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venerdì 27 settembre 2024

LA CLASSE di Christina Dalcher [ RECENSIONE ]



Immaginiamo una società in cui l'unica cosa che davvero conta sia il quoziente intellettivo, in base al quale viene deciso il tuo presente e, soprattutto, il tuo futuro.
In un mondo del genere, in cui l'obiettivo ultimo è la costruzione di famiglie perfette, cosa ne è delle cosiddette "mele marce"? Di coloro che sfuggono a tale modello di perfezione e che non riescono - per ragioni differenti - a raggiungere gli standard stabiliti dal governo?



LA CLASSE 
di Christina Dalcher



Nord Ed.
trad. B. Ronca
416 pp


Elena Fairchild è una donna che ha superato i 40 anni, madre dell'adolescente Anne e della novenne Freddie, e moglie di Malcom, vicesegretario nel Dipartimento di istruzione.

Siamo negli Stati Uniti, in un tempo non specificato ma, siamo portati a pensare, per nulla lontano dal nostro.

La scuola americana si sta sempre più dirigendo verso un sistema educativo che non prevede falle, che non accetta alunni mediocri né ammette disabilità fisiche o intellettive.
C'è posto solo per le menti brillanti, per coloro che si impegnano e raggiungono il massimo dei traguardi.

Una scuola in cui gli studenti migliori non vengono rallentati dalla presenza in classe di compagni meno bravi o, peggio ancora, di quelli che disturbano, magari con comportamenti da bulli. 

Adesso ciò che importa è solo il Q, un quoziente numerico calcolato sulla base di test e sulla condotta, che determina l'istituto da frequentare: gli alunni più intelligenti vengono ammessi nelle impegnative Scuole Argento, che assicurano l'ingresso ai college più esclusivi, mentre gli studenti normali rimangono nelle Scuole Verdi. 

Chi, invece, per sua sfortuna, è stupido o quasi, viene addirittura allontanato dalla famiglia e portato nelle Scuole Gialle, delle strutture isolate dove imparano le materie di base e la disciplina. 
E in cui se ne stanno per conto loro, a debita distanza dai "normali".

La scuola è altamente competitiva, non sono consentite battute d'arresto né gli studenti che hanno preso un voto eccellente all'ultima verifica possono permettersi il lusso di rallentare o adagiarsi sugli allori, anche perché le verifiche vengono ripetute ogni mese.

E per qualcuno può essere una tragedia rendersi conto di non aver dato il massimo e di rischiare di "retrocedere".

È il caso della piccola Freddie: la bambina odia il clima ansiogeno che si è creato in classe, la fa sentire troppo sotto pressione e lei non è emotivamente pronta a gestire quest'ansia crescente, che si rinnova ed aumenta ad ogni maledetta verifica.

Elena - insegnante di discipline scientifiche - ha partecipato alla creazione del sistema Q quando era convinta che potesse rivelarsi la chiave per una società più equa, più giusta, atta a valorizzare le capacità e le inclinazioni di tutti e di ciascuno.

Da docente e da mamma, ella comprende il malessere emotivo e psicologico della figlia ma le sue rassicurazioni servono a ben poco, soprattutto quando il Q della sua secondogenita si abbassa sotto una soglia che significa solo una cosa: scuola gialla.
E questo è un dramma perché, dopo alcuni anni come insegnante in una Scuola Argento, ha notato come dalle Scuole Gialle non si torni indietro...

Come mai? Possibile che gli alunni che "retrocedono" non abbiano modo di migliorare e avanzare nuovamente?

Elena non è indifferente a ciò che le accade intorno e vede bene come i genitori ormai temano quell'autobus che passa di casa in casa il giorno successivo all'esame e che, in base al colore, sancirà il destino dei loro figli. 

E ora che la sua bambina ha ottenuto un risultato troppo basso, Elena sa che le verrà portata via, che verrà trasferita in un istituto lontano centinaia di chilometri da lei e che potrà farle visita poche volte all'anno.

Suo marito sembra assolutamente impassibile a ciò cui sta per andare incontro la figlia minore; del resto, c'è la primogenita a dargli soddisfazione: Anne è tra le prime della classe, è competitiva, si impegna nello studio e non ammette fallimenti nel suo percorso scolastico.
In pratica, è sulla strada della perfezione come suo padre.

Elena, invece (crede Malcom), è sempre stata meno forte e determinata, in questo senso; in fondo in fondo, è solo una sentimentale e questo le porterà solo guai.

In effetti,  i guai cominciano ad arrivare quando la donna decide di seguire Freddie in Kansas: si fa bocciare al test Q per insegnanti e viene mandata nella stessa Scuola Gialla della figlia. 

Lì scopre che le persone  non sono che numeri e che del loro benessere e del loro ritorno in società non importa a nessuno.

"Abbiamo sempre fatto così, noi esseri umani. Dividiamo in categorie, facciamo confronti e troviamo modi per separarci in squadre, come fanno gli studenti durante l'ora di ginnastica. Io scelgo lei, diciamo. Ma non lui.
Qualcuno resta sempre indietro, sul fondo del barile, l'ultimo a essere scelto.
Ci si aspetterebbe che da adulti certe cose cambino."

A cosa servono realmente le scuole gialle?
Chi vi entra? Ci vanno davvero solo i ragazzi che falliscono nelle verifiche?
E se ci fossero altri inquietanti criteri di selezione, in base ai quali alcuni vengono giudicati "non idonei" e quindi mandati via, lontano dalle classi e dalle famiglie perfette, che tali devono restare?

Elena è risoluta a volersi riprendere Freddie e a scoprire cosa c'è dietro questo sistema d'istruzione, del quale suo marito fa parte e dal quale lei, invece, vuole uscire, avendo subodorato che qualcosa non quadra.

Grazie ai continui flashback, conosciamo meglio la protagonista, il suo presente e il suo passato, il modo in cui, quand'era giovanissima, è cambiata per non essere una perdente, per poter far parte della cerchia degli studenti popolari e non confondersi con i reietti e gli emarginati.
Apprendiamo delle scelte fatte in gioventù, che a quel tempo sembravano sensate e accorte, ma che con gli anni si sono rivelate deleterie per la sua stessa felicità (una fra tutte: sposare Malcom).

Attraverso il suo sguardo critico, vediamo come la società in cui vive pretenda di mostrare una "bellezza senza rughe "che non ha e che, soprattutto, si vorrebbe costruire sulle discriminazioni, sull'allontanamento (e quindi il rifiuto, la non accettazione) di chiunque sia "diverso" (o presunto tale), o "minorato" o "deviato", insomma non allineato ai nuovi dettami e regole sociali.

Grazie anche alle pressioni della propria famiglia d'origine (la nonna ha conosciuto l'orrore di cui l'uomo è stato capace durante gli anni del secondo conflitto mondiale), Elena apre sempre di più gli occhi ed è pronta a tutto - anche a mandare all'aria un matrimonio con un uomo divenuto sempre più cinico e senza scrupoli e che lei non ama più, anche a rischiare la propria incolumità - pur di salvare la propria bambina più fragile e pur di smascherare gli orrendi e amorali scopi che si prefiggono coloro che stanno lavorando per rendere la società priva di imperfezioni, in cui non ci sia più posto per gli individui bisognosi e deboli che sporcano l'immagine dell'americano perfetto e felice.


La classe è un distopico che definisco "soft", nel senso che per gran parte della trama non dona grossi sussulti e patemi d'animo, anzi procede a un ritmo abbastanza calmo, che si fa incalzante più che altro nei capitoli finali.
La lettura, per quanto mi riguarda, è andata avanti fluida grazie ai capitoli relativamente brevi, alla presenza di molti dialoghi e ai passaggi dall'oggi al prima che conferiscono movimento e dinamicità.

A me i distopici piacciono molto perché trovo sempre stimolante immaginare contesti sociali (futuri ma non troppo) in cui le cose vanno diversamente da oggi e in cui avvengono fatti inquietanti, misteriosi, ingiusti, distorti, che incutono il giusto mix di angoscia, suspense e curiosità.

Ecco, avrei voluto provare un po' più angoscia e tensione narrativa; ho comunque apprezzato il ritratto di questa società americana in cui le persone contano solo in base al successo scolastico e professionale.

Si toccano temi come la discriminazione verso coloro che sono ritenuti più vulnerabili e problematici, il loro allontanamento o, addirittura, l'ipotesi di "sopprimere" i diversi, i possibili devianti, relegandoli in luoghi isolati che possono tramutarsi presto da scuole a laboratori in cui avvengono sperimentazioni o soluzioni drastiche per "eliminare i problemi"; la collettività è più importante del singolo e questi è sacrificabile se non  trova posto nel tipo di modello sociale/famigliare/professionale/educativo immaginato e perseguito.

Ho trovato interessanti tutti i riferimenti a personaggi e fatti reali, come la  American Breeders' Association e la teoria malthusiana.

Nel complesso, l'ho gradito, non posso dire che mi abbia mai annoiato e sono arrivata sino alla fine senza intoppi; ripeto, mi ha fatta stare sulle spine meno di quanto mi aspettassi e ho preferito un po' di più "Vox".

venerdì 21 giugno 2024

L'UNITÀ di Ninni Holmqvist [ RECENSIONE ]



Potrebbe accadere, in un futuro lontano ma forse neanche troppo, che gli uomini e le donne che non sono genitori o che non possono più aspirare a diventarlo, vengano isolati, posti in un luogo creato proprio per loro e costretti a vivere una vita (o ciò che ne resta) a servizio della società cui appartengono. Immaginiamo che non possano ribellarsi al "programma" pensato per loro.
E infine immaginiamo che però qualcosa "vada storto" in questi programmi e che qualcuno possa pensare di far valere il proprio diritto a decidere per sé, per il proprio corpo, per il proprio futuro.
Cosa accade quando il singolo ha valore e scopo solo se funzionale ai bisogni stabiliti dalla collettività? Quando una persona non può essere single ma per vivere deve necessariamente essere in coppia?


L'UNITÀ
Ninni Holmqvist



Fazi Ed.
trad. M. Podestà Heir
276 pp
Dorrit è una scrittrice cinquantenne single e senza figli; aveva un cane affezionatissimo ma adesso questi è morto e lei si sente sola, come se l'avessero privata di un pezzo fondamentale di sé; non ha un marito e l'ultima relazione sentimentale è stata con un uomo sposato, che non ha mai avuto alcuna intenzione di lasciare la moglie per stare con l'amante.

Ed è così che un giorno Dorrit  viene tradotta in un luogo denominato l’Unità
È un posticino che accoglie "quelli/e come lei" - vale a dire uomini e donne di una "certa età", privi di una relazione sentimentale definita, privi di coniuge e soprattutto di prole - e che apparentemente è un piccolo paradiso: una struttura all’avanguardia dotata di ogni comfort, con eleganti appartamenti immersi in splendidi giardini, dove gli ospiti possono usufruire di pietanze elaborate, degni di ristoranti  gourmet, e dove si può decidere di passare le giornate dedicandosi ai propri hobby, dallo sport al cinema o alla musica, dalla lettura al semplice passeggiare negli ameni parchi di questo cosmo separato dal resto del mondo. 

Qui finalmente Dorrit si sente libera dal peso del giudizio sociale, che l'ha sempre fatta sentire sbagliata, una donna incompleta perché sola, indipendente e senza marito né figli.
Tra queste mura, ella fa amicizia con persone come lei, con cui trascorre le ore a chiacchierare, a scherzare...

Ma l'idillio è solo apparente: pian piano emerge con chiarezza come tutti i residenti dell'Unità siano lì non per fare "la bella vita" a spese della società (del "governo" e dei contribuenti, potremmo dire), bensì per ragioni ben precise.
Tutti loro sono denominati Dispensabili e la loro permanenza nell'Unità ha senso solo in quanto essi donano sé stessi - corpo, mente, intelligenza..., tutto - alla ricerca, alla comunità, al benessere degli altri.

Cosa vuol dire in termini pratici?

I Dispensabili sono lì per fare da cavie per una serie di test farmacologici e psicologici; ma non è finita qui: sono tenuti a donare "parti" di sé - i loro organi - e se per alcune donazioni non si muore (se si dona un rene, ad es.), per altre... beh, si può eccome perdere la vita.
Gli ospiti non possono rifiutarsi di donare i loro organi: uno per uno daranno ciò che viene loro richiesto, fino alla cosiddetta “donazione finale”. 

È l'unica via perché anch'essi siano utili alla società e non dei meri parassiti; insomma, devono sacrificarsi per chi, nel mondo di fuori, è genitore e, magari, ha problemi di salute (gli serve un cuore, il fegato, i reni...) e, se non avesse un donatore, morrebbe lasciando allo sbando la famiglia, i figli in primis.

Dorrit e gli altri dell'Unità accettano e si rassegnano, giorno dopo giorno, a questo destino, sapendo di non avere libertà di scelta; possono soltanto cercare di vivere più serenamente possibile sino alla donazione finale.

Del resto, la rassegnazione sopraggiunge con facilità per queste persone che trascorrono le giornate sempre nello stesso modo e che sanno di non poter mai più mettere piedi fuori, nell'altra parte del mondo.

Ma la vita sa riservare sorprese anche in un contesto protetto come l'Unità, dove tutto è controllato rigorosamente, dove non c'è una vita privata per il singolo ospite, dove le telecamere sono presenti - in stile Grande Fratello - in ogni anfratto, anche in bagno.

L'amore, ad es., è una forza tanto potente da sfuggire ai controlli e irrompe nell'esistenza monotona di Dorrit nella persona di Johannas, un uomo un po' più grande di lei con cui inizia una relazione prima fisica e poi anche d'amore; i due si innamorano follemente e l’inaspettata felicità li travolge donando nuovi colori alla scialba e fin troppo abitudinaria vita nell'Unità.

L'amore con e per Johannas induce Dorrit a riconsiderare ogni cosa, anche le regole cui devono essere soggetti i Dispensabili.

Ma chi ha deciso, e con quale autorità, che le persone portate forzatamente nell'Unità debbano rassegnarsi a un destino così triste e ingiusto, in cui è previsto che il loro corpo sia donato alla scienza e alla società senza che esse possano decidere se vogliono sottostare volontariamente a questi programmi?

Chi l'ha detto che chi non ha un coniuge o dei figli non sia utile o che lo sia solo nel modo in cui altri ("quelli che comandano") hanno deciso per loro?

Dorrit fa una scoperta personale che cambia il suo modo di vedere le cose, che instilla in lei il pensiero di ribellarsi, di non accettare passivamente quel triste destino determinato da volontà esterne.

È possibile anche per un dispensabile essere felice? Avere la possibilità di uscire dall'Unità e andare a vivere fuori, all'esterno dell'Unità?
O una volta entrati in quel luogo falsamente bucolico e piacevole non è più possibile uscirne vivi?

A dispetto di ciò che ci si aspetta da lei, Dorrit sogna e spera un futuro differente, in cui lei è viva, innamorata e appagata.
Ne ha il diritto, lo sente, perché è un essere umano come tutti, con dei desideri, la voglia di avere una famiglia, di essere felice.

Riuscirà a trovare il modo per uscire da quel posto e vivere la propria vita al di fuori di quella prigione?

"L'unità" è un romanzo distopico che mi ha sorpreso positivamente e che ho ascoltato con molto interesse e lasciandomi coinvolgere emotivamente.

Fa rabbia immaginare un tipo di società in cui delle persone vengano emarginate, poste in luoghi separati dal resto del mondo e giudicate non utili solo perché non sono mariti/mogli né genitori, che esse non abbiano il potere sul proprio corpo, sulla propria vita, ma siano costrette ad andare incontro a un destino già segnato e che li rende dei topolini da laboratorio, di cui la scienza può disporre come e quando vuole.
È triste immaginare che un individuo possa essere considerato meritevole di vivere solo se risponde a determinati requisiti e convenzioni sociali, e come un tipo di vita differente (con obiettivi diversi dall'essere "accasati" e fare figli) non sia contemplato e ammesso.
Hai senso e valore solo se sei in coppia, in pratica.

Crea angoscia il pensiero di questi ospiti che vivono giorno per giorno chiedendosi: "La prossima volta verrò chiamata per donare... quale organo? Per partecipare a quale tipo di esperimento? E quando arriverà la donazione finale?"
È come essere un condannato a morte che sa di dover andare incontro alla propria esecuzione ma non sa il giorno, che potrebbe essere l'indomani o tra cinque anni.

È un romanzo che dà modo di riflettere su cosa ci si aspetta dalle donne all'interno della società, su come vengano considerate le persone ormai ritenute "troppo grandi anagraficamente" e non più in età fertile, su cosa sia "normale" e socialmente accettabile e cosa non lo sia.

Consigliato a chi ama le distopie e ha voglia di una lettura avvincente, originale per diversi aspetti e che pone l'attenzione su tematiche etiche e sociali profonde.

Promosso!!

sabato 9 dicembre 2023

Ultime entrate nella mia libreria (dicembre 2023)

 

Cari lettori, stamattina vi mostro i miei due ultimi acquisti e un ebook che ho potuto scaricare gratuitamente grazie a Fra del blog Non ti sento, sto leggendo: il mio mondo di letture e recensioni.


Feltrinelli
trad. E. Cantoni
352 pp
CHI HA PECCATO di Anna Bailey

È notte fonda quando Emma lascia la sua migliore amica Abigail alla festa alle Tall Bones, il ritrovo nel bosco in cui si danno appuntamento gli adolescenti della cittadina di Whistling Ridge, in Colorado. 
Ma qualcosa di oscuro accade nel bosco perché Abigail scompare. 
Samuel Blake, suo padre, perlustrerà la zona con la polizia urlando invano il nome della figlia, mentre Dolly, la madre di Abi, riuscirà solo a fissare la grande croce sul muro di casa, fumando una sigaretta dopo l’altra, terrorizzata all’idea che sia già troppo tardi per fermare la catena di eventi che si è innescata. 
Tutti hanno dei segreti a Whistling Ridge. Tutti hanno peccato, come tuona ogni domenica dal pulpito il pastore Lewis. 
Ma cosa è successo ad Abi? Chi è il vero colpevole? 
Può succedere di tutto in questa polveriera di rabbia e risentimento, basta solo una scintilla: la verità su quella maledetta notte alle Tall Bones. 


 Ed.Tea
trad. B.ronca
413 pp


 LA CLASSE di Christina Dalcher

Immagina una scuola in cui non c'è spazio per i favoritismi e tutti sono giudicati in base ai risultati; in cui gli studenti migliori non vengono rallentati dai mediocri o presi in giro dai bulli. 
In America, tutto questo è diventato realtà grazie al Q, un quoziente calcolato sulla base di test e sulla condotta, che determina l'istituto da frequentare: gli alunni più brillanti vengono ammessi nelle impegnative Scuole Argento, che assicurano l'ingresso ai college più esclusivi, mentre gli studenti normali rimangono nelle Scuole Verdi. 
Le «mele marce», invece, sono allontanate dalle famiglie e portate nelle Scuole Gialle, dove imparano le materie di base e la disciplina. 
Elena Fairchild ha partecipato alla creazione del sistema Q e lo riteneva la chiave per una società più equa, più giusta. 
Adesso però, dopo alcuni anni come insegnante in una Scuola Argento, è tormentata dai dubbi: sebbene abbia accolto diversi alunni provenienti dalle Scuole Verdi, non ha mai visto qualcuno tornare dalle Scuole Gialle. 
E ora anche lei è una di quei genitori: sua figlia Freddie ha ottenuto un risultato troppo basso e le verrà portata via. Senza esitare, Elena si fa bocciare al test Q per insegnanti e viene trasferita nella stessa Scuola Gialla della figlia...


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SOPRAVVIVI ALLA NOTTE di Riley Sager

Novembre 1991. Charlie Jordan ha incontrato Josh Baxter alla bacheca del campus per condividere il 
Time Crime
trad. A.Mattiello
312 pp

lungo viaggio verso l’Ohio; ora è in macchina con lui, che è praticamente uno sconosciuto per la ragazza. 
Entrambi hanno buone ragioni per voler andarsene. Per Charlie, è il senso di colpa e il dolore per lo scioccante omicidio della sua migliore amica, che è diventata la terza vittima dell’uomo conosciuto come il Killer del Campus. 
Per Josh, il motivo è aiutare a curare il padre malato, o almeno così dice. 
Più tempo passa seduta sul sedile del passeggero, più Charlie si accorge che Josh ha qualcosa di sospetto, dai buchi nella sua storia sul padre al fatto che non vuole che lei curiosi nel bagagliaio. 
Mentre viaggiano su un’autostrada vuota nel cuore della notte, una Charlie sempre più ansiosa comincia a temere di essere finita in auto con il Killer del Campus e non ha né un posto in cui fuggire né un modo per chiamare aiuto.
Josh è davvero pericoloso? 
Intrappolata in un terrificante gioco del gatto e del topo, che si svolge su strade nere come la pece e in parcheggi illuminati al neon, Charlie sa che l’unico modo per vincere è sopravvivere alla notte.

lunedì 13 febbraio 2023

❤ RECENSIONE 💔 I NOSTRI CUORI PERDUTI di Celeste Ng



In un tempo che non è poi così futuro ma, anzi, fin troppo vicino e simile al nostro, a seguito di una profonda crisi economica, il governo degli Stati Uniti ha deciso di difendere le proprie radici culturali  imboccando la strada del fanatismo e dell'odio interrazziale, perseguitando e allontanando tutto ciò che è asiatico, intervenendo in particolare sulle famiglie, separando genitori ritenuti sovversivi dai loro figli.
Il giovane protagonista è costretto a crescere senza sua madre e, come lui, tanti altri giovani e innocenti cuori perduti, separati con la forza dalle mamme e dai papà.


I NOSTRI CUORI PERDUTI
di Celeste Ng



Ed. Mondadori
trad. F. Aceto
384 pp

Bird - il cui vero nome è Noah, ma sua madre l'ha sempre chiamato Bird e per lui questo è l'unico nome con cui si identifica - ha dodici anni e vive a Cambridge, nel Massachusetts, con suo padre Ethan, un ex linguista ora impiegato nella biblioteca universitaria di fronte a casa. 

Padre e figlio vivono un'esistenza alquanto solitaria, quasi del tutto priva di relazioni sociali, fatta eccezione per quelle a scuola e al lavoro.
La loro quotidianità è scandita sempre dalle medesime attività e tra i due regna, costante, un pesante silenzio: quello di chi avrebbe un sacco di cose da dirsi e da chiedere, ma sa che è meglio tacere.

Bird, ad esempio, ha moltissime di domande in testa circa la sua mamma, Margaret: perché se n'è andata? Perché non ha fatto mai sapere dov'è, neanche con una telefonata o un messaggio? Tornerà mai? Pensa qualche volta a Bird e ad Ethan, o si è rifatta una vita chissà dove e con chissà chi?
Ma sua madre gli ha mai voluto davvero bene??

La donna è andata via da un giorno all'altro, in circostanze misteriose, quando lui aveva solo nove anni; era una poetessa di origini cinesi ed è stata proprio una sua poesia a metterla in cattiva luce davanti al governo americano, in quanto quei suoi pochi versi ("ridateci i nostri cuori perduti") erano diventati lo "slogan" dei gruppi di dissidenti che manifestavano contro le leggi in vigore. 

Leggi autoritarie, denominate con la sigla PACT (Preserving American Culture and Traditions Act): un insieme di norme volte alla difesa della cultura e delle tradizioni americane, il che implica la messa al bando di tutto ciò che non è americano, compresi i libri o le forme d’arte "non allineati", giudicati pericolosi perché contrari allo spirito patriottico, nazionalistico.

Ma dove affonda le radici questa esterofobia che da subito si converte nell'avversione e nella paura verso  tutto ciò che proviene dalla Cina?

Tutto è partito dalla crisi economica, la peggiore degli ultimi decenni; cosa l'ha causata: la speculazione, l’inflazione...? Gli esperti non ne sono convinti e, da lì a breve, i vecchi risentimenti e il desiderio di individuare qualcuno da incolpare non tardano a venire a galla e "nel giro di pochi anni si decise che questo qualcuno era la Cina: la perenne minaccia gialla. Da quel momento per ogni caduta, per ogni frattura provocata dalla Crisi si sarebbe data la colpa ai sabotatori cinesi."

E fu così che, in modo quasi impercettibile, il racconto della Crisi aveva cominciato a cristallizzarsi e sempre più persone - dagli economisti agli operai - arrivarono a dire: chi è che se la sta passando bene grazie al nostro declino? Gli sguardi e le dita accusatori puntarono decisi verso est: la Cina e, pian piano, tutto ciò che è asiatico, si trasformò nel mostro da tener lontano per il bene di tutti.

Uno degli interventi precipui per salvaguardare la sicurezza nazionale colpisce le famiglie perché, si sa, è dal nucleo famigliare che partono l'educazione, la trasmissioni di valori, principi..., e sono le singole famiglie a formare la società, ergo, bisogna agire su di esse prima che su qualsiasi altro aspetto sociale.

Vengono individuate quelle case in cui ci sono uno o entrambi i genitori cinesi, filo-cinesi o anche soltanto contrari al PACT: i figli di questi soggetti vanno tolti ai genitori e “ricollocati” in altre famiglie di americani fedeli, patriottici.

In questo clima di paura, Bird - consapevole di essere per metà un bimbo di origini cinesi - sa che non deve fare domande e non deve neppure nominare sua madre; suo padre è stato chiaro: Noah deve dimenticare la mamma e non deve neppure nominarla, ma fingere che ella non ci sia mai stata.
Entrambi non vogliono più dover sentire la mancanza di cose e persone che non potranno mai riavere.

"Tutti sapevano che la madre di Bird era una persona di origine asiatica. Le autorità non facevano che sottolineare che essere un PAO – Person of Asian Origin – non era di per sé un reato. Il presidente ribadiva che il PACT non era una questione di razza, ma di patriottismo e di mentalità."

Bird, negli ultimi tre anni, non ha fatto che mettere quella mamma amata - che l'ha abbandonato senza spiegazioni - in un cantuccio buio del cuore; è andato avanti giorno per giorno quasi rinnegando lei e quella sua passione per il raccontare storie, cercando di obbedire all'unico genitore rimastogli, che altro non fa che vivere sempre in penombra, a testa bassa, come se volesse rendersi invisibile.
E Bird deve fare altrettanto: "Non attirare l’attenzione. Tieni la testa bassa. Se vedi che le cose si mettono male, tu va’ nella direzione opposta"

Bird a scuola è guardato con sospetto, disprezzo, diffidenza, perché tutti sanno chi è Margaret Miu: sua madre, la poetessa cinese, la sovversiva antiamericana; non ha amici e l''unica coetanea con cui ha legato è Sadie.
Sadie è stata tolta alla sua famiglia originaria (filo-cinese) e affidata a diverse famiglie di fedelissimi americani; ma la ragazzina ha un carattere ribelle e non si arrende: lei vuol cercare i propri genitori e tornare da loro!

Un giorno accade qualcosa che comincia a creare crepe in quella quotidianità piatta e priva di emozioni in cui Bird è rinchiuso: riceve una lettera al cui interno c’è un foglio costellato di minuscoli gatti disegnati.
Bird capisce che si tratta di un messaggio in codice che gli ha inviato sua madre. 

Allora non l'ha dimenticato! E cosa sta cercando di suggerirgli attraverso quei gatti?

Un po' alla volta, un turbine di sensazioni, sentimenti, ricordi - dapprima confusi, poi via via sempre più nitidi - si riaffaccia prepotentemente nella sua mente: la sua mamma, così brava a raccontargli storie interessanti, a usare le parole per aprire preziose fessure da cui potesse entrare la magia, riempiendo il mondo di possibilità e conferendogli senso.

Ormai curioso di vederci chiaro, Bird inizia un'affannosa ricerca per ritrovare Margaret, partendo proprio dalle storie che lei gli raccontava da piccolo e, attraverso una rete clandestina di bibliotecari che aiuta le famiglie dei bambini rapiti, il ragazzino approda a New York e lì capirà tante cose di questo periodo strano e della società in cui sta vivendo e, soprattutto, potrà ricevere finalmente le risposte alle tantissime domande che da tempo desiderava poter rivolgere alla madre.

"I nostri cuori perduti" è un distopico che, come dicevo, non è collocato in un futuro lontano e diverso dal nostro, per cui non è affatto difficile immaginarlo né ipotizzare che ciò che viene narrato sia verosimile e fattibile: può succedere che gli USA (e non solo, certo) sviluppino un odio profondo verso la Cina tanto da tagliare i rapporti con questa nazione? Tanto da "perseguitare" con leggi fatte ad hoc chiunque sia associabile ad essa? Tanto da togliere dei figli ai propri genitori se, secondo il governo, ce ne sono le condizioni e con la motivazione di proteggere i bimbi e la comunità?
Beh, credo che la risposta sia sì: è possibile, non è nulla di fantascientifico.

L'atmosfera vissuta in questa parte di mondo è apparentemente placida, "normale", quasi noiosa..., ma in realtà si percepisce che sotto quella presunta tranquillità, dietro quell'ordine e quell'obbedienza alle leggi, si celano sentimenti di diffidenza, pregiudizi verso il diverso (chi ha gli occhi a mandorla sa che non può stare proprio tranquillo, e lo stesso Bird è tra questi...), paura del vicino impiccione, un eccesso di prudenza nel parlare, nell'esternare pensieri ed opinioni discordanti col rischio che qualcuno faccia una segnalazione alle autorità.

Protestare? Ovviamente non c'è spazio per i ribelli: bisogna puntare all'unità nazionale a tutti i costi, e l’unità necessita di un nemico comune su cui sfogare la rabbia e che impersoni tutte le peggiori paure della gente.

Questo romanzo ha un ritmo placido, non toglie il fiato ma instilla in modo sottile un vago senso di inquietudine verso un modo di vivere che è identico al nostro, se non fosse che ci sono troppe case all'interno delle quali si vivono tragedie, separazioni, arresti, rapimenti nel cuore della notte.
Troppi cuori perduti, sparsi nel territorio statunitense; troppi genitori che piangono figli che non possono più crescere, amare, proteggere.
Tutto mentre il mondo sta a guardare queste ingiustizie.

Metafora struggente e autentica di come la paura del diverso e la voglia di trovare un capro espiatorio davanti a problemi troppo grandi, siano dietro l'angolo e possano da un momento all'altro stravolgere intere esistenze, il libro della Ng racconta anche il coraggio di continuare a coltivare la speranza in tempi bui mantenendo il cuore intatto, nonché il potere dell’amore feroce e forte di una madre cui viene toccato il proprio bambino.

Le battute finali sono potenti nel loro essere commoventi e intense.

Consigliato, mi è piaciuto molto per la scrittura limpida, delicata e fluida, che diventa però uno strumento vigoroso e incisivo per denunciare un rischio concreto e da non sottovalutare: lasciare che modi di pensare pericolosi, discriminatori, razzisti, possano condizionare i singoli e interi Paesi, con effetti davvero terribili e inumani. 


ALCUNE CITAZIONI

"Forse, pensa, la vita è proprio questo: una lista infinita di errori che non cancellano certo le gioie, ma che semplicemente le ricoprono, mescolandosi con esse, tutti i piccoli momenti che compongono il mosaico di una persona, una relazione, una vita."

"Volevo che tu non fossi solo la pianta che cresceva, ma la persona che la faceva crescere. Volevo che avessi potere sulla tua vita, che indirizzassi la tua energia verso ciò che deve venire, rivolto verso la luce. (...) 
Sei uno che sa prendersi cura degli altri, proiettato verso il futuro; e sei un lottatore, difendi quello che già c’è."

"Quand’è che si può considerare conclusa la storia di qualcuno che ami davvero? Finiamo per rigirarci tra le mani i nostri ricordi più preziosi, fino a consumarli, per poi riscaldarli di nuovo con il calore del nostro corpo. Passiamo le mani sulle curve e sulle cavità di ogni dettaglio che abbiamo, li memorizziamo, li snoccioliamo tutti in continuazione anche se già li conosciamo intimamente. Chi mai pensa, cercando di evocare il volto della persona amata che non c’è più: basta così, ti ho guardato abbastanza, ti ho amato abbastanza, abbiamo avuto abbastanza tempo, tutto quello che c’è stato è stato abbastanza?" 

venerdì 21 ottobre 2022

📚 Anteprima NN Editore - SLEEPWALK di Dan Chaon

 

Vi segnalo un'anteprima NN Editore che, personalmente, mi incuriosisce non poco.

È il nuovo romanzo di Dan Chaon, Sleepwalk,  in arrivo in tutte le librerie il 31 ottobre!


È la storia di Will Bear e del suo viaggio

Ed NN Editore
Trad. S. Castoldi
320 pp
USCITA
31 OTTOBRE 2022

attraverso un'America tanto devastata da essere quasi irriconoscibile.

Will Bear ha cinquant'anni e vive fuori dal mondo, viaggiando con il camper "Stella Polare" attraverso un'America distopica controllata da droni e uomini potenti.

Non ha mai avuto un vero lavoro, non ha mai pagato le tasse, non ha mai avuto una relazione seria.
Bonario scagnozzo con un passato complicato e solitario e una passione per  l'LSD, Will trascorre il suo tempo facendo commissioni, a volte losche e spesso pericolose, per un'organizzazione potente e spietata su cui si fa poche domande.

Quando riceve la telefonata di una certa Cammie, che gli dice di essere sua figlia e di essere in pericolo, comincia a dubitare di tutto quello in cui ha creduto fino a quel momento, diradando sempre di più la foschia che avvolge il suo passato.

In un viaggio senza sosta, Dan Chaon ci racconta un paese che ha perso ogni traccia di morale e senso del futuro, si interroga su dove siamo stati, dove stiamo andando e sui legami che ci portiamo dietro, a prescindere da quanto lontano viaggiamo per evitarli o quanto abilmente proviamo a nasconderli.

sabato 14 agosto 2021

** SEGNALAZIONI ** Novità estate 2021 (romance, distopia, racconti)



Buongiorno, lettori!

Oggi vi lascio le segnalazioni di alcune recenti pubblicazioni.

È disponibile dal 12 Agosto "Baci, libri e qualche cadavere" di Maria Letizia Musu, una commedia romantica, dove nessuno è come sembra e tutti sono sospettati.

Prezzo 2,99 € 
In offerta a 0.99 €
Genere: Umoristico/Rosa/Thriller
Pagine: 280
 Autoconclusivo

Trama

Alessandra ha deciso di lasciare Leonardo, il rapporto è entrato in un fase di stanca e lei crede sia arrivato il momento di prendersi una pausa. 

Mentre fa una ricerca su Google con lo scopo di trovare le frasi giuste per spezzargli il cuore, legge per
caso nella pagina dei morti che è passato a miglior vita Pierugo Casti, il vecchio librario di Ossilo, paese dove lei ha trascorso molte estati della sua fanciullezza.

Decide così, di punto in bianco, di partire per quel paesino di mille anime e le ragioni sono quattro. La prima è la convinzione che il vecchio librario sia morto da tempo e che dunque la datazione della sua morte sia decisamente antecedente; la seconda è perché vuole rincontrare Luca, il suo primo amore, ‘quello bello e selvaggio, dal sorriso irresistibile e l’aria da pirata dei sette mari’; la terza è perché un’inaspettata telefonata la informa di esser stata nominata nel testamento dell’uomo; la quarta è perché, così, ha una scusa per stare lontana da Leo senza far ricorso a Google.

Ma Ossilo non è più il paesino silente che ricorda e ben presto la sua vita verrà stravolta da uomini  misteriosi, omicidi e pallottole volanti.

Maria Letizia Musu è nata a Cagliari il 12 febbraio del 1966, attualmente risiede a Quartu Sant’Elena con la sua famiglia. Insegna da più di 25 anni Lettere in una scuola media della sua città.
Dopo alcuni anni di esperienza con una piccola CE, ormai da tempo si affida al self publishing.
Ha all’attivo 16 pubblicazioni, tra romanzi e racconti. Romanzi. Storici/Fantasy: Nemici (I Giorni dell’Odio, I Giorni della Vendetta, I Giorni della Giustizia, I Giorni della Tempesta); Burgos (I Quattro Regni, La Foresta Stregata, L’Ultima battaglia) Humor: Non mettetemi fretta Rosa/Humor/Giallo: Grazie Per la Bruttissima esperienza, Appuntamento al buio Lavori brevi. Narrativa: Aspettando il Principe Azzurro (se non fosse per la calzamaglia aderente); Ci amiamo da morire (ma non è detto che sia una buona notizia); Prof, posso andare in bagno?; Prof, posso chiamare a casa?; Gigi Riva non si tocca; Dettagli rilevanti.


*****

Dopo il successo del romanzo d’esordio, “Oniria”, Mara Aldrighetti torna in libreria con una raccolta di racconti, “Dalla pianura al mare” in cui il racconto dei protagonisti e dei luoghi in cui avvengono le vicende narrate sono il frutto di una visione onirica della narrativa. 
Intrecci Ed.
121 pp
10 euro


“Dalla pianura al mare” - in libreria dal 6 agosto - è una raccolta di racconti scritti in luoghi e tempi
diversi, alcuni brevi “come una fucilata”, altri lenti “come una notte d’autunno”, che delineano uno scenario narrativo che accompagna e culla il lettore proprio come le onde del mare.
Il titolo è anche un chiaro riferimento alla coraggiosa scelta di vita della Aldrighetti, che dal 2012 ha lasciato il Veneto per trasferirsi in Sicilia:

“È stata una scelta coraggiosa e forse anche un po’ incosciente. Non conoscevo nessuno, ero sola in luoghi dove non ero mai stata, ma a distanza di quasi dieci anni non me ne pento. È stata un’ottima occasione per allargare i miei orizzonti, conoscere stili di vita radicalmente diversi da quelli in cui sono cresciuta.”

Questo approccio originale e coraggioso alla vita si riflette nella scrittura di Mara, che ci regala storie visionarie, magiche, radicate nella realtà ma che la sua penna sa trasformare in esperienze oniriche.

L'autrice.
Mara Aldrighetti nasce nel 1958 a Verona. È laureata in Pedagogia. Dipendente dal 1983 per il MIUR, ha lavorato fino al 2012 in Veneto per poi trasferirsi in Sicilia.
Appassionata lettrice, nel 1995 pubblica alcuni racconti per bambini con una Casa Editrice di Verona.
Ama leggere e scrivere, osservare le persone, capirne le caratteristiche. Colleziona emozioni e storie che poi rielabora nei suoi scritti; ama ascoltare musica e tiene sempre la radio accesa. Le piace stare da sola, ma non disdegna le buone compagnie con cui passare qualche bella serata



*****


A taste of death. Assaggio di morte di Daniele Ossola (Elison Pub.) è un romanzo che ha avuto origine da un casuale contatto con un signore dall’aspetto giovanile, bello, distinto, sempre accompagnato da un cane. 
Spiega l'Autore che.... "Entrati in confidenza, mi raccontò di essere francese, da ragazzino mandato al riformatorio dove subì violenze sessuali da parte di un istruttore il che lo portò a odiare l’essere umano e ad amare in modo ossessivo gli animali.
Ho scritto il romanzo partendo da specifici riferimenti psicologici e neuro-chirurgici. Ho trasformato questo mio contatto in un professore che cerca persone super ricche disponibili a sperimentare, in attività, le forti sensazioni che possono scaturire da una morte violenta. Studia come estrarre tessuti da cadaveri legati a diverse tipologie di decessi traumatici trapiantandoli su persone vive. 
L’obiettivo è certificare e verificare, in modo che si possano poi raccontare le sensazioni e le emozioni provate in occasione di queste morti simulate. Chi è rimasto ucciso a causa un trauma violento, non è mai riuscito a svelare gli ultimi secondi della sua sofferenza.
Le storie “distopiche” sono sicuramente scomode se aiutano a riflettere perché ci spingono a uscire dalla nostra comfort zone."

domenica 21 febbraio 2021

Segnalazione novità: distopico-fantasy

 

Buona domenica, lettori!!

Oggi vi segnalo un paio di uscite, una distopica, l'altra fantasy.


In Elbrus di Giuseppe Di Clemente e Marco Capocasa
il riscaldamento globale sta producendo ormai effetti devastanti, tanto da compromettere seriamente la sopravvivenza dell’umanità e di tutte le specie animali e vegetali del pianeta Terra. Nel costruire questo scenario gli autori si sono basati sui risultati dei più recenti studi di climatologia, in particolare sul lavoro di Patricia Nayna Schwerdtle et al., Human mobility and health in a warming world, pubblicato nel gennaio 2019 sul Journal of Travel Medicine e sull’interessante studio di Chang-Eui Park et al., Keeping global warming within 1.5° C constrains emergence of aridification, pubblicato nel gennaio 2018 dalla rivista Nature Climate Change.

Se il riscaldamento globale è il tema che fa da sfondo al romanzo, la sua trama è invece legata a doppio filo ai progressi della genetica e della genomica umana. In particolare, si è guardato allo sviluppo delle biotecnologie e dei più moderni metodi di manipolazione genetica, ispirandosi alla tecnologia di editing genomico denominata CRISPR-Cas9, messa a punto nel 2012 da Emanuelle Charpentier e da Jennifer Doudna.


LINK CASA EDITRICE   LINK AMAZON


Anno Domini 2113. La Terra è al collasso. I cambiamenti climatici prodotti dal riscaldamento globalehanno determinato nuovi equilibri geopolitici. Il sovrappopolamento e le migrazioni di massa verso i paesi “non più freddi” sono parte di un problema più esteso: l’imminente scarsità di risorse che permettano il sostentamento del genere umano nel prossimo futuro. L’esplorazione spaziale ha fallito nel suo obiettivo fondamentale, la fondazione di colonie autosufficienti dove l’Uomo del futuro potesse emanciparsi. 
Gli ostacoli non sono quelli dovuti alle tecnologie disponibili, ma alla natura stessa della specie umana. 
Ma la soluzione è dietro l’angolo e viene da un altro sistema solare, dalle cui profondità siderali, decine di anni più tardi, un messaggio risveglierà il Viaggiatore e con lui tutti i suoi simili


Gli autori.
Giuseppe Di Clemente nasce a Roma nel 1976. Appassionato fin da ragazzo di astronomia e fantascienza, la necessità di comprendere talune dinamiche della nostra esistenza lo porta a conseguire la laurea in economia, il che dà un’ulteriore impronta alla sua personalità, contribuendo a una visione complessa e contraddittoria del mondo. Nasce così il suo primo romanzo Oltre il Domani (L’Erudita – Giulio Perrone Editore, 2019), un racconto trasversale, dove la fantascienza è genere e pretesto per interrogarsi sul futuro degli uomini.

Marco Capocasa, antropologo molecolare, deve la sua passione per la fantascienza alle letture dei classici di questo genere. Laureato in Scienze Biologiche e in Antropologia Culturale, successivamente ha conseguito un dottorato di ricerca in Antropologia Molecolare. Autore di decine di articoli su riviste scientifiche internazionali, insieme a Giovanni Destro Bisol ha recentemente pubblicato due libri di divulgazione scientifica: Italiani. Come il DNA ci aiuta a capire chi siamo (Carocci, 2016) e Intervista impossibile al DNA. Storie di scienza e umanità (il Mulino, 2018). Elbrus è il suo esordio nella narrativa del fantastico.

***


"La Strega di Yorkland" di Fabrizio Braggion ed è un romanzo di genere fantasy che tratta tematiche forti ed estremamente delicate come il bullismo, la solitudine e l'emarginazione sociale; è una storia di amicizia, amore, di tormenti e di perdono.

"Tutti smettono di lavorare e mi guardano allibiti. Lei resta in silenzio. Pare stupita. Gliela lascio e noto una scritta intagliata nel legno che recita: "banco della strega." Non ho idea di che si tratti. Forse è solo una vecchia incisione." Ti conviene regalargliela se non vuoi prenderti qualche maledizione". Mi consiglia Chris mentre torno al mio posto."


domenica 24 gennaio 2021

Segnalazione e recensione: LORO TORNERANNO di Luca Tescione.

 

Buongiorno, cari lettori.

Oggi torno qui sul blog per presentarvi un racconto che, pur nel suo essere breve, si lascia leggere ed apprezzare per la penna struggente ed intensa dello scrittore.

LORO TORNERANNO di Luca Tescione


Siamo in un anno non precisato ma presumibilmente futuro in cui sulla terra è accaduto qualcosa che ha stravolto la vita degli esseri viventi, umani e non.

Il protagonista è un cane, rimasto solo all'interno di uno scenario dai tratti apocalittici, dove la natura rigogliosa è ormai un lontano e sconfortante ricordo.

La prima informazione che ci viene data è che "gli umani erano partiti anni prima" e a testimonianza della loro assenza c'è una navicella, triste reperto di un'umanità fuggita e che s'è lasciata alle spalle un teatro di desolazione e solitudine.

E il cane è lì, tra macerie e silenzio, ad aspettare che loro ritornino.

Adesso che è solo può permettersi di pensare e valutare questi umani, capaci di creare, dar corpo a fantasia ed immaginazione, intelligenti e "tecnologici", sì, ma anche tanto strani...: poco comprensivi ed empatici, violenti, nevrotici, irrispettosi verso la vita.

Cosa resta a questo esserino con la coda se non sognare? Forse proprio la sua inclinazione a vagare con la mente tra mondi diversi e possibili ha segnato il suo destino, facendo sì che ci si dimenticasse di lui.

Ma c'è qualcuno, anzi qualcosa, che non l'ha abbandonato: la Speranza.

Quella stessa speranza che ha guidato gli uomini ad essere curiosi, desiderosi di conoscere, progredire, di non mollare.

"Se fosse venuta meno la speranza, l'esistenza di ciascuno avrebbe perso ogni senso, nessuno avrebbe più desiderato fare alcunché, chiunque avrebbe rinunciato a prodigarsi per qualsivoglia scopo".

E adesso che gli è rimasta solo la speranza - insieme ai ricordi di un mondo che sembra perduto per sempre -, al nostro intelligente protagonista non resta che cercare di assecondare la propria voglia di migliorare, di continuare a prepararsi così che, se loro dovessero tornare, lo troverebbero pronto.

Un incipit distopico, uno sfondo da "fine del mondo", in cui l'assenza del genere umano - alla ricerca di una nuova esistenza su un'altra terra (forse perché questa l'ha rovinata egli stesso con la violenza, la mancanza di rispetto per natura e per i propri simili?) - si contrappone alla solitudine dell'unico superstite su questa nostra terra: un animale che, col suo fiuto infallibile, la sua commovente sensibilità, la sua capacità di osservare con saggezza questi umani pieni di creatività ma anche tanto capricciosi, spera contro ogni speranza che la vita ricominci, con nuovi profumi, colori, rumori. E quando questa rinascita succederà, egli sarà lì e sarà pronto ad accoglierla.

Come dicevo all'inizio, è un racconto intenso, che colpisce per lo stile delicato, poetico, che fa emergere la bellezza toccante di questo protagonista con la coda, che ci sembra di vedere mentre vaga da solo per luoghi che, se pur deserti e abbandonati, non gli impediscono di alzare gli occhi verso le stelle e di continuare a sperare e sognare.

E se c'è un sentimento che dobbiamo continuare a coltivare sempre, in ogni luogo e momento, è proprio la Speranza.


"Loro torneranno" è leggibile a questo link:

mercoledì 2 dicembre 2020

Novità libri autopubblicati (giallo, distopico, letteratura di viaggio)

 

Buongiorno, cari lettori!

Oggi vi presento alcune pubblicazioni appartenenti a diversi generi letterari: il romanzo storico, il giallo distopico, l'horror, racconti di viaggio.

Mi auguro possiate trovarli interessanti! ^_-


  • Partiamo dai libri di Milka Gozzer.



Il gatto di Depero di Milka Gozzer (Self-publishing, 214 pp, romanzo storico, LINK)
.

“La forma di quel suo gatto evocava qualcosa di umano. Il soggetto non aveva una posa docile, al contrario. Non so se si può dire di un gatto... all’epoca sarebbe parso di certo inappropriato, ma ora oserei dire che aveva personalità.”

"No se buta via niente", questo potrebbe essere il leitmotiv del romanzo.
Non si butta via l’abilità con il tornio della famiglia Nicoluzzi, di cui Mario, il nostro narratore, è degno erede; non la si butta via neanche quando una terribile guerra, la Grande guerra, ha letteralmente polverizzato tutto ciò che avevi e sei costretto a ricominciare da zero.
Non si buttano via l’amore per la vita, la fiducia negli altri, la gentilezza e la bontà d’animo, anche quando quella stessa guerra ti ha svuotato di ogni entusiasmo, di ogni speranza; anche quando la cattiveria e l’odio sembrano l’unico linguaggio rimasto agli uomini, come ci ricorda la tenace Lucia.
Non si buttano via i sogni, il talento, quel fuoco che brucia dentro a ogni artista (ma forse, in maniera diversa, a ogni essere umano, se lo si sa riconoscere) e che bruciava anche dentro Fortunato Depero, il protagonista inconsapevole di questa storia.

A causa, o piuttosto grazie a uno dei tanti bozzetti dispersi di quel genio futurista che Depero è stato, e a tutti gli equivoci a cui il suo ritrovamento ha dato vita, riscopriamo riga dopo riga l’artista, ingiustamente bistrattato dalla critica, l’uomo, ma soprattutto la persona dietro quella firma con la “D” a forma di scatoletta, in un intrecciarsi di storie nella Rovereto del Novecento, che restituisce uno spaccato vibrante e senza filtri della vita e del vivere di quegli anni.



Racconti di viaggio, racconti di vita di Milka Gozzer (Self-publishing, 155 pp, racconti di viaggio, LINK).

Tra storia e reportage, autobiografia e cronaca di costume, racconto e avventura, Milka Gozzer ci conduce in un percorso epico dal deserto della Namibia alle metropoli di Tokio e di Seul, dalla Bolivia alla Cambogia, dalla dittatura birmana alle crociate contro i catari, dalla terra delle badanti alla tecnologia di Taiwan, dal Golfo del Tonchino a Parigi.
Con un continuo e appassionato dialogo con le persone che incontra nei luoghi che attraversa, l’autrice compone ritratti di gente comune, regine, missionari, giornalisti, ma anche di confini visibili e invisibili, di ingiustizie del passato e del presente.
In questo modo, l’incontro con il cucciolo di uno sciacallo, il ritrovamento nel bagno di un aeroporto di un paio di occhiali di una modella famosa, la ricerca di uno strumento musicale a Kyoto, le tracce di una crociata in Francia diventano spunti narrativi per raccontare la realtà che viviamo.
Un viaggio in cui conoscenza e avventura si mescolano per aprire un’originale finestra sul mondo reale.



MeL di Milka Gozzer (Self-publishing, 205 pp, giallo distopico, LINK).


2049. Vero Coretti si gode una vecchiaia privilegiata, fino a quando la nipote non la
trova incosciente sul pavimento della stanza da letto. La donna è in coma e a occuparsi del suo caso sarà MeL, un’intelligenza artificiale.
Le indagini si rivelano però tutt’altro che semplici. L’unico indizio è una macchia scura a forma di cerchio sul braccio della vittima. Nel frattempo, il dottor Red approfitta in segreto della paziente per portare avanti un esperimento sulla memoria, riuscendo così a viaggiare nei ricordi della donna e a tornare al 2001, prima che le tempeste di sabbia radioattiva costringessero l’umanità a cercare rifugio per sopravvivere.
Fra le vicende investigative del 2049 e i ricordi di Vero Coretti di inizio millennio, l’autrice conduce il lettore nella vita di una donna che lotta per le sue passioni e per condannare l’ipocrisia di una società meschina e moralista.



  • Proseguo con i racconti di Gianluca Ingaramo.


Nocturna – Storie dal buio di Gianluca Ingaramo (Self-publishing, 275 pp, fantascienza, horror, racconti, LINK).

La seconda morte di un dittatore e la maledizione di una scultrice. Il sacrificio di un cavaliere e il ritorno a casa in un inferno radioattivo. La cancellazione dei ricordi e un quadro che raffigura paesaggi di un altro mondo. 
Così si possono riassumere alcune tematiche delle trentadue “storie dal buio” dell’antologia, che spaziano dall'horror alla fantascienza, dal futuro al medioevo, senza trascurare la stravolta quotidianità del mondo contemporaneo. 
Elemento in comune dei racconti è il persistente senso d’ansia e mistero, che ricrea l’atmosfera “notturna” cupa e densa come melassa in cui si muovono demoni, alieni e persone in carne e ossa: essi dovranno affrontare una trasfigurazione delle nostre stesse paure, su cui tutti siamo chiamati a riflettere.


Ultima segnalazione: 

Love Death Zombie di Nat Gray (Self-publishing, 78 pp, horror, zombie, LINK).

Antonio è un professore in pensione disposto a qualsiasi cosa pur di salvare la moglie Loretta dalla malattia che la costringe a letto, legata, ormai da settimane. 
Quando un rapinatore si introduce nella villa per derubare la coppia, la situazione precipita e il loro segreto viene portato alla luce. 
In un susseguirsi di eventi che gli sfuggono di controllo, Antonio si ritroverà a fare i conti con il criminale che lo ha attaccato, con una spietata organizzazione di traffico di organi da cui non può fuggire, e con la pandemia zombie che ormai incombe su tutto il mondo. 
Il suo fine ultimo, però, resterà sempre quello: proteggere Loretta. A ogni costo.

venerdì 12 giugno 2020

Anteprima Distopico/Sci-fi) COLLISIONE di Monica Brizzi



Buongiorno, lettori! 😉
Torno sul blog per segnalarvi in anteprima la prossima uscita dell'ultimo volume della trilogia di Monica Brizzi  "La Principessa dei Mondi", Collisione, un romance distopico con elementi fantasy e sci/fi edito Genesis Publishing.


Genere: romance distopico

Editore: Genesis Publishing 
Uscita: 26 giugno

Formato: ebook e cartaceo 
Prezzo: € 3,99 (ebook)


Sinossi

Il dolore si era trasformato in collera e rivalsa. La mia mente urlava una sola cosa: vendetta. Vendetta. Vendetta. E lo sputai, come un drago con il fuoco. Sputai ciò che desideravo e che bramavo con una nuova forza.
«Se siete stati voi... beh, sto venendo a prendervi.»

Maxilimilian Davis Hall e Niristilia Nerol della famiglia Neraides sono due leggende, tuttavia i popoli preferiscono acclamarli come Max, colonnello e capo dei ribelli terrestri, e Niris, principessa e futura regina di Mirika. E nessuno sa cosa il futuro ha in serbo per loro.

Il pianeta rosa ha bisogno di una guida, quello blu di risposte. Perché le domande si affollano intorno a H e Mirikantes e le spiegazioni sembrano sempre più confuse e oscure.

Nuove città, scoperte sconcertanti, perdite e addii. Tra una rivelazione e l’altra, Max e Niris dovranno cercare di tenere insieme i pezzi dell’universo e di loro stessi. Perché tutto sta per cambiare. E questa volta, sarà per sempre.

Collisione, volume conclusivo della trilogia romance-distopica "La Principessa dei Mondi", si prepara a fare giustizia laddove è sempre stata negata e a collegare due mondi apparentemente troppo distanti. Max e Niris vi aspettano per raccontarvi il loro strabiliante e rocambolesco epilogo.


La serie è composta da:
La Terra - La Principessa dei Mondi #1
Mirika - La Principessa dei Mondi #2
Collisione - La Principessa dei Mondi #3


L'autrice.
Autrice. Moglie. Mamma. Lettrice. Docente. Adora inventare storie e scriverle. Ha sempre sonno e lo dice con frequenza. Per sopperire alla mancanza di argomenti riguardo a se stessa finisce spesso per parlare di cibo. O del tempo. Oltre che della trilogia La Principessa dei Mondi, è autrice di Ogni singola cosa, Amore, libri e piccole follie, È qui che volevo stare e Innamorarsi ai tempi della crisi.


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venerdì 5 giugno 2020

Segnalazioni editoriali (giugno 2020)




Cari lettori, oggi voglio presentarvi un paio di libri che mi sono stati segnalati.


Il primo è un distopico dai tratti oscuri e un po' spaventosi, che racconta di un protagonista destinato a essere l'anomalia che rischia di mandare in frantumi il sistema.


WALTER T.

di Davide Di Lodovico


Editore: Lisciani Libri
Collana: I romanzi della Black List
Data di uscita: ottobre 2020
Pagine: 240
€ 14,90 
Se tutta l’esistenza fosse un inganno. Se tutto, attorno a te, apparisse falso, artefatto. 
Se fossi l’ultimo, autentico, essere umano libero della Terra, saresti disposto a sacrificare la tua libertà per farne nuovamente dono al resto del genere umano?


Walter T. è un novello Prometeo, costretto a rivivere i ricordi più dolci e più atroci della propria esistenza. 
Ed è vecchio. Vecchio abbastanza per ricordare com’erano le cose prima. Per ricordare Umberto F., Nevia D., Pablo R. e il progetto RE-BOOT. 
Tra meta-umani e big data, si dipana un intrigo vecchio di decenni. Una narrazione a mezza via tra 20Century Boys e V for Vendetta, in un futuro distopico non troppo distante dal nostro presente.

L’AUTORE
Davide Di Lodovico si occupa da anni di editoria, sia come autore sia come editor; ha pubblicato per Lisciani Libri i romanzi Pinocchio Jamaal (2018), La fuga (2019) e Il cavallo di Troia (2019). Con lo pseudonimo Dave Lodi ha anche pubblicato e curato l’adattamento in italiano moderno delle fiabe non censurate, tradotte da Collodi: Cenerentola (2019) e Barbablu & Le fate (2019). Parallelamente al lavoro editoriale, conduce anche un’importante attività come produttore musicale nell’ambito della musica elettronica. Va ricordato il brano Under Control, colonna sonora del film Effacer L’historique (Orso d’Argento al festival di Berlino 2020)
.



GIALLO SOLIDAGO
di Simone Censi

Genere: Giallo 
Pagine: 182 
Prezzo libro: 15,30 euro 
Data di uscita: 29 MAGGIO 2020

FINALISTA AL PREMIO “1 GIALLO X 1.000” II EDIZIONE 



Ambientato nell'entroterra marchigiano, nel piccolo paesino di Borgo Alba dove la gente non ha altro da fare che annoiarsi e di noia morire, avviene un duplice omicidio alla stazione ferroviaria. 
Per un caso del genere serve un Commissario che sovverta l’ordine costituito: proviamo a rovesciare la partita, prendiamo il Commissario Morelli, un incapace, un vero inetto tanto che senza il suo aiutante Segapeli sarebbe perduto. 
Rispetto a tutti gli altri suoi colleghi che si fermano a mangiare nei retrobottega dei ristoranti bevendo ottimi vini, lui mangia cibo cinese d’asporto che gli viene recapitato da un corriere con gli occhi a mandorla che non perde occasione di insultarlo, beve birra in lattina ed è fedele e innamorato della moglie che lo ricambia con profondo odio a causa del trasferimento in un commissariato sperduto e comunica con lei attraverso post it gialli appesi al frigo sempre vuoto. 
Senza metodo, maldestro, guascone, scorretto, sarà lui a risolvere il caso o forse sarà il caso a risolvere lui?

L'AUTORE
Marito e padre, laureato in Scienze Politiche e Giurisprudenza, impiegato, Simone Censi ha pubblicato il romanzo “Amico, Nemico” (Montag) nel 2015 e il romanzo “Il Garzone del Boia” (Elison Publishing) nel 2018.

lunedì 2 marzo 2020

I libri che vorrei (febbraio 2020)




Tre libri che mi sono appuntata e che mi piacerebbe leggere!

I primi due ruotano attorno al tema tristissimo dell'infanzia rubata: in A bocca chiusa leggiamo il racconto di come nasce un assassino, addentrandoci tra i suoi deliri, e partendo da un’infanzia di violenze e privazioni, sfociamo in un finale tragico e surreale; nel secondo, Eravamo solo bambini, c'è una storia di maltrattamenti psicofisici verso dei poveri orfani, da parte di chi dovrebbe prendersi cura di loro; l'ultimo è totalmente un altro genere, in quanto siamo nel campo dell'ucronia (narrativa fantastica basata sul presupposto che un determinato avvenimento storico abbia seguito un corso alternativo rispetto a quello reale) mista a distopia: anticipando Orwell e Atwood, La notte della svastica affronta il tema del rapporto tra biologia e potere, tra violenza e sessualità, e quello che emerge in modo più inquietante dalle pagine di questa scrittrice (che a quel tempo pubblicò l'opera con uno pseudonimo maschile) è la riduzione della donna ad una macchina finalizzata a procreare soldati, il disprezzo misogino, la distruzione di memoria e identità personali.




A BOCCA CHIUSA di Stefano Bonazzi (Fernandel, 256 pp,15 euro)

«Credo che la morte abbia le sembianze di un signore distinto. Abiti scuri, scarpe lucide. Con i
capelli bianchi come la neve, il viso pulito, senza barba né baffi. Me lo immagino camminare per le strade con un branco di cani neri al guinzaglio. Sono scuri come pantere, con le orecchie basse, sempre furiosi. Non fanno altro che sbavare e urtarsi tra loro per stare in testa al branco. Sono affamati e ringhiano contro chiunque passi loro vicino. Il signore distinto ce la mette tutta per tenerli al guinzaglio, ma ogni tanto uno gli scappa e la bestia si fionda indemoniata verso il primo disgraziato che incontra sul suo cammino. Gli salta addosso e gli strappa via l’anima a morsi. È così che muoiono le persone».

L' afa d’agosto è insopportabile, soprattutto quando hai dieci anni e sei costretto a startene chiuso in casa con il nonno, una belva in gabbia la cui violenza trova sfogo su di te. E se non puoi frequentare gli altri bambini, anche tu diventi un animale solitario, destinato a crescere somigliando ogni giorno di più al tuo aguzzino.
Così finisci per accogliere il seme del male.
Lo covi per anni, lo senti germogliare, finché non spunta il desiderio di vendetta. 
Ma se la persona che ti ha allevato, trattandoti come una bestia, ora è morta, devi scegliere qualcun altro su cui sfogare la tua rabbia...



IL NIDO DEGLI ANGELI. ERAVAMO SOLO BAMBINI di Massimo Polidoro (Piemme, 256 pp).

.
Lo chiamano "il nido degli angeli" perché è un istituto che accoglie bambini senza famiglia.
Mario è uno di loro, ha dodici anni ed è solo al mondo. Quando vi arriva, ha già alle spalle una lunga esperienza di brefotrofi e collegi, ma spera di trovare finalmente calore umano e affetto. 
Tanto più che la direttrice, una ex suora che gode fama di donna caritatevole, afferma di voler essere per i suoi sfortunati ospiti "la mamma che non hanno mai avuto". 
La realtà è ben diversa. 
Quello che Maria Diletta Pagliuca dirige con spietata crudeltà è un vero e proprio inferno in cui i bambini devono fare i conti con la fame, il freddo, i maltrattamenti, le più infami punizioni corporali. Eppure la luce della speranza non si spegne, alimentata da gesti semplici e quotidiani. 
Mario riesce perfino a trovare un amico, Francesco. Insieme condividono piccole gioie e grandi sofferenze, ma una notte Francesco scompare e a Mario non resta che sperare che sia riuscito a realizzare il suo sogno di fuga. 
Molti anni dopo, i lavori di demolizione di quel luogo di dolore riaprono la ferita che non si era mai rimarginata. E Mario deve affrontare di nuovo i fantasmi della sua infanzia rubata.



LA NOTTE DELLA SVASTICA di  Katharine Burdekin (Sellerio, trad. A. Geraci, 323 pp, 15 euro).

Il Nazismo ha trionfato. Settecento anni dopo il pianeta si trova diviso in due soli potenti domini:
l'impero tedesco e l'impero giapponese. E nella parte tedesca si trova aggiogato a un'assurda religione, imposta dall'abolizione della memoria e nata dall'oblio di ogni scienza e tecnologia, arte, letteratura e filosofia. 
Il nuovo Credo ha deificato Hitler, trasformato in un dio mitologico, «non nato da grembo di donna, ma esploso dalla testa del padre suo, Dio del Tuono». 
Un mondo brutalizzato e brutale, ritornato a una specie di feudalesimo mistico, di cui le prime vittime, che non si possono del tutto eliminare, sono le donne. 
Eppure qualcuno, nella lunga notte dei secoli, è riuscito a custodire un barlume della memoria (un libro, una fotografia), estremo antidoto, ultimo riparo contro l'annichilimento dell'umano. 

"La notte della svastica" fu scritto, incredibilmente, nel 1937, cioè prima della Seconda guerra mondiale e prima dell'alleanza bellica tra il Giappone e la Germania. Immagina e prevede l'una e l'altra. E comprende del Nazismo un carattere che verrà rilevato decenni dopo: il legame strutturale tra il totalitarismo e il misticismo irrazionale. 
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