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venerdì 2 settembre 2011

L'identità sessuale: da cosa dipende? Il caso David Reimer


Proprio ieri ho scritto un articolo sul caso di quel bambino americano, Jackie, che a soli 10 anni si sente sicuro della propria identità sessuale, diversa da quella che la natura (o, per chi è credente - ed io lo sono - Dio) gli ha donato: il bambino sa di essere sessualmente maschietto... ma si sente e vuol vivere come una femminuccia...!
Beh, questa storia mi ha fatto immediatamente pensare ad un'altra - molto drammatica  - che mi colpì moltissimo quando la lessi, anni fa, sulla rivista "Psicologia contemporanea".
La teoria secondo la quale la sessualità - e la conseguente identità sessuale - di ogni individuo sia un effetto della società, delle proprie norme e dei ruoli socialmente costituiti, non è affatto recente: un certo dottor John Money, famoso chirurgo di Baltimora, propugnava proprio la tesi secondo la quale l'identità di genere non dipende dagli organi sessuali, bensì dal tipo di educazione ricevuta: vieni cresciuta con bambole trucchi? Sarai una femminuccia!
Vieni tirato su con macchinine e soldatini? Sarai un maschietto! 
E questo a prescindere da come sei fisicamente!

giovedì 7 luglio 2011

Padre Fedele: condanna per violenza sessuale

Non ha resistito, padre Fedele Bisceglia, e ha urlato tutta la propria indignazione quando ha udito la sentenza che lo condannava a 9 anni e 3 mesi di reclusione per aver stuprato una suora; ha inveito contro chi lo ha condannato e contro le suore Francescane dei Poveri che hanno testimoniato contro di lui e sostenuto la suora violentata.
Il religioso nel 2006 fu arrestato per aver violentato 5 donneche frequentavano la casa d'accoglienza, "L'Oasi dei poveri", ma al posto dell'aiuto le poverette sono state costrette a subire le violenze del frate, aiutato dal suo segretario Antonio Gaudio, che ha avuto 6 anni e 3 mesi per il medesimo reato.

La suora - che aveva dichiarato di essere stata sottoposta all'assunzione forzata di forti farmaci, in modo da renderla succube ed inoffensiva -, la quale ha avuto la forza di denunciare il proprio stupratore, ha compiuto un gesto coraggioso e importante non solo per se stessa, ma anche per le altre vittime; tutte le sue consorelle e la Madre Superiora dell'Ordine delle Suore Francescane hanno da sempre sostenuto la suora e hanno accolto con viva commozione e soddisfazione la lettura della sentenza dai giudici del Tribunale di Cosenza, sostenendo che questa è una "vittoria" per le donne vittime di violenze, tanto più perché si tratta di persone che già vivono situazioni di disagio e che devono essere aiutate e non maltrattate ed offese nella propria dignità di persone.

Il frate ha quindi avuto, davanti alla condanna per questo stupro, parole di rabbia, appellandosi all'arcivescovo Monsignor Nunnari e affermando la propria innocenza ed onestà.
La condotta "bizzarra" e fin troppo vivace, da sempre tenuta da padre Fedele, in particolare in riferimento alla sfrenata passione per il calcio (che gli costò l'espulsione dall'ordine religioso), non è mai stata una novità ed è stata anche usata dall'accusa durante il processo.



Quando la punizione non è educativa: insegnante condannata

Correggere e disciplinare i bambini e i ragazzi quando assumono comportamenti scorretti e non rispettosi delle regole sociali e del prossimo costituisce certamente un delle finalità della relazione tra educatore/insegnante ed alunno.
Ma anche nel momento in cui un insegnante applica un provvedimento educativo e disciplinare deve farlo tenendo sempre presente i principi del rispetto della persona, della sua dignità e personalità.
E' ciò che non ha fatto, però, una docente di una scuola media palermitana verso uno dei propri alunni nell'attimo in cui ha deciso di "somministrare" una determinata punizione per aver sentito il ragazzino insultare un compagno di classe, chiamandolo "gay".
L'insegnante - una professoressa di Lettere di 60 anni, attualmente in pensione - , pur avendo ella stessa una buona opinione del ragazzino 11enne come allievo, ha ritenuto opportuno dargli una severa punizione per quello che ha ritenuto essere un episodio di "bullismo".
Ora, se è vero che gli atti di bullismo vanno fermati tempestivamente, è anche vero che anzitutto non è questo il caso di un ragazzino dal comportamento "da bullo", e poi non è infliggendo una punizione umiliante davanti all'intera classe che il ragazzino impara cos'è il rispetto per l'altro.

In cosa consisteva quindi la punizione?
La prof di Italiano ordinò all'alunno di scrivere per 100 volte sul proprio quaderno la frase:"Sono un deficiente"; il ragazzo, una volta a casa, avrebbe dovuto far leggere "il compito di punizione" datogli dall'insegnante ai genitori e farlo firmare da loro stessi.
Ma questi ultimi non hanno per nulla approvato la disciplina applicata dalla professoressa, anche perché da allora il figlio era stato colto da paure, incubi e le conseguenze psicologiche si sono fatte sentire, con tanto di conferme da parte degli psicologi che hanno parlato con lo studente.
Da lì è partita la denuncia da parte del padre e i giudici che hanno esaminato il caso gli hanno dato ragione, così la Corte d'Appello ha motivato la condanna dell'insegnante a un mese di reclusione per "abuso dei mezzi di disciplina" e per aver inflitto una punizione umiliante, non certo in linea con i principi basilari della pedagogia.
Ogni punizione inflitta da un educatore - e con questa parola mi riferisco tanto ai genitori, quanto ad insegnanti e a tutte quelle figure che si occupano di educazione e formazione delle personalità delle nuove generazioni - deve avere sempre lo scopo di aiutare l'educando a crescere, a maturare valori importanti, rendendolo consapevole delle proprie azioni e di come esse, inevitabilmente, abbiano delle conseguenze, ma è fondamentale che la punizione stessa non sia vista, da chi la riceve, come ingiusta o sproporzionata e, soprattutto, non dovrebbe mai avere effetti deleteri sulla personalità e sull'autostima individuale.

venerdì 1 luglio 2011

Delitto Sarah Scazzi: chiuse indagini, accusa di omicidio per Sabrina e Cosima

Chissà se davvero possiamo dire definitivamente conclusa la vicenda del delitto della 15enneSarah Scazzi, che dall'agosto 2010 è entrata prepotentemente nelle nostre case attraverso i media ed ha sicuramente scosso e indignato le coscienze di tanti...?Stando alle notizie che si stanno diffondendo nelle ultimissime ore, pare proprio che si sia trovato il "bandolo della matassa" a tutta la vicenda dell'omicidio di Avetrana, dopo mesi di indagini, prove ed indizi raccolti, testimonianze, interviste, dibattiti in tv tra avvocati dell'accusa e della difesa, intercettazioni ambientali e telefoniche, accuse ed autoaccuse, ritrattazioni..., insomma c'è stato davvero di tutto e di più su questa storia; a volte forse si è arrivati allo sbaglio più grande: dimenticare la vittima di tutto questo "scempio", vale a dire un'innocente di 15 anni, che aveva un futuro davanti a sé e che, brutalmente e per motivi che mai la ragione e il cuore umani comprenderanno appieno né tanto meno giustificheranno, è stata privata del bene più prezioso: la propria vita.La Procura della Repubblica di Taranto ha chiuso le indagini preliminari con 15 indagati a cui vengono contestati sostanzialmente sei tipi di reati; per essere precisi: omicidio e concorso in omicidio è il reato contestato a Sabrina Misseri e Cosima Serrano - ritenute, quindi, le colpevoli dell'assassinio della piccola.Per la ragazza 23enne c'è anche l'imputazione di calunnia: ricordiamo, infatti, come inizialmente accusò la badante romena di essere coinvolta nella scomparsa della cugina Sarah.Cade l'accusa di omicidio (e di vilipendio di cadavere) per Michele Misseri che, secondo gli inquirenti, avrebbe partecipato per nascondere il cadavere della nipotina, occupandosi anche di far sparire gli oggetti appartenuti a lei (salvo, poi, cambiare idea e lasciare che venisse ritrovato "per caso" il cellulare).
Le altre persone coinvolte e alle quali è quindi giunto l'avviso di garanzia sono: Carmine Misseri eCosimo Cosima (rispettivamente il fratello e il nipote di "zio Michele"); il fioraio Giovanni Buccolieri(che ha prima detto di aver visto Sarah tentar di scappare da casa Misseri, poi aveva ritrattato) e altre 6 persone che fanno parte del suo parentado.Oltre a questi, ad essere stati iscritti nel registro degli indagati sono gli avvocati della difesa tanto di Michele quanto della figlia (Emilia Velletri, Vito Russo, Francesco De Cristofaro e Gianluca Mongelli).Come anticipavamo sopra, oltre al concorso in omicidio, sono contestati reati quali la soppressione di cadavere, il sequestro di personasoppressione di documentifalse dichiarazioni ai pubblici ministeri infedele patrocinio e intralcio alla giustizia.
Non mancheranno di certo notizie più dettagliate, anche perché entro luglio - fatti ulteriori accertamenti ed interrogatori da parte di pm - la Procura dovrà formulare le richieste di rinvio a giudizio o di archiviazione, in attesa dell'udienza preliminare.

mercoledì 15 giugno 2011

Medico pedofilo arrestato per abusi in un asilo


Un ennesimo
 caso di pedofilia avvenuto all'interno di un asilo.
Siamo a Vicenza e a commettere lo squallido reato è stato un dottore, un pediatra che regolarmente faceva visite mediche ai bimbi di alcuni asili vicentini.
Le indagini su di lui, un uomo di 64 anni - che esercitava la professione di medico pediatra da sempre, a cominciare dal proprio studio privato - sono iniziate circa due settimane fa, quando diverse coppie di genitori hanno sporto denuncia a carica del dottore, richiedendo che fossero utilizzate le intercettazioni ambientali per cogliere il presunto medico sul fatto; gli agenti di polizia avevano quindi immediatamente collocato delle telecamere nascoste per filmare le visite mediche e capire se le accuse dei genitori preoccupati avessero conferma.
E purtroppo così è stato: nel corso di una visita ad una bambina di tre anni, all'asilo dove il pediatra - di nome Domenico Mattiello - faceva controlli sui piccoli, gli agenti hanno tenuto sotto controllo la telecamera e son dovuti immediatamente intervenire perché il pedofilo stava proprio per commettere l'abuso sulla bimba; è stato quindi colto in flagranza di reato e le manette sono subito scattate per lui.

Ovviamente, non sappiamo cosa abbiano visto ed udito i poliziotti per precipitarsi all'asilo ed arrestare l'uomo, fatto sta che su di lui grava l'accusa di abuso sessuale su minore.
Adesso, il pubblico ministero che sta a capo delle indagini dovrà chiarire da quando andassero avanti questi atti di pedofilia e violenza.

Ladro si toglie cappuccio per rapinare banca: arrestato

Sono davvero tante le stranezze che accadono nel mondo e non c'è da meravigliarsi mai di nulla perché ciò che sembra altamente improbabile che accada..., poi ci si rende conto che invece è fattibile!
Una delle notizie più recenti che fanno sorridere (ma anche sospirare, dicendo: "Beh, meglio così!") è quella di un ladro imbranato, alquanto singolare e obbediente ai regolamenti.
E' accaduto nello stato dell'Ohio: un uomo entra in una banca col cappuccio, con l'intenzione evidentemente di effettuare una rapina...!
Ma accade che un impiegato gli faccia notare, molto gentilmente, che il regolamento interno alla banca prevede che i clienti - o chiunque varchi la soglia - non debba avere il volto coperto, proprio per motivi di sicurezza...!
Beh, non so che generi di film preferiate voi: un thriller coinvolgente, in cui nulla è scontato e dove i "cattivi" tengono in ostaggio mezza banca mentre li agenti di polizia aspettano di poter contrattare col rapinatore... o forse quelle commedie americane in cui il protagonista combina guai facendo ridere lo spettatore!
Ebbene, è probabile che il rapitore in questione facesse parte del genere comedy, perché altrettanto educatamente, ha tolto il cappuccio, ha aspettato il proprio turno e quando è giunto allo sportello, attraverso un biglietto, con molta calma ha fatto notare al banchiere che stava per effettuare una rapina e che era armato.
Insomma, il giovane ladro è riuscito in quel momento a portare con sè i soldi che erano in cassa, ma la sua faccia era stata presa molto tranquillamente dalle telecamere di sicurezza e identificarlo è stato davvero un gioco da ragazzi...!

martedì 14 giugno 2011

Don Seppia: solo "gesti affettuosi"?

Una decina di giorni fa, durante l'interrogatorio di don Riccardo Seppia, accusato di abusi sui minori, induzione alla prostituzione e spaccio di cocaina, da parte del Procuratore Annalisa Giacalone, il legale del sacerdote genovese aveva dichiarato che non erano state confermate le accuse di violenza sessuale su minore: il parroco si sarebbe limitato a manifestare solo il proprio affetto al chierichetto posandogli una mano sul ginocchio ed un braccio dietro le spalle: insomma solo gesti affettuosi, a quanto pare - secondo la difesa - "male interpretati".
Non, solo, ma non avrebbe mai provato a indurre alla prostituzione nessuno, tanto meno un minorenne: si tratterebbe di un ragazzo di origini albanesi, che avrebbe egli stesso chiamato il prete per offrire prestazioni sessuali, ma Seppia  si è sempre fermato prima per timore e vergogna.
Per quanto concerne il reato di spaccio di droga, sempre l'avvocato difensore, Bonanni, ha fatto sapere che le dichiarazioni emerse durante le due ore di interrogatorio hanno posto l'accento sui deliri dell'accusato, nei momenti in cui era sotto effetto di stupefacenti; per il resto, le frasi nei messaggini riguardanti offerte di cocaina, non sarebbero aderenti alla realtà, bensì solo frutto di una mente alterata dall'uso di droga.

Insomma, il quadro accusatorio sembra risulti ridimensionato ed, in virtù di questo, la difesa di don Seppia ha chiesto il trasferimento del proprio assistito in una comunità in cui possa essere curato e riabilitato; il sacerdote sembra aver anche manifestato pentimento per il proprio comportamento indecoroso e amorale, probabilmente dovuto all'uso della cocaina.

martedì 7 giugno 2011

Yara Gambirasio: l'ipotesi del branco

Non cessano le ricerche per il caso di Yara Gambirasio, la 15enne di Brembate di Sopra uccisa il 26 novembre e ritrovata tre mesi dopo a 10 km da casa, a Chignola d'Isola, in aperta campagna.
A distanza di 7 mesi, però, non si può dire di aver trovato una soluzione al caso, anzi, più si va avanti e più sembra di ritrovarsi sempre allo stesso punto o quanto meno non si sono prospettate, fino a questo momento, delle ipotesi concrete che portino all'individuazione dell'assassino.
Anzi, forse è il caso di parlare al plurale: degli assassini.
Eh sì, perchè gli esami della Scientifica hanno rilevato ben 4 profili diversi di DNA, appartenenti a persone di sesso maschile; sono stati rinvenuti sullo slippino, sui guanti e sulla maglietta della ragazzina; su un guanto invece si conferma la presenza del DNA di una donna.
Quindi si profila l'ipotesi di un delitto a sfondo sessuale perpetrato da un gruppo, da un branco; ma purtroppo l'ipotesi investigativa non trova grossi riscontri, per ora, anche perché non s'è trovata traccia di abusi sessuali sul cadavere della ragazza.
Non solo, ma i profili genetici dei DNA non combaciano con nessuno dei 2000 DNA prelevati dalla popolazione di Brembate, il che rende tutto ancora più oscuro.

Insomma, nonostante l'impegno delle autorità investigative, ad oggi non si profilano risultati soddisfacenti che portino alla risoluzione del "giallo di Brembate"; per di più, il 27 giugno, se non dovessero esservi ulteriori elementi e di indagini, la Procura sarà costretta a chiudere il caso.

sabato 28 maggio 2011

Concetta Scazzi: "Mia sorella e mia nipote? Belve senza Dio"


 "Ma che gente è, ma come hanno potuto, ma cos'hanno dentro? Era una bimba, era debole, non era in grado di difendersi. Io sapevo bene che Sabrina e Cosima sono due persone gelose, invidiose, di tutti, non solo di noi. Ma come potevo immaginare? Hanno agito come belve!"
E' lo sfogo di Concetta Serrano, la mamma di Sarah Scazzi, in un'intervista a "Il Messaggero" dopo l'arresto della sorella Cosima.
"Io devo capire, io non riesco a spiegarmelo - continua Concetta Serrano - Gelosia? Ma può bastare la gelosia, per uccidere una bimba? Ma com'è possibile? Sembravano persone normali. Cosa può averli trasformati in assassini? Credo che le ragioni siano tante. La principale è una: è gente senza Dio".

"Non ho mai creduto - sottolinea la mamma di Sarah - che Michele fosse un pedofilo e un assassino. Mio cognato non è stato altro che uno schiavo, sin dall'inizio, in quella casa. Stava lì solo per obbedire. Ma ora vorrei chiedergli: che uomo sei? Perché non l'hai aiutata? Perché non l'hai salvata? E come hai potuto gettare il corpo di una bimba dentro un pozzo?".

"Solo Dio può perdonare, perché legge nell'anima, comprende se c'è pentimento o no - conclude Concetta Serrano -. . Io non vedo nessun pentimento. L'ho ascoltata in televisione, Cosima: era fredda, non ha pronunciato nessuna parola di rimpianto per quella bambina. Si preoccupava. Io non posso perdonare, non spetta a me. Il perdono arriverà solo con il governo di Dio, quando saranno cacciati tutti i malvagi dalla Terra. Quel giorno tornerà anche Sarah"

TRATTO DA

giovedì 26 maggio 2011

Donna trovata morta nel “box degli orrori”

La vittima ha attorno ai 35 anni, probabilmente è una prostituta, forse della Romania visto che nella tasca di un suo indumento è stato trovato un biglietto scritto in rumeno.
Il "garage delle torture" si trova in un quartiere di Cinisello, nello scantinato di un condominio, con mura insonorizzate, uno scarno mobilio e video porno; l'uomo arrestato e accusato come presunto assassino, è un uomo di 44 anni - Antonio Giordano -, che abita con la madre e la sorella a Sesto S. Giovanni, è un muratore separato (ha due figli) ed l'affittuario del box.
Probabilmente, secondo le prime ipotesi da parte degli investigatori, l'uomo portava le proprie vittime in quel posto e le sottoponeva a macabri rituali a sfondo sessuale.

Le forze dell'Ordine hanno perquisito il garage in seguito alla denuncia per aggressione da parte di una giovane prostituta ghanese, che era stata aggredita appunto nei pressi del condominio.
Quando poi Giordano è stato prelevato da casa sua e portato al garage "incriminato", ci si è trovati davanti al triste spettacolo della donna uccisa e torturata e sono subito scattate le manette per l'uomo, che finora non ha fatto alcuna dichiarazione e si è chiuso in un totale silenzio.
L'ipotesi degli inquirenti è che si tratti di un serial killer, ma tutto è ancora da confermare; intanto, il pubblico ministero Franca Macchia ha disposto che venga effettuato l'esame autoptico sul cadavere della donna per capire con esattezza in che modo e quando è morta

Sarah Scazzi: indagata Cosima Serrano

Sempre novità nel'assassinio di Sarah Scazzi, anche se, col passare del tempo, i riflettori si sono un po' spostati dal caso di Avetrana, il paese in provincia di Taranto che ha visto puntati su di sé le attenzioni a volte morbose dei media e dell'opinione pubblica, a causa dell'omicidio, ancora irrisolto, della piccola Sarah, la ragazzina 15enne che è entrata nel cuore e nelle case degli italiani da quel triste 26 agosto 2010, giorno della sua scomparsa ma anche della sua morte.

Le indagini proseguono: troppe ombre, troppi misteri, troppe verità dette e poi negate e modificate, troppa gente che "entra ed esce" dal garage di Michele o da dentro la casa dei Misseri in via Grazia Deledda...!
Insomma, a distanza di 9 mesi, purtroppo non si può dire che si sia giunti in modo inequivocabile e definitivo alla risoluzione del caso; le domande più importanti: chi ha ucciso Sarah, dove, perché, come, c'erano dei complici...?, ed altre ancora, sono tutte domande alle quali gli inquirenti non riescono a dare una risposte precisa che porti alla chiusura del caso.

L'ultima novità - ma forse per qualcuno non costituirà una vera e propria novità... - è che Cosima Serrano, moglie di Michele Misseri e mamma di Sabrina, è stata iscritta nel registro degli indagati.
L'accusa è quella di concorso in omicidio, sequestro di persona e soppressione di cadavere; zia Cosima si dichiara innocente e i suoi avvocati difensori chiedono per la loro assistita gli arresti domiciliari.
Intanto i DNA presi dalle persone più vicine a Sarah e/o coinvolti nelle indagini in questi mesi (Sabrina, Michele, Cosima, Cosimo Cosma, Carmine Misseri e Ivano Russo) verranno messi a confronti con oggetti sequestrati dal garage di Michele.

Stasera la trasmissione Chi l'ha visto? - che in diretta, in collegamento con mamma Concetta, diede notizia del ritrovamento del corpo della giovanissima Sarah in un pozzo, grazie alle direttive di zio Michele, la sera del 7 ottobre scorso - si occuperà stasera di dare gli ultimi aggiornamenti sul caso.

lunedì 23 maggio 2011

Giovanni Falcone

L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa.
Altrimenti non è più coraggio, è incoscienza!

Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.

La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni.

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