Una decina di giorni fa, durante l'interrogatorio di don Riccardo Seppia, accusato di abusi sui minori, induzione alla prostituzione e spaccio di cocaina, da parte del Procuratore Annalisa Giacalone, il legale del sacerdote genovese aveva dichiarato che non erano state confermate le accuse di violenza sessuale su minore: il parroco si sarebbe limitato a manifestare solo il proprio affetto al chierichetto posandogli una mano sul ginocchio ed un braccio dietro le spalle: insomma solo gesti affettuosi, a quanto pare - secondo la difesa - "male interpretati".
Non, solo, ma non avrebbe mai provato a indurre alla prostituzione nessuno, tanto meno un minorenne: si tratterebbe di un ragazzo di origini albanesi, che avrebbe egli stesso chiamato il prete per offrire prestazioni sessuali, ma Seppia si è sempre fermato prima per timore e vergogna.
Per quanto concerne il reato di spaccio di droga, sempre l'avvocato difensore, Bonanni, ha fatto sapere che le dichiarazioni emerse durante le due ore di interrogatorio hanno posto l'accento sui deliri dell'accusato, nei momenti in cui era sotto effetto di stupefacenti; per il resto, le frasi nei messaggini riguardanti offerte di cocaina, non sarebbero aderenti alla realtà, bensì solo frutto di una mente alterata dall'uso di droga.
Insomma, il quadro accusatorio sembra risulti ridimensionato ed, in virtù di questo, la difesa di don Seppia ha chiesto il trasferimento del proprio assistito in una comunità in cui possa essere curato e riabilitato; il sacerdote sembra aver anche manifestato pentimento per il proprio comportamento indecoroso e amorale, probabilmente dovuto all'uso della cocaina.
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz