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giovedì 9 luglio 2020

Recensione: "IL FANTASMA DELL'ABATE. La tentazione di Maurice Treherne" di Louisa May Alcott



Amore, passioni, segreti, intrighi e tradimenti popolano le stanze di un'antica dimora, sorta lì dove anni prima c'era stata un'abbazia; ma a rendere l'atmosfera misteriosa ci pensa un'oscura e indefinibile presenza, che non sembra avere fattezze umane...


IL FANTASMA DELL'ABATE. La tentazione di Maurice Treherne.
di Louisa May Alcott



self-publishing
trad. I. Nanni
70 pp ca.
2.99 euro
Siamo nell'Inghilterra della seconda metà del XIX secolo.

Maurice è un giovanotto appartenente alla nobile famiglia inglese dei Treherne. 
Una volta rimasto orfano, viene accolto in casa dagli zii e stringe un vincolo particolarmente profondo con il cugino Jasper, suo coetaneo, con cui condivide piaceri e avventure tipiche dei giovani delle classi agiate.

Ma nel corso delle loro goliardiche avventure, è accaduto qualcosa di poco piacevole, anzi di decisamente tragico per il povero Maurice: durante il viaggio di ritorno da un soggiorno a Parigi (terminato prima del previsto a causa di uno scandalo....), la nave su cui si sono imbarcati per far ritorno a casa, naufraga.
Coraggiosamente, Maurice salva la vita al cugino rischiando la propria e resta paralizzato alle gambe, inchiodato ad una sedia a rotelle. 

A peggiorare la già deprimente e triste condizione del povero Treherne si aggiunge l'inspiegabile scoperta che il vecchio zio che l'aveva accolto... l'ha diseredato e il giovanotto, povero e "storpio" , non può che affidarsi al buon cuore dello scapestrato cugino.

Ad essere sempre la stessa nei confronti di Maurice è Octavia, la sorella di Jasper, dolce amica che si prende cura del cugino invalido, mostrandogli affetto e vicinanza sinceri nel corso dell'anno successivo all'incidente. 

A muovere i gesti teneri di Octavia non è mai stata la pietà e neppure il semplice legame di  parentela: nel suo cuore nutre per Maurice un amore puro, che vorrebbe vedere ricambiato... e così sarebbe se non fosse che Maurice si rende conto di dover rinunciare alla bella cugina per non rovinarle la vita...
Lei così cara e dolce... come viverebbe accanto ad un uomo non solo confinato su una carrozzina ma per di più senza il becco di un quattrino? Che futuro potrebbe garantirle?

La stessa Lady Treherne, mamma di Jasper ed Octavia, per quanto voglia bene al nipote, cerca di fargli comprendere la necessità di non dichiararsi alla ragazza, ma di lasciarla libera di frequentare, conoscere e forse fidanzarsi con qualcun altro, che potrebbe amarla e donarle un'esistenza felice e sicura.

Ed infatti, in quei giorni che anticipano la fine dell'anno, in casa di Jasper, c'è un giovanotto - Annon - che stravede per Octavia e che volentieri conquisterebbe il suo cuore.
Ma lo spasimante non è il solo ospite della casa: ci sono anche due amiche di Octavia e una coppia, il generale Snowdon e sua moglie Edith.
Quest'ultima è una donna giovane e affascinante e col marito compongono in realtà una coppia, a un primo sguardo, male assortita, visto che lei è ancora nel fiore degli anni mentre lui è anziano...

Sarà proprio la presenza di Edith a far tornare il passato - lei, Maurice e Jasper si sono conosciuti l'anno prima a Parigi - più minaccioso che mai, col rischio di rovinare irrimediabilmente i progetti di Maurice (circa una possibile unione con Octavia) e tentandolo in merito al mistero che circonda gli eventi di Parigi e che vedono coinvolta la stessa signora Snowdon.

Maurice è un uomo d'onore: le sue gambe saranno pure senza forza e lui un invalido, ma la sua coscienza è più che desta e sana, e gli impone di non venir meno alla parola data e di tenere per sè la verità, la stessa che, quando fu celata, indusse il defunto zio a levargli l'eredità ingiustamente...

Tutti gli ospiti della dimora trascorrono le mattine e le sere chiacchierando e ognuno coltivando un sogno d'amore dentro di sè: Annon si arrovella il cervello su come far innamorare di sé Octavia, la quale ama Maurice ma, per compiacere la madre, deve soffocare questo sentimento.
Jasper sta combinando qualcosa di losco con Edith, la quale ha occhi solo per Maurice e potrebbe essere disposta a commettere anche azioni scorrette pur di contrastare l'amore tra lui e la dolce Octavia...
E intanto, in alcuni angoli bui della villa, pare ci sia una presenza spettrale che si diverte ad apparire all'improvviso e a spaventare i poveri malcapitati che se la trovano davanti.

Effettivamente, spiega Jasper, c'è un'inquietante leggenda che grava sulla bella dimora dei Treherne e ha a che fare con un abate amareggiato e infuriato e di una sua sinistra maledizione...

Tutte sciocche superstizioni, adatte a donnicciuole impressionabili, e utili solo a rendere eccitanti le serate d'inverno davanti al camino, raccontandosi a bassa voce "storie di fantasmi"?

Può essere, eppure... a volte accadono degli eventi che, se anche la ragione ci spinge a non attribuirli a cause "sovrannaturali", hanno però elementi inspiegabili, coincidenze strane che un po', vuoi o non vuoi, turbano gli spiriti.

La Alcott ha scritto una novella che si inserisce nel filone del genere gotico, pur essendo la presenza del paranormale piuttosto marginale rispetto alle dinamiche relazionali, ai sentimenti e alle ambizioni dei personaggi che interagiscono in questa storia breve ma molto gradevole: ci sono amore (quello sincero e puro ma anche quello egoista), gelosia, tormenti interiori, sogni infranti, il desiderio di restare leali nonostante ciò costi sacrificio, il non arrendersi davanti alle difficoltà, perdono e tradimento: in una parola, ci sono le passioni, belle e brutte, che agitano il cuore dell'essere umano.

In certi momenti sembra essere in un romanzo di Jane Austen, ad es. quando le amiche di Octavia ciarlano con un pizzico di leggera malizia sull'eventualità di trovare un fidanzato in casa Treherne; l'elemento paranormal e gothic raggiunge sempre l'effetto di stuzzicare e dare sale alla storia, che verso il finale aggiunge - alla sensazione che tutto si stia volgendo verso il "bene" e che ogni problema abbia trovato soluzione - un fatto tragico ed ineluttabile.

Ringrazio Isabella Nanni per avermi dato l'opportunità di leggere e conoscere questo racconto lungo della  "mamma" delle indimenticabili sorelle March; mi è piaciuto molto e ho apprezzato anche la sua traduzione, molto accurata e scorrevole.

venerdì 20 settembre 2019

Prossimi arrivi in libreria per chi ama le storie ricche di suspence




Cari lettori, anche quest'oggi vi presento un paio di pubblicazioni in uscita; sono tutte noir/thriller ^_-



"Tutta quella brava gente”, romanzo d’esordio di Marco Felder, è una storia che si sviluppa tutta a Bolzano e in Alto Adige, e racconta anche di questioni legate all’attualità e al recente passato, alternando toni duri tipici del noir con quelli più leggeri della commedia.

Ed. Rizzoli
18.50 euro
USCITA
24 SETTEMBRE 2019

Per un poliziotto siciliano da troppi anni a Roma, desideroso solo di tornare a casa, non c’è niente di peggio dell’attendere un trasferimento che non arriva. Anzi, una cosa c’è: un trasferimento punitivo con decorrenza immediata. 
A Bolzano. 
anino Barcellona avrebbe fatto meglio a non inimicarsi certi superiori. Adesso che è in esilio tra le montagne, circondato da gente che parla tedesco, con la colonnina di mercurio inchiodata allo zero, non ha nemmeno il tempo di pentirsi degli errori commessi. 
Un assassino è all’opera: soffoca le sue vittime e non lascia traccia. Il caso è da prima pagina, l’inchiesta delicatissima. E Tanino è costretto ad affiancare nell’indagine Karl Rottensteiner, un veterano della Mobile che assomiglia a Serpico. 
I due formano una coppia esplosiva: tanto è schietto, impulsivo coi guastafeste e galante con le donne il siciliano, quanto è laconico, indecifrabile e tormentato il collega. 
Se poi ci si mette Giulia Tinebra, agente scelto dai capelli rossi con la passione per le moto di grossa cilindrata, allora i fuochi d’artificio sono assicurati. 
Tra vecchie birrerie, strade ghiacciate e baite nel fitto dei boschi, i poliziotti dovranno risolvere un mistero che affonda nel passato – ancora aperto – di una terra contesa, dove le guerre, i vessilli del nazionalismo e il boato del tritolo non sono mai stati dimenticati. 
Qui le ferite non si rimarginano, qui i cuori covano odi antichi. Alternando i toni della commedia alla durezza del noir, Tutta quella brava gente riapre una delle pagine più controverse della storia d’Italia e racconta dal bordo di un confine gli incubi collettivi di ieri e di oggi.

L'autore.
MARCO FELDER è lo pseudonimo di Jadel Andreetto e Guglielmo Pispisa, membri dell’ensemble narrativo : Kai Zen : e autori di romanzi, saggi e racconti.





Eraldo Baldini, maestro del gotico rurale, ci trascina in un mondo sospeso tra religiosità e superstizione, tormentato da paure ancestrali, in cui è impossibile distinguere il naturale dal sovrannaturale, i giusti dai colpevoli, i carnefici dalle vittime.


LA PALUDE DEI FUOCHI ERRANTI
di Eraldo Baldini


Rizzoli
17.50 euro
USCITA 
1°  OTTOBRE 2019
Romagna, 1630. Tra le paludi e il monastero si nasconde il Male.

Anno del Signore 1630. A Lancimago, villaggio perso tra campi e acquitrini, gli abitanti aspettano con angoscia la peste che si avvicina. Per prepararsi al peggio, i monaci della vicina abbazia decidono di preparare una fossa comune. 
Ma durante i lavori di scavo trovano numerosi scheletri sepolti in modo strano, con legacci intorno agli arti e crani fracassati. 
La memoria collettiva non sa dire chi siano e i frati più anziani, interrogati, rispondono con un muro di reticenza e silenzio. Mentre, con poteri di commissario apostolico, arriva monsignor Diotallevi, incaricato di allestire i cordoni sanitari per contenere il contagio, nelle paludi nebbiose, nei poderi smisurati e nelle boscaglie intorno cominciano a succedere cose inspiegabili e inquietanti: fuochi che paiono sospesi nell'aria, animali scomparsi, presunti untori che si aggirano tra le vigne. 
«È opera del Demonio» dicono i paesani, e subito cercano streghe e fantasmi da combattere; ma c'è anche chi a Satana si rifiuta di credere, e in nome della scienza perlustra i terreni a caccia di risposte...


L'autore.
Eraldo Baldini è uno scrittore noir, si specializza in Antropologia culturale ed Etnografia, nei suoi romanzi ha saputo coniugare “gotico rurale”, noir e horror in una vena originale. Inizia a scrivere saggi in questo settore e approda alla narrativa negli anni '90. Nel 1991 vince il Myfest di Cattolica con il racconto Re carnevale. Scrive una lunga serie di romanzi, tra cui due per ragazzi: L'estate strana (edizioni EL, 1997) e Le porte del tempo (Disney Avventura, 2001).
La notorietà arriva con il romanzo Mal'aria (Frassinelli 1998, 2003), pubblicato anche in Francia, con cui vince il prestigioso premio "Fregene". Tra i suoi libri ricordiamo Come il lupo (Einaudi, 2006) con cui ha vinto il premio "Predazzo" 2006; Melma (Edizioni Ambiente, 2007), Quell'estate di sangue e di luna (Einaudi 2008), L’uomo nero e la bicicletta blu (Einaudi 2011), Gotico rurale (Einaudi 2012), Nevicava sangue (Einaudi 2013), Stirpe selvaggio (Einaudi 2016). Per Fernandel nel 2015 ha pubblicato la raccolta di racconti umoristici Fra l'Adriatico e il West.
Tra i progetti: una sceneggiatura di un film a episodi (scritta con Giampiero Rigosi), tratta da quattro dei suoi racconti.


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Un thriller avvincente che ha per sfondo Roma, scritto con la leggerezza di un interludio, in cui i personaggi si muovono in un cerchio sempre più stretto, a precipizio sugli abissi.

INTERNO 11
di Concita Borrelli


Ed. Mondadori
18 euro
USCITA
8 OTTOBRE 2019
«Papà, hai un'altra?» È dalla domanda feroce, inaspettata, della figlia Clotilde che ha inizio il monologo interiore del protagonista di queste pagine, un maturo magistrato, ora anche affermato scrittore, in bilico tra due amori e in perenne discussione con se stesso. 
Da una parte la moglie, necessaria come un'inestinguibile parte di sé, rappresenta il passato, il presente e la certezza domestica: grazie a lei il narratore regola i propri passi, e in sua assenza non può fare altro che incespicare. 
Ma l'antica passione si è ormai trasformata nella rassicurante consuetudine quotidiana, e allora entra in gioco l'altra donna, giovane e vitale da togliergli il fiato: con lei vive uno stato di gioia pura, non fa programmi, si sente libero come una foglia al vento. 
La rievocazione innescata dall'implicita accusa della figlia lo porta a ripercorrere le proprie origini e a confrontarle con l'oggi, alternandole alla lucida e spietata osservazione del nostro tempo. Famiglie ai saggi di pianoforte, ragazzine con borse griffate che progettano le estati a Panarea, madri nascoste nei Suv e in sogni pacifici, padri troppo compresi nel ruolo sociale di uomini arrivati. Tutto è apparentemente perfetto. 
A intervallare il racconto, le lettere di Marina, una intraprendente carcerata condannata a trent'anni per aver ucciso il marito. Il magistrato ne accoglie la confessione e in cambio le suggerisce la lettura di un romanzo in cui lei possa rispecchiarsi e trovare conforto: L'amante di Lady Chatterley . 
Tutti attraversano l'amore e la ferita. Tutti hanno diritto a sanarla e chiedere alla vita giustizia per il mal tolto. Ma di amore si muore? 

Nel riconoscere la bellezza dell'imperfezione e nel cercare di comprendere e accettare lo scandalo delle nostre contraddizioni, Concita Borrelli dà forma a un thriller avvincente che ha per sfondo Roma, scritto con la leggerezza di un interludio, in cui i personaggi si muovono in un cerchio sempre più stretto, a precipizio sugli abissi.


L'autrice.
Concita Borrelli è avvocato, giornalista e autrice televisiva. Collabora con Rai Uno ("Unomattina" e "In famiglia"), con le testate del gruppo QN e la rivista "Lampoon"
.

martedì 25 settembre 2012

Viaggiare leggendo: IL CASTELLO DI OTRANTO , il primo romanzo gotico



Per la rubrica "Viaggiare leggendo" oggi parleremo di un libro che personalmente ho letto molto tempo fa (andavo ancora alle superioriii!!!!!!!!!!!) e del conseguente luogo in cui la storia narrata è ambientata.
travel books
Il romanzo appartiene al genere gotico, non solo, ma esso ha dato proprio l'avvio al genere in questione, diffusosi dal Settecento in poi.
Sto parlando de "Il Castello di Otranto", di Horace Walpole.

Il Castello d'Otranto
Il castello di Otranto
di H. Walpole
Ed. Rizzoli
Collana Bur Grandi Romanzi
176 pp
8.90 euro
2007
Trama

Si suppone che gli avvenimenti si svolgano nel Duecento. Manfredo, signore di Otranto, nipote dell'usurpatore del regno che ha avvelenato Alfonso, il lettimo sovrano, vive sotto l'incubo di una profezia, secondo cui la stirpe dell'usurpatore continuerà a regnare, finché il legittimo sovrano non sia divenuto troppo grosso per abitare il castello e finché discendenti maschi dell'usurpatore lo occupino.
Quando la profezia sembra avverarsi, Manfredo atterrito confessa il modo dell'usurpazione e si ritira in un monastero con la moglie. 
Il romanzo fu pubblicato nel 1764 e, nella prima edizione, era descritto come una versione dall'italiano.

L'autore.
Horace Walpole nacque a Londra il 24 Settembre del 1717, ultimo dei figli di Sir Robert Walpole.
Visse in un ambiente aristocratico; fra il 1735 e il 1739 studiò al Trinity College di Cambridge e proprio qui contrasse una serie di amicizie che durarono poi tutta la vita. Horace viaggiava molto e fu anche uno dei più raffinati e colti collezionisti del 18° secolo.
Nel 1751 divenne membro del parlamento, ruolo attraverso il quale tentò di riabilitare il nome paterno.
Nel 1765 pubblicò il suo unico romanzo, The castle of Otranto, il quale ottenne un gran successo.
Il 2 Marzo 1797 Horace Walpole muore a Londra, in Berkeley Square, fedele fino all’ultimo al suo motto: “Il mondo è una commedia per coloro che pensano, una tragedia per coloro che sentono.”

Ambientazione.
Il Castello di Otranto è la fortezza dell'omonima città sita in Puglia, in provincia di Lecce.
Il castello si presenta con una forma pentagonale con tre torri ed è circondato per metà da un fossato. Sul portone spicca maestoso lo stemma di Carlo V.
L’ ingresso del Castello è rivolto a nord e si estende su di una cortina per 20 metri. Agli estremi troviamo due torri circolari, della stessa forma e munite di cannoniere. La torre di destra, alta 14 metri, ha un diametro di 21 metri, mentre quella di sinistra di altezza inferiore alla precedente ha un diametro di 14 metri . Quest’ultima è unita a uno spuntone attraverso una cortina di 18 metri.
La costruzione dello spuntone fu affidata ad alcuni architetti militari nel 1578 da Filippo II, che in quei tempi era presidente della Terra d’ Otranto. Il puntone permetteva di aumentare la linea di fuoco e quindi la creazione di piazzali più grandi per l’ installazione di armi.
Il cortile interno ha pianta quadrangolare ed è circondato da una scala in mattoni che consente di raggiungere le stanze situate ai piani superiori.

(foto ed info prese dal web)

interno  (QUI)
cortile (QUI)


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fossato
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veduta aerea


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interno

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