Nel mondo del lavoro - come nel mondo dello sport - non è facile per le donne far carriera in quanto ancora oggi la percentuale di esse parte spesso svantaggiata.
Quali sono le possibili spiegazioni di questo fenomeno?
Oggi tutto sembra possibile e
ormai tantissime bambine in tutto il mondo non sognano più di diventare delle
ballerine o delle principesse ma magari di diventare delle sportive, astronaute, piloti o chef.
Abbiamo sicuramente tutti notato che nei film in cui c'è da andare nello spazio, non è un caso che gli astronauti siano quasi tutti uomini; ma nel mondo reale, una donna è riuscita ad abbattere
tutti i pregiudizi: Samantha Cristoforetti.
Grazie al suo duro lavoro e ad anni di sacrifici è sbarcata sulla luna e oggi è la prima donna europea comandante
della Stazione Spaziale Internazionale. Nel 2012, l’Esa (European Space
Agency) rese noti i nomi degli astronauti selezionati per la missione “Futura” (che sarebbe
durata 199 giorni) e Samantha era fra questi. Furono necessari due anni di preparazione, durante i quali l’astronauta italiana decise di iniziare
a scrivere un diario giornaliero in cui raccontava tutti gli step e le difficoltà da lei affrontate durante questo percorso.
Questo diario - pubblicato in lingua inglese e tradotto in italiano, francese e spagnolo - si prefiggeva l'obiettivo di abbattere le barriere tra questo mondo così complesso e il grande pubblico.
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Un’altra donna che è riuscita a brillare in un mondo prettamente maschile è
Ana
Carrasco Gabarrón. Era una bambina piccolina quando si appassionò al mondo dei motori, facendolo diventare il perno della sua vita. A 15 anni debutta nel
Motomondiale in Qatar sotto la categoria Moto3 e poco dopo passa a Moto2
gareggiando anche nel campionato mondiale SuperSport 300.
In un'intervista Ana ha affermato: “Il fatto di essere donna ha reso più difficile questo percorso. La cosa più difficile è stata soprattutto convincere gli sponsor che una donna potesse vincere tanto quanto un uomo”.
Ana ha lottato e ha cambiato l'opinione di tanti che pensavano che non ce l’avrebbe fatta. Oggi Ana ancora non è riuscita ad arrivare in MotoGP a causa di una serie di infortuni che l’hanno costretta a rallentare, ma chissà che un giorno non la vedremo sul podio proprio a fianco ai suoi colleghi uomini.
La scalata delle donne è difficoltosa anche nel settore sportivo, a livello agonistico, per tanto tempo appannaggio dei soli maschietti.
Le donne hanno iniziato a far parte di questo mondo solamente dal 1928 e nonostante questo grande traguardo ancora oggi c’è tantissimo lavoro da fare; ciò non toglie che sono tantissime le atlete che, con costanza, determinazione e tanto coraggio, sono riuscite a portare a termine i propri obiettivi, superando non poche difficoltà.
Pensiamo ad esempio a Sofia Goggia, Antonella Palmisano e Vanessa Ferrari.
Sofia Goggia, nata a Bergamo nel 1992, inizia a sciare all’età di tre anni e quella che sembrava una passione si trasforma ben presto in un lavoro. A 16 anni debutta alla Coppa Europa e nel 2018 diventa la prima sciatrice italiana a vincere una discesa libera femminile alle Olimpiadi di PyeongChang.
Le difficoltà non sono mancate: Sofia si è più volte infortunata al ginocchio e ai legamenti e questo le ha impedito, in molteplici occasioni, di partecipare alle competizioni sportive, tra cui anche ai mondiali di Cortina d’Ampezzo del 2021.
Ma Sofia non si è lasciata scoraggiare e nel 2022 è riuscita a primeggiare nei giochi olimpici invernali di Pechino e oggi è conosciuta come la prima sciatrice italiana a salire sul podio in 4 diverse specialità: Gigante, Super G, Discesa e Combinata. La sua forza di volontà ha prevalso sulle mille difficoltà incontrate.
Antonella Palmisano, classe 1991, è riuscita a brillare come campionessa alle Olimpiadi di Tokyo 2020 vincendo la medaglia d’oro nella marcia 20km.
La sua prima vittoria sul podio risale al 2009, quando durante gli Europei under 20 è riuscita ad aggiudicarsi l’argento per la marcia 10km. Da quel momento in poi nulla l’ha fermata e la sua collezione di medaglie non ha fatto che allargarsi.
Nella marcia il segreto è avere persistenza e tenacia e questi due elementi si riflettono anche nel carattere di Antonella, che si è dimostrata essere una donna forte che non ha nulla da invidiare ai suoi colleghi uomini.
Vanessa Ferrari
Nella ginnastica artistica se vuoi diventare campionessa, i tempi sono molto stretti. La competizione è altissima e lo stress a cui viene sottoposto il fisico non permette di prolungare di troppo la propria carriera.
Eppure Vanessa, a 32 anni, è stata la prima azzurra a laurearsi campionessa mondiale di ginnastica artistica.
Negli anni, ha partecipato a 4 competizioni olimpiche e altrettante gare mondiali ed europee riuscendo a vincere numerose medaglie tra cui anche otto ori.
Purtroppo, a causa della rottura del tendine,è stata costretta ad un lungo stop dal 2017 al 2019 da cui però si è ripresa.
Nel 2020, è riuscita a partecipare alle Olimpiadi di Tokyo 2020 diventando la prima ginnasta italiana a partecipare ai giochi olimpici.
Vanessa Ferrari è una delle icone nel mondo della ginnastica, tanto che nel 2012 è riuscita a creare un nuovo elemento - “il Ferrari" - che è oggi parte del codice dei punteggi mondiale.
Ci sono tanti settori professionali, sport compreso, in cui le donne ancora oggi non sono considerate abbastanza e le differenze di genere si fanno sentire, nonostante esse stiano riuscendo pian piano a farsi spazio e a imporsi come un valido esempio e un grande incoraggiamento per altre donne che vogliono intraprendere determinate carriere.
Questo post (che contiene alcune mie piccole modifiche rispetto al materiale originale) si prefigge di dare spazio all'associazione "Fondazione Idea" e vuol condividerne le tematiche attraverso questa serie di articoli.
Fonti consultate:
>> DONNE IN UN MONDO DI UOMINI <<
>> DONNE NELLO SPORT <<
Fondazione Idea è un progetto creato da donne per le donne, in cui si celebrano i successi di tantissime figure femminili che sono riuscite a realizzarsi in diversi campi, nonostante i tantissimi ostacoli.
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