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venerdì 2 giugno 2023

RECENSIONE : "Women's Empowerment – 3in1" di Arteiu Azizian [ DONNE E DIRITTI ]

 


Women's Empowerment – 3in1  è un audiolibro composto e interpretato da Arteiu Azizian e ruota attorno al tema dei diritti delle donne e del loro riscatto socioculturale; è un'opera sperimentale in cui l'artista crea il branolibro attraverso tre diversi stili musicali.

Il brano è suddiviso in tre capitoli: 
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Capitolo 1 - UNA DONNA SOFFERTA
Capitolo 2 - LA DONNA NUOVO CONTATTO
Capitolo 3 - IO DONNA NELL'OLTRE


Nel primo capitolo, la voce maschile parla immedesimandosi in una donna che esprime sofferenza, la quale può essere causata dalle violenze subite come dal fatto di non essere compresa, valorizzata, di non essere totalmente libera di decidere per sé, del proprio corpo; si accenna alle difficoltà a denunciare da parte delle vittime e del coraggio - non privo di conseguenze - che ci vuole per affermare sé stesse.

"se siamo sottovalutate come diamo valore aggiunto a noi e alla società? 
Le disparità sono stanze sinistre senza finestre di luce".

Segue il secondo capitolo in cui cambia il genere musicale e dal rap si passa al punk rock: la voce maschile dell'artista continua a parlare al femminile immaginando di rivolgersi a un'altra donna, con cui condivide i pesi delle esperienze, dei dolori, riconoscendo come la condivisione unisca e dia la forza per lottare insieme.

L'ultimo segmento musicale esprime una sorta di elevazione spirituale, di acquisizione di una nuova consapevolezza da parte della donna, delle proprie risorse, della propria identità e anche l'accompagnamento musicale è coerente con questa nuova "dimensione".

I tre capitoli che compongono il branolibro sono interpretati con espressività dal compositore, che adatta voce e stile ai concetti espressi; il video musicale è corredato dal testo cantato da Arteiu. 

E' un progetto interessante, in cui emerge la sensibilità dell'autore per la tematica della parità di genere e il suo eclettismo musicale, nel passare da uno stile all'altro nell'arco di un unico brano. 
 


Arteiu Azizian, artista poliedrico bresciano classe 91, dopo una decennale carriera come cantautore nel rap e in altri generi si forma come produttore musicale, collaborando con artisti italiani ed esteri.
The Women Album è tra i progetti principali ideati progettati e coordinati da Arteiu: 35 tracce con talenti internazionali in molteplici generi musicali.
Nel 2022 crea il brand artistico EcletticArte - Qual'è la tua Creatività?, community in evoluzione che riunisce artiste e artisti di diverse formazioni.
Arteiu si dedica alla donna nell'arte per eventi e produzioni musicali, a fronte di quel gap dove l'uomo riceve per lo più maggiori benefci.
Il 25 aprile 2023, festa nazionale della Liberazione, viene pubblicato il branolibro “Women's Empowerment – 3in1”, tematica donna e diritti in tre capitoli aventi stili differenti.

domenica 6 febbraio 2022

La "mia" canzone sanremese



SEI TU
(Fabrizio Moro)


Sei tu che dai origine a quello che penso
La distanza compresa fra me e l’Universo
Il motivo per cui la mia vita è cambiata
Sei tu che hai visto i miei sbagli ma non l’hai giudicata
E sei tu quel confine fra il giorno e la notte
Dove io mi nascondo con le mie mani rotte
Che continuo a scagliare su un muro che non cade giù
Ma la forza che sento dentro ad ogni sospiro imperfetto
Sei tu
Che attraversi il mio ossigeno quando mi tocchi
Sei tu
Il mondo che passa attraverso i miei occhi
E sei tu che mi inietti nel sangue il destino
E accompagni i miei passi come fossi un bambino
Sei la cosa più bella che ho sempre difeso
E hai sconfitto i miei dubbi quando io mi ero arreso
Che ci vuole una forza incredibile per dire buongiorno
Mentre provi a vagare fra te e chi sta intorno
Mi hai visto credere in me e poi non crederci più
Ma l’insistenza di esistere appesi ad un filo sottile
Sei tu
Che attraversi il mio ossigeno quando mi tocchi
Sei tu
Il mondo che passa attraverso i miei occhi
Oggi è un giorno per credere in te
Oggi lasciami senza parole
Voglio vivere i sogni che ho fatto anche se
Hai deciso di essere altrove
Oggi è un giorno per credere in te
Oggi lasciami senza parole
Prendi ancora se vuoi la mia rabbia in affitto
La distanza fra un uomo che ha vinto ed un uomo sconfitto
Sei tu
Che attraversi il mio ossigeno quando mi tocchi
Sei tu
Il mondo che passa attraverso i miei occhi
Sei tu
Il mondo che passa attraverso i miei occhi
Sei tu



venerdì 27 agosto 2021

Libri&Musica in "Uomini di poca fede" di Nickolas Butler


Uno degli ultimi libri letti è stato UOMINI DI POCA FEDE di Nickolas Butler; tra queste pagine sono presenti numerosissimi riferimenti musicali e anche diversi di tipo letterario.


Parto da tre libri menzionati da Butler. Fatemi sapere se li conoscete!


Il controllo della natura di John McPhee (Ed. Adelphi, trad. G. Castellari, 311 pp., 1995), apparso per la prima volta nel 1989.

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In questo libro McPhee ha voluto esplorare e studiare i luoghi in cui l’uomo si è impegnato in una battaglia totale con la natura per conquistare ciò che non è dato, per «accerchiare la base dell’Olimpo, reclamando e aspettando la resa degli dèi».
Nella piana deltizia del Mississippi, con il volgere dei cicli naturali, è giunto per il fiume il momento di mutare corso e confluire in uno dei suoi vicini. Ma New Orleans, la Louisiana e l’intera economia degli Stati Uniti non possono permetterselo, e così viene varato un gigantesco sistema di dighe e chiuse e canali con il compito – né più né meno – di mantenere il vecchio grande fiume al suo posto. 
In Islanda, un’isola si spacca all’improvviso vomitando enormi masse di lava che minacciano di cancellare quello che è il primo porto peschereccio islandese, e l’unico sulla costa del Sud. Per salvarlo, c’è una sola cosa da fare, e viene fatta: bagnare la lava, raffreddarla, quindi solidificarla e deviarne il corso. 
Nei dintorni di Los Angeles, migliaia di residenze sono state edificate a ridosso di montagne che le piogge dilavano e trascinano a valle. Con uno sforzo formidabile, vengono allestiti centocinquanta bacini, ciascuno grande come uno stadio, per intercettare la perenne minaccia delle colate. In tutti questi casi, gli uomini mettono a repentaglio la propria vita e affrontano spese colossali per continuare a vivere là dove la conformazione geologica e il clima sembrerebbero vietarlo. Ma l’esito non è mai scontato. 

Così può accadere che l’ingegno umano e la tecnica, generosamente congiunti, possano sommare nuovi disastri ai disastri della natura. Con questo libro McPhee ha saputo darci ancora una volta un felice esempio di quel genere di letteratura di cui egli è certamente il massimo rappresentante: una letteratura fondata sull’investigazione minuziosa, ossessiva, di fatti reali – e per lo più di fatti che ben pochi conoscono nel dettaglio (trama presa dal sito di Adelphi).



Pionieri di Willa Cather (Ed. Mattioli, trad. N. Manuppelli, 182 pp). 
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Immigrati svedesi, i Bergson vivono e muoiono nelle sconfinate praterie del Nebraska. È Alexandra la
figura centrale di questo racconto, giovane donna determinata che eredita dal padre un terreno e dedica la vita intera a farlo fruttare, mentre attorno a lei si snoda il lento progredire di un paese intero.

Attraverso gli occhi e il coraggio di una donna, intrecciando storie di resistenza e di amore, tentazione e solitudine, isolamento e infine riscatto, Willa Cather riporta in vita in queste pagine, con nostalgia, un mondo che ha visto scomparire (Ibs).



Gilead di Marilynne Robinson (Einaudi, trad.E. Kampmann, 258 pp).

John Ames è un uomo di 76 anni ed è il pastore congregazionalista di Gilead, cittadina di poche anime nel cuore dell’Iowa; una malattia cardiaca lo sta spegnendo. 
Ecco dunque la decisione, nella primavera del 1956, di lasciare testimonianza di sé al figlio di sette anni, che non vedrà crescere.
Parte da lontano, dalla storia degli altri due reverendi John Ames, nonno e padre, che prima di lui hanno assolto quella funzione. Un abolizionista radicale, il primo, guerrigliero accanto a John Brown e volontario nell’esercito unionista, che, folgorato da una visione in giovane età, comunica con Dio da pari a pari e sceglie di esserne il braccio armato in nome di un’inflessibile giustizia. Pacifista convinto, il secondo, che del proprio mandato privilegia l’osservanza, e vive una vita di reazione implosiva all’esplosiva azione paterna.
Il terzo John Ames, lo scrivente, racconta delle loro eredità, dei saperi e delle esperienze che gli hanno permesso di coniugarle, della sua esistenza di studio e servizio in un luogo, Gilead, che dispensa con parsimonia il suo biblico balsamo, della lunga separazione dalla vita vissuta fino alla tarda folgorazione dell’innamoramento e alla rinascita in una piena e matura felicità.
L’arrivo in città di Jack Boughton, figlio del suo amico fraterno, giovane inquieto e un po’ sinistro dal passato oscuro e dalle dubbie intenzioni, gli offre l’occasione di chiudere i conti anche con la gelosia e il sospetto, sciogliendoli in perdono e tolleranza.
Resta una sola prova da superare: la serena accoglienza della propria mortalità, il distacco da una vita terrena più che amata, da una famiglia che non può più proteggere.
In un discorso lucido e luminoso da padre a figlio, da padre a Padre, dove l’intelligenza e la speranza parlano la stessa lingua.



*****

Ed ecco a voi le canzoni che compaiono nel romanzo (è possibile che abbia saltato qualcuna!)!




Viene citato anche un album di Bob Dylan, Nashville Skyline.

Di Johnny Cash vengono citate due canzoni, You are my sunshine e Folsom Prison Blues.

Da questa playlist, scelgo e condivido con voi You are my sunshine, la mia preferita.




giovedì 1 aprile 2021

BENVENUTO, APRILE!



Benvenuto, Aprile ^_^


Ruscello d'Aprile

Caldo e freddo, albe e crepuscoli, l'uno 
sull'altro si sono affollati,
ora m'accorgo che, dacché sono a
Chung-chou, due anni sono passati,
dalle mie porte chiuse non odo, mattina
e sera, che il suon del tamburo,
dalle finestre più alte non vedo altro,
che navi che vengono e vanno.

Gli uccelli col canto mi tentano invano,
ad andare vagando fra gli alberi in fiore
l'erba coi mille colori, invano m'invita
a sedere in riva allo stagno,
Ma c'è una cosa, una cosa soltanto che
non mi stanco mai di guardare;
il ruscello d'aprile, che scorre su sassi,
e bisbiglia, passate le rocce.
(Po Chu-J)



Prato d'aprile

C'era un prato: con folte erbe, frammiste
a bianchi fiori, e gialli, e violetti;
e fra esse un brusio di mille piccole
vite felici; e se sull'erbe e i fiori
spirava il vento, con piegar di steli
tutto il prato nel sol trascolorava.
E volavan farfalle, uguali a petali
sciolti dai gambi; e si perdean rapidi
i miei pensieri in quell'aerea danza
ove l'ala era il fiore e il fiore l'ala.

(Ada Negri)





La canzone dell'amore perduto

Ricordi sbocciavano le viole
Con le nostre parole
Non ci lasceremo mai
Mai e poi mai
Vorrei dirti, ora, le stesse cose
Ma come fan presto, amore
Ad appassire le rose
Così per noi
L'amore che strappa i capelli
È perduto ormai
Non resta che qualche svogliata carezza
E un po' di tenerezza
E quando ti troverai in mano
Quei fiori appassiti
Al sole d'un aprile
Ormai lontano, li rimpiangerai
Ma sarà la prima
Che incontri per strada
Che tu coprirai d'oro
Per un bacio mai dato
Per un amore nuovo
E sarà la prima che incontri per strada
Che tu coprirai d'oro
Per un bacio mai dato
Per un amore nuovo.

(F. De Andrè)




mercoledì 21 ottobre 2020

CANZONI ISPIRATE... DA LEGGENDE! (#2)


Nel precedente appuntamento abbiamo visto una canzone di De Andrè ed una di Baglioni, entrambe ispirate a due leggende.

Oggi a farci compagnia sono Angelo Branduardi e Roberto Vecchioni.

Il primo ha rivisitato una leggenda degli indiani d’America nel brano La pulce d’acqua.

Un'antica leggenda dei nativi americani racconta di una pulce d'acqua capace di rubare l'ombra a chi avesse spezzato le armoniose regole della natura.
Perché proprio l'ombra? La risposta sta nella convinzione, da parte delle tribù dei "pellerossa", che l'ombra fosse la parte del corpo più sfuggente, una proiezione proveniente dal corpo eppure intoccabile, come lo spirito vitale che anima ogni creatura.

Privato dell'ombra, il "peccatore" era destinato a perdere sé stesso, la propria vitalità e quindi si ammalava e l'unico modo per espiare la propria colpa e ripristinare l'armonia con la natura, era attraverso canti e balli, con cui lo "stregone" chiedeva il perdono per l'ammalato affinchè gli fosse restituita la pace interiore e fisica perduta.


È la pulce d'acqua
Che l'ombra ti rubò
E tu ora sei malato
E la mosca d'autunno
Che hai schiacciato
Non ti perdonerà
Sull'acqua del ruscello
Forse tu troppo ti sei chinato
Tu chiami la tua ombra
Ma lei non ritornerà
È la pulce d'acqua
Che l'ombra ti rubò
E tu ora sei malato
E la serpe verde
Che hai schiacciato
Non ti perdonerà
E allora devi a lungo cantare
Per farti perdonare
E la pulce d'acqua che lo sa
L'ombra ti renderà
È la pulce d'acqua
Che l'ombra ti rubò
E tu ora sei malato
E la mosca d'autunno
Che hai schiacciato
Non ti perdonerà
E allora devi a lungo cantare
Per farti perdonare
E la pulce d'acqua che lo sa
L'ombra ti renderà







Vecchioni si è invece ispirato alla tragedia di Euripide, Ippolito, con la sua canzone La leggenda di Olaf.


Ippolito, figlio di Teseo, re di Atene, è un giovanotto tutto dedito alla caccia, che non pensa all'amore, cosa che fa infuriare la benna Afrodite.
La dea, per vendetta, decide di suscitare nella matrigna Fedra (che ha sposato Teseo in seconde nozze)l un sentimento d'amore e passione per il figliastro.
Fedra sembra quasi impazzita gli occhi di tutti e in suo soccorso va la nutrice, che rivela a Teseo l'amore che Fedra ha per lui; il giovane ne è indignato e umilia la matrigna, la quale s'impicca..., non senza ver lasciati un biglietto in cui accusa Ippolito di averla violentata.

Quando Teseo scopre ciò che è successo, maledice il figlio e lo bandisce da Atene. 
Mentre Ippolito sta lasciando la città su un carro con i suoi compagni, un toro mostruoso uscito dal mare fa imbizzarrire i cavalli, che fanno schiantare il carro contro le rocce.

Mentre il povero Ippolito è in agonia, la dea della caccia - da lui tanto venerata -, espone la verità dei fatti a Teseo, il quale perdona il figlio.


Fu allora che madonna gli disse:" Hai gli occhi belli
Vorrei che accarezzassi stanotte i miei capelli"
Fu allora che rispose: "Grazie madonna no!
Io sono un cavaliere e il re non tradirò"
E a lei non valse a niente comprare la memoria
Di sentinelle e servi, mandati a far baldoria
E a lui negli occhi grigi l'amore ritornò
L'attesa di una vita, per dover dire "no"
"Che fai sotto le stelle? chi vuoi dimenticare?"
Socchiuse gli occhi e volle andarsene, sparire
Sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò
Poi, come tutti, si risvegliò
Sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò
Poi, come tutti, si risvegliò
Tornò di lì a tre giorni, il re dalla gran caccia
E lei gli corse incontro, graffiandosi la faccia
L'ira le fece dire: "Puniscilo perché
Ha mancato di rispetto alla moglie del re"
E a lui non valse a niente il sangue sui castelli
Rocroi, la spada e il sole sul viso nei duelli
Quando sentì di dire di dover dire "sì"
Con un cavallo e l'acqua fu cacciato di lì
"Che fai sotto le stelle? chi vuoi dimenticare?"
Socchiuse gli occhi e volle andarsene, sparire
Sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò
Poi, come tutti, si risvegliò
Sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò
Poi, come tutti, si risvegliò
Capì d'aver ucciso per essere qualcuno
Capì d'aver amato il giorno di nessuno
La strada all'improvviso, la strada si accorciò
E sotto un sicomoro la gola s'impiccò
Sentì tagliar la corda e gli tesero una mano
Ma dentro c'era l'oro, l'oro del suo sovrano
"Il re ti paga e chiede di non parlare mai
Monta a cavallo e fila, più lontano che vai"
"Che fai sotto le stelle? chi vuoi dimenticare?"
Socchiuse gli occhi e volle andarsene, sparire
Sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò
Ma quella volta non si svegliò






http://giardinonaiadi.blogspot.com/
wikipedia

sabato 17 ottobre 2020

CANZONI ISPIRATE... DA LEGGENDE! (#1)

 

Non molti giorni or sono, mentre ero in pullman per andare a lavorare, ho ascoltato (non era la prima volta, of course) una bellissima ballata di Fabrizio De Andrè, Geordie, e in passato mi era venuta voglia di cercare informazioni su cosa avesse ispirato il cantautore ligure nello scrivere questo brano.

Ecco, in linea con questa curiosità, ho pensato di cercare altre canzone ispirate a leggende, personaggi letterari o realmente esistiti.

Oggi è il turno della già citata Geordie e di una canzone vecchiotta di Claudio Baglioni, che forse è conosciuta più che altro da chi, come me, ama il cantautore romano: Il lago di Misurina (Album: Sabato pomeriggio; 1975).


Ecco il testo di Geordie:


Mentre attraversavo London Bridge
Un giorno senza sole
Vidi una donna pianger d'amore
Piangeva per il suo Geordie
Impiccheranno Geordie con una corda d'oro
È un privilegio raro
Rubò sei cervi nel parco del re
Vendendoli per denaro
Sellate il suo cavallo dalla bianca criniera
Sellatele il suo pony
Cavalcherà fino a Londra stasera
Ad implorare per Geordie
Geordie non rubò mai neppure per me
Un frutto o un fiore raro
Rubò sei cervi nel parco del re
Vendendoli per denaro
Salvate le sue labbra, salvate il suo sorriso
Non ha vent'anni ancora
Cadrà l'inverno anche sopra il suo viso
Potrete impiccarlo allora
Né il cuore degli inglesi né lo scettro del re
Geordie potran salvare
Anche se piangeranno con te
La legge non può cambiar
Così lo impiccheranno con una corda d'oro
È un privilegio raro
Rubò sei cervi nel parco del re
Vendendoli per denaro


La canzone di De Andrè si ispira ad un’antica ballata britannica, che fa parte delle Child Ballads, una raccolta di 305 ballate tradizionali inglesi e scozzesi suddivise in cinque volumi pubblicati tra il 1882 e il 1889.

La storia di Geordie pare abbia due versioni: in quella scozzese, George Gordon, marchese e conte di Huntly, fu accusato di essersi ribellato a Giacomo VI, re di Scozia, e nel 1598 fu condannato a morte per alto tradimento, ma grazie alla intercessione della famiglia fu graziato.

Nelle ballate inglesi, Geordie è un bracconiere, la cui sorte è stata meno lieta.

Nell’Inghilterra medievale il bracconaggio nelle tenute e nelle riserve reali era punito con la pubblica impiccagione, ed infatti il giovane Geordie, nonostante le suppliche della moglie, non viene risparmiato; l'unico privilegio che gli riservarono fu quello di essere impiccato con una corda d’oro, a motivo delle sue origini aristocratiche.






Vi posto il testo della canzone di Claudio Baglioni, Il lago di Misurina.


Sciolta ormai l'ultima neve
Su un tappeto d'erba nuova
Con un passo lieve nell'aurora
Misurina camminava
Sopra ad una rupe si fermava
Ogni dì alla stessa ora
Nella calma del mattino
Il silenzio era velluto
Un arcobaleno di pensieri
Lei gettava giù nel vuoto
E qualcuno la spiava muto
Il suo nome era (Sorapis)
(Sorapis) che viveva solo lassù
Tra abeti e genziane blu
Nessun sorriso ebbe mai
E Misurina che era tutto per lui
Un giorno scivolò giù
La vide con gli occhi suoi
Misurina riposava
Tra il ginepro e i rododendri
Si affacciava il sole dalle nubi
Sopra i suoi capelli biondi
Ed un alito di vento andava a sfiorare lei
Per lasciarla poi
Tra le braccia di (Sorapis)
chiuse gli occhi e il capo chinò
E giorno e notte aspettò
Finché di pietra non fu
E con le lacrime che scesero giù
Un verde lago formò
Tra abeti e genziane blu




LA LEGGENDA

Il Lago di Misurina è un  lago naturale piuttosto esteso e tra i più belli d’Italia. Situato nel bellunese, ha un perimetro di 2,6 chilometri ed è profondo circa 5 metri.  

Infodolomiti
Attorno ad esso c'è una leggenda, con protagonista proprio una certa Misurina, figlia unica del re Sorapis, governatore delle terre comprese tra le Tofane, l’Antelao, le Marmarole e le Tre Cime di Lavaredo. 
Il re stravedeva per la sua figlioletta, le permetteva qualsiasi cosa ed infatti la bambina era viziata, molto capricciosa e dispettosa, ma era anche molto molto carina. 
All'età di otto anni, Misurina venne a conoscenza dell’esistenza di una fata che viveva sul Monte Cristallo e che possedeva uno specchio magico, il quale dava il potere di leggere i pensieri di chiunque vi si specchiasse. 
Misurina supplicò con tanta insistenza il padre affinché le procurasse lo specchio, che questi alla fine cedette e partì alla ricerca dell'oggetto magico.
Incontrò la fata che gli disse: "Io posso darti lo specchio, però in cambio voglio te: diventerai alto come una grossa montagna e con la tua ombra mi riparerai dal troppo sole."

Sorapis restò perplesso e la fata precisò che se la bambina, sapendo dello scambio, avesse rinunciato al proprio desiderio, il re Sorapis sarebbe stato salvo, altrimenti l’incantesimo si sarebbe compiuto.

Il padre accettò, persuaso che la sua bambina mai avrebbe preferito uno specchio al padre, e invece..., quando ritornò a casa e riferì a Misurina le parole della fata, la bambina accettò lo scambio e volle lo specchio al posto del papà!!

E fu così che immediatamente Sorapis venne trasformato in una enorme montagna! Misurina, nel vedere che davvero l'incantesimo si era realizzato, si pentì del suo egoismo e cominciò a chiamare il padre, chiedendogli di tornare da lei.

Ma ormai non c’era più nulla da fare.

La bimba allora incominciò a piangere, a piangere, e tante furono le lacrime versate che si sciolse completamente e al suo posto si formò un lago:  il lago di Misurina!



Fonti consultate:

https://siviaggia.it/
https://favolefantasia.com
https://www.ernyaldisko.com/
https://libreriamo.it/
https://terreceltiche.altervista.org/

giovedì 26 marzo 2020

il 26 marzo 1827 moriva Ludwig Van Beethoven.



Sono trascorsi 193 anni da quel 26 marzo 1827 in cui moriva, a soli cinquantasette anni, il grande compositore Ludwig Van Beethoven.

Risultato immagini per beethoven
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  • Nacque nel dicembre 1770 a Bonn, in Germania, da una famiglia di musicisti e cantanti; proprio suo padre Johann lo costrinse ad esercitarsi giorno e notte per diventare sempre più bravo. I vicini di Beethoven ben ricordavano questo ragazzino in piedi su una panchina per raggiungere i tasti del pianoforte mentre piangeva e suo padre incombeva su di lui.

  • Per poter contribuire economicamente in famiglia, il piccolo Ludwig dovette lasciare presto la scuola (attorno agli undici anni), il che lo rese scarsino in alcune discipline, come la matematica.

  • Quando aveva diciassette anni ebbe modo di suonare in presenza di Mozart, a Vienna. Colui che a quel tempo era considerato a ragione il più grande compositore di Vienna, difficilmente si impressionava nell'ascoltare altri musicisti, essendo lui molto più avanti rispetto ai suoi coetanei per talento e risultati. Eppure si vocifera che, dopo aver udito suonare Ludwig, abbia lasciato la stanza dicendo di tenerlo d'occhio perché "un giorno darà al mondo qualcosa di cui parlare".

  • Uno dei contemporanei di Beethoven, il compositore Johann Baptist Cramer, disse ai propri studenti che se non avevano mai sentito improvvisare Beethoven, voleva dire che non avevano idea di cosa fosse un'improvvisazione.

  • Beethoven è stato un pioniere circa le composizioni per pianoforte, uno strumento per il quale nessuno aveva ancora scritto un lavoro completo; infatti, i suoi predecessori avevano composto più che altro per clavicembalo.

  • Pare che le donne avessero di lui pareri contrastanti: c'erano quelle che lo ritenevano addirittura ripugnante, mezzo pazzo e brutto. Insomma, è probabile non avesse un fanclub a suo nome, ecco..

  • E se sull'aspetto fisico possiamo chiamare in causa la soggettività, circa il suo stato di salute è la medicina a parlare: oltre alla sordità, il musicista soffriva anche di colite, reumatismi, febbre reumatica, tifo, disturbi della pelle, ascessi, una varietà di infezioni, oftalmia, degenerazione infiammatoria delle arterie, ittero, epatite cronica e cirrosi epatica. Un nosocomio vivente....

  • Per quanto riguarda la sordità, probabilmente essa insorse in seguito ad altre malattie avute nell'infanzia, come effetto di tifo o vaiolo. Fu verso i ventuno anni che cominciò a sentire un ronzio costante alle orecchie.

  • La Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore Op. 55, detta Eroica, fu composta da Ludwig van Beethoven fra il 1802 e 1804 e inizialmente dedicata a Napoleone Bonaparte, da lui ammirato in quanto simbolo di rivoluzione e di una nuova era in Europa (salvo poi restarne deluso quando il generale si fece incoronare imperatore).

  • Ha composto opere anche per donne da lui amate, come la Moonlight Sonata, dedicata alla sua allieva la Contessa Giulietta Guicciardi; per inciso, Ludwig odiava dare lezioni di piano, tranne che ad allieve giovani ed attraenti...

  • Ad ispirare l'Inno alla gioia fu una poesia del filosofo Schiller (An die Freude) del 1786; Beethoven adattò i versi componendo la sua Sinfonia n. 9 in re minore, eseguita per la prima volta nel 1824.

Gioia, bella scintilla divina,
figlia degli Elisei,
noi entriamo ebbri e frementi,
celeste, nel tuo tempio.
La tua magia ricongiunge
ciò che la moda ha rigidamente diviso,
tutti gli uomini diventano fratelli,
dove la tua ala soave freme.
L'uomo a cui la sorte benevola,
concesse di essere amico di un amico,
chi ha ottenuto una donna leggiadra,
unisca il suo giubilo al nostro!
Sì, - chi anche una sola anima
possa dir sua nel mondo!
Chi invece non c'è riuscito, lasci
piangente e furtivo questa compagnia!
Gioia bevono tutti i viventi
dai seni della natura;
tutti i buoni, tutti i malvagi
seguono la sua traccia di rose!
Baci ci ha dato e uva ,
un amico, provato fino alla morte!
La voluttà fu concessa al verme,
e il cherubino sta davanti a Dio!Lieti, come i suoi astri volano
attraverso la volta splendida del cielo,
percorrete, fratelli, la vostra strada,
gioiosi, come un eroe verso la vittoria.
Abbracciatevi, moltitudini!
Questo bacio (vada) al mondo intero
Fratelli, sopra il cielo stellato
deve abitare un padre affettuoso.
Vi inginocchiate, moltitudini?
Intuisci il tuo creatore, mondo?
Cercalo sopra il cielo stellato!
Sopra le stelle deve abitare!

  • Nel 1827 Beethoven morì per una serie di possibili infezioni e malattie, tra cui cirrosi, sifilide, avvelenamento da piombo.


LIBRI SU LUDWIG VAN BEETHOVEN


ROMANZI


IL DIO SORDO. Mia immortale amata di A. Scotto di Carlo


LINK AMAZON (gratis su Kindle Unlimited)

L'anima di un giovane del XXI secolo viene risucchiata indietro nel Tempo dall'irresistibile potere della Musica, finendo nel corpo di un coetaneo della Vienna del 1808. 
Qui il protagonista assiste al leggendario concerto in cui Beethoven presenta la sua Quinta, entrando poi nelle sue grazie fino a diventare il suo servitore. 
Attraverso di lui, sullo sfondo storico fine-epoca-napoleonica/Restaurazione, viviamo le vicende di Beethoven: l'amore segreto, una donna che ha rapito il suo cuore ma che è ella stessa prigioniera di convenzioni e legami familiari; la passione per la Musica, dall’ispirazione che egli trova nella sua cara Natura, allo scrittoio dove forgia melodie e orchestrazioni, ai teatri dove a volte viene acclamato e altre deve fronteggiare la perplessità di un pubblico disorientato da una musica troppo precorritrice; l'inesorabile decorso della malattia, con improvvise speranze di guarigione e puntuali delusioni, fino alla struggente rassegnazione; i travagliati rapporti con la famiglia, tra gli attriti coi fratelli, l’odio “immotivato” per la cognata e l’amore incondizionato per il nipote, passando attraverso faide private e legali; e infine le sue paure di uomo, l’impotenza di fronte al Destino, la voglia di combatterlo e la speranza di vincerlo.

15 illustrazioni originali completano l’opera raffigurando Beethoven e gli altri protagonisti in alcuni frangenti della storia.


LA SINFONIA DELLE COSE MUTE di B. Pedretti

(267 pp, Mondadori)


Vienna, 1827. Un'immensa folla riempie le strade, riunita per l'estremo saluto a Beethoven. Tra gli altri anche il giovane Gerhard von Breuning, che ha capito che Beethoven è colui che più di ogni altro ha saputo attingere dagli abissi primordiali dell'umanità il mistero del suono con cui la vita si dichiara. 
Tokyo, 1872. Mori Noboru rientra in Giappone dopo cinque anni in Europa. Ha studiato la cultura "barbarica" ed è uno dei più convinti fautori del nuovo. La filosofia e le tecniche più moderne dovranno ispirare l'era inaugurata dall'imperatore Meiji, insieme alla musica per pianoforte e alle sinfonie di Beethoven. Ma l'ostilità all'apertura verso l'Occidente cresce intorno a lui sino alla violenza. 
Berlino, 1947. Il famoso direttore d'orchestra Wilhelm Furtwängler - reduce dall'umiliante "processo di denazificazione" per aver diretto i Berliner Philharmoniker negli anni hitleriani - giunge nella città colma di macerie, percorsa da figure della follia e del dolore e sente che le ombre della storia continuano a soverchiarlo. L'incontro con una pianista sopravvissuta agli orrori della guerra e con un enigmatico giapponese innamorato di Beethoven gli ricorderanno quanto la missione della musica vada sempre protetta dalla sua impotenza politica. 
Una città del Sudamerica, primi anni Duemila. Ormai disincantato, "il migliore direttore d'orchestra del suo tempo", Jonas Weger, si sente all'epilogo della carriera e non desidera che il silenzio, l'oblio. Ma la tragica morte di due ragazzi la notte di Natale lo spingerà a dirigere il suo ultimo concerto insieme ai ragazzi sordi di Silencio Musical.





LA SINFONIA PROIBITA di A. Mattioli
(172 pp, Editore Bookroad)

Andrè Vallè, uomo pieno di talento musicale ma facile agli eccessi, viene a sapere dell’esistenza di una leggendaria decima sinfonia che sarebbe stata scritta da Ludwig van Beethoven. 
Alla ricerca del misterioso manoscritto, Andrè comincia un viaggio che lo porterà a scoprire sconvolgenti segreti sulle vite dei più importanti compositori della storia, – da Brahms a Schumann, passando per Shubert – e a trovarsi in mezzo a pericolosissimi giochi di potere. 
Più entrerà nei misteri di questa partitura, più gli intrighi lo avvolgeranno, rivelandogli che dietro a una composizione tanto elevata si nascondono scandali, giochi di potere clericale e massonico, trame internazionali.




AUTOBIOGRAFIA


AUTOBIOGRAFIA DI UN GENIO, a cura di M. Porzio

(Piano B Edizioni)

In questa raccolta originale di lettere e pensieri di Ludwig van Beethoven, sono presentati al lettore le ansie, i dolori provocati dalla sordità, i rivolgimenti rabbiosi, gli slanci geniali e i rapporti affettivi e di amicizia di uno dei massimi artisti di tutti i tempi. 
Troppo spesso tradito dal luogo comune del burbero misantropo, l’uomo Beethoven si rivela invece attraverso questa selezione di scritti come una personalità dotata di un potente misticismo, capace di slanci lirici e devoti, ma anche in grado di affrontare le situazioni più avverse e varie dell’esistenza umana in un’alternanza prodiga di tenerezza, amore, pungente ironia ed entusiasmo per la vita.




SAGGIO


IL GENIO DI BEETHOVEN di G. Pestelli

(221 pagine, Editore: Donzelli)

Le nove Sinfonie di Beethoven sono forse il patrimonio musicale più conosciuto al mondo; ovunque esista una vita musicale, ovunque si faccia musica, le Sinfonie sono la colonna portante del repertorio sinfonico e da circa due secoli sono presenti nella mente e nel cuore degli ascoltatori. 
Tutte e nove possono essere considerate un unico corpo creativo, in cui si delinea un percorso evolutivo e anche il racconto di una storia. Prese insieme, infatti, possono far pensare a un romanzo di formazione: un giovane parte per il vasto mondo, si scontra con ostacoli che riesce a superare grazie a un'eroica volontà d'azione finché, uscendo dalla sfera degli interessi personali, allarga lo sguardo a una dimensione sociale, celebrando ideali di portata universale. 







Fonti consultate per articoli:

martedì 25 giugno 2019

Musica e poesia



Di recente sono stata a una festa di matrimonio e la coppia felice, protagonista di questo giorno speciale, ha condiviso una bellissima poesia con gli invitati. A me ha fatto venire in mente la canzone di Giorgia  Scelgo ancora te.


Nel silenzio della notte,
io ho scelto te.
Nello splendore del firmamento,
io ho scelto te.
Nell’incanto dell’aurora,
io ho scelto te.
Nelle bufere più tormentose,
io ho scelto te.
Nell’arsura più arida,
io ho scelto te.
Nella buona e nella cattiva sorte,
io ho scelto te.
Nella gioia e nel dolore,
io ho scelto te.
Nel cuore del mio cuore,
io ho scelto te.


Charles S. Lawrence






sabato 9 febbraio 2019

Segnalazione del saggio musicale "CLAUDIO BAGLIONI. UN CANTAUTORE DEI GIORNI NOSTRI 1967-2018" di Paolo Jachia



Carissimi lettori, in occasione del 69° Festival di Sanremo, di cui stasera andrà in onda l'ultima puntata, ripropongo alla vostra attenzione il saggio musicale “CLAUDIO BAGLIONI. UN CANTAUTORE DEI GIORNI NOSTRI 1967-2018” dello scrittore Paolo Jachia (Fratelli Frilli Editori).
Un volume che ripercorre in maniera cronologia la carriera non solo musicale di Claudio Baglioni; si parte dalla prima canzone scritta nel 1967 sino ad arrivare alla sua designazione come direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo 2018. 
Non si tratta di una semplice biografia ma di una puntuale analisi di tutti i suoi dischi e di quasi tutte le sue canzoni. L'autore mette in risalto la capacità comunicativa e lo spessore artistico di Baglioni evidenziandone il grande percorso cinquantennale.




CLAUDIO BAGLIONI. UN CANTAUTORE DEI GIORNI NOSTRI 1967-2018
di Paolo Jachia



Ed. Frilli Editore
176 pp
12.90 euro
Questo libro, che presenta un ritratto cronologico di Claudio Baglioni dalla prima canzone scritta nel lontano 1967 ai giorni nostri, che lo vedono direttore artistico e presentatore del Festival di Sanremo 2018. 
Il principio è quello della comprensione di ciò che vuole dire un testo e questo non per un esercizio fine a se stesso ma per designare la poetica, la strategia comunicativa propria di Baglioni. 
Possiamo così dire che, se è vero che Baglioni ha avuto due differenti momenti creativi e artistici, va anche detto che, dopo una trentina di album, qualche migliaia di concerti e qualche milione di dischi venduti, le due strade - quella delle canzoni d’amore e quella dei racconti più impegnati e a tratti persino sperimentali - sono diventate una sola. 
Non solo, ma crediamo che un suo merito complessivo sia quello di aver ridotto la presunta distanza tra cosiddetta “canzone d’autore” e cosiddetta “canzone pop”. 
Distinzione che appare (e questo anche il senso del nostro libro) posticcia, mentre invece il punto vero è una non pregiudiziale valutazione estetica dell’intenzione artistica di una canzone. 
Alla luce di tutto questo crediamo sia lecito affermare che Claudio Baglioni è, ed è stato, un grande artista di canzone e che sarebbe bello che, per questo suo cinquantennale percorso artistico, gli venisse assegnato, spezzando vetusti steccati, il Premio Tenco alla carriera.


L'autore.
Paolo Jachia ha conseguito l’abilitazione a Professore associato in “Letteratura Italiana, Critica Letteraria e Letterature Comparate” e in “Letteratura italiana contemporanea” e dal 2000 insegna a contratto “Semiotica della letteratura” e “Semiotica delle arti” presso l’Università degli Studi di Pavia e il Collegio Nuovo di Pavia. Il suo primo libro è Non solo oggi del 1991 con Franco Fortini cui ha dedicato una monografia nel 2007 per Zona. Altri suoi libri: De Sanctis e Bachtin (entrambi presso Laterza), Pirandello e il suo Cristo. Segni e indizi dal Fu Mattia Pascal, Ancora 2007, Apocalypse Now di F. F. Coppola, Bulzoni 2010. Con Manni ha pubblicato Eco 1955-2005: arte semiotica letteratura (2006) Dal segno al testo. Breve manuale di semiotica della letteratura e delle arti contemporanee (2011) Pirandello, Dostoevskij e la polifonia (2016). In ambito musicale ha scritto La canzone d’autore italiana 1958-1997 (Feltrinelli 1998), Francesco Guccini (Ed. Riuniti 2002), Giorgio Gaber (Ed. Riuniti 2003), Ivano Fossati (Zona 2004), Franco Battiato (Ancora 2005), Nonostante Sanremo. Arte e canzone al Festival: 1958 2008 (Coniglio 2009: con F. Paracchini), Francesco De Gregori (Ancora 2009), Lucio Dalla (Ancora 2013), I Baustelle (Ancora 2014: con D. Pilla), Baglioni e Morandi Capitani coraggiosi (Azzurra 2015: con F. Paracchini), Battiato 27 canzoni commentate (D’Ambrosio 2017: con A. Pareyson).

martedì 5 febbraio 2019

Aspettando Sanremo '19



C'è qualcuno che non sa che stasera inizia Sanremo? 🙂
Checché se ne dica, per me è un appuntamento fisso ed ogni anno mi riscopro sempre curiosa di guardarlo; poi quest'anno lo (ri)presenta Baglioni e la motivazione a sintonizzarmi su Rai Uno è doppia, ma in generale è una kermesse musicale che mi attira.

Ovviamente, per me al centro di tutto dev'esserci la musica!
Stavo dando un'occhiata ai testi delle canzoni in gara, e quello di Cristicchi mi ha molto colpito.

Lo trovo profondo e significativo.


ABBI CURA DI ME

Adesso chiudi dolcemente gli occhi e stammi ad ascoltare
Sono solo quattro accordi ed un pugno di parole
Più che perle di saggezza sono sassi di miniera
Che ho scavato a fondo a mani nude in una vita intera
Non cercare un senso a tutto perché tutto ha senso
Anche in un chicco di grano si nasconde l’universo
Perché la natura è un libro di parole misteriose
Dove niente è più grande delle piccole cose
È il fiore tra l’asfalto lo spettacolo del firmamento
È l’orchestra delle foglie che vibrano al vento
È la legna che brucia che scalda e torna cenere
La vita è l’unico miracolo a cui non puoi non credere
Perché tutto è un miracolo tutto quello che vedi
E non esiste un altro giorno che sia uguale a ieri
Tu allora vivilo adesso come se fosse l’ultimo
E dai valore ad ogni singolo attimo
Ti immagini se cominciassimo a volare
Tra le montagne e il mare
Dimmi dove vorresti andare
Abbracciami se avrò paura di cadere
Che siamo in equilibrio
Sulla parola insieme
Abbi cura di me
Abbi cura di me
Il tempo ti cambia fuori, l’amore ti cambia dentro
Basta mettersi al fianco invece di stare al centro
L’amore è l’unica strada, è l’unico motore
È la scintilla divina che custodisci nel cuore
Tu non cercare la felicità semmai proteggila
È solo luce che brilla sull’altra faccia di una lacrima
È una manciata di semi che lasci alle spalle
Come crisalidi che diventeranno farfalle
Ognuno combatte la propria battaglia
Tu arrenditi a tutto, non giudicare chi sbaglia
Perdona chi ti ha ferito, abbraccialo adesso
Perché l’impresa più grande è perdonare se stesso
Attraversa il tuo dolore arrivaci fino in fondo
Anche se sarà pesante come sollevare il mondo
E ti accorgerai che il tunnel è soltanto un ponte
E ti basta solo un passo per andare oltre
Ti immagini se cominciassimo a volare
Tra le montagne e il mare
Dimmi dove vorresti andare
Abbracciami se avrai paura di cadere
Che nonostante tutto
Noi siamo ancora insieme
Abbi cura di me qualunque strada sceglierai, amore
Abbi cura di me
Abbi cura di me
Che tutto è così fragile
Adesso apri lentamente gli occhi e stammi vicino
Perché mi trema la voce come se fossi un bambino
Ma fino all’ultimo giorno in cui potrò respirare
Tu stringimi forte e non lasciarmi andare.
Abbi cura di me.

domenica 5 agosto 2018

"Con il cuore spezzato" di Kelly Elliott - playlist



Come ho precisato già nel post della recensione del romance western CON IL CUORE SPEZZATO, l'Autrice ha inserito nella narrazione molte canzoni, una vera e propria playlist che accompagna in sottofondo diversi momenti importanti, dai più leggeri ai più romantici.
Prima di elencarvi i titoli dei brani presenti (qualcuno mi sarà sfuggito probabilmente), vi lascio un breve frammento del libro, con canzone associata ^_~


«Non saprei vivere senza il tuo amore; non sei solo l’amore della mia vita, ma anche il mio migliore amico.»
E, infatti, “My best friend” di Tim McGraw era la canzone che aveva scelto per me.
La guardai e, questa volta, toccò a lei asciugarmi le lacrime. «Dio, ti amo così tanto che non so neppure da dove incominciare a dirti quanto sia immenso quello che provo per te.»





Di seguito, le tracce musicali presenti nel libro ;-)


Buttons - Pussicat Dolls
Big promises - Keith Urban
Never let her go - Florida Georgia Line
Done - The band Perry
Something to do with my hands, Thomas Rhett
Dancin' away with my heart, Lady Antebellum
What about love - Austin Mahone
Right round, Flo Rida
Whatever she's got, David Nail
Honey bee, Blake Shelton
"Changed by you”, Between the trees
“All for you” di Keith Urban


martedì 8 maggio 2018

"Leggeva William Blake vicino a una finestra..."




Ultimamente mi sono ingrippata su Cesare Cremonini e mi sto consumando le orecchie a furia di ascoltare alcune sue canzoni, tipo "Nessuno vuole essere Robin" o altre, meno recenti, come "La nuova stella di Brodway".

Ecco, in quest'ultima, proprio nei primi versi, di "lei" si dice... :


Lui era un business man con un'idea in testa
Lei ballerina di jazz
Leggeva William Blake vicino a una finestra, lui beveva caffè 
Guardando quelle gambe muoversi pensò "è una stella"
Pensava a fred astaire
E chi non ha mai visto nascere una dea
E chi non ha mai visto nascere una dea
Non lo sa, che cos’è la felicità
Lui, garofano rosso e parole
Una vecchia cabriolet








sabato 10 febbraio 2018

Musica e citazioni letterarie (#4)



Nei suoi testi, il cantautore Claudio Baglioni - che negli ultimi giorni abbiamo visto in tv ogni sera quale co-conduttore e Direttore Artistico del Festival di Sanremo - non di rado infila citazioni letterarie nei testi delle proprie canzoni.

E' il caso di...



siamo sempre qua 
chiusi in un mistero 
che l'amor sia tutto 
e tutto ciò che noi sappiamo 
dell'amore che e un bolero 
in cui ci muoviamo 
noi saremo qua 
tra il falso e il vero 
il bene e il male 
quando voleremo 
digitando uno e zero 
in una realtà virtuale 
o contando il tempo di un bolero 






Fonti:

Testo "Bolero": Testimania
Poesia E. Dickinson: sito
Immagine: web

venerdì 15 settembre 2017

Cito e canto: IO TI CERCHERO'



Un altro frammento di "E allora baciami" che mi ha fatto pensare ad una dolcissima canzone di Jovanotti, IO TI CERCHERO':


"Il mio ultimo “Dio, che bello!” è stato uno sguardo, tanti anni fa, e dentro quello sguardo c’era tutto ciò di cui avevo bisogno, c’era tutta la mia vita, tutto il mio passato, tutto il mio futuro…
(...) Di quello sguardo mi rimane solo una parte, una frazione meravigliosa, un tesoro prezioso: mia figlia Laura. La mia piccola principessa. Ma io quello sguardo lo cerco ancora, negli occhi delle cassiere del supermercato, negli sguardi distratti dei passanti per strada, al bar, al cinema, alla posta, al lavoro. Lo cerco tutte le mattine nei miei occhi verdi davanti allo specchio, persi e disorientati. Lo cerco nello sguardo di chi inutilmente cerca il mio, fra le lenzuola, dissolto nelle gocce di sudore di un piacere leggero ed effimero, rapido e insignificante."




martedì 27 giugno 2017

Musica e citazioni letterarie (#3)



Citazione letteraria di Claudio Baglioni che fa da apertura alla sua canzone "Gli anni della gioventù" (album "Con Voi"):


Quant'è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.

Lorenzo De' Medici

...
da Claudio leggermente modificata in...:

Quant’è bella giovinezza
che si fugge tutta via,
del doman non v’è certezza,
chi vuol esser, lieto sia!
da PensieriParole <https://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-2995>




mercoledì 31 maggio 2017

Musica e citazioni letterarie (#2)



Una dolce canzone degli Stadio in cui un paio di versi mi ricordano una bellissima poesia di Pablo Neruda:


TI MANDO UN BACIO



I pensieri piu' dolci che ho

sono quelli per te ...

Ti mando un bacio con il vento

e so che tu lo sentirai

ti volterai senza vedermi

chiudendo gli occhi capirai.

E mi sentirai e mi sentirai

io volevo dirtelo sai

Che ho bisogno di te davvero ma so

che tu mi perdonerai quando ti abbraccerò







BACIO

Ti manderò un bacio con il vento
e so che lo sentirai,
ti volterai senza vedermi ma io sarò li
Siamo fatti della stessa materia
di cui sono fatti i sogni
Vorrei essere una nuvola bianca
in un cielo infinito
per seguirti ovunque e amarti ogni istante
Se sei un sogno non svegliarmi
Vorrei vivere nel tuo respiro
Mentre ti guardo muoio per te
Il tuo sogno sarà di sognare me
Ti amo perché ti vedo riflessa
in tutto quello che c'è di bello
Dimmi dove sei stanotte
ancora nei miei sogni?
Ho sentito una carezza sul viso
arrivare fino al cuore
Vorrei arrivare fino al cielo
e con i raggi del sole scriverti ti amo
Vorrei che il vento soffiasse ogni giorno
tra i tuoi capelli,
per poter sentire anche da lontano
il tuo profumo!
Vorrei fare con te quello
che la primavera fa con i ciliegi.

venerdì 19 maggio 2017

Musica e citazioni letterarie (#1)



Probabilmente succede a tanti di noi lettori di ritrovare una citazione letteraria all'interno del testo di una canzone che ci capita di ascoltare o che amiamo particolarmente.

Ecco ad esempio uno splendido e poetico passaggio della bellissima canzone IN UN'ALTRA VITA (dall'album "Con Voi") del cantautore Claudio Baglioni; non è una citazione riportata pedissequamente, ma io credo che si sia comunque ispirata ai versi di Gibran:



Io farò della mia anima lo scrigno per la tua bellezza,
io mi prenderò le pene nel sepolcro del mio petto,
dentro una carezza, nel miracolo di un tetto, 
nella luminosità di un domani
che sarà e sarai passione, affetto 
e strada che non finirà…


Ed ecco la poesia cui mi riferisco:



Farò della mia anima



Farò della mia anima uno scrigno
per la tua anima,
del mio cuore una dimora
per la tua bellezza,
del mio petto un sepolcro
per le tue pene. 
Ti amerò come le praterie amano la primavera,
e vivrò in te la vita di un fiore
sotto i raggi del sole.
Canterò il tuo nome come la valle
canta l’eco delle campane;
ascolterò il linguaggio della tua anima
come la spiaggia ascolta
la storia delle onde.

Kahlil Gibran



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