Cari lettori, ho adocchiato un paio di libri che trattano due temi delicati, attuali e molto interessanti: la violenza sulle donne e la pena di morte.
Vorrei leggerli a breve, uno dei due sicuramente costituirà una lettura novembrina.
Fatemi sapere se li conoscete e/o se stuzzicano la vostra curiosità.
DONNE CHE PARLANOdi Miriam Toews
Ed. Marcos y Marcos trad. M. Balmelli 253 pp |
E si sentivano dire che era tutto frutto della loro sfrenata immaginazione, o eventualmente del diavolo.
Invece i colpevoli erano uomini della comunità: zii, fratelli, vicini, cugini.
Che fare adesso, con questi uomini, che sono in carcere, ma presto usciranno su cauzione e torneranno a casa?
Perdonare, come vorrebbe il pastore Peters? Rispondere con la violenza alla violenza?
O andare via, per sempre, per affermare una vita diversa, di rispetto, amore e libertà?
Il romanzo parte da qui: dal momento in cui le donne devono decidere cosa fare.
Sono donne sottomesse, abituate a obbedire. Nascoste in un fienile, prendono in mano, per la prima volta, il proprio destino.
La loro ribellione incandescente risana.
E linfa vitale anche per August Epp, l'uomo amorevole e giusto che aveva perso la speranza, e che le donne chiamano a testimone della loro cospirazione di pace, perché possa raccontarla.
DIARIO DI UN CONDANNATO A MORTEdi Alessandro Piana
bookabook 316 |
Diario di un condannato a morte racconta gli ultimi otto anni di vita di William Van Poyck, detenuto nel braccio della morte della Florida, tra il 17 aprile 2005 e il 12 giugno 2013, giorno della sua esecuzione tramite iniezione letale.
Il libro, partendo dalle lettere che William ha inviato alla sorella Lisa, mette a nudo tanti episodi di vita nel braccio della morte, portando alla luce maltrattamenti, condizioni estreme, privazioni di diritti e abusi di potere difficilmente immaginabili per un lettore “libero”.Le considerazioni di William non sono mai banali e ci conducono in un mondo parallelo e nascosto dove i detenuti, alle prese con la costante paura di morire, sono costretti a trovare un senso alla loro vita “a tempo determinato”.