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domenica 4 dicembre 2022

NOVEMBRE 2022 - TRA LIBRI, CONCERTO E MANI IN PASTA

 

Buongiorno, lettori carissimi!!!

Dicembre è entrato da pochi giorni e si avvicina il momento di tirare le somme di questo 2022, sul fronte letture... e non solo! 



Intanto, faccio il bilancio del mese di novembre, con l'aggiunta di alcune fotine su argomenti che non hanno a che fare con le letture ma che ugualmente mi interessano: Claudio Baglioni 🎹🎼 e dolciumi 🍩🍪

Ma partiamo dalle pagine che mi hanno accompagnata il mese scorso.


  1. MARY CELESTE di S. Lecce e C. Cazzato: all'interno di una cornice reale c'è una storia fittizia e tinta di giallo che ci farà salire sulla prima nave fantasma della storia (5/5);
  2. RIFQA di M. El-Kurd: imparare dalla tua granitica nonna cosa voglia dire resistere a chi ti occupa casa e ti caccia da essa come se la tua vita e le tue radici non contassero nulla, e raccontarlo attraverso poesie (5/5);
  3. IL TEMPO DELL'ATTESA di E. J. Howard: il secondo libro della saga famigliare sui Cazalet, dal punto di vista di tre ragazze diverse tra loro (4/5);
  4. PUTIN, L'ANGELO DI DIO di G. Boschetti: angelo o diavolo, dittatore o difensore della fede. Un punto di vista su Putin diverso dal solito e provocatorio (3/5);
  5. LA SETTIMA LUNA di P. Pulixi: noir che vede il trio Croce-Rais-Strega alle prese con uno scaltro assassino; colpi di scena assicurati (5/5);
  6. UNA PORTA NEL CIELO di R. Baggio: l'autobiografia, sincera e appassionata, di un campione del calcio italiano (4.5/5);
  7. CRONACHE DELLE MULTISFERE - L’ombra di Durgash, di T.Sguanci: fantasy classico, in cui il Bene combatte il Male attraverso un ragazzo impacciato ma coraggioso (4/5);
  8. L'ISOLA DELLE ANIME di J. Holmström (prossimamente la recensione): storie di ragazze e donne chiuse in un ospedale psichiatrico da cui è difficile uscire; ma la speranza ha ali capaci di oltrepassare i muri più alti e apparentemente impenetrabili (5/5).

Le letture novembrine sono state tutte, a modo loro, interessanti e coinvolgenti; difficile citarne solo tre, quindi vi menziono, tra le più belle: RIFQA per la tematica palestinese; LA SETTIMA LUNA per la bravura dell'autore di costruire trame articolate e ricche di colpi di scena; L'ISOLA DELLE ANIME per l'ambientazione reale (manicomio di Själö) e le storie di donne raccontate; MARY CELESTE, anch'esso per il contesto storico reale, oltre che per la storia in sé.


MUSICA

Girando per le bancarelle di un mercatino, ho trovato 5 vinili di Claudio Baglioni: "La vita è adesso", "Solo", "E tu come stai?", "Sabato pomeriggio" e "Oltre". Me felice 😍

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E poi e poi e poi.... il 24 novembre Claudio Baglioni è tornato, per la seconda volta in un anno, a San Severo, al "Teatro Giuseppe Verdi", in occasione del tour "Dodici Note Solo Bis".

Che dire...? Una bellissima ed emozionante serata, tre ore in cui il cantautore romano non ha solo cantato canzoni vecchie e nuove (lui, solo soletto al pianoforte; anzi, i pianoforti erano tre e rappresentavano passato-presente-futuro) ma è stato un grande intrattenitore e, del resto, non avevo dubbi: da un "cantastorie" come lui non potevo che aspettarmi un'eccellente performance. 

E pensare che, fino a qualche anno fa, l'idea che Baglioni venisse a fare un concerto nella mia città era pura utopia...!


Baglioni nel teatro della mia città; foto presa dal profilo officiale su FB


CUCINA

Quest'anno ho deciso di cimentarmi con pandori e panettoni.

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Fino a ieri, ho sempre usato solo le mie manine per impastare lievitati, dolci o salati che fossero ma, se 

per alcune preparazioni, "l'olio di gomito", la buona volontà e quel briciolo di manualità da non professionista acquisita con la pratica (casalinga) possono bastare, per altri prodotti... hum..., il risultato lascia a desiderare e non soddisfa prima di tutto chi li fa (me).

Ragion per cui, il pandoro preparato un paio di settimane fa, come primo esperimento, malaccio non era, ma se vi devo dire che mi ha soddisfatta al 100%, mentirei.

E siccome mio marito mi ha regalato l'impastatrice (Kasanova, 7 litri), ora finalmente posso buttarmi a capofitto nella preparazione di questi lievitati che richiedono decisamente una lavorazione più complessa. 

Nelle prossime settimane ci riprovo! Queste che vi lascio sono le foto del "pandoro sperimentale".


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sabato 17 ottobre 2020

CANZONI ISPIRATE... DA LEGGENDE! (#1)

 

Non molti giorni or sono, mentre ero in pullman per andare a lavorare, ho ascoltato (non era la prima volta, of course) una bellissima ballata di Fabrizio De Andrè, Geordie, e in passato mi era venuta voglia di cercare informazioni su cosa avesse ispirato il cantautore ligure nello scrivere questo brano.

Ecco, in linea con questa curiosità, ho pensato di cercare altre canzone ispirate a leggende, personaggi letterari o realmente esistiti.

Oggi è il turno della già citata Geordie e di una canzone vecchiotta di Claudio Baglioni, che forse è conosciuta più che altro da chi, come me, ama il cantautore romano: Il lago di Misurina (Album: Sabato pomeriggio; 1975).


Ecco il testo di Geordie:


Mentre attraversavo London Bridge
Un giorno senza sole
Vidi una donna pianger d'amore
Piangeva per il suo Geordie
Impiccheranno Geordie con una corda d'oro
È un privilegio raro
Rubò sei cervi nel parco del re
Vendendoli per denaro
Sellate il suo cavallo dalla bianca criniera
Sellatele il suo pony
Cavalcherà fino a Londra stasera
Ad implorare per Geordie
Geordie non rubò mai neppure per me
Un frutto o un fiore raro
Rubò sei cervi nel parco del re
Vendendoli per denaro
Salvate le sue labbra, salvate il suo sorriso
Non ha vent'anni ancora
Cadrà l'inverno anche sopra il suo viso
Potrete impiccarlo allora
Né il cuore degli inglesi né lo scettro del re
Geordie potran salvare
Anche se piangeranno con te
La legge non può cambiar
Così lo impiccheranno con una corda d'oro
È un privilegio raro
Rubò sei cervi nel parco del re
Vendendoli per denaro


La canzone di De Andrè si ispira ad un’antica ballata britannica, che fa parte delle Child Ballads, una raccolta di 305 ballate tradizionali inglesi e scozzesi suddivise in cinque volumi pubblicati tra il 1882 e il 1889.

La storia di Geordie pare abbia due versioni: in quella scozzese, George Gordon, marchese e conte di Huntly, fu accusato di essersi ribellato a Giacomo VI, re di Scozia, e nel 1598 fu condannato a morte per alto tradimento, ma grazie alla intercessione della famiglia fu graziato.

Nelle ballate inglesi, Geordie è un bracconiere, la cui sorte è stata meno lieta.

Nell’Inghilterra medievale il bracconaggio nelle tenute e nelle riserve reali era punito con la pubblica impiccagione, ed infatti il giovane Geordie, nonostante le suppliche della moglie, non viene risparmiato; l'unico privilegio che gli riservarono fu quello di essere impiccato con una corda d’oro, a motivo delle sue origini aristocratiche.






Vi posto il testo della canzone di Claudio Baglioni, Il lago di Misurina.


Sciolta ormai l'ultima neve
Su un tappeto d'erba nuova
Con un passo lieve nell'aurora
Misurina camminava
Sopra ad una rupe si fermava
Ogni dì alla stessa ora
Nella calma del mattino
Il silenzio era velluto
Un arcobaleno di pensieri
Lei gettava giù nel vuoto
E qualcuno la spiava muto
Il suo nome era (Sorapis)
(Sorapis) che viveva solo lassù
Tra abeti e genziane blu
Nessun sorriso ebbe mai
E Misurina che era tutto per lui
Un giorno scivolò giù
La vide con gli occhi suoi
Misurina riposava
Tra il ginepro e i rododendri
Si affacciava il sole dalle nubi
Sopra i suoi capelli biondi
Ed un alito di vento andava a sfiorare lei
Per lasciarla poi
Tra le braccia di (Sorapis)
chiuse gli occhi e il capo chinò
E giorno e notte aspettò
Finché di pietra non fu
E con le lacrime che scesero giù
Un verde lago formò
Tra abeti e genziane blu




LA LEGGENDA

Il Lago di Misurina è un  lago naturale piuttosto esteso e tra i più belli d’Italia. Situato nel bellunese, ha un perimetro di 2,6 chilometri ed è profondo circa 5 metri.  

Infodolomiti
Attorno ad esso c'è una leggenda, con protagonista proprio una certa Misurina, figlia unica del re Sorapis, governatore delle terre comprese tra le Tofane, l’Antelao, le Marmarole e le Tre Cime di Lavaredo. 
Il re stravedeva per la sua figlioletta, le permetteva qualsiasi cosa ed infatti la bambina era viziata, molto capricciosa e dispettosa, ma era anche molto molto carina. 
All'età di otto anni, Misurina venne a conoscenza dell’esistenza di una fata che viveva sul Monte Cristallo e che possedeva uno specchio magico, il quale dava il potere di leggere i pensieri di chiunque vi si specchiasse. 
Misurina supplicò con tanta insistenza il padre affinché le procurasse lo specchio, che questi alla fine cedette e partì alla ricerca dell'oggetto magico.
Incontrò la fata che gli disse: "Io posso darti lo specchio, però in cambio voglio te: diventerai alto come una grossa montagna e con la tua ombra mi riparerai dal troppo sole."

Sorapis restò perplesso e la fata precisò che se la bambina, sapendo dello scambio, avesse rinunciato al proprio desiderio, il re Sorapis sarebbe stato salvo, altrimenti l’incantesimo si sarebbe compiuto.

Il padre accettò, persuaso che la sua bambina mai avrebbe preferito uno specchio al padre, e invece..., quando ritornò a casa e riferì a Misurina le parole della fata, la bambina accettò lo scambio e volle lo specchio al posto del papà!!

E fu così che immediatamente Sorapis venne trasformato in una enorme montagna! Misurina, nel vedere che davvero l'incantesimo si era realizzato, si pentì del suo egoismo e cominciò a chiamare il padre, chiedendogli di tornare da lei.

Ma ormai non c’era più nulla da fare.

La bimba allora incominciò a piangere, a piangere, e tante furono le lacrime versate che si sciolse completamente e al suo posto si formò un lago:  il lago di Misurina!



Fonti consultate:

https://siviaggia.it/
https://favolefantasia.com
https://www.ernyaldisko.com/
https://libreriamo.it/
https://terreceltiche.altervista.org/

sabato 2 marzo 2019

Recensione: CLAUDIO BAGLIONI. UN CANTAUTORE DEI GIORNI NOSTRI 1967-2018 di Paolo Jachia



Questo breve ma interessante saggio di Paolo Jachia ripercorre in maniera cronologia la carriera di Claudio Baglioni, a partire dalla prima canzone scritta nel 1967 sino ad arrivare a tempi più recenti, con Capitani Coraggiosi in compagnia di Morandi e la sua (prima) designazione come direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo 2018.
L'autore non si limita ad analizzare l'aspetto musicale ma ancor più la capacità comunicativa, lo spessore artistico e l'evoluzione che negli anni hanno caratterizzato la musica di Baglioni



CLAUDIO BAGLIONI. UN CANTAUTORE DEI GIORNI NOSTRI 1967-2018
di Paolo Jachia


Fratelli Frilli Ed.
176 pp
12.90 euro
La lettura di questo trattato è stata davvero interessante per me che sono "baglioniana" da ormai molti anni.
Ripercorrere la brillante carriera del cantautore romano me l'ha fatto apprezzare (se mai ce ne fosse bisogno!) ancora di più perchè inevitabilmente la disamina di Jachia mi ha indotta a considerare (ancora una volta) e a soffermarmi su alcuni aspetti fondamentali che hanno contrassegnato l'evoluzione artistica del protagonista di queste pagine, Claudio Baglioni appunto.

Si parte dagli inizi, dal '70, quando esce "Un cantastorie dei nostri giorni", da "Signora Lia", una canzone che nella sua semplicità e immediatezza ci fa capire come già da giovanissimo Claudio scrivesse testi che parlavano di vita quotidiana, di persone "normali", di scene di vita di ogni giorno che arrivano a noi come se stessimo guardando una fotografia.
Inevitabile passare per quella che è stata definita "la canzone del secolo" e che molto probabilmente è, per tanti, il primo brano che viene in mente quando si nomina Claudio: Questo piccolo grande amore, una canzone che parla di un amore giovanile romantico e che è da sempre definita una canzone popolare, sciropposa, melensa.... e purtroppo questa etichetta Baglioni se la ritroverà addosso per anni, nonostante egli poi scelga coraggiosamente di dimostrare di non essere solo "uno che canta d'amore" ma anche un artista che cresce, matura e sviluppa e affina la capacità di raccontare tante altre tematiche, e di farlo non più solo in quei toni malinconici, "crepuscolari" che caratterizzano la sua produzione artistica ante 1977 (anno in cui pubblica l'album "Solo", e che lo vede staccarsi dalla RCA e separarsi da Coggio, fino a quel momento coautore di molti testi di Baglioni), ma con una maturità che emerge tanto nella scrittura quanto nella musica.

Non che Claudio smetta di parlare di sentimenti e di amore, ma semplicemente cambiano "i termini" e il modo di raccontarlo; del resto, è la vita che ce lo insegna: si cresce, si abbandona l'adolescenza per entrare nell'età adulta, ci si innamora, si soffre, una relazione può finire e lasciare dietro sè piccole o grandi macerie nel nostro cuore, può trascinarci in momenti di solitudine, di sofferenza... Altro che amore romantico, frasi da "Baci Perugina" e occhi a cuore: l'amore può ferire e può non durare per sempre, ma non per questo non è importante e non merita di essere raccontato, anzi... fotografato, proprio come fa Claudio, che rivela, di album in album, una grande e più forte consapevolezza compositiva, espressiva e una sempre maggiore ricchezza nella scelta di parole, immagini, simbolismi.

In queste pagine il lettore - in particolare chi magari non è un estimatore Doc di Baglioni - ha modo di conoscerne meglio il repertorio, che è fatto anche di testi in cui emergono tematiche sociali - pensiamo a brani come "I vecchi", "Uomini persi" - o che semplicemente ritraggono la realtà attorno a sè, che sia una sera come tante di una famiglia tra le mura domestiche, schiacciata dalla propria esistenza appiattita e grigia ("E adesso la pubblicità") o l'umanità - uomini e donne - che ogni giorno si svegliano e affrontano un nuovo giorno ("Un nuovo giorno o un giorno nuovo").

Al centro c'è quello che è unanimamente considerato il capolavoro di Baglioni, "Oltre", una sorta di romanzo in versi, stratificato e complesso sotto ogni aspetto, e anche dall'analisi dei successivi album viene fuori un artista sempre più sensibile e capace di osservare il mondo con uno sguardo ogni volta nuovo, di chi non smette di farsi domande, di porsi interrogativi sui grandi temi della vita, di chi non ha paura di mettersi in viaggio alla ricerca di sè e del prossimo.

Credo che questo libro possa piacere tanto a chi già ama e apprezza moltissimo Claudione, quanto a chi lo conosce poco (o comunque solo attraverso alcuni suoi brani ritenuti "rappresentativi", i più "famosi", ma che forse in realtà sono quelli che gli rendono meno giustizia ^_- ), perchè restituisce un ritratto del Nostro onesto, ben argomentato e contestualizzato, che esamina in modo intelligente e consapevole molti dei brani più belli e significativi, dai quali vien fuori un artista e, ancor prima, un uomo che attraverso la sua splendida musica non s'è risparmiato al suo pubblico e che personalmente mi auguro (anzi, ne sono certa) abbia ancora tanto da dare a chi vuole emozionarsi attraverso le sue canzoni.
Ringrazio di cuore la C.E. Frilli Editori per avermi fatto dono di questa graditissima copia e non posso che consigliarne la lettura, tanto più a quanti amano la musica cantautorale italiana. (di cui Baglioni è degno rappresentante).





'51 Montesacro e tutto cominciava...

Da allora un ragazzo di pianura, 

camminando lungo le vie dei colori e sulle scale di un pianoforte,

è diventato un Grande Mago, un Cantastorie che ci ha regalato nuvole e sogni, 

come un urlo in mezzo al cielo, che vola e va da me a te.

A CLA'.., 

son le ultime parole che ho pensato in questa stanza ....

e non sono mai abbastanza per dire 

GRAZIE....,

perchè hai dato un po' di te da amico vero

a tutta questa gente che c'è al mondo,

e così, tra canzoni e amore, ti ritrovo fianco a fianco

a ricordarmi che 

IL SOGNO E' SEMPRE

... LA VITA E' ADESSO!

sabato 9 febbraio 2019

Segnalazione del saggio musicale "CLAUDIO BAGLIONI. UN CANTAUTORE DEI GIORNI NOSTRI 1967-2018" di Paolo Jachia



Carissimi lettori, in occasione del 69° Festival di Sanremo, di cui stasera andrà in onda l'ultima puntata, ripropongo alla vostra attenzione il saggio musicale “CLAUDIO BAGLIONI. UN CANTAUTORE DEI GIORNI NOSTRI 1967-2018” dello scrittore Paolo Jachia (Fratelli Frilli Editori).
Un volume che ripercorre in maniera cronologia la carriera non solo musicale di Claudio Baglioni; si parte dalla prima canzone scritta nel 1967 sino ad arrivare alla sua designazione come direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo 2018. 
Non si tratta di una semplice biografia ma di una puntuale analisi di tutti i suoi dischi e di quasi tutte le sue canzoni. L'autore mette in risalto la capacità comunicativa e lo spessore artistico di Baglioni evidenziandone il grande percorso cinquantennale.




CLAUDIO BAGLIONI. UN CANTAUTORE DEI GIORNI NOSTRI 1967-2018
di Paolo Jachia



Ed. Frilli Editore
176 pp
12.90 euro
Questo libro, che presenta un ritratto cronologico di Claudio Baglioni dalla prima canzone scritta nel lontano 1967 ai giorni nostri, che lo vedono direttore artistico e presentatore del Festival di Sanremo 2018. 
Il principio è quello della comprensione di ciò che vuole dire un testo e questo non per un esercizio fine a se stesso ma per designare la poetica, la strategia comunicativa propria di Baglioni. 
Possiamo così dire che, se è vero che Baglioni ha avuto due differenti momenti creativi e artistici, va anche detto che, dopo una trentina di album, qualche migliaia di concerti e qualche milione di dischi venduti, le due strade - quella delle canzoni d’amore e quella dei racconti più impegnati e a tratti persino sperimentali - sono diventate una sola. 
Non solo, ma crediamo che un suo merito complessivo sia quello di aver ridotto la presunta distanza tra cosiddetta “canzone d’autore” e cosiddetta “canzone pop”. 
Distinzione che appare (e questo anche il senso del nostro libro) posticcia, mentre invece il punto vero è una non pregiudiziale valutazione estetica dell’intenzione artistica di una canzone. 
Alla luce di tutto questo crediamo sia lecito affermare che Claudio Baglioni è, ed è stato, un grande artista di canzone e che sarebbe bello che, per questo suo cinquantennale percorso artistico, gli venisse assegnato, spezzando vetusti steccati, il Premio Tenco alla carriera.


L'autore.
Paolo Jachia ha conseguito l’abilitazione a Professore associato in “Letteratura Italiana, Critica Letteraria e Letterature Comparate” e in “Letteratura italiana contemporanea” e dal 2000 insegna a contratto “Semiotica della letteratura” e “Semiotica delle arti” presso l’Università degli Studi di Pavia e il Collegio Nuovo di Pavia. Il suo primo libro è Non solo oggi del 1991 con Franco Fortini cui ha dedicato una monografia nel 2007 per Zona. Altri suoi libri: De Sanctis e Bachtin (entrambi presso Laterza), Pirandello e il suo Cristo. Segni e indizi dal Fu Mattia Pascal, Ancora 2007, Apocalypse Now di F. F. Coppola, Bulzoni 2010. Con Manni ha pubblicato Eco 1955-2005: arte semiotica letteratura (2006) Dal segno al testo. Breve manuale di semiotica della letteratura e delle arti contemporanee (2011) Pirandello, Dostoevskij e la polifonia (2016). In ambito musicale ha scritto La canzone d’autore italiana 1958-1997 (Feltrinelli 1998), Francesco Guccini (Ed. Riuniti 2002), Giorgio Gaber (Ed. Riuniti 2003), Ivano Fossati (Zona 2004), Franco Battiato (Ancora 2005), Nonostante Sanremo. Arte e canzone al Festival: 1958 2008 (Coniglio 2009: con F. Paracchini), Francesco De Gregori (Ancora 2009), Lucio Dalla (Ancora 2013), I Baustelle (Ancora 2014: con D. Pilla), Baglioni e Morandi Capitani coraggiosi (Azzurra 2015: con F. Paracchini), Battiato 27 canzoni commentate (D’Ambrosio 2017: con A. Pareyson).

lunedì 23 aprile 2018

Recensione: SENZA MUSICA di Claudio Baglioni



Con la sensibilità e l'ironia discreta che lo contraddistinguono, il cantautore romano Claudio Baglioni si racconta ai suoi lettori con una breve autobiografia in cui ripercorre alcune tappe significative della propria vita e della propria carriera nonchè riflessioni e interrogativi su alcune questioni fondamentali del nostro tempo.



SENZA MUSICA
di Claudio Baglioni



Ed. Bompiani
2005
"Non so se partire sia un po' morire, ma temo che si muoia di più se non si parte. La vita stessa è viaggio, e viaggiare è l'unica vera arma per forzare l'assedio del tempo".

In questo breve scritto, Baglioni ci parla di sè, e nonostante il titolo del libro sia "Senza musica", in realtà le sue parole contengono molta musicalità, scorrono leggere eppure arrivano in profondità.
Dalla sua nascita a Montesacro nel 1951 agli anni dell'infanzia, l'adolescenza e i primi timidi tentativi di costruirsi un suo spazio nel complesso mondo della musica; e poi ancora i primi album, i primi insuccessi, i momenti di scoraggiamento, quelli in cui ha trovato la forza e la voglia di non arrendersi, divenendo il cantautore prolifico che è, e che dopo cinquant'anni sa ancora incantare il pubblico con le sue canzoni, con la sua musica.
Interessante leggere le idee e gli scopi che si nascondono dietro ad ogni album, la fatica, le ore trascorse a lavorare notte e giorno, la paura di non essere all'altezza delle aspettative e, allo stesso tempo, la fiduciosa speranza che il suo lavoro verrà capito, apprezzato e amato.

Tra queste pagine emerge un Claudio che si mette a nudo, donando ai suoi lettori frammenti di sè, del suo cuore, e lo fa con onestà, alternando la leggerezza alla profondità, gli aneddoti privati simpatici alle riflessioni critiche sull'Uomo, su dove l'umanità stia andando, su temi importanti quali l'immigrazione, la fame e la povertà, i concetti di diversità ed uguaglianza, la pace e la guerra, insomma argomenti di natura sociale scottanti e quanto mai attuali, in cui l'Autore non pretende di dare risposte e soluzioni, ma pone domande che facciano riflettere, conapevole di  come ad es. la musica (e l'arte in generale) possa essere utile a unire, a superare le diversità, perchè tocca in modo diretto il cuore delle persone:

"...la musica è la dimostrazione del fatto che esistono linguaggi e categorie che non conoscono confini, barriere, muri e pregiudiziali.".

Un Baglioni che si abbandona a considerazioni e critiche tanto sul mondo musicale quanto su questioni sociali, dunque, rivelando la propria anima di sognatore, di uomo fragile consapevole dei propri limiti

"Bisogni e paure sono l'ombra dell'uomo; un'ombra che nessuno è in grado di staccare dalle sue spalle. (...) Credo (...) che siamo tutti vittime di un errore di prospettiva, e che, più che inseguire la chimera di un nuovo mondo,  dovremmo lavorare perchè l'unico che abbiamo possa essere un mondo nuovo".

"...a volte, più che di un mondo nuovo, c'è bisogno di occhi nuovi per guardare il mondo".

Non solo il Baglioni col sogno di diventare cantante, e poi l'artista di successo che scala le classifiche, che viaggia in Africa come in Inghilterra o in Sud America, ma anche l'uomo "procacciatore di sogni", il viaggiatore che combatte il tempo a tempo di musica, l'uomo della storia accanto che nelle proprie canzoni parla di sè ma anche di ogni singolo io, di ogni piccola storia che da senso al tempo, a questo contenitore vuoto di cui siamo noi uomini il carico e il contenuto più prezioso.

Ironico, arguto e appassionato, in queste note autobiografiche emerge il ritratto di un uomo che non si limita a guardare la Storia fare il proprio corso e scorrergli sotto gli occhi impotenti, ma che si fa delle domande, che negli anni ha maturato idee e concetti ben precisi su tematiche esistenziali, sociali, e ha provato a comunicarli e condividerli, trasferendo se stesso e i propri pensieri nella musica.

La penna di Claudio Baglioni è senz'altro scorrevole ma tutt'altro che banale, e forse potrebbe piacevolmente soprendere chi non è un suo fan ma lo apprezza come artista; probabilmente, però, è uno di quei testi che possono interessare soprattutto i "baglioniani",  per i quali l'intensità, la raffinatezza e la delicatezza del cantastorie dei giorni nostri non è di certo una scoperta, ma anzi... ce lo fa amare ancor di più!  ^_^

sabato 10 febbraio 2018

Musica e citazioni letterarie (#4)



Nei suoi testi, il cantautore Claudio Baglioni - che negli ultimi giorni abbiamo visto in tv ogni sera quale co-conduttore e Direttore Artistico del Festival di Sanremo - non di rado infila citazioni letterarie nei testi delle proprie canzoni.

E' il caso di...



siamo sempre qua 
chiusi in un mistero 
che l'amor sia tutto 
e tutto ciò che noi sappiamo 
dell'amore che e un bolero 
in cui ci muoviamo 
noi saremo qua 
tra il falso e il vero 
il bene e il male 
quando voleremo 
digitando uno e zero 
in una realtà virtuale 
o contando il tempo di un bolero 






Fonti:

Testo "Bolero": Testimania
Poesia E. Dickinson: sito
Immagine: web

martedì 27 giugno 2017

Musica e citazioni letterarie (#3)



Citazione letteraria di Claudio Baglioni che fa da apertura alla sua canzone "Gli anni della gioventù" (album "Con Voi"):


Quant'è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.

Lorenzo De' Medici

...
da Claudio leggermente modificata in...:

Quant’è bella giovinezza
che si fugge tutta via,
del doman non v’è certezza,
chi vuol esser, lieto sia!
da PensieriParole <https://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-2995>




venerdì 23 giugno 2017

Cito e canto: IN VIAGGIO



Altro brano tratto da "Furore" con associazione musicale; ehm... sempre baglioniana :-D


"Dove andiamo? Per me non andiamo mai da nessuna parte. Siamo sempre in viaggio. Sempre in cammino. Perchè a questa cosa non ci pensa nessuno? Oggi tutto si sposta. La gente si sposta. Sappiamo perchè e sappiamo come. La gente si sposta perchè vuole qualcosa di meglio. E' quello è l'unico modo per trovarselo. Quando gli serve qualcosa, quando gli manca qualcosa, se lo vanno a pigliare. E' a forza di sopportare che uno impara a ribellarsi".



IN VIAGGIO


Ci hanno detto di una terra latte e miele
ma troviamo sabbia sete sangue e sale
Lungo il viaggio verso il mare immenso blu
sul sentiero dietro gli altri un uomo in più, uno in più

Ci hanno dato la speranza di un futuro
ma perdemmo nella nebbia il nostro faro
lungo il viaggio dove il vento salta su
sulla rotta in mezzo agli altri un cuore in più, uno in più

Io, io, chi sono io, e dove vado io
Io, io, che faccio io, e cosa cerco io
E quanta strada ho viaggiato io e sono in questa strada
E quanta strada m'ha dato Dio, ancora quanta strada


lunedì 12 giugno 2017

Anteprima - Dal 29 Giugno il nuovo libro di Claudio Baglioni: NON SMETTERE DI TRASMETTERE



Da fan di Claudio Baglioni non posso farmi sfuggire la notizia: a fine giugno in libreria ci sarà il suo nuovo libro!


NON SMETTERE DI TRASMETTERE
di Claudio Baglioni



Ed. La Nave di Teseo
Esiste un modo non impersonale di vivere i social? È possibile ridurre e non aumentare le distanze? Stabilire contatti “reali”, anche se spesso la conoscenza è e resta soltanto “virtuale”? 
Si può rimanere se stessi, senza stravolgere la propria identità, né lasciarsi trascinare nel gioco, non sempre divertente o innocente, della finzione? 
Ci si può incontrare su un piano di autenticità e onestà intellettuale, evitando “post-verità” e “hate speech”? 
C’è posto per pensieri veri, parole vere, sentimenti ed emozioni vere? Ci possono essere profondità senza pesantezza, leggerezza senza banalità, dialettica senza polemica e confronto senza offesa? 

Claudio Baglioni ci dimostra di sì: tutto questo è possibile. 
E lo fa, utilizzando la forma antica e romantica della lettera, nell’universo veloce e distratto dei social, recuperando e dando fiato e tempo a quei pensieri e a quelle parole che il mondo social cerca, ma raramente è in grado di offrire. 

Un libro che raccoglie le vere e proprie lettere – non semplici post – che Baglioni scrive alle centinaia di migliaia di persone (800mila, attualmente) che lo seguono sul suo profilo Facebook. 
Lettere personali nel linguaggio e nella forza delle riflessioni, ma anche nei destinatari, dal momento che non sono indirizzate a una platea informe e anonima, ma pensate come un “da me a te” diretto, intimo e vero, frutto della sensibilità, della profondità, e della capacità di emozionare e appassionare che solo un grande artista ha.

L'Autore
Claudio Baglioni è musicista, compositore, autore, interprete, scrittore e architetto, uno tra gli artisti più amati e di maggior successo nella storia della musica popolare italiana. Ha pubblicato 14 album originali, 10 album dal vivo, 2 album da interprete e numerose raccolte di successi. Ha al suo attivo 3 libri, 4 volumi fotografici e diverse raccolte di testi. È stato protagonista di 2 serie televisive cult, “Anima mia” (1997) e “L’ultimo Valzer” (1999). Particolarmente attento alle tematiche sociali, Baglioni è stato, tra l’altro, il rappresentante italiano dello “Human Rights Now Tour” per Amnesty International (1988), ambasciatore artistico del “World Food Day Concert”, il concerto-raduno per la FAO (1996), e uno degli artefici del “Live8” (2005), il mega-concerto organizzato in contemporanea in dieci tra le principali capitali mondiali contro la povertà e per la cancellazione del debito dei paesi in via di sviluppo. Dal 2003 è ideatore, promotore, organizzatore e protagonista di “O’scia’”: rassegna di arti e musica dedicata al tema dell’immigrazione e dell’integrazione culturale. Ha pubblicato i libri Parole e canzoni (2005), Senza musica (2005) e Inter nos (2015)
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venerdì 19 maggio 2017

Musica e citazioni letterarie (#1)



Probabilmente succede a tanti di noi lettori di ritrovare una citazione letteraria all'interno del testo di una canzone che ci capita di ascoltare o che amiamo particolarmente.

Ecco ad esempio uno splendido e poetico passaggio della bellissima canzone IN UN'ALTRA VITA (dall'album "Con Voi") del cantautore Claudio Baglioni; non è una citazione riportata pedissequamente, ma io credo che si sia comunque ispirata ai versi di Gibran:



Io farò della mia anima lo scrigno per la tua bellezza,
io mi prenderò le pene nel sepolcro del mio petto,
dentro una carezza, nel miracolo di un tetto, 
nella luminosità di un domani
che sarà e sarai passione, affetto 
e strada che non finirà…


Ed ecco la poesia cui mi riferisco:



Farò della mia anima



Farò della mia anima uno scrigno
per la tua anima,
del mio cuore una dimora
per la tua bellezza,
del mio petto un sepolcro
per le tue pene. 
Ti amerò come le praterie amano la primavera,
e vivrò in te la vita di un fiore
sotto i raggi del sole.
Canterò il tuo nome come la valle
canta l’eco delle campane;
ascolterò il linguaggio della tua anima
come la spiaggia ascolta
la storia delle onde.

Kahlil Gibran



mercoledì 8 ottobre 2014

CITO E CANTO: ANNABEL LEE



Ricordando Edgar A. Poe, ecco una sua nota poesia, cui associo la canzone di Claudio Baglioni (forse non nota ai più, in quanto un po' in là negli anni).

Or son molti e molti anni
che in un regno in riva al mare
viveva una fanciulla che col nome
chiamerete di ANNABEL LEE:
e viveva questa fanciulla con non altro pensiero
che d’amarmi e d’essere amata da me.

Io ero un bimbo e lei una bimba,
in questo regno in riva al mare;
ma ci amavamo d’un amore ch’era più che amore
io e la mia ANNABEL LEE
d’un amore che gli alati serafini in cielo
invidiavano a lei ed a me.

E fu per questo che -oh, molto tempo fa-
in questo regno in riva al mare
un vento soffiò da una nube, raggelando
la mia bella ANNABEL LEE;
così che vennero i suoi nobili parenti
e la portarono da me lontano
per rinchiuderla in un sepolcro
in questo regno in riva al mare.

Gli angeli, non così felici in cielo come noi,
a lei e a me portarono invidia -
oh sì! E fu per questo (e tutti ben lo sanno
in questo regno in riva al mare)
che quel vento irruppe una notte dalla nube
raggelando e uccidendo la mia bella ANNABEL LEE.

Ma molto era più forte il nostro amore
che l’amor d’altri di noi più grandi-
che l’amor d’altri di noi più savi-
e né gli angeli lassù nel cielo
né i demoni dentro il profondo mare
mai potran separare la mia anima dall’anima
della bella ANNABEL LEE:

giacché mai raggia la luna che non mi porti sogni
della bella ANNABEL LEE;
e mai stella si leva ch’io non senta i fulgenti occhi della bella ANNABEL LEE:
e così, nelle notti, al fianco io giaccio
del mio amore – mio amore – mia vita e mia sposa,
nel suo sepolcro lì in riva al mare,
nella sua tomba in riva al risonante mare.

Traduzione di Marta Lettieri.


Nel 1967 Baglioni scrive una suite musicale su questa poesia di Edgar Allan Poe, Annabel Lee (ASCOLTALA).

mercoledì 26 giugno 2013

Citazione e canzone: Mai più come te


canzone

Oggi mi sento un po' pigrotta e poco incline ala ricerca di informazioni ... 
Eh capita, sono momenti :(

Cercavo in web qualche citazione bella tratta dai libri da condividere con voi e mi sono imbattuta in questa....

"L’amore riprendeva con una furia pari a quella del litigio. Era difatti la stessa cosa, ma Cosimo non ne capiva niente.
- Perché mi fai soffrire?
- Perché ti amo.
Ora era lui ad arrabbiarsi: - No, non mi ami! Chi ama vuole la felicità, non il dolore.
- Chi ama vuole solo l’amore, anche a costo del dolore.
- Mi fai soffrire apposta, allora.
- Sì, per vedere se mi ami.
- Il dolore è uno stato negativo dell’anima.
- L’amore è tutto.
- Il dolore va sempre combattuto.
- L’amore non si rifiuta a nulla.
- Certe cose non le ammetterò mai.
- Sì che le ammetti, perché mi ami e soffri.
- Tu ragioni troppo. Perché mai l’amore va ragionato?
- Per amarti di più. Ogni cosa, a farla ragionando, aumenta il suo potere.
Era questo il crudele modo che loro avevano d’amarsi, e non trovavano più la via d’uscirne."

tratto da IL BARONE RAMPANTE di I. Calvino

MAI PIU' COME TE
di Claudio Baglioni

"E come sempre è tardi per amare,
l'amore è la pena da scontare per
non voler restare soli
e meglio è 
amare e perdere che vincere
e non amare mai...!!"


lunedì 15 ottobre 2012

...E ANCORA LA PIOGGIA CADRA'....



rain
i sogni sognati con tanta ingenuità
marciscono in fondo a una via
finche' la paura non ci addormenterà
e ancora la pioggia cadrà...!!

giovedì 24 maggio 2012

Una fiaba marocchina




Una bellissima ragazza di nome Haina, fidanzata con un bel giovane del suo paese, un giorno andò a far legna nel bosco con le sue amiche.
Mentre raccoglieva  i rami secchi, vide, per terra, tra le foglie, un mortaio d'oro; pensò subito di prenderlo perché era bellissimo e prezioso e lo mise da parte per portarlo a casa, pensava di venderlo e ricavarne tanti soldi.
Quando fu l'ora di andare a  casa, lo prese e si accorse che era molto pesante, s'incamminò, ma faceva fatica a tenere il passo delle sue amiche; esse la consigliarono di lasciarlo stare, ma lei a tutti costi lo volle portare con sé.
Rimase sempre più indietro e, ad un certo punto, non vide più nessuno e si trovò sola.
A questo punto uscì dal mortaio un diavolo che le disse di volerla sposare e le ordinò di seguirlo nella sua casa tra le montagne.
Quando il fidanzato si accorse che non era tornata con le sue amiche, partì alla sua ricerca, ma di lei, nel bosco non c'era alcuna traccia.
Camminò in tutte le direzioni finché arrivò alle montagne dei sette colori e chiese alla prima montagna se avesse visto la sua ragazza, ma questa rispose di no. Poi chiese alla seconda e poi alla terza e così via, ma né la montagna gialla, né quella arancione, né quella rossa, né quelle di altri colori avevano notizie da dargli. Finalmente arrivò dalla montagna marrone che gli disse che la sua ragazza era a casa del diavolo, nella montagna nera, soggiunse però che se il diavolo l'avesse riconosciuto, l'avrebbe mangiato.
Allora il giovane prese una pelle di mucca e si camuffò per non farsi riconoscere ed entrò nella montagna nera.
Vide che la ragazza stava pettinando i capelli del diavolo: uscì nuovamente e ritornò dalla montagna marrone. Questa gli consigliò di prendere tanto sale e un ago; infatti il diavolo non sopportava il sale e con l'ago l'avrebbe ucciso.
Il giovane tornò nella montagna nera e vide che il diavolo si era addormentato, allora gli buttò del sale negli occhi, prese la ragazza e fuggì.
Quando il diavolo si svegliò, sentì gli occhi bruciare e urlò dal dolore, poi si accorse che non c'era più la ragazza e corse all'impazzata fuori dalla montagna.
Vide i due fuggiaschi all' orizzzonte e cercò di raggiungerli; quando fu loro vicino, il giovane buttò altro sale che metteva nuovamente in difficoltà il diavolo.
Quando non ebbe più sale, gettò l'ago e il diavolo morì.
I due giovani tornarono al loro paese, si sposarono e vissero felici e contenti.

fonte: il web

venerdì 27 aprile 2012

Recensione-mini L'INVENZIONE DEL NASO E ALTRE STORIE di Claudio Baglioni




Tempo fa ho ricevuto in regalo da un'amica baglioniana l'ultimo libro di Claudio Baglioni

L'INVENZIONE DEL NASO E ALTRE STORIE

Anno pubblicazione: 2011
Pagg 123 pag., ill.,
Prezzo 15,00 € -
Editore Kowalski
Sinossi
Il giorno in cui inventarono il naso c'era un bel cielo sereno, qualche nuvoletta qua e là, un passaggio di uccelli, un vento leggero e un profumo di qualcosa che non sapremo mai visto che il naso ancora non esisteva. Come non esistevano i tipi curiosi poiché non potevano ficcare il naso da nessuna parte... E nemmeno i giocherelloni e gli spiritosi perché non potevano prendere per il naso nessuno... E neppure gli ingenui e i tontoloni perché mica avevano l'anello al naso.
Cinque storie inedite, ritrovate quasi per caso, scritte tutte da Claudio Baglioni al figlio piccolo Giovanni. Costretto a stare lontano dal suo bambino a causa di lunghe tournée, l'artista inventava per il figlio storie di fantasia e gliele faxava, ovunque si trovasse.
Fiabe un po' visionarie, pensate da un padre assai speciale. 
Fiabe senza tempo, raccolte dalla mamma del "piccolo Giovanni", Paola Massari, e che rinascono in questo libro attraverso le incredibili illustrazioni di Spartaco Ripa (già illustratore di Stefano Benni).
Un libro che è un atto d'amore, come scrive nella prefazione Claudio Baglioni, che parla ai fan dell'artista ma anche a chi vuole ritrovare immagini e parole senza tempo. 
A metà tra una graphic novel e una "insolita autobiografia sentimentale".

Le mie Recensioni
il mio pensieo
Inutile dire che il mio accostarmi a questo libro di favole "made in Claudio" è sempre condizionato dalla mia passione per questo artista....
Ho letto le 5 faxfavole con il sorriso sulle labbra: mi rendo conto che chi conosce Baglioni solo attraverso alcune canzoni (quelle più famose, tra l'altro) magari pensa che egli sia un "lagnoso" che parla dell'amore sempre in modo malinconico, eccessivamente romantico (come non pensare ai "deliziosi complimenti" riservati dal signor Vasco Rossi a Baglioni?) e sdolcinato.... ed invece questo cantautore io lo apprezzo perchè non è solo romantico, ma anche spassosamente ironico, sagace.
Baglioni gioca con le parole e ne vengono fuori cinque racconti che seguono il filo del surreale, che prendono a prestito parole ed espressioni di uso quotidiano per costruirci su dei mini puzzle di storie "pazze" che fanno sorridere proprio perchè, mentre leggi, ti capita di pensare: "Ma che collegamenti incredibili và a fare, l'autore??"
Per parlare di come è stato inventato il naso, ci infila dentro Geppetto e quel birbone di Pinocchio; per la palla, poi!!, si parte da Adamo ed Eva e, passando per Cristoforo Colombo, Galileo Galilei, Isaac Newton, Baglioni "spiega" al figlio Giovanni (e a noi, a distanza di anni) perchè si dice "Ne ho piene le palle di questa storia"...
Da lì viene (l'assioma) che la storia è una palla, e che la storia della palla e più palla di tutte.
Seguono la favola "La scoperta dell'acqua calda" e i due ultimi racconti sul primo e ultimo giorno di scuola:"storielle inverosimili", scritte così, di getto, da "un artista alla tastiera in quella battaglia senza vincitori nè vinti ma solo prigionieri combattuta tutto il tempo e un'esistenza intera per far sorridere o commuovere tra nonsenso e sentimento".

martedì 14 febbraio 2012

Tienimi con te....





TIENIMI CON TE....fino alla fine ...
fino a che si può.....fino alla fine del tempo, 
fino a che ce n è ancora un pò...
TIENIMI CON TE... 
TIENIMI , TIENIMI CON TE

lunedì 6 febbraio 2012

Baglioni come Stevie Wonder


IO ADORO CLAUDIUCCIO MIO... QUINDI POTREI ESSERE DI PARTE.
fatto sta che sono d'accordissimo con Mario Biondi, che è un grande artista!!!

Mario Biondi in un intervista per “La Stampa“, in occasione della tappa londinese del suo tour, dichiara al corrispondente:

“Io non ho niente contro i talent. Ognuno fa il suo lavoro. E io non mi sono mai permesso di giudicare nessuno, manco Schettino. Per me cerco altro, punto sulla qualità, sono cresciuto con De Gregori, De André, Renato Zero e Baglioni, il nostro Stevie Wonder. Ma dalla tv sono usciti cantanti interessanti: Mengoni, Emma Marrone, l’Amoroso. Gli hanno dato un’occasione e loro se la sono presa”.


Mario Biondi sui colleghi:
“Amy Winehouse grandiosa, Lady Gaga artista vera.
Il nostro Stevie Wonder è Baglioni”

venerdì 21 ottobre 2011

Con tutto l'amore che posso

Sul mondo che girò danzando un'altra ora
sparimmo stretti in mezzo all'ombra della sera
stavamo lì e ci mancavamo già da un'ora
io e te con tutto l'amore che posso, l'amore che posso, l'amore che posso
AMORE MIO, MA CHE GLI HAI FATTO TU A QUEST'ARIA CHE RESPIRO
E COME FAI A STARMI DENTRO OGNI PENSIERO
GIURALO ANCORA CHE TU ESISTI PER DAVVERO
AMORE MIO, MA CHE COSA'HAI TU DI DIVERSO DALLA GENTE
DI FRONTE A TE CHE SEI PER ME COSI' IMPORTANTE
TUTTO L'AMORE CHE IO POSSO E' PROPRIO NIENTE.... 

martedì 9 agosto 2011

Claudio Baglioni, cantautore e scrittore: "Ora scrivo favole"...!

Il grande cantautore Claudio Baglioni, che ha da qualche mese varcato la soglia dei 60 anni, continua con fervore la propria attività artistica ed intanto allarga i propri interessi anche al campo "letterario".
Chi segue Baglioni come artista, conosce già la sua bravurae la sua capacità nello scrivere (del resto, un cantautore è già, a suo modo, scrittore e poeta...), mettendo tanto di sé, attraverso la narrazione di pensieri, riflessioni, ricordi; chi scrive ha amato molto il romanzo "Q.P.G.A.", non solo per la storia d'amore narrata - che altro non è che la stessa cantata nelle sue canzoni - ma per il modo sensibile di descrivere emozioni e personaggi, e ha quindi apprezzato la "vena letteraria" di Claudio...: non posso che attendere con ansia l'uscita di altri libri scritti da lui!

Ebbene, oltre ad essere impegnato dal punto di vista musicale (con concerti) e sociale (con O'Scià), il cantante romano ha ben pensato di "sdebitarsi" nei confronti del figlio,Giovanni.
In un'intervista rilasciata di recente, infatti, dichiara di aver desiderato di fare qualcosa per il suo unico figlio, perché sente di non avergli dato tutto ciò che avrebbe dovuto, durante l'infanzia: così ha scritto delle favole!
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