesso e coloro che ama, e facendo del proprio naturale talento la propria fortuna e il proprio successo.
Davvero una lettura consigliata: un romanzo che magari non ha la propria originalità nella trama in quanto tale, ma che di certo è scritto con molta delicatezza, i personaggi dipinti con maestria e sensibilità, e soprattutto dona la sensazione che si stia leggendo una sorta di "spartito musicale" dove tante note, a volte contrastanti e stridenti, altre volte dolci ed armoniose, vanno a inserirsi nel pentagramma della vita facendoci ascoltare una musica che probabilmente, come è successo a me, vi resterà nel cuore.
CONSIGLIATO.
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz