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mercoledì 16 ottobre 2024

NOVITA' DA LEGGERE [ Segnalazioni editoriali ]



Buon pomeriggio!
Oggi sul blog è il momento delle segnalazioni: si tratta di opere di recente pubblicazione e che rientrano in diversi generi letterari.



GIALLO

I fantasmi del banchiere nero è il titolo del nuovo e appassionante giallo del rinomato scrittore milanese Ippolito Edmondo Ferrario edito da Fratelli Frilli Editori.


F.lli Frilli Editori
320 pp
16.90 euro
Nel 1946 viene ritrovato, nel suo studio a Venezia, il cadavere del notaio Giangiacomo Ballarin con il cranio sfondato. 
Il solo sospettato è Alvise Alberton, truffatore e falsario, che durante il precedente periodo della Repubblica Sociale Italiana ne frequentava i vertici dei ministri presenti nella città lagunare. 
Le indagini non portano a nulla e il caso viene archiviato.

A distanza di più di settant’anni, complice un antico libro scovato in una bancarella veneziana, Mara Sartori, giornalista di cronaca nera, decide di far luce sulla morte del notaio il cui nome è legato alla Shoa veneziana e al presunto ruolo di procacciatore di documenti per gli ebrei in fuga. Le angosciose scoperte della giornalista la portano all’incontro con il milanese Raoul Sforza “il banchiere nero” uomo sempre al centro di scandali e processi. 
Il banchiere si recherà a Venezia per aiutare Mara a risolvere il complicato mistero e nello stesso tempo a far luce su un capitolo doloroso della storia della propria famiglia.

L'autore
Ippolito Edmondo Ferrario, classe 1976, è uno scrittore milanese. Si è occupato dello studio e della divulgazione della Milano sotterranea attraverso numerosi saggi. Ha pubblicato per Ugo Mursia Editore, Castelvecchi Editore, Newton Compton Editori, Ritter e Ferrogallico. Per Fratelli Frilli Editori ha dato vita al personaggio seriale del “banchiere nero” Raoul Sforza. Il banchiere di Milano (2021), seguito da I diavoli di Bargagli (2022), Assedio mortale a Milano (2023) e il nuovo I fantasmi del banchiere nero (2024)
.


NARRATIVA STORICA

L'attendente del diavolo. Kappler e l'obiettore di Francesco Buscemi è un libro sugli obiettori di coscienza al servizio militare che nel carcere di Gaeta incontravano i criminali nazisti Kappler e Reder; si trattano temi quali disobbedienza civile, la distanza temporale che il fascismo e il nazismo cominciano ad avere, dittature, guerre.


Carcere di Gaeta, 1969: Sergio, condannato perché rifiuta il servizio militare, tenore amatoriale e
Capponi Ed.
263 pp
16.15 euro

studente di storia con genitori partigiani, conosce Herbert Kappler e Walter Reder, boia nazisti delle Fosse Ardeatine e Marzabotto, all’ergastolo nell’area Ufficiali. 
Per una folle legge militare, come accadde davvero a tanti obiettori, il ragazzo diventa una sorta di attendente di Kappler. 
Tutto separa i due, tranne un’aria del Trovatore, che Sergio vuol fare ascoltare al tedesco, innamorato della fidanzata a distanza Anneliese. Gaeta diventa così il posto perfetto per capire il mondo, tra domande di grazia, avvocati pronti a tutto pur di ripulire l’immagine di un boia spietato, guerre di religione tra obiettori, un matrimonio che sa di marketing e le pressioni tedesche sull’Italia. 
I destini di Sergio e di Kappler si incontrano e scontrano fino all’incredibile fuga del nazista e oltre.




NARRATIVA FEMMINILE/ROMANCE CONTEMPORANEO


Difficoltà relazionali, storie familiari, storia d’amore, seconde opportunità sono i temi presenti in Rosso Liberty di Roberta De Tomi.


EBOOK 2,99
CARTACEO 10,00
PAGINE 113
USCITA 4 ottobre 2024
 COLLANA MILOS (PUBME)
Dorys ha ventisette anni, fa un lavoro che non ama dopo essere stata costretta a rinunciare alla sua vera passione. 
Manuel, il suo compagno, la lascia all’improvviso senza darle alcuna spiegazione.
Lo spirito di Gilda, madre di Dorys, che le parla attraverso una foto incorniciata d’argento, cerca di consolarla e spronarla a riprendersi la sua vita, ma i giorni si susseguono senza che la ragazza trovi una motivazione per continuare a vivere senza Manuel.
Intanto Manuel ha incontrato un’altra Gilda, la cameriera dai capelli rossi del Merlino’s Pub, il motivo che lo ha spinto a troncare la relazione con Dorys. 
Cerca un modo per approcciarsi a lei e, una sera, la segue di nascosto fino alla palazzina in stile Liberty dove abita. Lì scorge la macchina di Dorys, la quale entra nella casa che sembra conoscere molto bene.

Gilda, si rende conto dell’interesse di Manuel per lei, e quando lui le chiede di uscire insieme, gli impone di chiarire prima le cose con Dorys, poi lo invita nella sua villetta. 
Intanto ha mandato un messaggio a Dorys, affinché vada anche lei a casa sua, e quando la ragazza arriva, Gilda misteriosamente scompare. I due si incontrano nella palazzina in stile Liberty e Manuel scopre finalmente la verità sul legame tra le due ragazze. Un legame profondo, tenuto segreto per molti anni, che riguarda la madre di Dorys. 
Sfogliando un vecchio album di foto ingiallite, da cui emerge il passato della prima Gilda, i due giovani dovranno affrontare le loro insicurezze e i dubbi, per comprendere realmente quali sono i loro sentimenti, rivedere le decisioni lavorative di Dorys, e decidere il loro futuro.

Nella casa resta una presenza evanescente. La sorella con lo stesso nome della mamma è realmente
esistita o è stata tutta una fantastica avventura, per riscuotere i due innamorati? Dalle crisi nascono
sempre le opportunità…

L'autrice.
Roberta De Tomi è nata in provincia di Modena nel 1981. Laureata al Dams di Bologna, si occupa di scrittura a 360°. Nel 2012 è curatrice, insieme al poeta modenese Luca Gilioli, dell’antologia lirica solidale La luce oltre le crepe (Bernini). Dal 2014 inizia a pubblicare con alcuni editori indipendenti: tra i titoli commissionati, Come sedurre le donne (HOW2 Edizioni, manuale), il retelling Alice nel labirinto (Dae Editore, 2017, secondo premio ex-aequo al Trofeo Cittadella, romanzo fantasy 2019). Nel 2022 è co-sceneggiatrice del docu-film Ricostruzione. Emilia -Romagna 2012-2022, prodotto da Wildcom Italia e ha pubblicato il retelling Alyssa, l’ultima sirenetta (DAE). Con Delos Digital produce diversi racconti lunghi/romanzi brevi tra cui Chick Girl- Azalee per Veridiana (2016, erotico), Trappola d’ardesia (2020, thriller) edito in cartaceo nel 2021 da Sága Edizioni, Abuso d’amore (2022, erotico), Gen-Z. Zombie in una notte di mezza estate e Gen Z. Il canto della Resistenza (2023, apocalittico).
Nel 2023 ottiene i riconoscimenti: “Giovane Talento” Pellicanolibri e il “Premio Adriatico – Un mare che unisce” per la Narrativa edita. Nel 2024 pubblica gli urbanfantasy L’angelo caduto di feerilandia (Sága Edizioni) e Melody la Vestale di Inventia (Delos Digital). In agosto è uscito il romance spicy Love Beat (Dri Editore). Suoi racconti sono presenti in antologie e in riviste letterarie on e offline


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Second chances, interracial couple, slow burn sono tra i tropes del nuovo romance contemporaneo di Maria Antonietta: Innocence. Ritorno alle origini.

Il libro racconta il coraggio di una donna che, dopo aver perso tutto, si rimette in gioco e riscopre la forza di amarsi e di amare di nuovo.


Fino al 19 ottobre l'ebook sarà in preordine
 al prezzo speciale di 2,99 € invece di 4,99 €.


Dalila Mancini ha perso tutto: il lavoro, lo studio di architettura a Perugia, e l'uomo con cui stava per
298 pp
Data di pubblicazione:
19 ottobre 2024
Disponibile in ebook,
 cartaceo,
Kindle Unlimited

sposarsi, scappato all'estero con metà dei loro risparmi. La pandemia le ha strappato via la stabilità faticosamente conquistata, lasciandola con una profonda ferita.
Ma quando la nipote Milly le suggerisce di affidare le sue emozioni a un diario virtuale, Dalila scopre un nuovo modo di esprimersi e di relazionarsi con gli altri. 
Nasce così "Diario di una Stramba" su Innocence, un social creato per connettere le persone in un mondo improvvisamente isolato.

Attraverso la fitta rete di conversazioni online e telefoniche, Dalila si lascia coinvolgere da Aylan, un giovane misterioso che dapprima si nasconde dietro lo pseudonimo "Diario di un Pescatore" e in seguito si reinventa come Vito, un uomo in grado di comprendere il suo dolore.

"Innocence. Ritorno alle origini" è una storia di rinascita e di ricerca delle proprie radici in un mondo cambiato per sempre. 
Quando le maschere cadono, può l'amore resistere alla verità?


L’autrice
Maria Antonietta vive a Villa San Giovanni, un paesino baciato dal sole dodici mesi l’anno affacciato sul suggestivo Stretto di Messina. Scrive da quando sa farlo, più precisamente dopo essersi innamorata del personaggio di Jo March del romanzo Piccole Donne. Già a 10 anni tormenta la sorella e la cugina, costringendole a mandare giù a memoria copioni di sceneggiature scritte da lei e ispirate ai personaggi di Lady Oscar. Cresce a pane e Liala, e nonostante gli studi in ragioneria informatica, una volta ottenuto il diploma si mette in testa di realizzare il suo sogno di diventare scrittrice. Lavora come insegnante privata, ogni tanto riesce a dare un esame all’università, e comincia a scrivere sul serio. I suoi primi romanzi sono parecchio acerbi e influenzati dalla sua visione tragico romantica dell’amore. Li conserva in una pennetta USB e qualche anno dopo scopre il mondo dei romanzi M/M. Ne rimane folgorata; il lavoro di correttrice di bozze presso Dreamspinner Press Italia e Triskell Edizioni la catapulta in una realtà che sente sua. Scrive così il suo primo romanzo a tematica LGBT, che un giorno spera riuscirà a revisionare, e poi a settembre del 2018 nasce Blue Swan. Lo butta giù in soli quattro mesi. Sono i protagonisti a dettarglielo, giorno e notte. Nel 2022 pubblica sempre con Triskell Edizioni un secondo romanzo a tematica LGBT, To the moon and back, ispirato al cantante trap Achille Lauro. Nel marzo del 2023 debutta in selfpublishing con il romanzo Ricordati di noi che ottiene una calda accoglienza e molti consensi tra i lettori. A dicembre del 2023 pubblica sempre con Triskell Edizioni il terzo romanzo a tematica LGBT, Pulse – Il rumore del cuore.
Quando non corregge o insegna, si dedica alle sue altre passioni: gli anime e le serie televisive. Ogni tre mesi si innamora di un personaggio televisivo. Ha mille storie in testa e un giorno spera di riuscire a raccontarle tutte
.



RACCONTI HORROR

Nuova uscita letteraria targata Pensiero Creativo: Ippocorno e altri racconti di Vincenzo Barone Lumaga e Diana Daniela Gallese è una raccolta di racconti a tema horror corredata di illustrazioni.



104  pp
Il volume raccoglie racconti intimissimi e brevi di persone che sentono il mondo altro. Flussi di coscienza, paranoie, ansie e angosce aggrappate scure e pesanti sulla schiena di chi le vive. Inquietudine e turbamenti, paure e confusione sono i protagonisti assoluti.
Una lettura quasi sospesa, che lascia il lettore vibrante a percepire le storie che legge, a sentire ciò che i protagonisti vivono. Un magone che rimane incastrato sul petto, alza gli occhi dal libro, si guarda intorno turbato, un sospiro dopo ogni lettura, a cui segue un’inevitabile e necessaria, interminabile riflessione.

“Ippocorno e altri racconti raccoglie storie scritte negli undici anni trascorsi dalla pubblicazione del mio primo libro. Se può essere difficile inserire molti di loro in un genere preciso (che sia horror, weird o fantascienza distopica), forse il tratto che li accomuna è indagare sul rapporto conflittuale tra i protagonisti delle storie e le realtà che vivono, spesso ostili, quasi sempre misteriose, sovente difficili da interpretare. È fondamentalmente il mio modo di descrivere e indagare sul rapporto conflittuale e turbolento tra l'essere umano e la realtà che lo circonda, e il suo desiderio di comprensione e ricerca, spesso rivolto al trovare una perduta identità” – è così che l’autore descrive il suo tratto distintivo e l’approccio alla scrittura dei racconti presenti nel volume.

“I racconti di Vincenzo sono flussi oscuri di coscienza, uno sguardo deciso che scuote i tanto amati abissi interiori nietzschiani. Io gli ho dato una forma visiva, con carboncini puri e acquerello su carta. Ho caratterizzato ogni personaggio con cura, soffermandomi sulla rappresentazione di emozioni forti che trapelavano nel testo come la rabbia, la paura, l'angoscia. L'aspetto psicologico da sempre nutre e completa il mio fare artistico, e nelle illustrazioni l'ho esaltato, raccontandolo per immagini e metafore visive. Il mio immaginario trae spunto dalla corrente dell'espressionismo tedesco: la Die Bruke” è quanto sottolinea l’illustratrice.


Note biografiche
Vincenzo Barone Lumaga è nato a Torre del Greco (NA, 1978). Avido lettore di narrativa di genere – dal poliziesco alla fanstascienza, dalle ghost stories alla narrativa fantastica , soprattutto dei Maestri di lingua anglosassone – scrive racconti con crescente continuità dal 2005.
Laureato in Giurisprudenza, esercita a Napoli la professione di avvocato penalista e si diletta come bassista, chitarrista e compositore.
Per Milena Edizioni ha già pubblicato raccolte di racconti dell’orrore “Le ore buie”, il thriller soprannaturale “Lame di tenebra” e il saggio sulla cultura weird “Com’era weird la mia valle” in collaborazione con Fabio Lastrucci.
Attualmente si è avvicinato al mondo della stand up comedy con spettacoli in giro per l’Italia.

Diana Daniela Gallese, illustratrice editoriale e artista poliedrica, diplomata in grafica e illustrazione editoriale presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata, specializzata in Arte Terapia presso l'Accademia di Belle Arti di Roma; esordisce nel mondo editoriale con l’albo illustrato La Leggenda di Sleepy Hollow (Officina Milena, 2019). Le sue illustrazioni accompagnano testi editi da Officina Milena, ABEditore, Pidgin, Empireo Editora, La Biblioteca di Lovecraft ecc; collabora inoltre con riviste editoriali nazionali e internazionali tra cui Tit’s n’ Tales, 9righe, IMON, La Nuova Carne, Bomarscé, L'Appeso
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POESIA


A quasi due anni da “D come Davide. Storie di plurali al singolare” il poeta, toscano d’adozione,
Ed. Le Mezzelane
96 pp

Davide Rocco Colacrai dal 30 Settembre è nuovamente nelle librerie con la silloge poetica – edita ancora dalla casa editrice anconetana Le Mezzelane – Ritratto del poeta in autunno – versi di malinconia e perdono.

La raccolta poetica è disponibile su ordinazione in tutte le librerie e store digitali oltre che sul sito della casa editrice (LINK).
È disponibile anche la versione ebook.

Il volume si compone di 30 poesie suddivise in 6 capitoli. L’Illustrazione di copertina dal prepotente richiamo picassiano è di Alessio Gherardini; la postfazione è del critico letterario Gianni Antonio Palumbo.

Davide Rocco Colacrai anche in “Ritratto del poeta in autunno” si conferma poeta dai contenuti civili contemporanei. Nei suoi potenti versi si spazia dalla musica – di cui è appassionato ascoltatore oltre che musicista di arpa – alla letteratura, dal mondo LGBTQI+ (una poesia è “Eva ha due papà”) alla cinematografia (ad esempio la poesia “L‘ora delle formiche – dedicata a Ettore” ispirata al film di Gianni Amelio) e a fatti di storia contemporanea (ad esempio la poesia “11/09/2001 in memoria di Patricia Massari” o “Cantico dall’abisso – in memoria delle vittime del naufragio della Costa Concordia 13 gennaio 2012”) fino a versi dedicati persone che hanno abitato (o abitano) la sua vita e il suo quotidiano come l’adorato cane Manny

mercoledì 22 maggio 2024

NOVITÀ IN LIBRERIA [ romanzi thriller e storici ]


Ed ecco alcune recenti  pubblicazioni mi "segno" qui sul blog perché mi interessano molto. Voi che ne pensate? Le trame vi incuriosiscono?



THRILLER

OVUNQUE TU SIA 
di Harlan Coben


Longanesi Ed.
368 pp
22 euro
Dal 21 maggio '24
Nella notte più brutta della sua vita, David si sveglia immerso in una scena sconcertante: suo figlio Matthew è stato assassinato. 
Fin dalle prime ore la polizia e la sua stessa famiglia sospettano che il responsabile del brutale omicidio sia proprio lui e anche se David sa che non è così, non ha modo di provarlo. 
Distrutto dal dolore e tormentato dal senso di colpa, assiste impotente allo sgretolarsi della propria linea difensiva e al naufragio del proprio matrimonio finendo per accettare la condanna all'ergastolo. 
Dopo cinque anni passati in totale isolamento, David riceve la visita della cognata, che gli mostra una foto recente scattata in un parco. Sullo sfondo, appena visibile, c'è un bambino. 
E quel bambino è Matthew. 
Possibile che suo figlio sia ancora vivo? 
A David non resta che fuggire dalla prigione in cui è rinchiuso per cercare a tutti i costi di scoprire cosa è davvero successo quella maledetta notte. 
Fino a quando David riuscirà a depistare gli agenti dell'FBI che lo braccano?  
Chi riuscirà a fermare un padre disposto a tutto pur di scoprire la verità su un figlio che credeva perso per sempre?




LA FAMIGLIA È  ANCORA QUI
di Lisa Jewell


Neri Pozza
trad. A. Biavasco,
V. Guani
384 pp
20 euro
Dal 21 maggio '24

2019. È mattina presto quando l’ispettore Samuel Owusu riceve una chiamata: sulle rive fangose del Tamigi è stato ritrovato un sacco nero contenente resti umani. 
Gli accertamenti della Scientifica portano a un vecchio caso che aveva visto coinvolti marito, moglie e un terzo uomo, trovati morti, allineati a terra come in un rituale, nella cucina della loro elegante casa di Chelsea, una bimba di pochi mesi, piangente, al piano di sopra, e i due figli adolescenti svaniti nel nulla. 
Un cold case fatto di indagini senza sbocco, profili di dna ignoti, ombre inquietanti di una setta. 

Anche Rachel Rimmer viene svegliata da una telefonata: suo marito Michael è stato trovato morto, aggredito con un’arma da taglio, nella cantina della sua villa di Antibes, in Francia. 
Alle domande della polizia francese circa il passato e le frequentazioni di Michael, Rachel non ha alcuna intenzione di rispondere sul suo passato, le sue frequentazioni. Domande a cui Rachel non ha alcuna intenzione di rispondere. 

Dopo essere fuggita da Londra trent’anni prima incalzata da un’orribile tragedia, ora Lucy Lamb può tornare lasciandosi alle spalle un’esistenza all’insegna della precarietà. 
Un’inaspettata eredità le consentirà finalmente di trovare una sistemazione più che decorosa per sé e i suoi due figli e di lasciare l’appartamento di suo fratello Henry, dove non sono i benvenuti. 
Anche perché Henry se n’è andato, in cerca di una persona del loro passato, quel passato che non possono dimenticare.



STORICO

LA STANZA DEI SEGRETI
di Megan Campisi

Ed. Nord
trad. Toticchi
400 pp
19 euro
Dal 21 maggio '24
La guerra civile infuria e, per aggiudicarsi la vittoria, servono armi più potenti di cannoni e fucili. Servono informazioni. 
Assunta dalla leggendaria Pinkerton National Detective AgencyPer, Kate Warner è l'unica agente donna e lotta da anni per conquistarsi il rispetto dei colleghi, che la considerano troppo emotiva per le operazioni sul campo. 
Ma adesso, nell'agosto del 1861, è lo stesso Allan Pinkerton a sceglierla per una missione delicatissima. Nessun uomo infatti potrebbe far collaborare Rose O'Neal Greenhow, una vedova sudista che è stata trovata in possesso di un messaggio cifrato che, se decrittato, potrebbe porre termine a quella carneficina. 
Ricca, viziata e razzista, la donna rappresenta tutto ciò che Kate disprezza ma deve assolutamente riuscire a conquistarsi la sua fiducia, e per farlo imparerà a mettersi nei suoi panni, scoprendo così una persona forte e determinata, che combatte per ciò che ritiene giusto. 
Solo allora Kate si rende conto che una donna del genere – così diversa eppure così simile a lei – non può essere piegata. 
E che tutte e due sono pedine di un gioco dall'esito imprevedibile...




LA PALUDE DELLE STREGHE 
di Jarka Kubsova


Neri Pozza
trad. C. Ujka
320 pp
19 euro
Dal 14 maggio '24
Amburgo, oggi. Quando Britta Stoever si trasferisce con la famiglia a Ochsenwerder, quartiere periferico a sud della città, si ritrova a vivere nella solitudine, che la stringe in una morsa e fa eco a quella che sente nascere dentro di sé. 

Eppure, da ex geografa, Britta è abituata al silenzio del paesaggio in cui si celano le storie, e quando in una delle sue camminate si imbatte in un cartello che porta il nome di una donna, la sua curiosità si ridesta. 
Quella che incontra, tuttavia, è una storia di invidie, di pregiudizi, di persecuzione. E di fuoco. 

Amburgo, 1570. Abelke Bleken, unica figlia di un ricco fattore, gestisce i suoi possedimenti con saggezza. 
È bella, dicono alcuni. È arrogante, dicono altri: tutta quella terra è troppa per lei sola. 
E il giorno in cui, grazie all’attento ascolto della natura, Abelke prevede l’arrivo di una tremenda inondazione – che causerà danni incommensurabili – la voce che nel villaggio si diffonde su di lei è soltanto una: strega. 
Basta poco perché l’invidia e il desiderio rendano le accuse concrete, condannandola al processo, alla tortura, al rogo.

Ispirato a una vicenda reale.





mercoledì 17 aprile 2024

PROSSIMAMENTE IN LIBRERIA - aprile 2024



Buongiorno, lettori.

Questa mattina vi segnalo due anteprime che trovo molto interessanti: 

- l'ultimo romanzo di Melissa Da Costa, autrice di cui ho amato Tutto il blu del cielo e di cui attualmente ho in lettura I quaderni botanici di Madame Lucie
- un romanzo storico di Tina Caramanico, che accompagna il lettore nel '500 dell'Inquisizione e della caccia alle streghe.

IL FUOCO
di Tina Caramanico


Editore: Il Ciliegio
Pagine: 208
USCITA
26 APRILE 2024
Agli inizi del '500, in Val Camonica, Lucina Picenni, una vecchia guaritrice, viene processata come strega e mandata a morire sul rogo.
Ma chi è davvero Lucina?
Dopo la morte della condannata don Lazzaro, il curato, dubitando della sentenza, cerca di scoprire di quali delitti si sia davvero macchiata e di quali malvagità e violenze sia stata invece vittima.
Inizia così, in gran segreto, a indagare. 
Perché Lucina è stata condannata alle fiamme? Era davvero una strega?
Le sue domande ben presto irritano la gente del paese, che teme vengano alla luce i peccati di tutti...

L’autrice:
Tina Caramanico vive in provincia di Milano, ha due figlie, una laurea in Lettere, insegna Italiano e Storia nelle scuole superiori.
Ha pubblicato alcune raccolte di racconti, poesie e tre romanzi brevi: "Un cattivo esempio", vincitore del concorso Romanzi in cerca d'autore 2017, a cura di Mondadori e Kobo; "Il prete nuovo", Vocifuoriscena, 2019; "Come sovvertire ľ'ordine costituito, trovare l'amore e vivere felici", uscito su Wattpad e vincitore dei Watty Awards 2019, poi pubblicato in self-publishing nel 2020
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ALL'INCROCIO DEI NOSTRI DESTINI 
di Melissa Da Costa



Rizzoli
384 pp
18.50 euro
USCITA
30 APRILE 2024
Sono cinque anni che Ambre non torna ad Arvieux, piccolo paese nel cuore delle Alpi francesi; a portarla qui, una telefonata dell’amica Rosalie piovuta d’improvviso: il suo compagno, Gabriel, le ha scritto un biglietto ed è sparito, lasciandola con i due figli. 
Oltre ad Ambre arriveranno anche Anton e Tim, ugualmente pronti ad accorrere e fare la loro parte. 
Mentre Gabriel ancora non si riesce a rintracciare, i quattro amici sono subito sommersi dai ricordi legati a quella stagione invernale passata all’hotel Les Mélèzes, quando ognuno di loro aveva trovato negli altri una nuova prospettiva e nuove energie per riprendere in mano la propria, disordinata vita. 
Oggi hanno solo qualche anno in più e credono di essere adulti, ma è ancora tutto da costruire. 
Riallacciare i rapporti dopo così tanto tempo sarà allora un tuffo, necessario a superare la distesa dei risentimenti, di tutti quei dolori rimasti invisibili, per smettere di piangere i fantasmi e recuperare fiato, guardarsi in faccia e dirsi che sì, siamo sempre stati qui, ed è da qui che la vita riparte.


mercoledì 27 dicembre 2023

# RECENSIONE # LA BESTIA di Carmen Mola



Madrid, 1834. Una terribile epidemia di colera sta mettendo in ginocchio la città ma questa non è l'unica piaga ad infestare le strade: c'è un essere spietato, oscuro e inafferrabile che rapisce le bambine dei quartieri più poveri e ne smembra i corpi. 
Lo chiamano la Bestia.
Chi è? Cosa lo spinge a commettere certe atrocità e a profanare i corpi delle povere innocenti, tutte aventi più o meno la medesima età (puberale)?
Un romanzo storico avvincente, con il ritmo di un thriller e le atmosfere cupe di un noir, che ci porta per le vie di una Madrid pericolosa, in cui si annidano spaventosi segreti e intrighi fatali.


LA BESTIA 
di Carmen Mola


Ed. Salani
trad. M. Sottini
496 pp
Lucía è una ragazzina di 14 anni che vive con la mamma Candida e la sorella minore Clara; la loro vita è contrassegnata da stenti, povertà e, adesso, malattia: la mamma si è ammalata di colera, a causa della quale vengono scacciate di casa per questioni di igiene e prevenzione dell'epidemia e da quel momento le cose peggiorano.
Candida muore, lasciando a Lucía tutta la responsabilità di badare alla sorellina.
Racimolare un tozzo di pane secco da mettere sotto i denti è tutt'altro che facile ma Lucía è determinata a non morire di fame e di freddo, e pur di sfamare Clara è disposta a rubare... e non solo.

È proprio un furtarello a dare inizio a quello che sarà per lei e Clara un vero e proprio incubo.
Un giorno ruba, nell'abitazione di un religioso, un anello con uno strano simbolo e non sa, non immagina minimamente che quell'oggetto la metterà in seri guai.

Non solo, ma per garantire cibo e vestiti per sé e per Clara si decide a fare una cosa che, se fosse ancora in vita Candida, non avrebbe mai neanche lontanamente pensato di fare: prostituirsi...

Lucía sa di attirare le attenzioni e gli sguardi lascivi degli uomini, con la sua chioma rossa ribelle, la sua pelle bianca come il latte, il corpo con le forme al posto giusto e un viso già bello che promette di diventarlo ancora di più.

Benché il sol pensiero di concedersi per danaro a degli uomini di ogni genere la ripugni moltissimo, Lucía sente che, in quel momento, è l'unica strada per fare soldi velocemente; il suo obiettivo è prendere Clara e andare via da quella città infestata dalla piaga del colera, verso una nuova vita e un futuro più roseo.

Si reca quindi presso il più noto bordello di Madrid (frequentato anche da uomini importanti e ricchi) e diventa ben presto la preferita di colei che lo gestisce e che vede in quella ragazza dai capelli rossi e dallo sguardo deciso una sicura fonte di guadagni.

Intanto, nei popolosi, sporchi e infettati quartieri poveri di Madrid, la gente non muore solo di colera e altre malattie, o di povertà: la morte sta scegliendo le sue prede: tutte ragazzine di circa 11-12 anni, che all'improvviso scompaiono; alcune di esse, dopo diverso tempo, sono state ritrovate morte, con il loro debole corpo mutilato e con in bocca un oggetto (un distintivo), che parrebbe essere una sorta di "firma" da parte dell'assassino.

La povera gente mormora che si tratti di una creatura mostruosa, feroce e inafferrabile (un grosso animale forse...?), ma non tutti si accontentano di darsi spiegazioni di questo genere, che non portano a nulla e non spingono a indagare ma solo a rassegnarsi di fronte a queste morti.

Del resto, sono solo delle ragazzine provenienti da famiglie di straccioni e la polizia non è motivata a indagare seriamente.
A nessuno interessa individuare la mano assassina? E che dire del destino di quelle ragazze svanite nel nulla e ancora non ritrovate (né vive né morte)?

A qualcuno però interessa e costui si chiama Diego, un giornalista testardo e temerario che non accetta la storiella dell'animale feroce acquattato nel buio che si avventa sulle fanciulle e mette pure nella loro bocca un distintivo (sarebbe assurdo), così decide di avviare una personale e meticolosa indagine, coinvolgendo l'amico Donoso, un poliziotto guercio, cinico ma leale.

Diego si appassiona al caso della cosiddetta Bestia, fa domande in giro, cerca di collegare informazioni e possibili indizi, vuol mettere in guardia i madrileni circa la presenza di un assassino di bambine che si aggira tra loro, ma trovare appoggi è difficile, a cominciare dal capo del giornale per cui scrive e che è scettico nel voler affrontare un caso su cui c'è poco materiale e nessuna certezza.

Determinato e mosso da giusti principi, Diego non si arrende e quando conosce la duchessa Ana Castelar (di cui si infatua, ricambiato) crede di aver trovato in lei un'alleata nella ricerca della verità; non solo, ma il destino gli presenta anche Lucía, che è disperata perché Clara è scomparsa, non si trova da nessuna parte e non c'è alcuno che possa aiutarla a capire dove sia finita.

E se fosse anche lei vittima della Bestia?

A complicare le cose si aggiunge un fatto inaspettato che, se da una parte potrebbe sembrare la soluzione al caso delle ragazzine assassinate, dall'altra non lo risolve affatto, perché altre bambine continuano a sparire (come Clara, appunto) nonostante colui che sembrava essere la Bestia sia stato ucciso.

Anche Diego e la stessa Lucía sono persuasi che l'omone dall'aspetto spaventoso trovato assassinato potesse essere la Bestia, ma se così fosse e se avesse rapito lui Clara, come farà Lucía a scoprire cosa è successo alla sorella e a ritrovarla?


La narrazione è in terza persona e ci presenta diverse prospettive, non solo quella di Lucia o Diego, ma anche della stessa Bestia, di Donoso, delle ragazzine rapite, così da avere la possibilità di vedere i fatti drammatici e oscuri che stanno accadendo da più punti di vista.

Il ritratto che ne viene fuori è quello di una Madrid in cui avvengono, di nascosto e col favore delle tenebre, cose atroci, abominevoli.

Chi c'è davvero dietro i rapimenti delle ragazzine? 
A chi appartiene la mano assassina, che non solo uccide ma prima tortura crudelmente, dilaniando i poveri corpi della sfortunate vittime?
Con che criterio queste ultime vengono scelte?

Ciò che Diego, Lucía ed altri personaggi interessati (ciascuno per ragioni proprie) alle funeste vicende, scopriranno è qualcosa di abietto, l'essenza del Male che si annida dietro esistenze ammantate di religiosità, di benessere e ricchezze, di buona reputazione agli occhi della società ma che covano il marcio, la crudeltà, portando avanti superstizioni medievali bagnate di sangue vergine, che nascondono fini politici (i riferimento storici al carlismo hanno un posto non irrilevante nella storia) e che mescolano una fede malata e deviata con credenze pagane e innominabili.

Allora chi o cosa è la Bestia? Sì, è vero, è una creatura mostruosa, ma essa non ha le corna in testa, il forcone in mano e la pelle butterata o viscida: è una Bestia "a più teste", furba, subdola, che si aggira per le strade della capitale spagnola in maniera sottile, una piovra avvelenata che allunga i propri minacciosi tentacoli ovunque, infilandosi tra uomini di chiesa, donne ricche e annoiate e personaggi di spicco insospettabili, legati tra loro da patti segreti, siglati con sangue e giuramenti.

"La Bestia" è un thriller storico davvero appassionante, dallo stile accattivante, che immerge il lettore nel periodo in oggetto, facendolo sentire parte integrante di quella cupa realtà madrilena, in cui la morte, il dolore, la malattia e la disperazione si respirano a ogni passo, in cui si percepisce la presenza del Male (incarnato da individui senza coscienza, che davvero hanno venduto la propria anima al malvagio), un Male che colpisce i poveri, i disgraziati, gli indifesi, quelli per cui nessuno si batte e che nessuno si degna di aiutare e salvare.

Lucía, Clara e le bambine vittime della Bestia fanno parte di coloro che hanno bisogno di aiuto perché da sole non possono salvarsi; persone come Diego e pochi altri sono delle eccezioni preziose perché ancora conservano la propria umanità e non si voltano dall'altra parte per non farsi sporcare dal marciume attorno a sé.

Personalmente questo libro non l'ho letto bensì ascoltato su Audible e l'ascolto è stato oltremodo piacevole in quanto il narratore è bravissimo, espressivo, il che ha reso l'esperienza molto gradevole e  fluida.
Le pagine relative alle attività della Bestia sono "forti", tanti sono i momenti "neri", dark, e tanti anche quelli drammatici e più avventurosi; è stata davvero una bellissima scoperta e infatti l'ho inserito nella Top Five dei libri più belli del 2023.

Ve lo consiglio, la storia è trascinante e, se amate il genere, vi esorto a dargli un'opportunità.

Curiosità: Carmen Mola è lo pseudonimo di tre scrittori e sceneggiatori spagnoli Jorge Díaz, Antonio Mercero e Agustín Martínez; per Mondadori era già uscito nel 2019 La sposa di sangue.

giovedì 16 novembre 2023

[[ RECENSIONE ]] LE STREGHE DI MANNINGTREE di A.K. Blakemore


Nell'Inghilterra della seconda metà del 1600 la caccia alle streghe non è purtroppo un ricordo, ma anzi una pratica che si inserisce e trova terreno fertile in una cornice storica complessa e molto movimentata, che vede il re in contrasto col Parlamento, la guerra civile che infuria, i cattolici contro il puritani.
È in un tempo come questo che un giovane e oscuro inquisitore va di città in città, nelle contee inglesi, a scovare donne (più raramente uomini) in combutta col maligno e che meritano la morte in qualità di streghe.


LE STREGHE DI MANNINGTREE
di A.K. Blakemore



Fazi Ed.
trad. V.Februari
336 pp
"Strega è l'offesa che affibbiano a chiunque faccia succedere le cose, a chiunque porti avanti la storia".

È il 1643 e a Manningtree, una cittadina della contea dell’Essex, tante sono le donne che cercano, con gran fatica, di portare avanti la casa, di sfamare sé stesse e la famiglia, lottando contro la povertà più nera, aggravatasi a causa della difficile situazione sociale e politica, che - tra le altre cose - ha portato via gli uomini da casa e dai campi, costringendoli ad arruolarsi.

Alcune di queste miserabili creature vivono ai margini della comunità più di altre: in particolare, le anziane, le straccione, le nubili che nessuno sposa... e quelle dalla lingua affilata, perfida e dalla scorza dura. 

A quest'ultima categoria appartengono le donne West, madre e figlia: la vedova Beldam West e sua figlia Rebecca, che vivono come possono, giorno per giorno, tra un espediente e l’altro, cercando di scacciare lo spettro incombente della miseria.
Rebecca e sua madre non vanno sempre d'amore e d'accordo perché la ragazza vede nella rozza genitrice un esemplare di donna poco rispettabile, che non si fa problemi a bere come un uomo e non si fa passare una mosca davanti al naso, risultando sempre molesta, arrogante e poco piacevole.
Giovane e ancora speranzosa di un futuro meno cupo e triste, Rebecca sta imparando a leggere e scrivere presso il maestro John Edes, del quale è infatuata e alla cui presenza arrossisce.

Ma la loro abitudinaria, seppur semplicissima, quotidianità viene completamente scombussolata dalla presenza di un uomo apparentemente innocuo: messer Matthew Hopkins, il nuovo locandiere, che si è mostrato fin dal principio molto curioso verso tutto ciò che accade nella cittadina; la sua curiosità maliziosa è ben visibile nello sguardo profondo e indagatore che va a concentrarsi quasi ossessivamente sulle donne più umili e disgraziate, tra cui la stessa Rebecca, che ne è oltremodo infastidita e turbata.

A Manningtree non mancano mai litigi, baruffe, malelingue e battibecchi, ma un giorno ne accade uno che, se anche di per sé non ha nulla di grave, lo diventa a causa delle maldicenze, della superstizione, dell'ignoranza e della malignità, cui si cerca vergognosamente di dare un'apparenza di pia religiosità.

Accade, infatti, che la vedova West - e altre amiche con lei - un giorno si ritrovino a rimproverare un ragazzino, e che questi - pochissimo tempo dopo - cominci a manifestare sintomi strani, di un malessere non meglio specificato...
Il ragazzino, colto da una misteriosa febbre, inizia a farneticare di congreghe e patti, e questo desta le preoccupazioni di molti in paese e l'interesse, ancor più vivo, di Hopkins, le cui domande assumono un tono sempre più incalzante e poco rassicurante.
Che in questa miseranda cittadina dell'Essex ci sia il demonio con la sua influenza infernale?

La calunnia è un venticello e si diffonde, sottile e insidiosa come una serpe, attraverso le calunnie, le parole cattive e maligne sussurrate di bocca in bocca e che trasformano il nulla in tragedia: e se il ragazzino fosse vittima di un maleficio?
I malefici, le maledizioni..., si sa, sono opera del diavolo e dei suoi nefandi servitori, anzi, servitrici, quali sono appunto le streghe.
Forse la Beldam West e le sue amiche, pochi giorni prima, quando hanno litigato col ragazzino, gli hanno inviato proprio questo - una maledizione?
Non può essere una coincidenza, visto che prima di quel giorno il bambino scoppiava di salute; inoltre, altri tragici accadimenti si rilevano in alcune famiglie, il che mette in allarme tutti: il male è tra loro e va individuato e fermato assolutamente, prima che infetti tutto e tutti.

Messer Hopkins tira fuori dal suo mantello quel che è: un inquisitore, un cacciatore di streghe, di donne che hanno venduto l'anima al maligno e che seminano peccati, lussuria, lascivia e malvagità ovunque vadano, su chiunque posino lo sguardo malevolo, su qualunque cosa tocchino.

Non le riconosci mica subito perché sono subdole, danno l'impressione di essere donne comuni ma, se solo potessimo alzare loro la gonna, vedremmo i segni del peccato e il marchio del diavolo sulla loro carne.
Crescono e vivono insieme alla brava gente timorata di Dio e si sa, lo dice il Vangelo: la zizzania cresce col grano ma andrà estirpata, prima o poi.


E questa è "l'ora delle tenebre", il momento di Matthew Hopkins, nelle cui mani e sulle cui livide labbra fioriscono versetti biblici, coi quali pretende ti insegnare, redarguire, far riflettere.
Giudicare, condannare.

In capo a pochi giorni, Manningtree viene messa sotto accusa perché in mezzo ad essa avvengono cose indicibili: sabba, danze e atti osceni coi diavoli, incantesimi e malocchi mortali e ogni cristiano sincero lo sa: "Non lascerai vivere la strega"*.

A morte le streghe!
Chi sono queste maledette?
Un gruppetto di donne malandate e povere, tra cui un'anziana che a malapena si regge in piedi e la mamma di Rebecca.
Rebecca stessa, in seguito a una sua "leggerezza", viene coinvolta nell'accusa di stregoneria e, insieme alle altre disgraziate, condotta in una prigione maleodorante, sporca, dalla quale è difficile che escano.
O meglio, usciranno sì, ma per essere impiccate.

A meno che non confessino i propri innumerevoli peccati: ditelo che vi unite al diavolo, che avete i vostri spiritelli con cui fate del male alla povera gente, che seducete uomini probi e retti, che avete rinnegato la fede nel buon Dio.
Se confessaste. forse salvereste almeno la vostra anima, se non il corpo corrotto.

Ma come si fa a confessare ciò che non si è commesso? Come si fa ad enumerare peccati di cui non si è minimamente consapevoli?

Le accusate cercheranno di salvarsi la pellaccia e l'anima peccatrice confessando di essere davvero delle streghe? 
O preferiranno la morte a un'autoaccusa assurda e assolutamente falsa?

E che ne sarà di Rebecca, che osserva la sua coriacea e sprezzante madre (che pure l'ama e desidera veder salva l'unica figlia) a volte con perplessità (non riesce a comprenderne fino in fondo la natura, pur sentendosi a lei affine in non pochi tratti) altre con ammirazione davanti al fatale e ingiusto destino che l'aspetta?

Rebecca che si fa domande, che ragiona con la propria testolina nonostante si dica che "Quando le donne pensano da sole, pensano il male"; Rebecca che è intelligente, che conosce quanto grande sia il potenziale di una donna che non si lascia sottomettere dalla prepotenza di certi uomini.

"Preferisco essere donna. Noi donne accettiamo la nostra degradazione dinanzi a Dio, poiché accettiamo la nostra degradazione dinanzi agli uomini, E ci prendiamo gioco di loro." 

Le streghe di Manningtree è un esordio letterario di tutto rispetto; un romanzo storico che trascina con forza il lettore in un luogo e in un tempo per nulla facili, anzi cupi, miserevoli, pericolosi, in cui per distruggere una persona - considerata semplicemente un po' "diversa dalla massa", più ribelle, meno convenzionale...- bastava additarla come amante di satana, fattucchiera. Strega. 
Un contesto storico molto ben delineato, capace di avvolgere il lettore in una morsa glaciale, stretta, nera, angosciante; l'Inghilterra di queste pagine è quella piagata dalla carestia, con troppi campi incolti, dilaniata dalla guerra civile, in cui la caccia al male e ai suoi emissari è "un diversivo per ricchi" e per coloro che non si fanno scrupoli a schiacciare schiene e cuori di donne sole, emarginate, inermi, cui è rimasta solo la dignità di chi sa la verità e non si piega alla menzogna per salvarsi; su di esse la moltitudine riversa terrore, orrore e ipocrisie pseudoreligiose.

La narrazione procede alternando il racconto in prima persona di Rebecca con la prospettiva esterna in terza persona.
Io l'ho apprezzato molto, per l'argomento, per l'ambientazione, per il finale che dà un filino di speranza, per il tratteggio delle donne accusate di stregoneria e anche per lo stile, che riesce ad essere abbastanza scorrevole nonostante sia impegnativo (non è una lettura da affrontare con poca concentrazione); un plauso alla traduttrice.

Consigliato a chi ama l'argomento "caccia alle streghe" e, in generale, i romanzi storici; la storia narrata si ispira a fatti realmente accaduti e alcuni personaggi sono davvero esistiti.


* Esodo 22:17

sabato 14 ottobre 2023

# RECENSIONE # FALCONERA di Fabio Ceraulo


Contraddistinta da un meraviglioso panorama, dove l'aria odora di aghi di pino, tra campi coltivati, frutteti e prati d’erba umida e soffice, sorge, nella bella località siciliana di Castellammare del Golfo, Falconera, una piccola e tranquilla realtà contadina che sta per essere travolta (anch'essa) dai venti di cambiamento portati dall'arrivo di Garibaldi e dagli avvenimenti che hanno portato all'unità d'Italia.



FALCONERA
di Fabio Ceraulo


Spazio Cultura
189 pp
"Tutti bravi a fare la rivoluzione, viva Garibaldi! Per che cosa? Per farci mettere di nuovo i piedi in testa! Un giorno ci ribelliamo, il giorno dopo ci caliamo le brache, altro che libertà! In questa terra non nasce niente, non cresce niente. Solo malattie, pidocchi e la colpa di avere le pezze nel didietro!"

È il 1853 quando Francesca Galante, la mammana (levatrice) di Falconera, una contrada di campagna posta sul colle che sovrasta Castellammare del Golfo, fa nascere la piccola Angelina Romano, figlia di una coppia di contadini con già diversi figli e che vive tirando avanti onestamente, seppur con fatica.

A Falconera vive gente semplice che cerca di mettere qualcosa sotto i denti giorno per giorno; alcuni se la cavano meglio, soprattutto se sono alle dipendenze di signorotti locali benestanti e, in fondo, generosi, come don Faro Giurintano; altri se la passano decisamente peggio e non pochi son coloro che si vedono costretti a far la fila presso il parroco del paese, don Benedetto, a chiedere un po' di cibo e altri beni di prima necessità, per sé e i famigliari.

Insomma, la povertà c'è e, come accade ovunque e in ogni epoca storica, c'è pure, immancabilmente, chi arranca per sopravvivere e chi si può permettere feste, cibo a volontà, grandi dimore, servitù e campi da far coltivare ai propri lavoratori.

Chi è ricco non fa che mangiare a sbafo e riempirsi la pancia; a chi è povero, la pancia brontola tutto il giorno: niente di nuovo sotto il sole.

Ma nel 1860 la brezza che viene dal mare porta con sé delle notizie: è arrivato Garibaldi: "Due  imbarcazioni piene di uomini armati, guidati dal filibustiere chiamato Garibaldi, hanno preso terra ieri l’altro, di mattina, al porto di Marsala".

Ed è così che di lì a breve cominciano ad arrivare uomini delle milizie garibaldine, con le loro giubbe rosse e i fucili; all'inizio cercano di farsi amica la popolazione di Falconera, chiedendo cibo e acqua, ma il caos e il panico vero prendono piede in seguito, quando - cacciati i Borbone nel Meridione, dopo la nascita del Regno d'Italia, con Vittorio Emanuele II quale sovrano degli italiani -  giunge il comunicato di sua maestà che introduce la legge della leva militare, in base alla quale tutti i giovani maschi della terra di Sicilia dovranno prestare servizio nel regio esercito per sette anni e tale leva è obbligatoria.

La notizia getta nella paura e nel malcontento tutti in paese: non solo devono lasciare andare i propri figlioli, con l'incertezza che tornino a casa vivi e tutti interi, ma questo significa anche perdere la forza lavoro, non avere più delle braccia forti per lavorare la terra.

A non essere felici per quest'ordine - la cui disubbidienza ovviamente avrà delle conseguenze - non sono, quindi, solo le famiglie in cui ci sono dei giovani, ma anche quelle dei proprietari terrieri, che si vedranno privati di lavoranti.

Certo, mica tutti i giovanotti sono coinvolti in questo reclutamento: come purtroppo non di rado accade, chi è potente, ha soldi e autorità, viene esonerato, magari in cambio di fedeltà assoluta al nuovo re.
Anche uomini che, fino a qualche settimana prima, si dichiaravano devoti a re Francesco II, non esitano a voltare bandiera e ad accogliere, a suon di inchini e lusinghe, i "nuovi padroni".
Alla fine, ciò che importa è riceverne un tornaconto personale e, se per stare dalla parte dei vincitori, bisogna semplicemente cambiare carro e stendardo, qual è il problema?

E infatti, ad occuparsi di far sì che l'ordine del re venga rispettato, ci pensa un signorotto del posto, don Bartolomeo Asaro, nominato responsabile dell’ufficio di leva.
Assieme a lui, altri “galantuomini” della comunità non attendono altro che capire da che parte schierarsi e non esitano a "tradire", in un certo senso, i propri compaesani pur di compiacere gli ufficiali del re. 

In questo quadro in continuo mutamento, dove la povera gente è spaventata, sempre più disgraziata e lasciata sola con i propri problemi, incontriamo e conosciamo vari personaggi, alcuni dei quali già nominati, come  il ricco possidente don Faro, gli arrivisti Francesco e Bartolomeo, la famiglia Romano, la levatrice Francesca (che fa praticamente le veci del medico di paese e viene chiamata ad ogni parto dalla gente di Falconera), il sacerdote don Benedetto (che non guarda di buon occhio il nuovo re e pensa con amara nostalgia al vecchio), l'avvocato Oliveri, dalle idee rivoluzionarie, il buon Turi, braccio destro di don Faro e sempre pronto a servirlo e proteggerlo fedelmente.

Faro è un brav'uomo, tratta bene i suoi dipendenti, è generoso, rispettato da tutti; il suo atteggiamento verso il passaggio dai Borbone ai Savoia è razionale, oculato, egli non è tipo da lasciarsi prendere da facili entusiasmi e partigianerie e guarda con occhio attento e critico ciò che accade attorno a sé, per comprendere la reale ed effettiva portata dei cambiamenti in atto.

Don Faro è un personaggio dai contorni nostalgici, tormentati, il cui cuore si è riempito di amarezza dopo aver perso l'amata moglie, donna pia e dolce, amata da tutti; il suo pensiero va sempre a lei, senza la quale è perso, solo e "la sua esistenza si è trasformata in un arido mosaico che ha smarrito i tasselli principali".

Faro è un punto di riferimento autorevole a Falconera e ha la stima dei compaesani, soprattutto di don Pietro che capisce come l'amico si sia meritato il rispetto della piccola comunità, a differenza di altri uomini che hanno preferito vestirsi di prepotenza e dare importanza ai soldi facili e a biechi maneggi politici, in spregio a qualsiasi solidarietà con la propria gente.

Anche la levatrice, Francesca, osserva i miserabili che le vanno a chiedere aiuto, che sia per far nascere un bambino o per avere un tozzo di pane, e prova pietà per questi disperati lasciati a marcire nella propria miseria; e adesso, con il nuovo re, cambierà qualcosa per loro? Avranno forse un pezzo di pane in più?

La realtà è che cambia il re ma la povertà resta; anzi, semmai le nuove leggi alimentano i contrasti, inaspriscono un malessere e un malcontento che si fanno sempre più grandi e che finiranno per coinvolgere tutti quanti, al di là dei ceti sociali, trasformando tutta quella situazione in una polveriera pronta a esplodere.


Immerso in una cornice che ricostruisce in modo realistico e asciutto questo frangente storico, il lettore può sentirsi emotivamente partecipe dei fermenti storici e politici propri di quegli anni nel Sud Italia, in quanto l'attenzione è posta sulle persone, sui loro tormentati interrogativi, sulla loro miserevole vita e sui tentativi di sopravvivere in un contesto mutevole e imprevedibile in cui il passaggio da un "padrone" all'altro non è garanzia di un miglioramento delle loro condizioni, tutt'altro.

«passare da re Francesco a Vittorio Emanuele cosa porterà? Qual è il cambiamento? Che non si può più chiamare qualcuno eccellenza?»

«Lasciate perdere la politica, amico mio», replica don Pietro che mastica più lento degli altri. «Che cambiamento vedete? Il mare, la pineta, la strada grande. Tutto uguale a prima. I signori continueranno a fare i signori e i poveracci faranno lo stesso».
«Tutto qui?»


Se il proclama sabaudo relativo alla leva obbligatoria mette la gente di Falconera in agitazione, questo è nulla rispetto allo stato di profonda preoccupazione e di paura che dilaga nel momento in cui, a fronte delle numerose diserzioni da parte di giovani che preferiscono scappare tra i monti e rifugiarvisi come topi in trappola piuttosto che arruolarsi e combattere (morire) per un re che non riconoscono come tale, cominciano a verificarsi le prime fucilazioni dei ribelli.

Questi briganti sono nemici del re, non vanno assolutamente aiutati e coperti, ma denunciati; chi disobbedisce è anch'egli un traditore e da tale verrà trattato (fucilato).

Le tensioni crescono e con esse la paura delle conseguenze delle minacce degli ufficiali; ma a farsi strada è anche un altro sentimento: l'odio sempre maggiore verso "l'occupante" che viene dal nord, che non ha portato alcun cambiamento positivo, finora, anzi: Garibaldi ha promesso terre che non sono mai state date alla povera gente; a trarne vantaggio sono stati solo coloro che erano già ricchi!
Soggetti "definiti da tempo cutrara, un termine dispregiativo per chi si è arricchito grazie a potenti  amicizie", alcuni dei quali "si sono divisi case e terreni espropriati a povera gente con la prepotenza e l’aiuto di picciotti violenti e affamati."

Questi "panzoni arricchiti", che calpestano i contadini, vanno a riempire le file di "una nuova classe sociale, insolente e pericolosa”.

Ponendosi dalla parte di personaggi quali don Faro, Francesca, don Benedetto, il lettore percepisce la portata del dramma che rischia di consumarsi, e infatti la situazione precipita quando il gruppetto dei "briganti" (che si nasconde per non essere fucilato per aver disobbedito) si rende protagonista di un'azione violenta, che a sua volta scatena la pronta e sanguinosa reazione dei piemontesi.

Come troppo spesso accade, a pagare il prezzo più alto sono gli innocenti e non si può non provare pena per i poveri disgraziati che, nel cercare riparo dalla furia dei piemontesi assetati di vendetta e di sangue, ne vengono invece travolti. 
E con loro, anche una vittima molto, troppo giovane, che verrà dalla Storia ricordata come una "vittima innocente della repressione sabauda".

Falconera è un romanzo storico la cui trama si inserisce nel periodo che ha visto i territori compresi nel Regno delle due Sicilie passare da un sovrano a un altro, restituendoci un ritratto realistico di contesti e ambienti, degli eventi e dei personaggi coinvolti, mostrandoci le contraddizioni di un momento di transizione verso una situazione sociale e politica che, lungi dal portare concreti miglioramenti nella vita delle popolazioni, rischiava di peggiorarla.
La Storia ci insegna che lì dove si sono verificati cambiamenti, passaggi da uno stato all'altro, rivoluzioni ecc, essi sono passati inevitabilmente attraverso episodi di violenza, ribellione, soprusi, malcontenti, vendette e ritorsioni, tradimenti, ingiustizie.

I personaggi che prendono vita tra queste pagine sono coerenti, nel parlare e nei comportamenti, col periodo di riferimento e le loro personalità emergono dal modo di agire e reagire agli eventi che li travolgono: il parroco cerca di manifestare misericordia verso i miseri che gli chiedono aiuto, la levatrice ha un atteggiamento esteriore duro, sbrigativo e scortese ma in realtà è una donna generosa e pronta a donare ciò che ha a chi ha più bisogno di lei; don Faro ha una personalità contemplativa, è riflessivo e osserva tutto e tutti con molta attenzione, ama la propria tranquilla esistenza e non si lascia sedurre dal (presunto) nuovo che avanza.

Ho trovato il testo davvero scorrevole, grazie a uno stile semplice e diretto, efficacemente arricchito da espressioni dialettali, all'accuratezza storica, all'attenzione posta ai personaggi e alle dinamiche innescate da tutti quegli avvenimenti che hanno caratterizzato il periodo in oggetto.
Nelle ultime pagine, l'Autore distingue i personaggi realmente esistiti da quelli per i quali si è ispirato ad altri sì reali ma cambiandone i nomi. 

Come spesso dico, a me piace molto il genere storico e, nello specifico, i movimentati anni e i relativi eventi che hanno contribuito al processo di unificazione del Paese, ragion per cui ho apprezzato moltissimo questo romanzo, sia per come è scritto e sia per i fatti narrati, che, personalmente, non conoscevo (non bene, per lo meno) e, come spesso mi succede, ho cercato informazioni per colmare le mie lacune.

Non posso che consigliarvelo!


ALCUNE CITAZIONI

"...siamo complici, colpevoli anche noi. Stiamo sempre ad aspettare tutto senza muovere un dito. Aspettiamo che si fa giorno, che si fa notte, aspettavamo re Francesco e poi Garibaldi. Aspettiamo la vendemmia, la pioggia, lo scirocco. I fiori di zagara a maggio e i limoni da mangiare a strica sale. Per tutto il resto ci voltiamo dall’altro lato».

*****

«La vita è come questo limone, Turi. Quando lo apri, ci puoi trovare qualche verme. 
Se tutto è a posto, lo puoi mangiare.  Al morso, a volte è aspro, a volte dolce».

giovedì 28 settembre 2023

[ RECENSIONE IN ANTEPRIMA ] "Messer Matteo, gentiluomo e fiorentino a Borgo Silva" di Peter Hübscher



A un affascinante gentiluomo di Firenze, la cui reputazione è macchiata da una condotta non proprio moralmente rispettabile, viene affidata una non facile missione in un piccolo borgo in cui è appena stato commesso un misfatto.
Il tenace, arguto, coraggioso, intuitivo, Messer Matteo è costretto ad accettare il compito suo malgrado e a sfoderare tutta la sua abilità nel far emergere la verità e consegnare i colpevoli alla giustizia.


"Messer Matteo, gentiluomo e fiorentino a Borgo Silva" 
di Peter Hübscher


Arpeggio Libero Editrice
174 pp
15 euro
Matteo Sismondi dei Signori di Cerentino è un gentiluomo fiorentino che, pur stimato per il suo passato di crociato in Siria, è caduto in disgrazia per il suo modo di vivere decisamente "libertino" e moralmente discutibile. Gli piacciono le belle donne, insomma, la sua carne è più che debole ed in fondo egli è ben lieto di assecondare tali lascive debolezze.

In quanto giureconsulto, riceve un incarico dal Capitano di Giustizia Messer Uggione, che gli parla chiaro: non può dire di no a questa "missione", la sua reputazione presso il Consiglio di Firenze è già compromessa, per cui  deve obbedire e, possibilmente, tornare a casa vittorioso.
Di che si tratta?

Nel borgo fiorentino, apparentemente tranquillo, di Borgo Silva è stata denunciato un presunto delitto.
A rendere noto l'accaduto e a chiedere che venga fatta luce - tanto dalla giustizia terrena quanto da quella divina, quest'ultima condotta dalla Santa Madre Chiesa nelle vesti dell'Inquisizione - è un marchese, tale De Therriex, divenuto da pochissimo vedovo.
Sua moglie soffriva di un brutto male da diverso tempo ma, a parer del coniuge, non è stato questo ad ucciderla bensì un atto di stregoneria, compiuto dalla serva Anna e dallo speziale giudeo mastro Abramo.

Il marchese racconta infatti che, proprio prima di spirare, la povera e pia moglie avesse bevuto una pozione che la sua giovane servetta personale le aveva dato da bere, pozione medicamentosa preparata da mastro Abramo, noto per i suoi "beveroni" miracolosi.

Non può essere un caso che la marchesa sia morta dopo aver bevuto ciò che le era stato offerto! Di sicuro quella bevanda era mortifera, forse stregata, avvelenata, per cui sua moglie è stata assassinata.

Il marchese De Therriex è un nobile feudatario locale, molto conosciuto, odiato da alcuni e temuto da altri; di lui si vocifera circa alcune... "importanti" caratteristiche fisiche e su come sia tutt'altro che un uomo timorato di Dio e obbediente ai santi precetti cattolici; anzi, pare che si diverta in lungo e in largo dandosi ad incontri lussuriosi, macchiandosi di peccati e vizi innominabili.
Verità o calunnia?
Anche della defunta si mormora non fosse la santa moglie che voleva apparire ma che addirittura anch'ella si desse ad amorosi piaceri e avesse per amante un nipote del marito, Gaston, giovanotto arrogante e dal carattere fumantino.

Messer Matteo si mette subito all'opera e comincia a indagare, interrogando le persone coinvolte, facendo domande precise e ottenendo le risposte utili a farsi un quadro della situazione; si reca nei luoghi da cui può trarre le giuste informazioni ed è meticoloso e certosino nella propria indagine, prendendo appunti, scrivendo quotidiane relazioni e ragionando su di esse, mentre sbocconcella dolcetti e si concede calici di buon vino. 

A Matteo sembra da subito che troppe cose non tornino, di ciò che gli vien detto.
Parlando con Anna - l'adolescente cameriera incriminata che rischia di essere bruciata per stregoneria -, apprende com'erano i rapporti in casa tra i due coniugi, quali intenzioni avesse la defunta (consapevole di  avere un male incurabile che l'avrebbe condotta presto alla morte) circa la propria personale eredità e
 chi l'ha visitata nelle ore precedenti la morte; Matteo interroga anche lo speziale giudeo, il quale fornisce senza alcun problema tutte le informazioni riguardanti il liquido preparato specificatamente per la povera marchesa e che di certo non era veleno.

Ma purtroppo i due accusati si rivelano essere, dai primi momenti, i colpevoli perfetti: Anna è una ragazza di sedici anni la cui sorella - Felicia -  in passato è stata a servizio presso il marchese e lui dice di averla cacciata per i suoi costumi licenziosi; attualmente è una prostituta, di cui si mormora che partecipi ai sabba nel bosco, rendendosi partecipe di atti osceni col diavolo e con altri snaturati come lei.
Di Abramo, è la sua appartenenza al popolo giudaico a parlare per lui: nemici della Chiesa, deicidi, individui perversi e maligni, gli ebrei sono da condannare a prescindere e sicuramente ogni loro azione è mossa da motivazioni cattive.

Insomma, i due accusati rischiano davvero di finire nelle mani della Sacra Inquisizione e di arrostire sul rogo per stregoneria e veneficio.

Ma Matteo è convinto che qui non sia il diavolo a muovere i fili del delitto, cui ne segue subito un altro: la povera Felicia viene ritrovata morta (assassinata).
 
C'era un possibile collegamento tra la morte di Felicia e la morte della marchesa? Forse le due donne si conoscevano e avevano un segreto in comune?

Matteo si fa molte domande e prosegue, nonostante le minacce di un iroso marchese, di un arrabbiatissimo Gaston e di un preoccupato frate inquisitore (padre Dominic, inviato di proposito dalla Chesa per accertarsi che, là dove la legge non riesca a risolvere il caso, ci pensi la temibile e terribile macchina inquisitrice) le proprie indagini scrupolose, aiutato dal maniscalco Giano (suo ex commilitone) e dalla sensuale e generosa ostessa Floria, che sfama il bel Matteo in tutti i sensi, soddisfacendone ogni tipo di voglia e sfizio.

Messer Matteo profonde tutto il proprio impegno e ingegno nella soluzione del caso, non accontentandosi dei pettegolezzi e delle chiacchiere, non soccombendo alle minacce di chi vorrebbe zittirlo (pur temendone gli effetti) e correndo personalmente anche dei rischi, pur di vederci chiaro.

"Nella mente di Matteo si stava rinforzando la convinzione che quel borgo, in apparenza bello e sano come al tempo del suo trasferimento gli era sembrato, fosse invece sotto sotto una ragnatela di empi legami che univano le persone dabbene ad altre di mala natura. Lussuria, denaro, potere e anche propensione all'eresia erano la ragione di tutto ciò."

Col passare dei giorni comprende che l’iniziale apparente tranquillità del borgo cela una doppia faccia in cui si muovono pratiche oscure e orgiastiche legate a un culto pagano precristiano e che si manifesta attraverso dei sabba notturni nei boschi; ma non solo: a questi culti si aggiungono i complotti politici che vedono gli interessi di Firenze contrapposti a quelli delle potenze vicine, a cominciare dal papato.

E che dire degli interessi economici del Marchese e del nipote Gaston?

Di materiale su cui ragionare e scervellarsi ce n'è in abbondanza, senza considerare il continuo spettro dell’Inquisizione nella persona di padre Dominic, che blatera di fede e santità ma pure lui ha un passato torbido, che ha tutti i gli interessi a tener nascosto.

Messer Matteo è un protagonista che mi ha conquistata perché non è perfetto, non è un eroe senza punti deboli e non è ipocrita circa le proprie debolezze; è intelligente, preciso, sa tener testa agli oppositori, possiede grandi capacità logiche e sa come destreggiarci nel processo da lui allestito, alla fine del quale il vero colpevole verrà consegnato alla giustizia.

Pragmatico e freddo in qualità di giureconsulto, pur sapendo di non dover provare pietà ma solo di dover accertare la verità, sa comunque mostrare umana empatia con chi è innocente e subisce ingiustizie a motivo di stolti pregiudizi, che egli è intenzionato a combattere con la forza delle proprie argomentazioni razionali.

Matteo è bravo e astuto nel condurre gli interrogatori, sa come tessere una ragnatela fatta di innocenti domande, lasciando che le sue parole confondano l'interlocutore e lo avviluppino nei propri fili, imprigionandolo e "costringendolo" infine a rivelare i suoi veri pensieri e a dirgli la verità.

Il presente giallo medievale è ambientato nella bellissima Toscana del primo Trecento, "terra di scrittori, poeti e scienziati, patria di capaci mercanti", popolata tanto da uomini e donne timorati e pii, quanto da persone di "mala natura".
Mi è piaciuto molto il contesto storico, la presenza dell'Inquisizione, i riferimenti di natura politica (Guelfi-Ghibellini), i legami oscuri tra i nobili fiorentini e i potentati stranieri, il bosco come luogo misterioso in cui possono accadere cose oscure.

Il romanzo ci restituisce il ritratto vivace e vivido di un’epoca lontana, cupa e affascinante insieme, mescolando i fatti storici con una credibile ricostruzione del vivere quotidiano nei suoi usi e costumi; l'uso del volgare fiorentino, e quindi di un linguaggio consono al periodo di riferimento, non può che aiutare il lettore a calarsi nel contesto, a immaginarsi di essere in quel borgo, di percorrerne le strade polverose, di visitarne le osterie, di imbattersi in donne di malaffare, bambini cenciosi e signorotti boriosi; ho gradito anche i toni ironici con cui l’autore tratteggia i personaggi nelle loro sfumature psicologiche, lasciandone emergere vizi e peccati, ambiguità e punti di forza.

Il mio parere sul romanzo è positivo, leggerlo è stato oltremodo piacevole, anche perché personalmente amo i romanzi con un'ambientazione storica (medievale ancor di più).
Consigliato!!



venerdì 22 settembre 2023

NOVITÀ EDITORIALI [ Spazio alle segnalazioni ]



Buongiorno, cari lettori!
Oggi ho diverse pubblicazioni da condividere con voi; come vedrete, leggendo le sinossi, appartengono a diversi generi: romanzo storico, narrativa per l'infanzia (a scopo educativo), Romantic suspense/Military romance.



Ma partiamo con il racconto, romanzato, degli ultimi tre giorni di vita e della misteriosa morte di un personaggio realmente esistito, il Maresciallo Ugo Cavallero (1880-1943), capo di stato maggiore generale delle Forze Armate Italiane durante la Seconda Guerra Mondiale (1940-1943), trovato morto la mattina del 14 settembre 1943 nel giardino di un albergo di Frascati (RM), con un colpo di pistola alla testa.

La Benda al Cuore di Gerlando Fabio Sorrentino (PAV Ed., 496 pp., 22 euro) è un'opera
che illumina una delle pagine più oscure e cruciali della storia italiana.
Sono passati ottant'anni non solo dalla scomparsa di Cavallero, ma anche dai drammatici fatti dell'8 settembre 1943, data storica in cui l'Italia annunciò l'armistizio con gli Alleati, spianando la strada a una serie di eventi tragici e rivoluzionari che avrebbero segnato per sempre la nazione.
Il romanzo svela i misteri degli ultimi giorni del Maresciallo Ugo Cavallero con precisione giornalistica e profondità di analisi, disegnando un panorama del settembre 1943: dallo sbandamento dell'esercito italiano, alla reazione violenta dei tedeschi, dai bombardamenti alleati alle atrocità naziste, dalla confusione politica al dramma di un popolo preso tra due fuochi. 
Una nazione letteralmente spezzata in due, con al centro la figura emblematica di Cavallero, simbolo dei tormenti, delle divisioni e delle complessità di un'epoca.
Tra queste pagine, l'autore non si limita a ricostruire la cronaca degli eventi, ma penetra l'animo dei protagonisti e il clima di incertezza, paura e tradimento che permeava quei giorni. Il romanzo si configura non solo come un viaggio storico, ma come una lente di ingrandimento sulle dinamiche umane, politiche e militari che hanno determinato le sorti dell'Italia.


Lettera a Corleone
di Giuseppa Mistretta
 (Kimerik Ed., 132 pp.) è un omaggio accorato all'incantevole paese di Corleone, un'ode in cui l'autrice si rivolge in prima persona al caro luogo natio, che in questo modo si trasforma in vero e proprio personaggio. 

Questa perla siciliana, purtroppo ricordata solo a causa della stretta connessione con diversi fatti mafiosi, attraverso le parole della Mistretta si riappropria della sua reale identità, fatta di splendidi paesaggi bucolici e, soprattutto, di uomini e donne speciali, gente di cuore, lavoratori instancabili, portatori di antiche tradizioni e di saggezza.



La Piccola Do alla scoperta del PerDono di Teodora Chirizzi (Kimerik Ed., 36 pp.).
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Perdonare è un percorso complesso, che richiede una reale messa in discussione senza mai annullare se stessi. Il perdono è un atto di generosità, di fiducia che può essere condiviso oppure compiuto nel segreto del cuore, è un vero e proprio “dono” e non è mai qualcosa di dovuto né finalizzato ad obbligare l'altro a fare altrettanto.
“Perdonare” significa trasformarci in eroi della nostra vita e non in vittime. 
Da bambini impariamo ad apprezzare la straordinaria bellezza dell’imperfezione e a perdonare senza portare rancore. 
Do, nel suo viaggio fantastico, in compagnia della sua valigia magica, un po’ come quella di noi mediatori, insegna a degli adulti iracondi a perdonare.



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Altra pubblicazione che si rivolge ai bambini, ma anche agli adulti-educatori, è C
os’è il Sesso? di Francesca D'Onofrio, Silvio Montanaro e Luisa Montalto, che esce il 23 settembre per la collana Libri Monelli di MOMO edizioni (seconda edizione).
Un libro coraggioso che racconta ai bambini, dai 6 anni in su, che cos’è il sesso e lo fa con semplicità
e chiarezza e - soprattutto - senza ipocrisie; si tratta di una novità assoluta nel panorama editoriale
italiano, non soltanto perché parla di sessualità (non per fini procreativi) ai bambini, ma perché lo fa in un'ottica di libertà e rispetto, cercando di vincere inutili imbarazzi, ad es. usando tutti i nomi propri per designare gli organi sessuali, senza metafore, inutili e svianti, sottolineando come l’unica regola nei rapporti sessuali è che bisogna essere d’accordo nel farlo insieme (la regola del consenso), vengono evitati i riferimenti di genere e il linguaggio è semplice ma distante da quello infantile delle favole.



Chiude la carrellata il novo volume di una serie romantic suspense: Echo Team (Phoenix Series 9) di Simona Diodovich (self-publishing, 278 pp.).


Siamo alla resa dei conti. Tutto ci ha portato qui.
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Siamo pochi, ma siamo valorosi. I tasselli sparsi non erano nulla, se non quando li abbiamo messi insieme. Il disegno ci è stato chiaro e ciò che abbiamo trovato era terribile.
Siamo in corsa contro il tempo. Dobbiamo salvare vite, armi, il mondo stesso.
Siamo la squadra Echo, invisibile ai più, letali per qualcuno.
Siamo insieme, nessuno ci fermerà. Inizia l’atto finale e noi non perderemo.
Bentornati tra i Phoenix.


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