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sabato 29 gennaio 2022

| Anteprima libri | A febbraio in libreria



Ecco alcune prossime pubblicazioni che vanno difilato nella mia lista dei desideri (quella per cui....: ma poi me ne restano mille!, avete presente? :-P ) *_*


Parto da un romanzo young adult di uno scrittore noir che amo e che fa il suo esordio nella narrativa per ragazzi: Piergiorgio Pulixi: IL MISTERO DEI BAMBINI D'OMBRA (Rizzoli, 192 pp, 12 euro, USCITA 15 FEBBRAIO 2022).

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È il 1984 quando a Stonebridge accade una tragedia: in una sola notte tutti i bambini al di sotto dei tredici anni sono scomparsi senza lasciare traccia.  
Durante il trascorrere degli anni, qualcuno racconta di averli sentiti giocare al limitare del bosco, ma in realtà ciò che visto erano soltanto le loro ombre.
Come se fossero dei fantasmi. 
Quando il 12enne Jake Mitchell scopre che suo zio Ben era uno di quei ragazzini scomparsi trent'anni prima, si ritrova a pensare sempre più spesso a quello zio che non ha mai conosciuto e che ora sente più vicino che mai.
Merito anche della mitica pallina da baseball a lui appartenuta e che Jake capisce subito avere un valore speciale.
Il ragazzino sta ancora imparando a convivere con questa nuova verità della sua famiglia quando il suo migliore amico Mike scompare nel nulla, e lui non può far altro che andare a cercarlo, contro tutto e tutti, infilandosi in un'avventura tra realtà e magia da cui nessuno tornerà più come prima...





Il castello di ghiaccio di Tarjei Vesaas (Iperborea Ed., trad. I. Peroni, 224 pp, 16.50 euro, USCITA 2 FEBBRAIO 2022) è un romanzo che si cala nelle inquietudini e nelle fragilità più insondabili dell’adolescenza attraverso una storia di amicizia e smarrimento che ha l’atmosfera sospesa dei sogni.

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Com'è l’inverno in Norvegia?
Freddo, buio, solitudine, laghi che diventano lucidi specchi d’acciaio, alberi che si trasformano in ricami di brina, monti e valli che si confondono in un luminoso biancore. 
Come se fossero sotto una cappa d'incantesimo, tutto sembra congelarsi, proprio come la cascata vicina al villaggio che il gelo ha trasformato in un castello di ghiaccio, una straordinaria costruzione di cupole, guglie, anfratti e saloni, che pare attirare tutti a sé con una forza arcana, come i castelli incantati delle fiabe o le inquietanti rocce di Hanging Rock. 

Questa è la storia di un’inspiegabile scomparsa, di una vana ricerca e di un mistero insoluto. 
Ma è soprattutto la storia di un’amicizia che scava nel cuore di due adolescenti: la vivace Siss, trascinante dominatrice tra i giovani della piccola comunità, e la bella Unn, nuova arrivata, schiva e solitaria, che ha il fascino enigmatico di chi nasconde un segreto. 

Si avvicinano non circospezione, lentamente, mettendo a nudo quell’identità complessa e indefinita tra l’infanzia e l’età adulta, quando tutto è portato agli estremi e mira all’assoluto, in un fragile equilibrio che basta poco a spezzare in dramma. 
I bambini, gli adolescenti, i marginali che Vesaas sceglie come suoi protagonisti sono forse troppo sensibili per adattarsi al mondo, ma hanno il dono di vedere l’essenziale, di ascoltare le voci dell’acqua e del vento, di lasciarsi incantare dalla bellezza della natura fino a varcare il confine tra la vita e la morte per perdersi nel suo grande abbraccio.




Dopo aver raccontato la sua infanzia a San Patrignano e la sua esperienza con la dislessia, Andrea Delogu esordisce nella narrativa. Lo fa con CONTRAPPASSO (Harper Collins italia, 432 pp, 19 euro, USCITA 24 FEBBRAIO 2022), un romanzo disturbante e avvincente, con personaggi e situazioni indimenticabili, che tiene il lettore incollato alla pagina e induce alla riflessione  sul rapporto degli umani con l'ambiente che li ospita, sulla ricchezza e lo spreco, sulle responsabilità e i limiti del potere.
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Nessuno si aspettava il Contrappasso. Eppure, in una giornata simile a tante altre, gli esseri umani  avevano iniziato a morire in modi violenti e atroci. 
Chi uccideva un animale - che fosse un insetto, un mammifero, un pesce... - ne condivideva all'istante la stessa sorte, perdendo la vita nello stesso modo. 
Il mondo a suo modo si è adattato alla nuova normalità seguendo il Piano di Sopravvivenza, fra squadre di Arginatori, sacrifici al Dovere, punizioni al Ritmo Delta, isole fantasma e colonie di ribelli. 
Ma un'indagine porta alla scoperta della verità sulla neonata società e sul suo castello di potere e sangue, spostando in continuazione il confine fra ciò che è giusto e sbagliato, fra ciò che è opportuno e ciò che è sconveniente anche se utile a conservare un tratto di umanità.


sabato 31 ottobre 2020

Libri in wishlist (ottobre 2020)



Carissimi, vi presento alcuni libri su cui mi è caduto l'occhio e che son finiti in lista d'attesa ^_^

Che ne pensate, leggendo le trame? Li conoscete? 


LA MOGLIE DEL COLONNELLO di Rosa Liksom (Iperborea Ed., trad. D. Sessa, 224 pp).


Una storia d’amore lancinante, un’indagine intima sul potere che risuona come un forte monito contro i pericoli dell’autoritarismo.

E' notte, e in Lapponia una donna ripercorre la propria lunga vita. a partire dalla storia d’amore che ha vissuto, sullo sfondo oscure pagine di una Finlandia schiacciata tra Russia e Germania. 
Per lei che, bambina negli anni Dieci, ha respirato in famiglia il nazionalismo anticomunista dei «Bianchi» e ha imparato ai campi estivi delle volontarie per la patria la lezione sciovinista e maschilista, il passo per infatuarsi del nazismo è breve. 
Ed è facile trovarne poi l’incarnazione erotica e sentimentale nel ricco, potente e autoritario Colonnello, molto più grande di lei e conosciuto dal padre in Germania, quando là ci si addestrava in segreto per combattere i russi. 
Le voci di abusi e stupri che lo accompagnano non la scoraggiano: come una creatura selvaggia delle sue amate paludi lapponi, è felice di abbandonarsi all’ebbrezza d’amore e al proprio naturalistico, vitalistico eros. 
Ma il lungo fidanzamento sarà solo l’apice euforico di una parabola che dopo il matrimonio inevitabilmente precipiterà. 
Riportata con la cruda, accurata, spiazzante sincerità di una donna ormai anziana che nella vita ha trovato la sua libertà tanto nella natura quanto nella scrittura, la traiettoria personale si snoda tra figure e fatti storici delle tre guerre finlandesi collegate alla Seconda guerra mondiale: militari, intellettuali germanofili, Himmler e Hitler in persona, gli orrori dei lager e della Polonia occupata del ’39. Tutto il male sfilò sotto i suoi occhi immaturi di un tempo e tutto il male è riconsegnato intatto da una donna che, con la sua complessità umana, cerca ora di dare un senso alle sue ferite e a quelle di una nazione.

L'autrice.
Rosa Liksom, nata a Ylävaara nel 1958, è una delle più famose scrittrici e artiste finlandesi, tradotta in 17 paesi. Apprezzata fin dagli esordi da critica e pubblico, ha debuttato nel 1985 con una raccolta di racconti ottenendo il premio J.H. Erkko. Dopo gli studi di antropologia a Helsinki e a Copenaghen, si è dedicata alle scienze sociali all’Università di Mosca, e da quel momento il mondo russo è entrato a far parte dei suoi romanzi, come Stazione spaziale Gagarin (1987) e Go Mosca Go (1988). Con Scompartimento n.6 ha vinto il Premio Finlandia 2011
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IL LIBRO DI KATERINA di Auguste Korteau (Nutrimenti editore, trad. M. Corvino, 160 pp).



Katerina Chorianos nasce a Salonicco nel 1953 in una famiglia benestante, con tanto di casa sul lungomare, scuole private, insegnanti di lingue, gite, vacanze estive.
Unico neo: due genitori dall’indole ruvida e ingombrante.
Se la madre è, insensibile e fredda - per aver “patito stenti e umiliazioni, vissuta e invecchiata senza conoscere la gioia dell’amore”, il padre Minas, severo e irascibile, è un uomo “tutto d’un pezzo a cui non potevi estorcere nessuna tenerezza”. 
Katerina ha due fratelli e una sorella: con Aghis è amore ai limiti della morbosità, con Miron e Kliò è una guerra quotidiana fatta di piccole e grandi crudeltà. 
E poi, come una spada di Damocle, aleggia sull’intera stirpe dei Chorianos uno spettro: la minaccia oscura della malattia mentale.

Auguste Korteau trasforma sua madre in protagonista e voce narrante di un emozionante romanzo familiare, doloroso ma mai cupo, anzi ironico, spesso sfrontato. E ripercorre così, grazie al racconto vivace e inquieto di “Katerina la pazza”, la storia di una famiglia, di un paese, e soprattutto di una donna capace di straordinari slanci e vittima di fragilità estreme, a cui neanche l’amore sviscerato per il figlio riuscirà a risparmiare la sofferenza di un destino inclemente.

L'autore.
Auguste Korteau, pseudonimo di Petros Chatzopoulos, è autore di romanzi, raccolte di racconti, opere teatrali e storie per ragazzi. È anche un esperto traduttore di letteratura americana (ha tradotto, tra gli altri, Faulkner, McCarthy, Oates, Proulx, Salinger e Updike). È impegnato nella lotta alle discriminazioni per l’orientamento sessuale, e insieme al marito, che ha sposato negli Stati Uniti, sono stati tra le prime coppie a contrarre unione civile nel giorno stesso del riconoscimento giuridico in Grecia. In Italia è stata pubblicata la sua raccolta d’esordio, Il libro dei vizi (edizioni e/o, 2002)
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LA CONGREGAZIONE di Alessandro Perissinotto (Ed. Mondadori, 256 pp).



Frisco, Colorado. Un tranquillo paese delle Rocky Mountains, a tremila metri di quota e a un centinaio di miglia da Denver. È qui, in una vecchia casa appena ereditata, che Elizabeth si trasferisce per scontare la pena che il giudice le ha inflitto per guida in stato di ebbrezza: ventiquattro mesi con la cavigliera elettronica e il divieto di superare i confini del villaggio. Per Elizabeth, spogliarellista a fine carriera, donna ancora molto bella e sempre più disincantata, Frisco è forse l’ultima occasione per cambiare vita.

La piccola comunità del paese è cordiale e accogliente, ma un giorno Elizabeth inizia a ricevere sgradevoli omaggi da un ignoto personaggio che sembra molto informato sul suo passato e soprattutto sembra conoscere molto bene ciò che lei ha impiegato una vita per tentare di dimenticare. Torna così a galla un incubo degli anni ’70, quando lei era solo una bambina, lo spettro di un massacro, a migliaia di chilometri da lì: la più grande strage di cittadini americani prima dell’11 settembre 2001. Sembra passata un’eternità, ma non è così ed Elizabeth se ne renderà conto quando capirà che qualcuno, dal passato, è tornato a cercarla con uno scopo preciso: finire il lavoro che la Storia aveva lasciato a metà.

Pur partendo da realtà dimenticate, da rimozioni collettive, questa volta Perissinotto dà al racconto del vero i ritmi implacabili del thriller, scandendoli con una scrittura fredda e precisa come la lama di un coltello.

L'autore.
Alessandro Perissinotto (Torino, 1964), docente di Teorie e tecniche delle scritture all'Università di Torino e visiting professor presso la Denver University, ha esordito come narratore nel 1997 ed è autore di sedici romanzi, tra cui: Semina il vento (2011), Le colpe dei padri (2013, secondo classificato al premio Strega), Quello che l'acqua nasconde (2017), tutti editi da Piemme. Nel 2019 pubblica con Mondadori Il silenzio della collina, vincitore della nona edizione del premio Lattes Grinzane.

lunedì 23 marzo 2020

Recensione: LA TUA VITA E LA MIA di Majgull Axelsson



Dall’autrice di Io non mi chiamo Miriam (QUI la recensione), un romanzo duro, appassionante, necessario che affronta un altro capitolo scuro nella storia della Svezia moderna: il trattamento crudele e inumano riservato alle persone con disabilità intellettive gravi all'interno dei "manicomi".



LA TUA VITA E LA MIA
di Majgull Axelsson


Ed. Iperborea
trad. L. Cangemi
404 pp
18.50 euro
Marzo 2019
Märit è un'elegante signora di settant'anni che sta per tornare nei luoghi della propria infanzia.
Ad essere precisi, ha quasi settant'anni: li compirà tra pochi giorni e, per l'occasione, la cognata Kajsa (sposata col gemello di Märit, Jonas) l'ha invitata a casa loro per festeggiare insieme il doppio compleanno.
E così la donna, ex giornalista di successo e vedova solitaria, lascia - senza troppo entusiasmo - la sua amata Stoccolma per tornare a Norrköping, dove è nata e cresciuta, e più precisamente nella casa d’infanzia di cui non sente alcuna nostalgia e dove vivono Jonas e Kajsa.
Ma mentre è in viaggio in treno, un impulso irresistibile la spinge a fare una sosta a Lund, dove non mette piede da ben cinquantuno anni perché in questa città sono sepolti ricordi dolorosi, che da sempre lei cerca di mettere a tacere quando riaffiorano nella sua mente: a Lund, infatti, è sepolto suo fratello Lars.
Lars non ha una tomba sua, su cui Märit possa posare un fiore in sua memoria, e questo perchè il giovane ha avuto un destino molto triste: è morto - in circostanze mai verificate - all'interno del grande manicomio 
di Vipeholm, in cui è stato ricoverato per diverso tempo prima di morire, e per i "malati di Vipeholm" c'è giusta una piccola lapide che li ricorda tutti: morti senza nome, senza storia, senza passato.

Lars-lo-Svitato, lo Sgorbio, come lo chiamavano tutti in famiglia: Lars era l'onta di casa, il figlio/nipote/fratello da tenere nascosto perchè ci si vergognava del suo grave deficit mentale, della sua ingombrante e sgradevole presenza, delle sue urla, dei suoi mugugni incomprensibili, della sua stupidità.
Lars, che aveva un talento nascosto (era bravo in disegno) al quale nessuno dava importanza - da quando in qua i matti hanno talenti nascosti? -; Lars, il non-amato, che però era la ragione di vita di sua madre, l'unica in casa che lo amava incondizionatamente, al punto da trascurare un po' gli altri due figli, quelli "normali", i gemelli Jonas e Märit.
Certo, trascurare per modo di dire visto che con loro vivevano i nonni, e se Märit era la "cocca" di papà, Jonas lo era della nonna, che stravedeva per il nipote maschio e non ha mai fatto nulla per nasconderlo, anzi.

La famiglia di Märit, come il lettore comprende leggendo il libro, è "particolare" (per usare un eufemismo), diciamo pure "disfunzionale", con non poche dinamiche relazionali problematiche e poco sane.

"abituata com’ero ai silenzi di mio padre, all’esplicito disprezzo di Jonas, alla tronfia autoreferenzialità del nonno e alla velenosa schiettezza della nonna, un inferno tanto semplice quanto poco raffinato."

Solitamente al "focolare domestico" è associata un'idea di amore, solidarietà, comprensione, aiuto reciproco...; ma tra le mura di questa casa non c'è ombra di tutto ciò: il nonno passa le giornata a imprecare e urlare contro la moglie, petulante e inacidita, e contro  gli altri membri della famiglia, per i quali non ha mai una parola buona, ma solo battutacce sarcastiche e pungenti.
La nonna ha occhi unicamente per Jonas, il solo che ama (ed è ricambiata), per il resto è come suo marito: cattiva, pronta a ferire con parole caustiche, sminuendo tutti, a partire dal genero e dalla nipote  Märit.
Il padre è un uomo debole, vigliacco, incapace di opporsi alle ingiustizie e alle cattiverie, di prendere le parti dei più deboli; fondamentalmente è un buono, ma la sua bontà non è di alcun beneficio a chi gli è vicino perchè gli manca la forza di agire.
Jonas è un ragazzetto superficiale, odioso, arrogante, spavaldo, che ignora Lars - lo considera inferiore, un essere inutile - e detesta dichiaratamente la sua gemella,  Märit.
I due hanno un rapporto atipico per due gemelli: lungi dall'essere uniti, essi non si sopportano, sono incompatibili caratterialmente; se tutta va bene, si ignorano, altrimenti Jonas è capace di mettere in atto comportamenti molesti verso la sorella, pur di umiliarla e farla sentire stupida e insignificante.
Märit è una ragazza con dei sogni, in cui crede solo lei perché di sostegno tra i famigliari non ne ha: vuole studiare per diventare un medico, nonostante negli anni Sessanta non sia ritenuto un "mestiere adatto una donna", ma non c'è nessuno che la incoraggi.
La madre è una povera donna che soffre per il suo primogenito "sfortunato", da tutti scansato e schernito: che ne sarà di Lars dopo di lei, ancor più se dovesse mai accaderle qualcosa prematuramente?

E qualcosa accade davvero in un tragico giorno di fine anni '50 (Märit aveva solo quattordici anni), quando due membri di questa famiglia alquanto strana e di certo poco amorevole, vengono portati via: la madre muore in seguito ad un incidente domestico e il "piccolo grande fratello", quello svitato, viene fatto immediatamente allontanare con la forza e con l'intervento di due uomini che lo porteranno via senza che di lui si sappia più alcunché.

Sulla scomparsa di Lars passano le settimane e gli anni, e per tutti in casa è come se non fosse mai esistito: non solo non vanno a trovarlo lì dov'è ricoverato, ma neppure lo nominano, e sul poveretto si posa una nube di silenzio e oblio che tormenta la sensibile Märit, la quale invece non riesce a dimenticare né a fingere che niente sia successo, come tutti a casa sono bravi a fare.

La svolta arriva quando, una volta diplomatasi e desiderosa di scoprire dove sia finito il fratello maggiore, si offre come volontaria in istituti per disabili mentali, e scopre che Lars è ricoverato a Vipeholm; si reca in visita, rendendosi conto in quali tristissime, disumane ed ingiuste condizioni vivono queste povere persone all'interno di tali strutture; quella sarà l'unica volta in cui lei andrà a trovarlo e la volta successiva in cui lo rivedrà sarà purtroppo l'ultima e avverrà in circostanze che definire tragiche e dolorose è poco...

Märit è una ragazza dalla personalità complessa, tormentata, e per certi versi "divisa" in due: da una parte ha un lato di sè che mostra agli altri, quella parte di personalità pacata, accondiscendente, timorosa, propria di chi non alza mai la voce ma accetta e comprende, cerca l'approvazione altrui, non si ribella, soffre in silenzio; e poi c'è quel lato di sè latente che è forte, polemico, granitico, aggressivo, che vorrebbe spingerla a mostrare i denti, a far vedere a chi le è attorno che nessuno può calpestarla e uscirne impunito.

"Perché nei tuoi ricordi sei quasi sempre quella che compie buone azioni in silenzio, anche se alcune di queste azioni potrebbero apparire malvagie, a vederle da fuori. Ma su questo possiamo ritornare più avanti. Negli altri casi sei la parte lesa, la vittima innocente che mai si sognerebbe di guardare in faccia un osservatore esterno, ma che al contempo si assicura che questo osservatore noti come sanno velarsi di lacrime i tuoi occhi. Il muto rimprovero, in effetti, è il tuo cavallo di battaglia. Mai e poi mai ammetteresti che in quegli occhi c’è spazio per molto altro. Sete di vendetta, per esempio. O disprezzo. Per non parlare di rabbia, odio, avidità, superbia e invidia. Solo per fare un breve elenco dei tuoi peccati."

Ebbene, questa "seconda personalità" lei l'avverte in modo molto (troppo) forte, come se esistesse davvero nella sua mente ("dietro le tempie", per usare le sue stesse parole) un'altra se stessa (l'Altra), che lei identifica con la sorella gemella morta il giorno della sua nascita; la mamma, infatti, ebbe un parto trigemellare, e mentre Jonas e Märit sopravvissero, l'altra gemella morì, e da un certo momento in poi "ha preso vita" nella testa di Märit, assumendo i contorni di una sorta di "coscienza parlante" e imponendosi come quella sfaccettatura di sé più veemente, bellicosa, che rimprovera la Märit debole e pretende di ordinarle cosa fare, come parlare e reagire.

"Eppure ha vissuto, anche se solo come un’ombra. Una vita l’ha avuta, nonostante tutto..."

Questo "escamotage" dell'Autrice - la personificazione di una parte della personalità, identificata con la gemella morta - l'ho trovata molto interessante perchè ci ricorda ed evidenzia, in modo efficace e intenso, la complessità dell'animo umano, come ciascuno di noi sia un caleidoscopio di modi di essere e pensare diversi tra loro, in cui possono coabitare non poche contraddizioni, spinte e pulsioni che spesso tra loro "litigano", senza che questo faccia di noi dei soggetti bipolari, ma semplicemente persone particolarmente sensibili e introspettive, come è Märit, i cui tanti "traumi" irrisolti hanno l'hanno indotta a creare, nella propria mente, un alter ego che puntualmente affiora e la mette sotto accusa, la fa sentire colpevole, inadeguata, le ricorda, spietata, quei segreti seppelliti e quelle memorie relegate in un angolino della memoria per soffrire il meno possibile e che invece vanno ripescate, guardate in faccia e chiamate col loro nome.

"Quei giorni non si possono dimenticare, sono impressi a fuoco dentro di noi, rappresentano lo sfondo su cui si è svolta tutta la mia vita e di sicuro anche la sua. I ricordi sono il tormento delle notti e l’ombra dei giorni, sono la prigionia in cui entrambe viviamo da sempre. È da mezzo secolo che ogni mattina sono costretta a scacciare quelle immagini..."

E anche una persona come Märit, con tutte le proprie debolezze e cecità, può arrivare ad un punto in cui realizza che il potere delle parole è immenso, e che la possibilità di portare insieme fardelli con chi condivide con te terribili macchie e colpe è urgente e necessario:

"non perché la colpa si sarebbe dissolta, perché non può dissolversi, ma perché parlarne l’avrebbe resa più leggera da portare. Un fardello condiviso. E perché saremmo riuscite a trovare le parole per tutto ciò che è legato a quel giorno: la rabbia, il dolore e il mutismo delle nostre vite. Tutto ciò che ha plasmato la sua vita e la mia."

E c'è una sola persona con la quale la protagonista sa di dover trovare il coraggio per affrontare scomode e dolorose verità, perché le due condividono un grosso segreto e ricordare, riconoscere, "confessare" è l'unica via per poter guarire, riscattarsi da errori e mancanze che, nonostante in poco più di mezzo secolo siano state messe sotto la cenere, in realtà hanno continuato a covare e a lacerare l'anima.

Anche questo romanzo - come il precedente - colpisce nel profondo il lettore, che si lascia catturare dall'occhio clinico, attento e minuzioso tipico di una giornalista (qual è l'autrice), che non si accontenta di raccogliere informazioni superficiali su una questione, ma va a fondo per scardinare pregiudizi e discriminazioni, tanto all'interno di un microcosmo - come la famiglia, con le sue fragilità, discrepanze, incomprensioni, l'incapacità di saper gestire situazioni di disabilità - quanto all'interno di un universo più grande, quale è quello della società svedese, rigorosamente improntata all’emancipazione dell’individuo e che finiva per dimenticare e ghettizzare le fasce più deboli del Paese, privandoli dei loro diritti fondamentali, trattandoli come dei mostri da nascondere in luoghi nei quali il rispetto per la dignità e i bisogni della Persona lasciava molto a desiderare.
i flashback sono costanti, il 2013 si alterna al 1962 e anche all'interno della narrazione del presente basta un particolare perché la mente della protagonista si ritrovi nel passato; la penna della Axelsson è potente, va nel profondo, indaga, spoglia i suoi personaggi di ogni ipocrisia e debolezza, denuncia ingiustizie; gli sbagli dei singoli (rispetto ai disabili mentali) sono gli stessi della società (svedese).

Ne consiglio la lettura, con la Axelsson non si resta mai delusi, ti entra dentro perchè ha una grande capacità di narrare di problematiche rilevanti di natura sociale calandole nelle esistenze di singoli personaggi tormentati che a un certo punto si ritrovano a disseppellire segreti famigliari nascosti per anni e a fare i conti con la propria coscienza, senza poterle più sfuggire.

martedì 17 dicembre 2019

Prossimi arrivi in libreria (gennaio 2020)



Diamo un'occhiata a qualche prossimo arrivo in libreria?


Una nuova indagine per Rocco Schiavone.

AH L'AMORE L'AMORE
di Antonio Manzini


Sellerio Ed.
352 pp
15 euro
USCITA
9 GENNAIO 2020
Rocco Schiavone ha subito un intervento di nefroctomia e, durante il ricovero, scopre la stessa operazione ha portato alla morte uno dei ricoverati del reparto, a quanto pare a causa di un errore di trasfusione.
Così costretto all’immobilità, di malumore, Rocco comincia ad interessarsi a quel decesso in sala operatoria che ha tutta l’aria di essere l’ennesimo episodio di malasanità.
Ma fa presto a capire che non può trattarsi di un errore umano anche perché si è fatto spiegare bene dal primario Filippo Negri le procedure in casi del genere.
Per andare a fondo della questione sguinzaglia dal suo letto tutta la squadra, e segue l’andamento delle indagini, a partire dalle informazioni sul morto, Renato Sirchia, un facoltoso imprenditore di salumi della zona, casa sfarzosa, abitudini da ricco, gran lavoratore.
Dietro il lusso però si cela una realtà economica disastrosa, la fabbrica è piena di debiti e salta anche fuori una consistente assicurazione sulla vita.
Rocco non riesce a stare a guardare e uscito di nascosto dall’ospedale incontra la moglie e il figlio di Sirchia, Lorenzo, fresco di studi aziendali e con idee di conduzione assai diverse da quelle del padre. Le cose però non sono così semplici come appaiono e Schiavone non si fa incantare dalla soluzione più facile.
E mentre Antonio Scipioni, che sta sostituendo Rocco, è alle prese con situazioni amorose da commedia degli equivoci, le tre donne con cui ha intrecciato relazioni amorose e che era riuscito a non fare mai incontrare, ora rischiano di ritrovarsi tutte e tre ad Aosta.
L’unico a potergli dispensare dei consigli è proprio Schiavone.




In una sinfonia di ricordi, documenti e frammenti di vita, Jan Brokken compone con magistrale equilibrio il ritratto di un eroe dimenticato dalla Storia che, al pari di Oskar Schindler, Raoul Wallenberg e Giorgio Perlasca, ha trovato il coraggio di opporsi alla brutalità del Nazismo.


I GIUSTI
di Jan Brokken


Iperborea Ed.
trad. C. Cozzi
480 pp
16.50 euro
USCITA
15 GENNAIO 2020
1940. L’Europa è sconvolta dal Secondo conflitto mondiale, centinaia di migliaia di ebrei cercano riparo dalla furia nazista nei pochi paesi ancora neutrali. 
Quando l’Unione Sovietica invade la Lituania, i profughi che vi avevano trovato asilo non hanno più scampo e si radunano in massa ai cancelli dei vari consolati, nella speranza di ottenere un visto. 
In quell’anno, l’olandese Jan Zwartendijk, direttore della filiale Philips in Lituania, viene nominato console onorario a Kaunas, capitale del Paese. 
Cosa significava esattamente per un uomo d’affari diventare console onorario? «Quasi nulla», gli fu detto. «Forse ti capiterà di firmare qualche pezzo di carta.» 
Ma se migliaia di ebrei trovarono la salvezza fu proprio grazie a lui che firmò senza riserve i visti per il loro espatrio e garantì l’apertura dell’ultima rotta verso la libertà: la Transiberiana fino al Giappone, e poi Curaçao, isola olandese nel mar dei Caraibi. 

Rintracciando con minuziosa dedizione fonti e testimonianze dirette dei famigliari dei sopravvissuti, Jan Brokken racconta nel dettaglio una delle operazioni di salvataggio più straordinarie della Storia, ricostruendo con una prosa incalzante e magnetica i dieci giorni che Jan Zwartendijk ebbe a disposizione per mettere al sicuro il maggior numero di vite. Dieci giorni e dieci notti di febbrile attività per portare a termine una missione caduta poi in un ingiustificato oblio, ma che garantì la libertà a più di ottomila ebrei. Nel 1997, Jan Zwartendijk è stato insignito postumo del titolo onorifico di «Giusto tra le Nazioni».

Binario Sette è insieme un page turner e un’indagine sui risvolti oscuri che avvolgono relazioni apparentemente «normali». Con il passo di un thriller, Louise Doughty ci accompagna in un viaggio alla scoperta della presenza del mistero nei luoghi più insospettabili.


BINARIO SETTE
di Louise Doughty



Bollati Boringhieri
450 pp
18.50 euro
USCITA
23 GENNAIO 2020
Stazione di Petersborough, binario Sette, quattro del mattino: Lisa Evans è determinata a capire perché si ritrova in quel luogo deserto. Perché è lì? 
Lisa non se lo ricorda. Però una cosa la sa: lei è morta, ed è morta lì, investita da un treno al binario Sette. ma come siano davvero andate le cose, Lisa non riesce a capirlo. 
Nella solitudine della notte, assiste a un altro «incidente»: un uomo solo, anch’egli travolto da un treno di passaggio. 
Lo choc fa riaffiorare, un tassello dopo l’altro, le vicende e le persone del suo passato. 
Su tutte, Matthew, il fidanzato. Medico affascinante e premuroso, Matthew è andato a vivere con lei dopo poche settimane di appuntamenti romantici e passionali. I suoi genitori lo adorano, è quello giusto. 
Potrebbe essere la relazione perfetta solo che, come spesso accade, non lo è. Matthew arriva sempre in ritardo, ma detesta quando lo fa Lisa. Le dice che lei è solo sua, ed è ossessionato dai suoi fidanzati passati, per scherzo. 
Le controlla il cellulare e conosce le sue password. 
Tanto per provare, quando sono a letto insieme, le chiede di fingere di essere morta. 
Giorno dopo giorno, un senso di soffocamento e allo stesso tempo di colpa si insinua nella vita di Lisa. 
C’è qualcosa che non funziona, ed è sicuramente lei il problema. 
A meno che non sia Matthew. Mentre il ricordo della relazione si fa sempre più vivido, una domanda tormenta Lisa: si è suicidata su quel binario, o qualcuno l’ha spinta sotto al treno? 
Perché il suo spirito continua a vagare per la stazione, come se avesse qualcosa di irrisolto da portare alla luce prima di potersi abbandonare in pace all’eternità?
Tra le vicende dei frequentatori abituali della stazione, che può osservare dalla sua postazione privilegiata, e le immagini che le tornano alla mente, Lisa capisce di non essere sola, e che può ancora fare qualcosa per riportare a galla la sua terribile verità.

martedì 26 marzo 2019

Libri in WL: LA TUA VITA E LA MIA di Majgull Axelsson (Iperborea Ed.) - LA BAMBINA SULLA BANCHISA di Adélaïde Bon (E/O Edizioni) - IL CATECHISMO DELLA PECORA di G. Nemus (Elliot Ed.)




Libri di recente pubblicazione finiti dritti dritti in wishlist!


Dall’autrice di Io non mi chiamo Miriam (sul blog trovate la recensione), un romanzo duro, appassionante, necessario che affronta un altro capitolo scuro nella storia della Svezia moderna.



LA TUA VITA E LA MIA
di Majgull Axelsson 



Ed. Iperborea
trad. L. Cangemi
404 pp
18.50 euro
Marzo 2019
Ex giornalista di successo e vedova solitaria nella sua amata Stoccolma, Märit si trova costretta a tornare a Norrköping, nella casa d’infanzia di cui non sente nostalgia, per festeggiare insieme al suo gemello Jonas il settantesimo compleanno. 
Un impulso irresistibile durante il viaggio in treno la spinge a scendere a Lund, dove non mette piede da cinquant’anni, e a cercare la tomba dei «malati» di Vipeholm, il grande manicomio in cui finì suo fratello maggiore Lars. Lars-lo-Svitato, lo Sgorbio, come lo chiamavano tutti: di colpo Märit non può più trattenere i ricordi e le domande rimaste senza risposta fin da quel tragico giorno in cui sua madre morì, quando lei era appena quattordicenne, e il fratellone che era sempre stato con loro venne fatto sparire. 
Perché Märit non riesce ancora a dimenticare, o addirittura a fingere che niente sia successo come tutti a casa hanno sempre fatto? Cosa accadde veramente in quel lontano 1962, quando lei entrò a Vipeholm e scoprì ciò che vi avveniva, domandandosi chi ne portava davvero la colpa, senza poter opporre altro che rabbia e vendetta al muro di solitudine che separava ogni membro della sua famiglia? 

Con il suo occhio clinico e ipersensibile alle sottili crepe nell’edificio della società svedese, e con la capacità di calarci nei percorsi ad alta tensione emotiva dei suoi personaggi, Majgull Axelsson indaga la fragilità dei legami famigliari in un Paese rigorosamente improntato all’emancipazione dell’individuo. E attraverso la ricerca di verità della sua protagonista affronta un tabù della socialdemocrazia scandinava, risalendo all’epoca della sua fioritura come modello di uguaglianza e solidarietà sociale per dare voce a coloro che ne furono tagliati fuori, privati perfino dei diritti umani.



LA BAMBINA SULLA BANCHISA
di Adélaïde Bon



Ed. E/O
trad. S. Turato
208 pp
16 euro
Marzo 2019
Questo libro è molto più di una testimonianza, è una lettura sconvolgente che vi stupirà per la qualità della scrittura oltre che per la drammaticità del racconto.
«Non sente le meduse insinuarsi dentro di lei quel giorno, non sente i loro lunghi tentacoli trasparenti penetrarla, non sa che i loro filamenti la trascineranno pian piano in una storia che non è la sua, che non la riguarda. Non sa che la porteranno fuori strada, l’attireranno verso abissi deserti e inospitali, che ostacoleranno anche il più piccolo dei suoi passi, che la faranno dubitare del suo stesso corpo, che anno dopo anno faranno restringere il mondo che la circonda a una piccola bolla d’aria senza via d’uscita. Non sa che ormai è in guerra e che l’esercito nemico vive dentro di lei.
Nessuno la avverte, nessuno le spiega, il mondo si è zittito».

Quando la trovano muta e in preda a un pianto inspiegabile, i genitori portano Adélaïde in commissariato e sporgono denuncia contro ignoti per molestie sessuali.
Passano gli anni e lei cresce senza lasciar trasparire nulla, con il sorriso stampato in volto. Trascorre così infiniti giorni di sofferenza e solitudine, a combattere contro le meduse.
Ventitré anni dopo squilla il telefono: è la Squadra protezione minori, hanno arrestato un sospetto. E improvvisamente tutto si mette in moto.




IL CATECHISMO DELLA PECORA
di Gesuino Nèmus


Elliot d.
189 pp
17.50 euro
Febbraio 2019
Il primo ottobre del 1964, Mariàca Tidòngia sale sul davanzale della scuola di Telévras e scappa. Mariàca è figlia di un pastore e il suo futuro sembra già segnato; ciononostante Marcellino Nonies, maestro unico al suo primo incarico, fa di tutto perché quella bambina straordinariamente intelligente riesca a prendere almeno la licenza elementare.
Un giorno però Mariàca, appena quattordicenne, annuncia di essere incinta e si rifiuta di dire chi è il padre del bambino.
Poco dopo scompare nel nulla.
Sono passati cinquant'anni e in paese nessuno sembra più ricordare questa storia finché non si torna a parlare di Mariàca e la sua presenza aleggia come un'ombra, insieme a due morti sospette, sulla piccola comunità di Telévras.
Ettore Tigàssu, "brigadiere per l'eternità", ce la metterà tutta per scoprire il mistero che circonda da decenni la donna e saranno i ricordi del maestro unico, vergati a mano in "bella e ornata grafia" ad aiutarlo a comprendere - almeno in parte - la verità.

Mezzo secolo di storia narrato attraverso i miti culturali e politici degli anni Sessanta e Settanta (come il terrorismo, latitanti e pentiti inclusi), miti che ritornano prepotenti in questa nuova avventura narrata da Gesuino Némus, autore/protagonista de La teologia del cinghiale (trovate la recensione sul blog).

martedì 6 febbraio 2018

Prossimamente in libreria (febbraio, marzo, aprile)



Una saga famigliare ambientata nelle isole Faroe; un ragazzino che conoscerà cosa vuol dire morire per i propri onesti ideali; un bambino emarginato ma speciale;  una famiglia perbene che nasconde molti segreti: ecco alcuni arrivi in libreria previsti per le prossime settimane ^_^



ISOLA
di Siri Ranva Hjelm Jacobsen



Ed. Iperborea
224 pp
17 euro
USCITA
22 FEBBRAIO 2018
Dopo la morte della nonna, una giovane ragazza danese decide di tornare a Suduroy - l’isola dell’arcipelago delle Faroe da cui proviene la sua famiglia - a cercare le sue origini in una cultura che ha ereditato ma che non le appartiene e in una lingua estranea in cui "non sa neppure pronunciare il suo nome." L’unico legame concreto con quel mondo è il rapporto con i nonni Marita e Fritz, emigrati in Danimarca negli anni ’30, la sua immaginazione e tutti gli aneddoti che fin da piccola le hanno raccontato.
È stata la vita durissima dei pescatori nel mare del Nord, «il posto in cui l'uomo è meno benvenuto al mondo» a far nascere in Fritz il desiderio di un destino diverso, ed è l’urgente desiderio di felicità e la necessità di sfuggire alla durezza della vita a guidare tutta questa grande saga famigliare che si snoda tra la Danimarca e isole sperdute nell'Oceano Atlantico del Nord. 

Una storia che racconta quasi un secolo di storia e di vite, dall’amore segreto tra Marita e Ragnarr il Rosso, al patto tra Jegvan e Ingrún, la più ricca dell’isola, e allo sfortunato destino del figlio di Beate, passando attraverso la Seconda guerra mondiale, il protettorato inglese e la lotta per l’indipendenza. Con una lingua ispirata, densa, poetica e a tratti incantata Siri Ranva Hjelm Jacobsen ci parla di amore, di emigrazione, di quello che si perde e si acquista nel nascere in un paese straniero, della nostalgia di casa, della riscoperta delle proprie radici e delle leggende popolari che sopravvivono allo scorrere del tempo. 
E sullo sfondo di tutta la narrazione, una natura grandiosa e indomita che non si piega mai alla volontà umana e anzi sopravvive nel cuore della protagonista, che non vi è nata, eppure non può fare a meno di amarla.


UN RAGAZZO NORMALE
di Lorenzo Marone



Ed. Feltrinelli
240 pp
16.50 euro
USCITA
22 FEBBRAIO 2018
“Le cose straordinarie, quelle che resteranno per sempre nella tua vita, arrivano spesso in punta di piedi e all’improvviso, senza tuoni e particolari avvisaglie. Proprio come quella nevicata dell’85.” 

A dodici anni sono diventato amico di un supereroe. Aveva venticinque anni, abitava nel mio condominio a Napoli e diceva di non essere per niente un supereroe. Ma io so che i supereroi esistono. E sono in mezzo a noi.

Mimì, dodici anni, occhiali, parlantina da sapientone e la fissa per i fumetti, gli astronauti e Karate Kid, abita in uno stabile del Vomero, a Napoli, dove suo padre lavora come portiere. 
Passa le giornate sul marciapiede insieme al suo migliore amico Sasà, un piccolo scugnizzo, o nel bilocale che condivide con i genitori, la sorella adolescente e i nonni. 
Nel 1985, l'anno in cui tutto cambia, Mimì conosce Giancarlo, il suo supereroe, giornalista de «Il Mattino» che cadrà vittima della camorra proprio quell'anno e davanti a quel palazzo. 
Nei mesi precedenti al 23 settembre, il giorno in cui il giovane giornalista verrà ucciso, e nel piccolo mondo circoscritto dello stabile del Vomero, Mimì diventa grande. 
E scopre l'importanza dell'amicizia e dei legami veri, i palpiti del primo amore, il valore salvifico delle storie e delle parole. Perché i supereroi forse non esistono, ma il ricordo delle persone speciali e le loro piccole grandi azioni restano.



LA VOCE DELLE COSE PERDUTE
di Sophie Chen Keller




ù
Ed. Nord
368 pp
USCITA
29 MARZO 2018
Una sera d’inverno, una vecchia mendicante gira per le strade di New York in cerca di un riparo, quando una donna apre la porta della sua pasticceria e la invita a passare lì la notte. La mattina dopo, la vecchia è scomparsa, lasciando un libro di ricette. Da allora, la pasticceria è diventata la più frequentata della città, perché i dolci preparati grazie a quelle ricette non sono solo deliziosi: i biscotti curano i reumatismi, le gallette migliorano l’umore e la torta paradiso fa dimagrire… è un finale da favola, finché, un giorno, il libriccino sparisce.

Walter odia le parole. Soffre di un disturbo che gli impedisce di articolare bene i suoni e, un giorno, stanco delle prese in giro dei coetanei, ha smesso di provarci. Ha deciso di chiudere la bocca e aprire gli occhi. Adesso, a dodici anni, Walter osserva, e nota cose che sfuggono a tutti gli altri, è diventato bravissimo a ritrovare le cose perdute. 
Ecco perché, quando il libriccino della madre sparisce, lui si lancia alla sua ricerca col suo unico amico, Milton, un Labrador grassoccio e intraprendente. 
Insieme, Walter e Milton si avventurano negli angoli dimenticati di New York, incontrando persone che per gli altri sono invisibili: dalla donna che tutte le mattine raccoglie le lattine per strada a una coppia delusa dal mondo che si è ritirata in uno scalo abbandonato della metropolitana. 
Grazie alle loro storie, Walter scoprirà generosità e speranza, solitudine e rimpianti, e riuscirà non solo a trovare le pagine del libriccino, ma pure il coraggio di aprirsi agli altri e di dare voce ai suoi sogni.


L'ALTRA MOGLIE
di Kerry Fisher



Ed. Nord
392 pp
18 euro
Data uscita

12 APRILE 2018

Due donne. Una famiglia. Un segreto.

Per Maggie, una madre single che non ha mai avuto una relazione stabile, il matrimonio con Nico è un sogno, che le permetterà di entrare a far parte della grande e felice famiglia di lui.
Suo marito vive nella casa di fronte a quella del fratello Massimo e a pochi passi da dove abita la madre, considerata da tutti il nume tutelare della famiglia. 
Eppure è proprio lei ad accogliere Maggie con estrema freddezza: la sua nuova nuora non è all'altezza della prima, la defunta Caitlin: più sofisticata, più bella e certamente più adatta a Nico. 
Maggie se lo sente ripetere talmente tante volte che inizia quasi a crederci. Finché non trova un fascio di lettere nascoste in soffitta, lettere scritte da Caitlin a un uomo che non era suo marito. E allora cambierà tutto…
L’immagine che tutti hanno di Massimo e Lara è quella di una famiglia perbene. 
Eppure, dietro l’apparenza si celano ombre che Lara non ha il coraggio di condividere con nessuno. 
Almeno finché non arriva Maggie, la nuova cognata. Per Lara, Maggie potrebbe essere la chiave per evadere dalla prigione del suo matrimonio. Tuttavia ben presto si renderà conto che, in una famiglia tenuta insieme da ipocrisie e segreti, la verità può avere un effetto devastante…

giovedì 13 luglio 2017

Libro in lettura: IO NON MI CHIAMO MIRIAM di Majgull Axelsson



Carissimi, due giorni fa ho ricevuto quattro libri - in quanto giurata del Gran Premio delle Lettrici di Elle - e sono immersa nella lettura del primo.
Tutti e quattro devo recensirli entro il 1° agosto, quindi mi dedicherò a questi quattro bei romanzi, intanto vi lascio la trama di quello che ho in lettura, cioè IO NON MI CHIAMO MIRIAM di Majgull Axelsson; come vedete voi stessi, leggendola, affronta temi importanti.




«Io non mi chiamo Miriam», dice di colpo un’elegante signora svedese il giorno del suo ottantacinquesimo compleanno, di fronte al bracciale con il nome inciso che le regala la famiglia.
Quello che le sfugge è una verità tenuta nascosta per settant’anni, ma che ora sente il bisogno e il dovere di confessare alla sua giovane nipote: la storia di una ragazzina rom di nome Malika che sopravvisse ai campi di concentramento fingendosi ebrea, infilando i vestiti di una coetanea morta durante il viaggio da Auschwitz a Ravensbrück. 
Così Malika diventò Miriam, e per paura di essere esclusa, abbandonata a se stessa, o per un disperato desiderio di appartenenza continuò sempre a mentire, anche quando fu accolta calorosamente nella Svezia del dopoguerra, dove i rom, malgrado tutto, erano ancora perseguitati. Dando voce e corpo a una donna non ebrea che ha vissuto sulla propria pelle l’Olocausto, Majgull Axelsson affronta con rara delicatezza e profonda empatia uno dei capitoli più dolorosi della storia d’Europa e il destino poco noto del fiero popolo rom, che osò ribellarsi con ogni mezzo alle SS di Auschwitz. 
"Io non mi chiamo Miriam" parla ai nostri giorni di crescente sospetto verso l’«altro» interrogandosi sull’identità – etnica, culturale, ma soprattutto personale – e riuscendo a trasmettere la paura e la forza di una persona sola al mondo, costretta nel lager come per il resto della vita a tacere, fingere e stare all’erta, a soppesare ogni sguardo senza mai potersi fidare di nessuno, a soffocare i ricordi, i rimorsi, il dolore per gli affetti perduti: «Non si può dire tutto! Non se si è della razza sbagliata e si ha vissuto sulla propria pelle l’intero secolo.»


AVETE LETTO LETTO QUESTO LIBRO?

venerdì 2 dicembre 2016

Consigli di lettura a tema natalizio




Carissimi lettori, sbirciamo insieme qualche nuova uscita in libreria che abbia come sfondo l'elettrizzante atmosfera del Natale?

Racconti originali, ironici o onirici, storie d'amore che scaldano il cuore, fiabe che fanno sognare.


Una magica fiaba di Natale dall’autrice di Mary Poppins, pubblicata nel 1962 e oggi riscoperta, per lettori di tutte le età.

La volpe alla mangiatoia. Una favola di Natale
di Pamela Lyndon Travers



Sellerio ed.
trad O. Guaita
112 pp
10 euro
1 dicembre 2016
Illustrazioni di Thomas Bewick
Titolo originale: The Fox at the Manger


«Natale è arriva-a-a-to / Natale è arriva-a-a-to / Il Re d’Israele è na-a-a-to, cantavano i ragazzi del coro, lanciando, come strilloni musicali, la lieta novella per tutta la cattedrale fin su nella vasta cupola oscura.
«Il silenzio piombò come un tuono, e fu rotto soltanto da uno scalpiccìo di scarpe nere sotto rosse tuniche e da un decoroso schiarirsi di gole, quasi apologetico, ehm, ehm, ehm, giù per tutta la fila.
«Poi il maestro del coro alzò il dito. Come ipnotizzato il coro stette a fissarlo raccogliendo il fiato per il prossimo sforzo. Il dito si agitò: uno, due! Ed ecco i narratori della novella, così vecchia e così nuova, partirono ancora una volta, a voce spiegata, a raccontarla in una diversa versione».

P. L. Travers (1899-1996) è la creatrice di Mary Poppins: una decina di libri dal 1934, amati da generazioni. Scrisse anche poesie e saggi. E racconti sparsi in cui l’umore, severo, paradossale, affettuoso, di quel personaggio è dominante. Come questo del 1962 che inscena la prima messa di Natale dopo la fine della guerra nella cattedrale di St Paul a Londra. 
Frutto inatteso della suggestione, una selvaggia volpe rossa porta al Bambino un dono che solo lei può dare, circondata dall’inutile disprezzo dei mansueti animali della mangiatoia. Una vicenda della natività dal punto di vista di Reynard, la volpe; mentre corrono i commenti di tre bambini, magnifici nel loro tagliente umorismo naturale. Dalla penna di una scrittrice che sapeva ripetere la geniale facoltà infantile di spremere il surreale dalla realtà.

L'autrice.
P. L. Travers, nata Helen Lyndon Goff (Queensland, Australia 1899-Londra 1996), attrice, danzatrice, giornalista, critica, studiosa di filosofia, miti e folklore, scrisse Mary Poppins, nel 1934, per alleviare se stessa e le sorelle da dispiaceri familiari. Dopo il grande successo scrisse, con il personaggio di Mary Poppins, una decina di altri romanzi. Sellerio ha pubblicato Zia Sass (2015) e La volpe alla mangiatoia (2016).


LA ROSA DI NATALE



Ed. Avalon Books
5.99 euro (cart.)
0.99 euro (kindle)
Dicembre 2016
Una storia natalizia di magia, speranza e seconde opportunità per tornare ad amare, dalla stessa autrice de Il giardino dei Topazi.

Constance viene da Parigi, 
Charles è un lord londinese, 
Margareth è una bimba che vorrebbe solamente vedere suo padre sorridere di nuovo e aspetta la notte più magica dell'anno, 
quella di Natale sperando 
che il suo desiderio si avveri.



Constance Chevalier è una chef stellata che, per amore di Kevin, ha lasciato Parigi e si è trasferita a Londra. 
Sembra vivere un sogno bellissimo ma dopo pochi mesi il sogno si infrange. 
Kevin mostra la sua vera natura di meschino traditore. E dopo nemmeno un anno di convivenza con il suo principe azzurro, Constance si ritrova senza casa, senza lavoro e senza fidanzato. 

Charles Bradbury è un lord che vive alle porte di Londra. Vedovo con una figlia di otto anni, sta cercando proprio una nuova cuoca, prima di trasferirsi per lavoro in Germania.
Però per le feste natalizie una cuoca serve proprio. 
E per una serie di coincidenze, Constance riesce a ottenere il lavoro. 
Così lascia l'appartamento dell'amica Sarah e si trasferisce in casa Bradbury, convinta di doverci rimanere per poco tempo e di doversi occupare e preoccupare solamente del suo lavoro. 
Ma le cose non sempre vanno come ci si aspetta... 


STORIE DI NATALE
di AA.VV.


Ed. Sellerio
299 pp
14 euro
Novembre 2016
Una grande conchiglia sonante è il simbolo del Natale di Tridicino, pescatore di Vigàta, nella storia di Andrea Camilleri, decisamente mitico-mediterranea, in contrasto con lo spirito fiabesco e invernale.

Anche i racconti che seguono parlano di Natali straordinari, e fuori dai migliori (o dai peggiori e più comuni) sentimenti, immaginati da alcuni tra i più originali scrittori del momento. Quello di Giosuè Calaciura è forse un racconto morale sulla diversità e la sua conciliante poesia. 
Antonio Manzini intreccia una Vigilia beffarda ai danni di un poveraccio vittima dell'ingiustizia, di classe, dell'amore. L'eroe natalizio di Fabio Stassi è un detenuto in trasferimento verso un'isola. 
In un laboratorio misterioso nel mare greco si svolge l'avventura onirico virtuale inventata da Francesco Cataluccio. 
Il pranzo di Natale nell'autogrill isolato nella neve è comico assurdo e cinicamente ironico, specchio autentico dell'umanità come è per Francesco Recami
Alicia Giménez-Bartlett rappresenta un Natale borderline, claustrofobico, come può essere quello con la sola compagnia casuale di una fanatica religiosa. 

Così "Storie di Natale" forma un campionario molto vario delle versioni possibili del classico racconto: un Natale che persiste perché non può che resistere nel desiderio di ognuno, ma si sfilaccia, si deforma, si modella sulle vite d'oggi.



LA LAGGENDA DELLA ROSA DI NATALE
di Selma Lagerlof



Ed. Iperborea
128 pp
14.50 euro
Novembre 2016
Una foresta innevata che si trasforma a Natale in un meraviglioso giardino, impervie montagne che rivelano miniere d'argento, schiere di anime perdute che penano tra i ghiacci eterni, accudite da una vecchietta abbandonata che non si rassegna alla solitudine: è la Svezia delle antiche fiabe che rivive in questi racconti di Selma Lagerlöf, quella dei miti e delle leggende, delle storie tramandate al lume di candela nelle lunghe notti nordiche. 
Ma come nei suoi grandi romanzi, lo sfondo fantastico serve a raccontare i desideri, le passioni, le grandi domande morali. 
La fede nella bellezza di un vecchio abate che fa nascere un fiore nel buio inverno del Nord, la giovane che perde il suo amore in mare e trova nei sogni come riportarlo in vita, il violinista presuntuoso che impara l'umiltà dalla musica di un ruscello. 
Dietro un'apparente semplicità emerge una sottile indagine dell'animo umano: non c'è mai un "vissero felici e contenti" nelle sue storie, ma il lieto fine è segnato da una redenzione, l'accettazione di un limite, il superamento di una paura, una ritrovata fiducia nella fantasia.
E quasi sempre il "miracolo" avviene attraverso un racconto nel racconto, quell'inesauribile potere dell'immaginazione di far vedere la realtà con altri occhi o di ricrearla, di trasformare uno scrigno nascosto nel tesoro dell'imperatrice Maria Teresa, e di insegnare a re Gustavo come il valore degli uomini superi ogni ricchezza.



RACCONTI DI NATALE
di Carmine Treanni (a cura)



Ed. CentoAutori
118 pp
6 euro
Novembre 2016
Sei racconti, cinque grandi scrittori, un solo tema: il Natale. Storie di miseria, di solidarietà, di nostalgia, di miracoli che esprimono appieno una festa che si rinnova ogni anno nel segno della speranza. 

Carlo Collodi, l'autore di Pinocchio, in "La festa di Natale" ci ricorda - attraverso la storia di Alberto, un bambino di sette anni - di prenderci cura di chi è meno fortunato nella vita. 
Il premio Nobel per la Letteratura Grazia Deledda ci propone una storia commovente, "Il Natale del consigliere", in cui un uomo torna a casa per Natale e ricorda un amore giovanile. Guy de Maupassant ci narra in "Racconto di Natale" un miracolo avvenuto in una chiesa della Normandia e, poi, in "Una cena di Natale" di come due contadini possano nascondere il cadavere di un parente morto. "Natale sul Reno" di Luigi Pirandello è la storia di chi è andato a studiare in Germania e non può non rimpiangere il Natale vissuto da ragazzo in Sicilia, con tutti i suoi rituali. 
Infine, Matilde Serao, in "Canituccia", ci racconta la storia di una piccola fioraia e del suo "amico" Ciccotto, un maialino che sarà condotto alla sua inesorabile fine.

giovedì 17 novembre 2016

Prossimamente in libreria: IL LABIRINTO DEGLI SPIRITI di Carlos Ruiz Zafòn - IL GIARDINO DEI COSACCHI di Jan Brokken - PER RIVEDERTI ANCORA di Jojo Moyes




Prossimi arrivi in libreria: per chi cerca il romanticismo, per chi ama leggere dei grandi letterati del passato, chi cerca il brivido del mistero..


IL LABIRINTO DEGLI SPIRITI
di Carlos Ruiz Zafòn




Ed. Mondadori
trad. B. Arpaia
832 pp
23 euro
USCITA:
22 NOVEMBRE 2016
Barcellona, fine anni '50. Daniel Sempere non è più il ragazzino che abbiamo conosciuto tra i cunicoli del Cimitero dei Libri Dimenticati, alla scoperta del volume che gli avrebbe cambiato la vita. 
Il mistero della morte di sua madre Isabella ha aperto una voragine nella sua anima, un abisso dal quale la moglie Bea e il fedele amico Fermín stanno cercando di salvarlo. 
Proprio quando Daniel crede di essere arrivato a un passo dalla soluzione dell'enigma, un complotto ancora più oscuro e misterioso di quello che avrebbe potuto immaginare si estende fino a lui dalle viscere del Regime.
È in quel momento che fa la sua comparsa Alicia Gris, un'anima emersa dalle ombre della guerra, per condurre Daniel al cuore delle tenebre e aiutarlo a svelare la storia segreta della sua famiglia, anche se il prezzo da pagare sarà altissimo. 

Dodici anni dopo L'ombra del vento, Carlos Ruiz Zafón torna con un'opera monumentale per portare a compimento la serie del Cimitero dei Libri Dimenticati.
Il Labirinto degli Spiriti è un romanzo inebriante, fatto di passioni, intrighi e avventure. Attraverso queste pagine ci troveremo di nuovo a camminare per stradine lugubri avvolte nel mistero, tra la Barcellona reale e il suo rovescio, un riflesso maledetto della città. 
E arriveremo finalmente a scoprire il gran finale della saga, che qui raggiunge l'apice della sua intensità e al tempo stesso celebra, maestosamente, il mondo dei libri, l'arte di raccontare storie e il legame magico che si stabilisce tra la letteratura e la vita.

L'autore.
Carlos Ruiz Zafón è uno degli scrittori più conosciuti nel panorama della letteratura internazionale dei nostri giorni e l'autore spagnolo più letto in tutto il mondo dopo Cervantes. Le sue opere sono state tradotte in più di cinquanta lingue. Ha cominciato la sua carriera nel 1993 con un libro per ragazzi, Il Principe della Nebbia, che, insieme al Palazzo della Mezzanotte e alle Luci di settembre, forma la "Trilogia della Nebbia". A questa serie è seguito poi Marina. Nel 2001 ha pubblicato L'ombra del vento (Mondadori, 2004), il primo romanzo della saga del Cimitero dei Libri Dimenticati, che comprende Il gioco dell'angelo, Il Prigioniero del Cielo e Il Labirinto degli Spiriti: un universo letterario che si è trasformato in uno dei più grandi fenomeni editoriali dei cinque continenti.

IL GIARDINO DEI COSACCHI
di Jan Brokken


Ed. Iperborea
trad.: C. COZZI,, C. DI PALERMO
COLLANA: NARRATIVA
€ 18,50
416 pp
IN USCITA 
 24 NOVEMBRE 2016
«Nella vita mirava solo a tre cose: scrivere, pubblicare, e sposare l'amore della sua vita. In quest'ordine.»

San Pietroburgo 1849, Fëdor Dostoevskij è davanti al plotone d’esecuzione, accusato di un complotto contro lo zar. 
Solo all’ultimo secondo viene risparmiato dalla morte e deportato in Siberia. 
Il ventenne Alexander von Wrangel, barone russo di origini baltiche, ricorda bene la scena quando qualche anno dopo è nominato procuratore della città kazaca dove Fëdor sta ancora scontando la pena, nella logorante attesa della grazia. 
Due spiriti affini, uniti dal fervore etico e intellettuale e innamorati perdutamente di due donne sposate: il giovane baltico della femme fatale Katja, e Dostoevskij della fragile ed eternamente infelice Marija.
Confidenti, complici e compagni di sventura, Fëdor e Alexander si aggrappano uno all’altro come a un’ancora di salvezza nella desolazione siberiana, riuscendo a ritagliarsi un rifugio nel «Giardino dei cosacchi», che diventa un’oasi di pensiero e poesia nella corruzione dell’Impero. 

In un appassionante romanzo «russo» basato su documenti, memorie e lettere giunte fino a noi, Brokken racconta un’amicizia che si intreccia alla storia politica e letteraria di un paese e attraverso la voce del barone Von Wrangel ricompone un ritratto intimo del grande autore ottocentesco. Un uomo «esiliato, tormentato, umiliato e risorto con le sue ultime forze», che vive la scrittura come una necessità febbrile e un’ossessiva indagine sul lato oscuro dell’animo umano, in perenne lotta con i debiti, la malattia e una vita estrema in cui riecheggiano tanti motivi dei suoi capolavori letterari.


L'autore.
Jan Brokken (1949), scrittore, giornalista e viaggiatore olandese, noto per la capacità di raccontare i grandi protagonisti del mondo letterario e musicale, ha pubblicato numerosi romanzi di successo che la stampa ha avvicinato a Graham Greene e Bruce Chatwin, come l’esordio narrativo De Provincie (1984), da cui è stato tratto un film, Nella casa del pianista (Iperborea 2011) sulla vita di Youri Egorov e Anime baltiche (Iperborea 2014), viaggio in un cruciale ma dimenticato pezzo d’Europa. L'ultimo suo libro pubblicato da Iperborea è Il giardino dei cosacchi (2016).


PER RIVEDERTI ANCORA
di Jojo Moyes



Oscar Mondadori
12.50 euro
Data uscita:
29 NOVEMBRE 2016
Dall’autrice rivelazione di Io prima di te una pagina di storia segnata dalla forza dei sentimenti.

Sydney, 1946. Oltre 650 mogli sono pronte a salpare verso l’Inghilterra, per raggiungere i soldati che hanno sposato in tempo di guerra. 
Al posto della nave di lusso su cui credono di imbarcarsi trovano però la HMS Victoria: una portaerei carica di uomini.
Inizia così il viaggio che cambierà per sempre le loro vite, talvolta in modo del tutto imprevisto.

Vecchi amori e antiche promesse diventano ricordi sbiaditi, mentre la tensione fra mogli e mariti lontani dà adito a qualche ripensamento. 
Cuori in tumulto che si uniscono al coro silenzioso delle onde.

L'autrice.
Jojo Moyes (1969), è nata e cresciuta a Londra. Scrittrice e giornalista, ha lavorato all'"Independent" per dieci anni prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Attualmente è una delle più affermate scrittrici in Inghilterra. I suoi romanzi sono sempre in testa alle classifiche e riscuotono un grande successo di critica e di pubblico. Vive nell'Essex con il marito e tre figli
.



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