Probabilmente molti di voi avranno avuto modo di apprendere, navigando in internet, le numerose iniziative che diversi autori e/o case editrici hanno preso in occasione di questo triste e surreale periodo di quarantena che stiamo vivendo a causa del Coronavirus.
La necessità di restare a casa ha spinto tanti a donare libri in formato digitale, incoraggiando così alla lettura.
Personalmente, ho approfittato di queste offerte gratuite: una indicatami da
Il Libraio,
QUI, e le altre della Casa Editrice
Il Saggiatore - QUI
Ve le presento, così se le trovate interessanti, potrete seguire il mio esempio e scaricarle ^_-
UNA FINESTRA VISTALAGO di Andrea Vitali (Garzanti, 364 pp, 12 euro)
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A Bellano vive Eraldo Bonomi, operaio tessile del locale cotonificio, la cui esistenza a un certo punto si incrocia con quella di Arrigoni Giuseppe, che segnerà il suo destino, dove brillano l’amore per la bella Elena e la militanza nel PSIUP.
Il colpo di fulmine per Elena fa del Bonomi un uomo pericoloso, che sfiora segreti, scopre altarini, esuma scheletri nascosti negli armadi di una provincia che sembra monotona, in quei paesi dove l’omonimia può essere fonte di equivoci ma anche, a volte, il viatico verso la libertà…
In Una finestra vistalago, appassionante romanzo corale e polifonico, l’avidità sessuale e la religione del denaro accendono passioni e lotte, moltiplicando chiacchiere, pettegolezzi e bugie.
Seguendo l’evoluzione di questo paese-microcosmo popolato di gente comune, Vitali ci fa assaporare la storia del nostro paese dagli anni Cinquanta ai turbolenti Settanta. Sulla scia di Piero Chiara e Mario Soldati, si dimostra un narratore seducente, maestro dell’antica arte del racconto italiano.
CITTA' SOLA di Olivia Laing (Il Saggiatore, trad. F. Mastruzzo, 292 pp, 24 euro).
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Bisogna aver toccato l’abisso per saperlo raccontare. Per descrivere il vuoto avvolgente di una ferita che diventa uno stigma o l’angosciante cantilena che rimbomba in una casa di cui si è da sempre l’unico inquilino. Per restituire con la sola forza della voce certi angoli della metropoli, dove la suburra si fa rifugio e l’esclusione sollievo; per dire il loro improvviso, tragico trasformarsi da giardino delle delizie in inferno musicale.
Olivia Laing rompe le pareti dell’ordinario e edifica all’interno della New York reale una seconda città, fatta di buio e silenzio: un’onirica capitale della solitudine, cresciuta nelle zone d’ombra lasciate dalle mille luci della Grande Mela e attraversata ogni giorno dalle storie di milioni di abitanti senza voce.
Un luogo in cui coabitano le esperienze universali di isolamento e i traumi privati di personaggi come Andy Warhol, Edward Hopper e David Wojnarowicz; in cui ogni narrazione è allo stesso tempo evocazione e confessione.
Quella tracciata da Olivia Laing è una visionaria mappa per immagini del labirinto dell’alienazione. Un flusso narrativo che investe le strade di New York e nel quale si mescolano la morte per Aids del cantante Klaus Nomi e l’infanzia dell’autrice, cresciuta da una madre omosessuale costretta a trasferirsi di continuo per sfuggire al pregiudizio; gli esperimenti sociali di Josh Harris che anticiparono Facebook e i silenzi dell’inserviente-artista Henry Darger che dipinse decine di quadri meravigliosi e inquietanti senza mai mostrarli a nessuno; l’inconsistente interconnessione umana dell’era digitale e l’arida gentrificazione di luoghi simbolici come Times Square.
Con
Città sola il Saggiatore presenta al pubblico italiano una delle autrici più originali del panorama internazionale contemporaneo. La sua è un’opera ambiziosa che, grazie a una scrittura sinestetica e conturbante, scava a fondo nell’anima di ognuno di noi, affrontando le umiliazioni, le paure e le ossessioni dell’essere soli. Con la speranza che rivelare significhi talvolta anche curare. Perché, come ricorda Olivia Laing, la solitudine è un posto affollato.
LA DRAGUNERA di Linda Barbarino (Il Saggiatore, 168 pp, 18 euro).
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La Dragunera racconta una storia d’amore ambientata in una Sicilia antica. E perché è giusto che un esordio tanto atteso abbia la diffusione che merita.
Rosa farebbe di tutto per tornare nella sua casa di bambina, quando volava tra le braccia di suo padre e cantava su un terrazzino profumato di basilico. Ma Rosa non può tornare, perché la casa è in rovina e lei per sopravvivere è diventata la puttana del paese. Ogni sabato Paolo le manda un fischio alla finestra per comperare qualche ora del suo amore. Ogni sabato la porta di Rosa si apre per farlo entrare. Paolo lavora le vigne di famiglia ed è ossessionato da un’altra donna che odia e desidera con uguale ferocia, una donna che dovrebbe tenere lontano, perché è la moglie di suo fratello e fin dal nome evoca tempesta e sciagura.
La Dragunera, così la chiamano, è una fimmina sensuale e altera, i suoi capelli sono li di vento, i suoi occhi ramarri lo visitano in sogno; c’è chi dice che sia una strega. Cammina annaccata sui tacchi fra la basole delle viuzze, il seno che pare disegnato sotto la vestina stretta, il volto senza vergogna e senza paura.
La Dragunera è il racconto di una Sicilia ruvida e incantata, in cui si muovono personaggi dolcissimi e brutali, che hanno labbra vermiglie e unghie sporche di terra. Narratrice visionaria e sanguigna, capace di unire l’inventiva dialettale di Camilleri all’intensità emotiva di Elena Ferrante, Linda Barbarino canta una storia d’amore e di magia: la saga di una famiglia a un passo dalla fine, travolta da voracità e invidia. Il romanzo avvolgente di una magara e di una prostituta che conosceva l’amore.