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domenica 29 settembre 2024

THE 8 SHOW || THE GLORY || THE FIVE [ Serie Tv ]

 

Oltre a Pyramid game, ho da consigliarvi altre tre serie tv, di cui due - indovinate un po'? - coreane.


THE 8 SHOW


Questa serie sta facendo molto parlare perché pur ricordando - per tematiche e tipologia - la celebre 
 Squid game (>> QUI <<), ha elementi che la differenziano da essa e, per certi versi, la rendono forse anche più inquietante.

Alla base c'è una situazione simile: un giovane uomo, indebitato fino al collo, accetta di partecipare a un programma misterioso e incontra dei compagni di gioco mai visti prima.

In questo caso, come si evince dal titolo, si tratta di otto giocatori, tutte persone diverse l'una dall'altra per estrazione sociale e carattere. Essi si ritrovano in un edificio che, oltre ad avere un piano terra comune a tutti (in cui si notano giostrine per bambini, una piscina finta e altre attrazioni non effettivamente utilizzabili ma che fanno più che altro da abbellimento), consta di otto appartamenti.

Come emerge man mano che gli episodi procedono, ciascuno degli otto ha scelto autonomamente e inconsapevolmente la chiave dell'appartamento in cui soggiornare.
Se l'appartamento del piano N.1 è piccolo quanto uno sgabuzzino, il N.8 è quasi un monolocale, lussuoso e dotato di comfort.

Le otto persone che hanno accettato di giocare non conoscono i nomi le une delle altre e per tutta la durata dello show si chiameranno col numero dell'appartamento.

I giocatori ricevono - tramite un ascensore - il cibo ogni giorno e hanno anche l'opportunità di acquistare beni e oggetti di cui necessitano, il cui costo viene scalcolato dalla somma di danaro (ripostata su un contatore digitale appeso a una parete di ogni camera) che potrebbero vincere, a fine gioco (e che aumenta di minuto in minuto).

In cosa consiste il gioco?
A differenza di Squid game, qui non ci sono delle prove da affrontare o giochi da fare in gruppo, ma una verità appare evidente, dopo un po': più tempo trascorrono nell'edificio, più guadagnano denaro.
Quindi la somma da vincere dipende dall'accumulare sempre più tempo.

Inizialmente, gli otto giocatori immaginano che sia una specifica azione da compiere che permetta  loro di guadagnare tempo (e soldi), ma  dopo qualche ora capiscono che quella strategia ha smesso ben presto di funzionare.

Come fare per aumentare il tempo così da restare più giorni e cercare di uscire da lì con un montepremi consistente?

I concorrenti cominciano a chiedersi: se è vero che stanno partecipando ad un gioco, allora c'è anche qualcuno che li guarda? Del resto, vi sono telecamere ovunque, tipo Grande Fratello,  e a qualcosa dovranno pur servire, no?


I giocatori dei piani superiori decidono di potersi comportare da privilegiati rispetto ai piani inferiori e, proprio perché sono "in alto", hanno il diritto di comandare, di essere "su" nella gerarchia sociale dello show e di sfruttare gli inferiori affinché si diano da fare per assecondare il meccanismo perverso che sta alla base del gioco.

Una volta riflettuto e compreso quale esso sia, ha inizio il caos.

Ciò che incomincerà a prendere forma è qualcosa che vi farà innervosire come non mai, perché lo show diventerà grottesco, agghiacciante, crudele, in cui ci sono dei prepotenti che tengono sotto scacco i compagni più "deboli" e sono pronti a trattarli con sadismo e malvagità pur di ottenere ciò che vogliono: inscenare momenti di intrattenimento e divertimento.


I concorrenti dei piani inferiori riusciranno a far valere i propri diritti e a ribellarsi?


Solo su una certezza essi possono confidare: 
nessuno deve morire, 
altrimenti il gioco si interromperebbe 
e addio vincita finale.

Disperazione, rabbia, inganni, voltafaccia, suppliche, pianti, minacce, torture...: avviene di tutto e il senso di impotenza che si prova sale tanto quanto il montepremi.

Perché ho detto che è, in un certo senso, peggio di Squid game?
Perché mentre lì è evidente da subito che i giocatori sono tutti contro tutti in quanto vincerà solo una persona, in The 8 show comunque vincono tutti per cui qualsiasi azione, compiuta al fine di far salire i soldi, è dettata dalla pura avidità, dalla voglia di tiranneggiare sugli altri, di vederli strisciare ai propri piedi, di sentirsi onnipotenti.

Ci sarebbero tante considerazioni da rilevare, mi limito ad esprimerne alcune: 
  • come sempre ho riscontrato nei k-drama, non manca anche qui la tematica delle differenze socio-economiche tra le persone, il divario tra ricchi e poveri, che esiste nella società e si riflette pari pari nella piccola comunità che partecipa al gioco;
  • si è amici e alleati fino a quando conviene, ma se c'è da tradire per salvarsi la pelle, ben venga; il che vuol dire che, in realtà, non ci si può fidare di nessuno perché...
  • anche la persona che, nella vita di ogni giorno, dimostra di possedere un temperamento mite, se messa davanti alla possibilità di soffrire o morire, può adottare condotte moralmente discutibili per sopravvivere in un contesto particolare, stra-ordinario e in cui s'è creata una netta separazione tra i forti e i deboli;
  • quando uno è un miserabile, un poveraccio sull'orlo della disperazione, pur di risollevarsi (in questo caso, di racimolare quanto più danaro possibile) è disposto ad accettare  di infilarsi in un tipo di situazione con molteplici incertezze e incognite (per la serie: tanto più in basso di così, non posso andare).

È una serie che si beve tutta in un sorso perché si ha voglia di proseguire di puntata in puntata, vincendo la sensazione claustrofobica provocata dal fatto che  da quel maledetto edificio non è possibile né uscire quando si vuole né chiedere aiuto; in pratica, siamo come un pubblico invisibile, voglioso di continuare a guardare esseri umani che si fanno del male, aspettando di capire fino a che punto i concorrenti saranno disposti ad arrivare per soldi e in che modo i giocatori dalla personalità più pacata, dai valori più nobili, si comporteranno verso i prepotenti.

Bella, mi è piaciuta proprio per le emozioni che mi ha fatto provare mentre la guardavo; i colpi di scena ci sono e sino all'ultima scena è bene stare attenti e non fermarsi ai titoli di coda ^_-

Il finale si presta a più di una interpretazione e potrebbe far pensare ad un seguito ma, son sincera, ancora non mi informo se sia o meno prevista la seconda stagione.



La seconda serie che vi menziono l'ho già consigliata, in verità >> QUI <<; in pratica, vi confermo che vale la pena guardarla.

mercoledì 11 settembre 2024

IL GIOCO DELLA PIRAMIDE - PYRAMID GAME [RECENSIONE Serie Tv ]



Come vi avevo anticipato pochi post fa, ad agosto ho avuto modo di guardare alcune serie, tutte aventi al centro teenager.

Le serie tv in questione sono IL GIOCO DELLA PIRAMIDE (coreana) e NI UNA MAS (spagnola); oggi vi parlo della prima.


Ne Il gioco della piramide ci troviamo in una scuola esclusiva, la Baekyeon Girls' High School di Seoul, dove la quindicenne Seong Su-ji si è appena trasferita, dopo aver cambiato diverse scuole a motivo del lavoro del padre (la madre non è pervenuta), un militare che viene spostato da una città all'altra molto spesso.

L'istituto è una sede staccata e lontana da quella principale e la nuova arrivata si rende conto da subito che in quella scuola le ragazze fanno il bello e il cattivo tempo e hanno un margine di libertà e autonomia piuttosto notevole, per essere in un liceo.

    In pratica 'ste figliole sono in una continua ricreazione, il passaggio da una materia e da un prof all'altra/o sembra lunghissimo ed è proprio in questi (eterni) tempi di non studio, in cui in aula mancano gli adulti, che succedono le "peggio cose".

A dispetto di quello che sembra un ambiente allegro e accogliente (tra l'altro total white tipo ospedale o casa di cura), Seong Su-ji capisce subito che le ragazze della sua classe sono molto misteriose, che non danno molta confidenza alle new entry e, soprattutto, tra di loro vi sono gruppetti dai confini abbastanza netti.

Ovviamente, che in una classe si formino delle cricche è più che normale, ma a non esserlo sono le ragioni per cui si formano e il modo in cui si comportano le studentesse.

Su-ji apprende sin dai primissimi giorni che ogni mese, l'ultimo giovedì, in classe si verifica un gioco di gruppo denominato "il gioco della piramide".

Dovete sapere che queste studentesse hanno sempre il cellulare (ultramoderno, of course) a disposizione, lo consultano spasmodicamente e si lanciano messaggi in chat anche in presenza dell'insegnante di turno, senza che la cosa dia il benché minimo fastidio o che l'adulto prenda dei provvedimenti seri.

Ebbene, questo gioco è legato al telefonino, nel senso che per parteciparvi bisogna scaricare l'app creata appositamente (da un'alunna della classe?).
E così, quando Seo Do-ah - la secchiona con gli occhiali rotondi in stile manga, tutta linda e pinta, ricca, taciturna e schiva, che assolve al ruolo di capoclasse-rappresentante - chiede alla nuova compagna se desidera o no partecipare al gioco, scaricando l'app, un'ignara Su-ji accetta.

Sarà l'inizio di un incubo che durerà per tutto l'anno scolastico.

In  cosa consiste il gioco: esso si basa su un sistema di voti, grazie ai quali le partecipanti esprimono ciascuna un massimo di cinque nominativi, dando un punto a cinque compagne diverse; non possono votare due volte la stessa persona né possono autovotarsi.
Ovviamente, chi riceve più voti va in cima alla "piramide", e man mano si scala sino ad arrivare alla base (in base ai tanti o pochi voti ricevuti dalle compagne); la piramide virtuale, infatti, è come divisa in quattro sezioni: A, B, C e D.
Chi si trova nella D ha in pratica ricevuto un solo voto e si è "salvato" per il rotto della cuffia.

Salvato da cosa?
Dall'essere una F.

Essere una F è l'incubo di ogni ragazza, quanto meno di tutte coloro che sanno di non rientrare tra quelle più popolari (che solitamente sono anche - guarda caso!!! - le più ricche, le "figlie di papà") e che quindi, ogni fine mese, sudano all'idea di non essere votate da nessuna o di essere tradite dalla compagna che aveva promesso un voto per riceverne almeno uno in cambio a sua volta.

Insomma, essere una F (fuori dalla piramide) significa non avere alcun diritto, alcuna protezione e finire in balia delle compagne delle sezioni più alte, che possono - a discrezione delle "A", le uniche a comandare - infliggere alle sfortunate umiliazioni fisiche, verbali, psicologiche, ogni giorno e quando e come vogliono; i momenti di ricreazione sono i peggiori, proprio perchè, non essendoci il docente, le bulle fanno ciò che vogliono alla compagna F.

Su-ji, in quanto nuova, non riceve alcun voto... per cui è destinata ad essere F almeno per un mese, sino alla prossima votazione.
La ragazza viene immediatamente presa di mira da due-tre B, che cominciano a bullizzarla pesantemente; ma Su-ji non è una codarda e si  ribella a questi quotidiani e ingiusti soprusi, anche perché qui non si tratta di tagliare una ciocca di capelli o nascondere l'astuccio...: parliamo di obbligare il bersaglio del mese a ingoiare vermiciattoli schifosi vivi, ad essere umiliata davanti a tutti, picchiata e altre azioni deplorevoli che, solo a guardarle, mi facevano salire il sangue al cervello per il nervoso.

Ma in classe Su-ji non è l'unica F; ce n'è un'altra che lo è, praticamente, sempre: Myung Ja-Eun, che è anche la compagna di banco di Su-ji.
Ja-Eun è l'emarginata della classe, continuo oggetto di prese in giro, scherni e risate perfide, dispetti, e ovviamente percosse e atti di bullismo che sfociano in veri e propri reati contro la persona. 
Come mai questa ragazza - sempre silenziosa, discriminata e allontanata come un'appestata, odiata da alcune delle A (tipo Baek Ha-Rin, proveniente da una famiglia agiata e con le mani in pasta ovunque) - non fa nulla per difendersi, per denunciare i soprusi quotidiani di cui è vittima?

Il problema è che le vittime non denunciano e le testimoni o si girano dall'altra parte (tirando un sospiro di sollievo al pensiero che non sono loro le F) o addirittura sono complici.

E gli adulti?, vi chiederete. Possibile che nessuno si accorga di nulla?

Sugli adulti ci sarebbe un capitolo a parte.
La maggior parte degli insegnanti chiude gli occhi davanti a quelle che vengono giudicate come ragazzate, giochetti innocui tra adolescenti; ma a indignare sono soprattutto i genitori delle ragazze A, cioè le più popolari e benestanti, la cui arroganza e sicumera è figlia della consapevolezza di essere intoccabili.

Ad ogni modo, la serie - composta dai dieci episodi della prima stagione - ruota attorno ai tentativi della protagonista di non essere una F, allontanando da sé lo spettro del bullismo pesante che le renderebbe la scuola un inferno.

Ma se all'inizio il suo è uno scopo egoistico (se riesce a farsi delle amiche per ricevere almeno un voto e diventare D, vuol dire che qualcun altro non verrà votata, divenendo la nuova F), per quanto giustificato e legittimo, pian piano diventa qualcosa di più: e se si provasse a far crollare la piramide?
Chi ha stabilito che debbano esserci delle alunne che tiranneggiano sulle altre? Chi ha ideato questo pyramid game basato sul maltrattare i più deboli?

La missione di Su-ji diventerà quella di scardinare i livelli della piramide minandola dalla base, fino ad arrivare in cima.
Ce la farà?
Dovrà scontrarsi con l'omertà, la paura di ritorsioni, i tradimenti, i segreti, avvenimenti del passato che non conosce ancora bene, l'indifferenza di preside, insegnanti e genitori..., non sarà per niente facile ma lei è una tipa tosta, determinata, coraggiosa e andrà avanti per la propria strada, supportata via via da diversi alleati.

Sono molte le riflessioni che scaturiscono nel corso della visione: l'uso eccessivo e ossessivo del cellulare, senza il quale ste ragazze non possono vivere e dal quale dipende il loro benessere e successo a scuola; la presenza di comportamenti sociopatici in adolescenti viziati, abituati a non sentirsi mai dire di no o, al contrario, che vivono a casa situazioni di estrema violenza; la sofferenza che i comportamenti dei bulli - che si sentono forti nell'agire in gruppo, prendendosela con una persona sola - produce nella vittima, che si sente incapace di reagire, denunciare, ribellarsi; la forza del gruppo in senso positivo, quando ci si allea per difendersi, per aiutarsi, per combattere insieme contro i prepotenti.


È una serie che ho cominciato a scatola chiusa, senza averne mai sentito parlare, attratta dal discorso del gioco, che mi ha ricordato un po' la logica malefica di Squid Game.

Bullismo, rapporti di amicizia, discriminazioni sociali, ricchi vs poveri, i poteri forti che allungano i tentacoli dappertutto ricattando e facendo sentire tutto il peso della propria influenza, tendenze suicide, lassismo educativo, disturbi borderline, famiglie disfunzionali, le aspettative dei genitori sui figli, vendetta/perdono...: sono le tematiche che ritroviamo in questa produzione coreana, che io ho guardato con molto interesse e coinvolgimento.

I nomi coreani sono una croce, perché è tutto un cincin, ciucciuà, iangìn, iusul..., insomma su dieci puntate, otto se ne vanno per raccapezzarti coi nomi e associarli correttamente a volti bellini, pelle di porcellana e boccuccia rosa che, diciamolo, si somigliano spesso tra loro.

Non sarà una serie perfetta, i più esperti in materia troveranno sicuramente dei difetti, però io la consiglio ugualmente se vi piacciono i teen drama ambientati a scuola e, in particolare, i korean drama.




domenica 7 luglio 2024

[ GIUGNO 2024 ] Letture, film, serie tv

 

Ed eccomi con il mio recap di giugno 2024.


  1. LA CERIMONIA DELL'ADDIO di R.Cotroneo: narrativa italiana - una profonda riflessione sul difficile percorso affrontato da chi elabora una perdita, un abbandono, un lutto (4/5). ADATTO A CHI CERCA UNA LETTURA INTIMA, INTENSA E DAI TONI MALINCONICI.
  2. TUTTO SU DI NOI di R. Petri (4.5/5): narrativa italiana - storia di una famiglia disfunzionale, narrata con la voce irriverente e schietta dell'unica componente sana di mente (5/5). SE AMI I RACCONTI IN PRIMA PERSONA SU COMPLICATE DINAMICHE FAMIGLIARI.
  3. LA PIENA (Blackwater I)  di M. McDowell: gotico, paranormal - primo libro di una saga famigliare dalle atmosfere cupe e misteriose (4.5/5). ADATTA AGLI AMANTI DEL GENERE.
  4. NEL PAESE DI BLA BLA di B. Masci: narrativa umoristica - riusciremmo a vivere senza i social? Restare sempre connessi è l'unica cosa che conta ormai? (3.5/5). LETTURA CHE OFFRE SVAGO E RIFLESSIONE.
  5. X di V. Mira: romanzo autobiografico (sotto forma di lettera), il racconto di uno stupro e di come la protagonista sia riuscita ad andare avanti. Feroce e doloroso (5/5). SE CERCHI UNA STORIA VERA CHE VA DRITTA AL CUORE.
  6. L'UNITÀ  di N. Holmqvist: distopico - immagina un tempo in cui se non sei genitore, non sei nessuno, non sei utile... a meno che non ti sacrifichi per il bene della collettività (5/5). SE AMI I DISTOPICI E GLI SPUNTI DI RIFLESSIONE A CARATTERE SOCIALE CHE OFFRONO.
  7. UN'ESTATE  di C. Keegan: racconto breve - un'estate è sufficiente per imparare cosa voglia dire essere amati? (4/5). IDEALE PER CHI CERCA UN ROMANZO MOLTO BREVE MA STRUGGENTE.
  8. SPORCO SUD di J. Connolly: crime novel - diverse ragazze di colore vengono assassinate ma lo sceriffo è poco intenzionato a indagare. Interviene l'ex-detective Charlie Parker, mosso da motivazioni personali (4.5/5). SUPERATA LA PRIMA META' (PROLISSA), SCORRE PIU' CHE BENE, SODDISFACENDO CHI AMA NOIR E CRIME.
  9. DOVE SI ANNIDA IL MALE di Vi. De Cecco: giallo italiano ambientato in un'uggiosa Udine; l'omicida può rifugiarsi dove meno te lo aspetti (3.5/5). PIACEVOLE GIALLO CHE SI SOFFERMA SULLE FRAGILITA' DELLA MENTE UMANA.
  10. ISOLATI E CONTENTI di I.Carioti: narrativa romantica - ai tempi del lockdown, una quasi suora e un giovanotto, latin lover per stile di vita, si sentono attratti l'una dall'altro. L'amore vince sulle diversità? Ma certo che sì! (3/5). PER CHI CERCA UN LIBRO LEGGERO E SENTIMENTALE.
  11. INTRODUZIONE ALLA PATRISTICA. Dal platonismo al Concilio di Nicea di M. Distort: saggio utile per studiare e capire il percorso intellettuale e filosofico della prima tradizione cristiana (5/5). INTERESSANTE L'ARGOMENTO, SCRITTURA DETTAGLIATA MA FRUIBILE AI PIU'.

Per la READING CHALLENGE ho raggiunto l'obiettivo UN LIBRO CHE HAI SULLA MENSOLA DELLA LIBRERIA DA OLTRE 5 ANNI,  scegliendo 

12. IL GIARDINO DEGLI INCONTRI SEGRETI di L. Riley: narrativa straniera - un appassionante intreccio di passato e presente dove il comune denominatore è l'amore (5/5). SE AMATE LE STORIE COINVOLGENTI, DISLOCATE SU DUE DIVERSI PIANI TEMPORALI.


Come potete notare, molti libri letti il mese scorso mi hanno conquistata: gli intrecci coinvolgenti della Riley, il racconto difficilissimo di uno stupro, quello schietto e tagliente di una famiglia complicata...


SERIE TV/FILM

A giugno, di rilevante ho guardato

✔ MISS VIOLENCE del regista greco Alexandros Avranas: è la storia di una famiglia greca fortemente patriarcale e molto, molto disfunzionale.
L'uomo di casa è un individuo che domina sulla famiglia col pugno di ferro, tenendo moglie, figli, nipoti nella paura, in un regime di sottomissione totale; tutto deve avvenire nei modi e nei tempi decisi da lui, anche cosa e quando mangiare o uscire, se tenere le porte aperte o chiuse, se parlare o meno, se uscire di casa o giocare.

Che le cose in questa casa grigia e triste vadano male è palesato dalla prima violenta e drammatica scena cui lo spettatore assiste, impreparato: è il giorno dell'11esimo compleanno di una dei componenti della famiglia, Angeliki; dopo aver soffiato sulle candeline e aver fatto un mezzo ballo con il padre-padrone, la ragazzina si dirige verso il balcone e si butta giù.
Si è suicidata. A 11 anni.

Angeliki muore sul colpo e ci resta più di sasso lo spettatore che i famigliari della povera ragazzina, che accorrono attorno al cadavere e lo guardano sbigottiti e immobili.
Sulla tragedia il padre cerca, dai primi momenti, di far cadere lo spesso velo del silenzio, dell'oblio; della suicida non si deve parlare, né dentro né fuori casa, ciò che le è appartenuto viene gettato via.
Questo dramma va relegato nel dimenticatoio.

Se da subito l'atmosfera che si respira è percepita dallo spettatore come opprimente, asfissiante, irrespirabile e angosciante, ad emergere progressivamente è il tipo di rapporti che realmente intercorrono tra i membri del nucleo famigliare.
Il padre-padrone è il genitore di chi, esattamente? Ed è il nonno di...?

Dopo la morte di Angeliki, in casa vivono sei persone: il padre, sua moglie (che però sembra più grande anagraficamente del marito, tanto da poter essere indotti quasi a credere, nei primi momenti, che sia sua madre...), le due figlie Myrto (14enne) e la maggiore Eleni, che ha due bambini, Philippos ed Alkmini. Per quanto riguarda il padre di questi ultimi...: non pervenuto (ovviamente andando avanti con la visione viene più di un dubbio circa la paternità...).

All'inizio può sembrare che i ragazzi siano tutti figli dell'uomo, ma poi ci accorgiamo che i più piccoli lo chiamano nonno, il che fa scattare in chi guarda una sensazione sgradevole di inquietudine, anche perché, a un primissimo impatto, Eleni potrebbe essere scambiata per la moglie di lui, ma no, è la figlia maggiore ed è un'altra volta incinta...

Entrando in questa casa l'infelicità è palpabile; anche nei rari momenti in cui qualcuno sorride o accenna una risata, è evidente come ogni manifestazione di gioia sia innaturale in quel contesto.

Eppure, dall'esterno, questa famigliola allargata mostra una facciata borghese di apparente normalità: i ragazzi vanno regolarmente a scuola, il padre/nonno non si perde un colloquio o un incontro con gli insegnanti, accompagna con premura Eleni dalla ginecologa..., insomma, da fuori pare tutto ok.
Ma noi che siamo lì con loro lo vediamo che il padre non è proprio a posto, che alza le mani, umilia, ordina, rimprovera, punisce duramente (corporalmente e psicologicamente), impedisce a tutti di poter coltivare un qualsiasi interesse o amicizia fuori di casa; non c'è intimità o privacy, le porte non vanno mai chiuse e lui deve saper tutto ciò che succede.

E man mano comprendiamo... tante cose, tutto, e il maledetto quadro che si prospetta davanti agli occhi ferisce, indigna, fa stare male; andando verso la fine, in particolare, il male e la violenza che dominano in quella casa si palesano con crudeltà, e ciò che avevamo comunque immaginato, considerando il clima di muto terrore e di dipendenza psicologica, ci scoppia in faccia senza filtri, in tutta la sua oscenità.

In quella famiglia si compiono abusi e soprusi, col silenzio (assenso?) della madre/nonna (anch'ella comunque vittima, certo, anche se la rabbia nei suoi confronti un po' viene) e il vederli avverarsi sotto i nostri occhi impotenti... è tremendo.

E capiamo - eccome se capiamo! - perché Angeliki ha preferito la morte.

Si può porre fine all'orrore che si compie ogni giorno all'interno delle mura di questo appartamento?
A un certo punto arrivano i servizi sociali..: cambierà qualcosa??

Che dire: è un film che racconta di abusi in famiglia e lo fa attraverso un'ambientazione grigia, anonima, fredda e tristissima, puntando sui non detti e su ciò che si intuisce dietro certi sguardi, gesti e parole ambigue, anche se poi l'ambiguità verrà meno e vedremo il padre in tutto il suo disgustoso ruolo di carnefice.
Durante la visione mi ero immobilizzata, proprio come le donne di questa casa, desiderando da una parte una loro decisiva reazione e dall'altra comprendendone la dolorosa accettazione di quello che è, per esse, un dato di fatto, uno status quo che non sanno come modificare.

Il finale non saprei giudicarlo, nel senso che da un lato mi ha dato una certa "soddisfazione" ma dall'altro mi ha lasciato un grande amaro in bocca..., tanto più se penso che queste drammatiche realtà, di famiglie abusanti, sono molto diffuse. 
Lo stesso regista ha dichiarato di essersi basato su fatti reali di cronaca nera per il suo film.

Non mi sento di consigliarlo a tutti, soprattutto non a chi è molto sensibile e suscettibile al tema abusi; per me è stato un film potente e "duro" da vedere e ho continuato a pensarci per un bel po', anche dopo averlo terminato, proprio perché lascia un magone dentro.


✔ OUTLANDER Stagione 7 (i primi 8 episodi).

Basata principalmente sui libri "Destini incrociati" e "Il prezzo della vittoria" e su alcune trame dei precedenti -  "Nevi infuocate" e "Cannoni per la libertà" - non trattate nella precedente stagione, ritroviamo l'(ex) Highlander Jamie Fraser alle prese con la liberazione di Claire, prima che venga processata e condannata ingiustamente per l'omicidio di Malva Christie. 

Sullo sfondo ci sono le avventurose vicende inerenti alla rivoluzione americana, che vanno via via facendosi più complicate, costringendo Jamie e Claire ad accantonare il desiderio di tornare a Lallybroch e riportare finalmente il giovane Ian da sua madre Jenny.

In questa stagione conosceremo meglio il figlio illegittimo di Jamie, cresciuto da lord John, William; scopriremo anche chi ha ucciso davvero Malva.

Brianna e Roger hanno la loro seconda figlia che però ha un serio problema di salute; perché sopravviva, non possono restare nel passato ma devono tornare negli anni '80 e permettere alla bimba di subire una necessaria operazione.
Li vediamo quindi provare a riprendere in mano la loro esistenza lontani dai Fraser e nell'epoca contemporanea, con il cuore diviso tra l'oggi e quel passato lontano secoli che però per loro è vicinissimo, concreto e, soprattutto, dove hanno lasciato una vita che amavano (nonostante difficoltà. pericoli e disagi) e i loro cari, Claire e Jamie, cui pensano spesso con nostalgia.
Con una Mandy ormai cresciuta e Jemmy che è un ragazzino sensibile e intelligente, Brie cerca di dare un senso agli studi accademici intrapresi in precedenza e a farsi strada in un mondo professionale tutto al maschile, mentre Roger è in cerca del proprio posto in quell'epoca in cui si sente un po' un pesce fuori d'acqua.

Purtroppo nella loro vita fa capolino un uomo che scopre il segreto di Roger e famiglia e commetterà un'azione che indurrà la coppia a prendere decisioni radicali...

Trovo ogni volta molto appassionante tornare nella seconda metà del Settecento e seguire le vicende dei miei amati Claire e Jamie, sempre disposti a tutto pur di preservare l'una la vita dell'altro e impegnati a districarsi tra gli eventi rivoluzionari della storia.


✔ Ho cominciato Bridgerton e ho terminato la prima e la seconda stagione.

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Al centro della serie vi è la famiglia Bridgerton e la prima signorinella di cui seguiamo le vicende sentimentali è Daphne, la figlia maggiore, che ha raggiunto l'età giusta per sposarsi.
Siamo negli anni del regno della regina Carlotta, donna esigente, capricciosa, permalosa e chi più difetti ha da attribuirle, prego, si accomodi pure; se lei elegge una giovinetta come il "diamante della stagione", automaticamente gli occhi di tutta la società londinese sono sulla prescelta che, in questo caso e non per nulla, è la deliziosa, bella e gentile Daphne.

Il fratellone Anthony (che in seguito alla morte del padre è diventato, suo malgrado, l'uomo di casa ed è sua la responsabilità di portare avanti la famiglia, la tenuta, di accasare le sorelle e di badare ai fratelli minori) però, vorrebbe per la sorellina un uomo degno di starle accanto e scarta qualsiasi pretendente; il fato mette sul cammino di Daphne sia il principe (nipote della regina) che il duca di Hastings, amico di Anthony e noto scapolo d'oro assolutamente non intenzionato a prender moglie.
Il duca è un giovane tanto bello quanto tormentato dal ricordo sempre vivo di un'infanzia infelice, priva di affetto paterno (la madre morì dandolo alla luce) e questo dolore l'ha segnato, influenzandone le scelte di vita, compresa quella di non sposarsi né di mettere al mondo dei figli.
Quando conosce Daphne, tra i due nasce un'affinità che entrambi pensano di "utilizzare" per interessi personali in cui il coinvolgimento emotivo tra loro è escluso a priori, ma l'amore è pronto a mettere alla prova ogni loro presunta convinzione...

Ogni fatto e pettegolezzo è oggetto di conversazione tra gli uomini e le donne dell'alta società ma è, più di tutto, materia di articoli da parte di una misteriosa scrittrice: Lady Whistledown, le cui considerazioni, i giudizi e opinioni contano moltissimo per la regina e per gli aristocratici, che attendono con trepidazione e timore ogni uscita delle sue "cronache", che possono decretare vincitori e perdenti a ogni ballo e stagione.

L'identità della temuta Lady Whistledown viene svelata nell'ultimo frammento dell'ultimo episodio della prima stagione.

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Nella seconda stagione ci si concentra principalmente su Anthony, anch'egli occupato a cercar moglie; dopo aver scartato moltissime pretendenti, la ragione - non il cuore!! - lo conducono verso una signorina tanto bella quanto ingenua, Edwina Sharma,  che sogna un amore vero e travolgente.
Anthony, invece, non ritiene necessario sposarsi per amore ma solo per dovere, e quando la sorella maggiore di Edwina (Kate) scopre le reali intenzioni del visconte Bridgerton, prova in tutti i modi a boicottare il possibile matrimonio tra la sorellina e quel nobile arrogante e cinico.
Le schermaglie verbali tra i due, però, non faranno che avvicinarli pericolosamente l'uno all'altra.
Lo scandalo è dietro l'angolo.

Attorno ai filoni principali, ne gravitano altre che danno il via a sotto trame: Eloise, sorella minore di Daphne e Anthony, "accusata" dalla regina di essere nientemeno che Lady Whistledown; lady Featherington, impegnata a far sposare una delle figlie con il cugino venuto a insediarsi in casa loro; Penelope, che prosegue a nascondere il proprio segreto (il quale verrà scoperto da Eloise al termine della stagione) e i propri sentimenti per Colin Bridgerton.

L'ho seguita con sufficiente interesse, più che altro perché adoro in generale i film e le serie in costume, le ambientazioni inglesi e il periodo storico; inoltre, sono storie che mi ricordano la cara zia Jane, anche per l'ironia che ne accompagna "il racconto"; ho preferito la prima alla seconda, che ho trovato in alcuni punto un po' moscia; non so, forse la storia tra Anthony e Kate mi ha presa di meno.

Comunque vedrò anche la terza ^_^


E questo è quanto!!
Fatemi sapere se avete visto queste serie e cosa ne pensate; 
se poi avete dei titoli da consigliarmi, fatevi sotto!

giovedì 2 maggio 2024

APRILE, TRA LETTURE E SERIE TV



Ed eccovi il riassunto del "mio" aprile:

  1. APEIROGON di C. McCann: il rapporto tra ebrei e palestinesi visto attraverso gli occhi
    pieni di dolore e speranza di due genitori che hanno perso ciascuno una figlia per mano del popolo "nemico" (4/5). TEMATICA ATTUALE SU CUI INFORMARSI È NECESSARIO.
  2. IL MANOSCRITTO di F. Thilliez: thriller psicologico ricco di suspense, colpi di scena e qualche sfida per il lettore attento (5/5). SE AMI I THRILLER MOZZAFIATO E... CRUENTI.
  3. I MUSICANTI DI ROMA di M. Ricciardi: narrativa italiana - le buffe vicissitudini di un gruppo misto composto da vivaci e talentuosi animali e da alcuni umani un po' matti (3.5/5). PER CHI CERCA UN LIBRO SCORREVOLE E SPENSIERATO
  4. I DIECI MOMENTI di G. Mignini: narrativa italiana - bastano 10 frammenti di ricordi per sintetizzare la propria vita? Il protagonista ci prova, tra rimpianti e speranze (3,5/5). PER CHI CERCA UNA LETTURA BREVE E RIFLESSIVA.
  5. IL SUCCESSO DI ESSERE NESSUNO di A. Regis: autobiografia di un attore romano, schietto e verace, che scrive "a cuore aperto" (3/5). SE AMI LE STORIE DI VITA VISSUTA.


Tra le letture preferite del mese scorso figurano sicuramente IL MANOSCRITTO, che ho trovato avvincente e geniale, e APEIROGON per la tematica e perché tratta di persone e vicende reali (pur non avendo amato al 100% lo stile dell'autore).

IL MANOSCRITTO è rientrato nel gioco I LIBRI VOSTRI; IL SUCCESSO DI ESSERE NESSUNO nella Reading Challenge.

Per il mese di maggio si sono aggiunti altri tre possibili obiettivi:

  • un saggio breve;
  • un libro in cui compaiono nativi americani;
  • L'angelo di Monaco di Fabiano Massimi.


Citazione del mese

"Ieri ero intelligente e volevo cambiare il mondo. Oggi sono saggio e ho cominciato a cambiare me stesso" (C. McCann, Apeirogon)


SERIE TV


Sto guardando SEVEN SECONDS: la morte di un afroamericano quindicenne a Jersey City innesca un insabbiamento da parte della polizia, ma anche la ricerca della verità.
Mi sta piacendo perché affronta temi come il razzismo dei bianchi verso i neri, le gang giovanili, i poliziotti corrotti.


Ho guardato una miniserie spagnola (ultimamente ho scoperto che mi piacciono molti i noir/thriller di produzione spagnola, spesso tratti da romanzi), LA RAGAZZA DI NEVE, tratto dall'omonimo libro di Javier Castillo.


La serie inizia subito con un' atmosfera di gioia e confusione: assistiamo, infatti, ai festeggiamenti della cavalcata dei Re Magi in un'affollata Malaga del 2010; durante la processione sparisce una bimba di 5 anni (Amaya, figlia di Ana e Alvaro Martìn); partono, immediate, le ricerche da parte della polizia, in particolare dell'ispettrice Belén Millán, che si rivelerà determinata e tenace.

Ma a prendere a cuore il caso è anche una giovane giornalista (praticante, ad essere precisi), Miren, la cui ricerca della verità sulla bambina diviene per lei un'ossessione che ha a che fare con l' ingiustizia da lei stessa subita in passata e sulla quale la polizia non ha fatto granché.
Miren è una ragazza caparbia e volitiva che , appunto, nasconde un'esperienza molto dolorosa che le ha lasciato - negli anni - non pochi incubi e demoni.

Ritrovare Amaya resta un chiodo fisso anche quando il caso comincia a "raffreddarsi"; 5 anni dopo, infatti, le indagini si sono arenate, i coniugi Martín si sono separati e di Amaya si continua a non sapere dove sia.

Finché un giorno, alla direzione del giornale presso cui lavora Miren, arriva un pacchetto anonimo indirizzato alla donna: dentro vi è una videocassetta con un breve filmato che, stando alle scarse informazioni, riprende un' Amaya ormai 12enne mentre gioca serena in cameretta.

Cosa vorrebbe dire questo? Che la bambina è viva ed è con i suoi rapitori?

Le indagini riprendono con un nuovo vigore e tanto Belén quanto Miren staranno attente anche ai più piccoli dettagli per arrivare a identificare i possibili rapitori e il luogo in cui potrebbe trovarsi Amaya.

È una serie (per ora) composta da una sola stagione (5 puntate) e io l'ho trovata ben fatta e appassionante e, nonostante i numerosi e repentini salti temporali, si segue con interesse; parallelamente alle vicende legate al rapimento di Amaya, vi è la storia personale di Miren, che non ha mai smesso di poter un giorno scoprire chi le ha fatto del male nella notte più brutta della sua vita di tanti anni prima; inoltre, a partire dall'indagine sulla bambina, verranno a galla altri terribili reati che vedono i minori come vittime e che ci fanno pensare, giunti alla fine della serie, che possa esservi un seguito.

La consiglio!

venerdì 24 novembre 2023

TILL - IL CORAGGIO DI UNA MADRE - SUBURBIA KILLER (la serie) [ recensioni ]

 

Buon pomeriggio, cari lettori!

In questo post non parliamo di libri bensì di un film e una serie tv che ho avuto modo di guardare ultimamente.

Partiamo dal film, uscito quest'anno.

TILL - IL CORAGGIO DI UNA MADRE 

,

Regia di Chinonye Chukwu, con Danielle Deadwyler, Jalyn Hall, Frankie Faison, Haley Bennett, Whoopi Goldberg. 

Narra la storia vera di Emmett Louis Till e della battaglia della madre per avere giustizia.

Siamo nel 1955, in estate, e il quattordicenne afroamericano Emmett Till, che vive assieme alla mamma a Chicago, va a fare visita a dei parenti nel Mississippi, a Money.

Emmett è un bravo ragazzo, educato, rispettoso, ama scherzare e non pensa al fatto che, adesso che è lontano da casa, deve stare attento a ciò che dice e fa perché per lui, che è nero, può essere pericoloso adottare comportamenti giudicati sbagliati e inopportuni dai bianchi.

Questo perché a Money i casi di linciaggi di neri e omicidi per ragioni razziali sono ancora frequenti in quegli anni.

Un giorno, infatti, commette un errore che si rivelerà, ahilui, tragico: entra in un negozio (di proprietà di Roy e Carolyn Bryant,) per comprare qualcosa e rivolge la parola alla ragazza bianca che è dietro al bancone (Carolyn, appunto); non solo, ma, trovandola carina, le fa anche un fischio in segno di apprezzamento.

Questo gesto, innocuo e semplice per noi, gli costerà un prezzo carissimo.

In piena notte, il marito della donna e il fratellastro si recano a casa dello zio di Till, prelevano il ragazzo e commettono un assassinio atroce.

Il povero Till viene torturato, picchiato selvaggiamente, ucciso e il suo corpo martoriato  viene gettato nel fiume Tallahatchie.


Qualche giorno dopo il rapimento da parte di Bryant, il suo cadavere viene ritrovato nelle acque del fiume, Mamie Till viene informata della terribile notizia e da quel momento in poi inizia la sua battaglia affinché il suo povero ragazzo ottenga giustizia e la sua terribile morte non sia vana. 

La donna, combattiva e determinata, chiede di essere fotografata accanto al volto orribilmente deformato del figlio e lascia che la bara, durante le esequie, sia aperta al pubblico affinché tutti vedano cosa ha subito Emmett, che era praticamente irriconoscibile; ad aiutare nel riconoscimento fu un anello che era ancora al dito e che era appartenuto al padre.

Il film, quindi, si concentra per gran parte sulla mamma di Till, Mamie, e su quanto e come si sia battuta per sensibilizzare l'opinione pubblica in merito alla violenza razziale nel sud degli States e ai crimini d'odio che venivano commessi e che restavano per lo più impuniti. 

Se Mamie - che è poi diventata un'attivista impegnata nel movimento per i diritti civili degli afroamericani - suscita profonda ammirazione perchè non si è lasciata spezzare dal grande dolore per il tristissimo destino del figlio ma ha reagito per cambiare le cose e combattere le ingiustizie e le discriminazioni, a destare tanta rabbia sono gli assassini di Emmett: furono assolti e la stessa Carolyn (a causa della quale quale è successo tutto) ha avuto la sfrontatezza di sostenere che il ragazzino l'aveva offesa dicendo cose "irriferibili" (!!); fatto sta che nessuno di questi individui ha pagato per i propri misfatti, nonostante tempo dopo abbiano confessato di aver ucciso il povero Emmett.

Se vi piacciono i film tratti da storie vere e con questo genere di argomenti, provate a dargli un'occhiata ^_-


La serie che vi consiglio è spagnola (El inocente) e mi è piaciuta molto perché mi ha tenuta col fiato sospeso tutto il tempo, puntata dopo puntata (ne sono otto): è tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore americano Harlan Coben.

SUBURBIA KILLER

Allora, la base è questa: un giovanotto di nome Mateo Vidal si ritrova, a causa di una rissa notturna, in un incubo dalle dimensioni e dalle dinamiche inimmaginabili, e non solo per lui ma pure per noi spettatori.

Succede, infatti, che una sera - mentre è in un locale con il fratello - discute con dei ragazzi e, nella colluttazione, uno di questi (Daniel) muore accidentalmente, sbattendo a terra la testa.

Mateo viene accusato di omicidio e passerà 9 anni in carcere e, si sa, la vita dietro le sbarre non è proprio una passeggiata e gli incontri che si fanno non sono dei più simpatici...
Fatto sta che esce dalla prigione dopo aver scontato la sua pena e si sposa con la bella Olivia Costa: i due sono felici e lei ha da poco scoperto di essere incinta del loro primo figlio.

Ma la donna, dopo aver ricevuto una misteriosa telefonata, vola a Berlino senza dare troppe spiegazioni al marito, che però dopo qualche ora si vede arrivare sul cellulare dei video e delle foto in cui Olivia è in situazioni a dir poco compromettenti: è nuda, in una camera d'albergo, nel letto disfatto e a riprenderla è un uomo che Mateo non ha mai visto e che fa capire di essere l'amante di Olivia...
Mateo è sconvolto e non crede ai suoi occhi: Olivia lo sta tradendo?
Decide di andare a Berlino per scoprirlo.

Ma questo filone della storia si incrocia con un'altra drammatica vicenda: in un orfanotrofio cattolico gestito da religiose, una notte, una suora viene trovata morta, caduta dalla finestra della sua camera: suicidio o omicidio?

A indagare è l'ispettrice Lorena Ortiz, donna tutta d'un pezzo, decisa, pratica e testarda, ma non priva di fragilità, frutto - queste - di un trauma subito nell'infanzia (padre poliziotto suicida); lei stessa è cresciuta nell'orfanotrofio attorno al quale si trova a indagare per far luce sulla tragica e inspiegabile morte della suora, che si scopre essere, in realtà, tutto fuorchè una vera religiosa: si chiamava Emma e aveva una vita fuori dalle mura dell'istituto; non solo, ma aveva anche un passato difficile, complesso e non del tutto sepolto, evidentemente, ma che anzi l'ha seguita e fatta fuori.

Le due storie, quindi, si intrecciano e ad unirle è Olivia, moglie di Mateo e amica della finta suorina, Emma: come, dove e quando si sono conosciute le due donne?

Le indagini prendono piede, cominciano a verificarsi, senza tregua e uno di seguito all'altro, una serie di avvenimenti complicati che svelano alcuni particolari che sono tutte tessere di un puzzle contorto e avvincente.

Olivia, come Emma, ha un passato terribile dal quale è scappata, e c'è qualcuno che la sta cercando e che sa chi davvero lei sia, cosa facesse e come vivesse prima di cambiare vita e diventare la brava e tranquilla moglie di Mateo Vidal.

Vidal, a sua volta, ha conosciuto delle persone in carcere e forse ha pestato i piedi a chi non avrebbe dovuto...

Non solo, ma ha un ambiguo rapporto (d'amicizia?) con la mamma di Dani, il ragazzo che lui "uccise accidentalmente" e che gli è costato nove anni di gattabuia: perché si sente con lei, nonostante il marito della signora non sia affatto d'accordo?

In polizia c'è qualcuno che mette i bastoni tra le ruote a Lorena perché non vuole che scopra ciò che c'è dietro al mondo cui apparteneva Emma: un ambiente squallido, sporco, malato, fatto di ricatti, prostituzioni e tanti altri crimini.

Ok, mi fermo perché non ha molto senso che vi dica altro: la trama è complicata, intrecciatissima, con moooolti colpi di scena, rivelazioni, è torbida nei contenuti, abbondano violenza, tradimenti, segreti, depistaggi...: insomma è piena! Otto puntate dal ritmo frenetico, esagitato, un susseguirsi di vicende e personaggi loschi legati tra loro che potrebbero intrigarvi e indurvi a guardarla sino alla fine.

La storia di Mateo ci ricorda come la vita di una persona possa cambiare radicalmente e all'improvviso in un batter di ciglia e senza che uno abbia realmente una colpa (quanto meno non intenzionale); mostra come le situazioni drammatiche vissute cambino chi le vive, inesorabilmente; la ingarbugliata e movimentata storia di Olivia ci ricorda che tutti abbiamo il diritto al riscatto di noi stessi, il diritto di lasciarci alle spalle sbagli, traumi, cattivi incontri, di rifarci una vita ma che spesso questo porta con sé delle conseguenze, degli strascichi.

Bella, mi è piaciuta; ripeto, forse è effettivamente molto densa di accadimenti, ma comunque se si resta coinvolti nel vortice di dinamiche e misteri, poi si ha voglia di proseguire.


giovedì 14 settembre 2023

SERIE TV TRATTE DA LIBRI [ Cineromanzo ]


State cercando delle miniserie ispirate a libri?

Eccone alcune.




Ascolta i fiori dimenticati racconta una storia di resilienza femminile, amicizia e capacità di superare le tragedie ambientata nel paesaggio naturale mozzafiato dell'Australia e incentrata su Alice, che all'età di 9 anni viene portata nella fattoria di sua nonna June, dove si coltivano fiori, dopo che i suoi genitori muoiono in un misterioso incendio. 
Tra fiori e piante autoctone usati per esprimere l'inesprimibile, Alice cresce scoprendo che in questo luogo si nascondono segreti su di lei e sul passato della sua famiglia, fino a raggiungere un apice emotivo quando si ritrova a lottare per la sua vita contro un uomo che ama.

Tratto dal romanzo di Holly Ringland.

Cast: Sigourney Weaver, Asher Keddie, Leah Purcell, Frankie Adams, Alexander England.

Disponibile su PrimeVideo.


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The Crowded Room è una miniserie televisiva ideata da Akiva Goldsman, basata sul romanzo del 1981 Una stanza piena di gente di Daniel Keyes.

Manhattan, 1979: un uomo di nome Danny Sullivan viene arrestato per il coinvolgimento in una sparatoria. Quando l’investigatrice Rya Goodwin viene incaricata di interrogarlo, Danny inizia a raccontare il proprio passato, i suoi trascorsi con la malattia mentale e gli scioccanti eventi che lo hanno condotto alla situazione presente.
Cast: Tom Holland, Amanda Seyfried, Emmy Rossum.

Disponibile su Apple Tv

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La chimica della morte è una serie tratta dal thriller di Simon Beckett.

Trama: Quando i cadaveri cominciano a comparire nella tranquilla campagna inglese in cui si è recentemente trasferito a casa, un antropologo forense aiuta la polizia locale in una corsa contro il tempo.
Regia di Richard Clark, con Harry Treadaway, Ellen Francis, Jeanne Goursaud, Rosie Whimster, Nick Blood.

Disponibile su Paramount.


>>     TRAILER     <<


La caduta della casa degli Usher si ispira all'omonima opera di Edgar Allan Poe e ad altri suoi lavori; la miniserie (horror) ruota attorno alla dinastia degli Usher e alla forza soprannaturale che prende di mira i suoi eredi.
Gli spietati fratelli Roderick e Madeline Usher sono a capo di una dinastia familiare e di un impero di privilegi e potere, che comincia a sgretolarsi quando i loro eredi iniziano misteriosamente a morire per mano di una donna conosciuta in gioventù: Ad uno ad uno vengono a galla i segreti del passato.

Regia di Michael Fimognari, Mike Flanagan; con Carla Gugino, Willa Fitzgerald, Mary McDonnell, Kate Siegel, Zach Gilford. 

Su Netflix dal 12 ottobre.

>>  TRAILER <<



La mia prediletta è tratta dal romanzo thriller di Romy Hausmann (RECENSIONE), è diretta da Isabel Kleefeld e vede nel cast Kim Riedle, Naila Schübert, Haley Louise Jones, Hans Löw.
Lena è madre di due figli e vive reclusa in una casa da cui finalmente riesce a fuggire rischiando la vita. Una volta giunta in ospedale, la figlia più grande, Hannah, aprirà uno squarcio su una realtà familiare terribile collegata a una sparizione di una donna avvenuta molti anni prima i cui dettagli sono tutti da scoprire.

Già disponibile su Netflix.

>>  TRAILER <<


Tratta da un romanzo di Harlan Coben, Shelter è una serie televisiva statunitense creata da Harlan e Charlotte Coben.
Nel cast: Jaden Michael, Abby Corrigan, Adrian Greensmith, Sage Linder e Brian Altemus.

Trama: Mickey vive con una madre in riabilitazione, un padre morto, una zia fastidiosa e una nuova scuola nel New Jersey. 
Quando un'anziana donna inquietante gli dice che suo padre non è morto, Mickey pensa di essere impazzito; a questo si aggiunge la sparizione di una studentessa, che spinge Mickey a coinvolgere due nuovi amici, Spoon e Ema, per portare alla luce un oscuro sotterraneo che potrebbe contenere le risposte a decenni di sparizioni.

Disponibile su PrimeVideo.


>>  TRAILER <<


Basato sul bestseller di Victor LaValle, The Changeling - Favola di New York è una favola per adulti, una storia dell'orrore, un racconto sulla genitorialità.
Apollo Kagwa, il cui padre è scomparso e gli ha lasciato "strani sogni ricorrenti e una scatola di libri con la scritta 'Improbabilia'", quando diventa lui stesso padre – e mentre lui e sua moglie, Emma, ​​si stanno ambientando nelle loro nuove vite da genitori - la stanchezza e l'ansia iniziano a farsi sentire. I vecchi sogni di Apollo ritornano ed Emma inizia a comportarsi in modo strano. Irritabile e disconnessa dal loro nuovo bambino, all'inizio sembra mostrare segni di depressione post-partum, ma diventa subito chiaro che i suoi problemi sono ancora più profondi. Prima che Apollo possa fare qualsiasi cosa per aiutare Emma, lei svanisce, apparentemente nel nulla. Così inizia l'odissea di Apollo attraverso un mondo che pensava solo di capire, per trovare una moglie e un figlio che non sono come lui aveva immaginato.

Su Apple TV+.


>>   TRAILER    <<

giovedì 20 luglio 2023

[[ SERIE TV & PODCAST - Parliamone ]]



Salve, cari lettori!

Il post di oggi non ha a che vedere col mondo dei libri, bensì con serie tv e podcast.

Parto da quest'ultima categoria per consigliarvene un paio ascoltati di recente.
Entrambi hanno a che fare con casi di cronaca molto noti: l'omicidio, tutt'oggi irrisolto, di Simonetta Cesaroni negli uffici di via Carlo Poma 2, a Roma, e il caso del Forteto.

  • LE OMBRE DI VIA POMA 

E' un podcast di HuffPost Italia che comprende 8 episodi; ricostruisce e ripercorre le fasi fondamentali
del "giallo di via Poma", che in oltre trent'anni ha visto susseguirsi una sfilza infinita di bugie, errori e depistaggi, che non hanno fatto altro che allontanare sempre più dalla verità.
Gli episodi partono dal racconto di quella fatidica notte del 7 agosto 1990, quando nell’ufficio del comitato regionale per il Lazio degli Ostelli della gioventù in via Poma a Roma, viene trovato il cadavere di Simonetta Cesaroni, colpito da 29 coltellate.
Ci si sofferma, nei successivi episodi, sulle diverse persone che via via sono state indagate e imputate (poi prosciolte), dal portiere Pietrino Vanacore (morto suicida nel 2010 in circostanze quanto meno dubbie; tre giorni dopo avrebbe dovuto deporre al processo contro Busco) a Federico Valle, nipote di Cesare Valle, l’architetto presso cui Vanacore aveva trascorso la notte tra il 7 e l’8 agosto. 
Federico venne indagato in seguito alle assurde dichiarazioni fatte agli inquirenti nel 1992 da un certo Roland Voller, un truffatore austriaco; vent'anni dopo l'omicidio, è toccato a Raniero Busco (il fidanzato di Simonetta), che viene prima condannato a 24 anni ma poi definitivamente assolto.

Ad oggi, non è stato mai individuato l'assassino (o gli assassini) della povera Simonetta, ma una cosa è certa: le indagini sono state condotte malissimo da subito, gli indizi trascurati sono stati troppi, come ad esempio una traccia di sangue, vicina a quello della vittima, ignorata che avrebbe potuto "dire" molto sulla mano assassina.

Un podcast scorrevole, chiaro e interessante, da ascoltare se si vuol ripercorrere le tappe salienti di questo cold case italiano.

  • L'ISOLA CHE NON C'ERA. La favola nera del Forteto

Questo podcast consta anch'esso di otto episodi e racconta ciò che accadde per decenni nella comunità denominata Il Forteto.

Era il 1977 quanto un certo Rodolfo Fiesoli fondava sulle colline del Mugello, alle porte di Firenze, la cooperativa agricola "Il Forteto": un posto bellissimo, immerso nella natura che attrae da subito moltissimi giovani per il modo di vivere comunitario, lontano dalla società moderna.

Ma cos'è esattamente il Forteto? 
Nata come una cooperativa agricola che vive dei prodotti della terra grazie alle vendite porta a porta, col tempo il suo fondatore, dall'innegabile capacità persuasiva (o meglio, manipolatoria), ne fa una comunità sociale, che arriverà ad accogliere bambini in affidamento, provenienti da realtà famigliari disfunzionali, problematiche. Ma ed essere disfunzionale, in realtà, è il tipo di "famiglia" concepita dal Fiesoli, che poi famiglia non è perché egli "predicava" lo scioglimento dei legami famigliari, ritenuti inutili, se non dannosi, per l'individuo e la comunità, e condannava la famiglia tradizionale composta da mamma-papà-figlio.

Se comincerete ad ascoltare questo podcast, verrete immediatamente risucchiati dalla storia narrata dalla voce di Marco Maisano che, in modo intenso, coinvolgente e pulito, illustra, di capitolo in capitolo, le losche caratteristiche del Forteto, al cui interno si verificavano abusi (psicologici, fisici sessuali) tanto nei confronti degli adulti che vi erano entrati volontariamente (e che hanno faticato ad allontanarsene, plagiati com'erano dal loro falso profeta) quanto verso i minori che, purtroppo, il Tribunale per i Minorenni di Firenze affidava alle cure di Fiesoli e collaboratori.

La cosa che vi stupirà apprendere, e che fa sorgere tanta rabbia, è che fino al 2011 la politica, la magistratura, gli assistenti sociali e molti altri, hanno elogiato l'operato del Forteto e del suo fondatore, e questo nonostante questi e il suo braccio destro (Luigi Goffredi) fossero già stati condannati nel 1985 per atti di libidine, corruzione ecc.

Non si capisce come sia stato possibile che il Tribunale e i servizi sociali abbiano continuato a mandare  nella cooperativa dei poveri ragazzini che purtroppo hanno subito in prima persona gli abusi del “Profeta“, le sue bugie e le sue manipolazioni. 
Fiesoli agisce impunito, con la tranquilla certezza che nessuno gli va a chiedere conto di come gestisce il Forteto, di cosa accade al suo interno: è convinto di non poter essere fermato da nessuno ed è ciò che effettivamente accade, visto che per anni nessuno andrà mai a bussare alla porta della sua cooperativa.

La storia del Forteto è definibile come un vero e proprio cortocircuito sociale che per quasi quarant'anni ha permesso all'inferno di sembrare il paradiso; si dà voce ad alcuni degli adulti che vi sono entrati perché lo volevano, che si sono sottomessi alla volontà e ai capricci del profeta, e anche a ragazzi che, in quanto minorenni, anni prima erano stati inviati lì per essere aiutati.
La storia del Forteto ci ricorda che in tanti - in politica, a livello istituzionale - sapevano ma non hanno fatto assolutamente niente.

Da ascoltare, sono fatti drammatici che, davvero, fanno indignare non poco!!


SERIE TV

La serie su cui desidero soffermarmi è TREDICI (13 reasons why), tratta dal romanzo di Jay Asher e con Dylan Minnette, Katherine Langford, Brandon Flynn, Christian Navarro, Alisha Boe, Justin Prentice, Miles Heizer, Ross Butler, Devin Druid, Amy Hargreaves.

La serie è un teen drama che ruota attorno ai problemi di un gruppo di adolescente, tutti studenti della Liberty High School; il numero 13 fa riferimento alle 13 ragioni che hanno spinto la giovanissima Hannah Baker al suicidio.

Il protagonista assoluto della serie è il suo compagno di scuola Clay Jensen, che - dopo poco tempo la tragica morte della ragazza - si vede recapitare un pacchetto con dentro delle cassette.
Comincia ad ascoltarle e la voce narrante appartiene proprio ad Hannah: in esse sono elencate le motivazioni che l'hanno spinta a compiere il terribile gesto.

Nella prima stagione tutto gira attorno alle
.

cassette; ogni cassetta è dedicata a un/a compagno/a che, in qualche modo, ha a che fare con il malessere emotivo e psicologico provato da Hannah; nell'ascoltarle, Clay - che aveva una cotta per lei ma, per timidezza, non è mai stato in grado di dichiararsi apertamente  e quando sembrava stesse per avvicinarsi, tutto è scoppiato in una bolla di sapone - apprende cose di cui era all'oscuro e che riguardano alcuni dei ragazzi della Liberty: Justin Foley, il primo ragazzo che Hannah ha baciato e che purtroppo le ha mancato di rispetto lasciando che girasse una foto "fraintendibile" su Hannah, da cui sono partite una serie di insulti e maldicenze, che hanno dipinto la ragazza come una facile.
La suicida parla anche di Jessica Davis, sua grande amica, dalla quale però si è sentita tradita, e poi Alex, Courtney, Tyler, Bryce, Zack, Ryan...: tanti sono gli studenti citati da Hannah e da lei "portati in giudizio" per aver dato un contributo - chi più, chi meno - affinchè lei si sentisse sola, presa ingiustamente di mira, umiliata, bullizzata, tanto da star male e da decidere di tagliarsi le vene.

Clay anche è nelle cassette, seppur con un ruolo e un peso differenti, e anche se non le ha fatto del male, non ha fatto nulla per "salvarla", per farla sentire amata e supportata. 

Andando avanti nell'ascolto di ogni cassetta, Clay riesce a riordinare cronologicamente tutta la storia di Hannah e, nell'individuare le persone coinvolte nella tragedia e le loro colpe - singole e di gruppo -, comincia a infilarsi sempre più in una storia che diventa un'ossessione, un pensiero fisso che lo martella, gli dà incubi, allucinazioni..., insomma ne è dentro, troppo dentro, e più ascolta la straziante confessione di Hannah, più ne è dilaniato emotivamente e psicologicamente, provando più sensi di colpa di quelli che gli spetterebbe provare.

A supportarlo c'è, però, Tony Padilla, amico di Hannah, che da lei ha ricevuto l'incarico di assicurarsi che tutti i destinatari ricevano le cassette.

Come vi dicevo, nella prima stagione si va di cassetta in cassetta, per cui i flashback si mescolano col presente e noi conosciamo Hannah, la sua vita, la sua personalità, le insicurezze, la voglia di essere apprezzata, corteggiata, di confidarsi, e iniziamo a renderci conto di come la Liberty High sia una scuola sì all'avanguardia e con numerose attività e iniziative per i gli studenti, ma come allo stesso tempo non li tuteli davvero.

Il preside Bowen è di un superficiale all'inverosimile, a lui interessa che tutto proceda con ordine, disciplina e che non si creino disordini che minino la sua persona; il counselor dell'istituto, Porter, è un brav'uomo e ci prova ad essere empatico con i ragazzi, ma purtroppo non fa del suo meglio e anch'egli figura tra coloro che avrebbero potuto aiutare concretamente Hannah Baker... ma non l'hanno fatto.

Dalle cassette verranno fuori situazioni incresciose, che vanno dal bullismo (prese in giro, insulti terribili scritti ovunque, foto private - potenzialmente inappropriate - fatte circolare per tutta la scuola, percosse...) alle violenze sessuali, il che vuol dire che ci sono ragazzi che hanno commesso dei reati e non certo delle semplici bravate.

La famiglia di Hannah, intanto, denuncia la scuola perché si prenda le proprie responsabilità circa ciò che è successo alla loro figliola.

La seconda stagione, infatti, comprende il processo alla Liberty, per cui l'accusa e la difesa chiamano a testimoniare adulti e studenti, cercando ciascuno di dimostrare la propria tesi, che verte in pratica attorno alla domanda: a scuola, professori, preside, psicologo e anche i compagni, avrebbero potuto accorgersi delle difficoltà e sofferenze di Hannah così da ascoltarne il muto grido d'aiuto, fermare il bullismo e quindi prevenire il gesto suicida?

Ovviamente, più si va avanti nello scavare nei comportamenti di tutti e più emergono i segreti torbidi di ciascuno, la stessa Hannah non aveva detto tante cose di sé neanche ai genitori o a Clay, con cui comunque erano molto amici.

Fino alla seconda stagione, devo dire che mi sono sentita altamente coinvolta dalle drammatiche vicende dei ragazzi, provando una gamma di stati d'animo ed emozioni, dalla rabbia alla commozione al dispiacere; la trama si fa più complicata quando emerge che non è solo Hanna, ovviamente, ad essere stata vittima della condotta deprecabile sempre dello stesso gruppetto di ragazzi, che - guarda caso - appartengono alla squadra di football, per cui si spalleggiano e si difendono come se fossero una organizzazione criminale fondata su legami inossidabili.

In pratica, ci sono state diverse ragazze stuprate - alcune in stato di ubriachezza, per cui non ricordano nulla - e, per quanto ad essere coinvolti sono diversi studenti - l'unico colpevole è uno di essi, che poi è tra i ragazzi più in vista ed influenti, figlio di papà, ricco, con una grande disponibilità di soldi e di droga.

Andando avanti con la terza stagione - dove ormai il processo è finito - ci si concentra man mano su ciascuno dei ragazzi nominati nelle cassette che, col tempo, hanno legato, formando un gruppetto di amici sempre pronti a difendersi, a guardarsi le spalle, ad aiutarsi nel momento del bisogno: Clay, Tony, Justin (che si avvicina molto a Jensen e famiglia, non avendone una sua, purtroppo), Jessica, Tyler (pure lui povera vittima di una violenza assurda, ad opera di uno studente noto per i suoi comportamenti aggressivi, da bullo), Alex, Zack..., a volte litigheranno, se le daranno e diranno di ogni ma ci sarà sempre un doppio filo a legarli.

Un filo fatto di menzogne, complicità in reati, occultamenti di prove..., insomma da teen drama Tredici si trasforma, nella terza stagione, in una sorta di thriller psicologico in quanto ci sarà un omicidio e i sospettati saranno praticamente tutti i componenti del gruppo di amici di Clay (dalla terza si aggiunge Ani, una ragazza bella e sveglia che, almeno inizialmente, mi starà un po' sulle scatole perché  è un'impicciona di prima categoria!! Sta sempre a origliare e a farsi i fatti altrui, ma si guarda bene dal dire i propri, e infatti pure lei ha i suoi scheletri nell'armadio), Clay compreso.

Ecco, parliamo di Clay.
All'inizio, lo si ama perché è il classico bravo ragazzo che non potrebbe far del male a nessuno; certo, ha qualche "problemino" a livello emotivo, e quando comincia ad occuparsi del "caso Hannah" per svelarne ogni aspetto, l'equilibrio psichico traballa; ma di stagione in stagione, esce proprio fuori di capoccia!! Allucinazioni, paranoie e tanto altro che non sto a dire per non spoilerare, roba che me l'ha reso onestamente un po' stancante come personaggio, patetico e pesante.

Però alla fine gli si vuol bene e mi è dispiaciuto vederlo sbroccare una puntata sì e l'altra pure; fortunatamente, ha una famiglia che lo sostiene e anche i suoi amici - Justin e Tony in particolare - gli daranno una grande mano quando sarà in serie difficoltà.

La serie termina con la quarta stagione, che forse è quella che ci poteva essere risparmiata.
A dire il vero, già dalla metà della terza ho pensato: la stanno tirando con le pinze, sforzandosi di mettere troppa carne sul fuoco, di creare intrallazzi che però hanno finito per rendere le vicende surreali e poco appassionanti.

Tanto per capirci: la scuola è dipinta come un covo di delinquenti, bulli e stupratori che gli adulti non puniscono più di tanto; spesso mi sono ritrovata a chiedermi se non fosse decisamente esagerato il ritratto che ne viene fuori di 'sti ragazzi, che sono un concentrato di problemi: li hanno tutti loro, santa pace.

Io ho continuato a guardarla perchè ormai volevo sapere come sarebbe finita e anche perché mi ero affezionata ai ragazzi; devo dire anche, comunque, che verso la fine della quarta gli sceneggiatori mi hanno dato la mazzata finale rifilandomi un lutto straziante, che mi ha commossa fino alle lacrime, per cui li perdono per aver allungato il brodo.

Concludo.
È una serie che tratta tematiche serie e importanti: bullismo, violenze domestiche, stupri, tossicodipendenza, omosessualità e discriminazione, la responsabilità degli adulti - spesso assenti, distratti - e il loro essere o meno dei validi punti di riferimento per i giovani, ma mette al centro anche l'amicizia quale valore fondamentale nella vita degli adolescenti (e di tutti, certo, a ogni età).
Nel complesso a me è piaciuta, nonostante parte della terza e della quarta siano un po' forzate, e dopo averla terminata mi sono accorta che i ragazzi della Liberty (che confermo essere una scuola orrenda, un vero inferno) mi mancavano.

Per compensare il vuoto emotivo lasciatomi da Mr Paranoia Clay e dalla sua...ehm... vivace cricca di amici, ho iniziato una serie norvegese su Raiplay (Rumors), sempre con degli adolescenti come protagonisti, ma la sto trovando moscetta. Però proseguo un altro po', magari migliora.

mercoledì 7 giugno 2023

[[ MAGGIO 2023 ]] LETTURE E SERIE TV

 

Buongiorno, cari lettori!

Eccomi con il riepilogo del mio maggio!



READING CHALLENGE

1. Tra i presenti obiettivi di maggio della RC, ho scelto il classico: LA CHIESA DELLA SOLITUDINE del Premio Nobel Grazia Deledda, scrittrice sarda prolifica che merita di essere conosciuta e apprezzata.
Il romanzo in questione narra di una donna che ha scoperto di avere un male incurabile e che si è rassegnata ad una vita di solitudine, da trascorrere in tutta tranquillità nella casetta di famiglia, assieme all'anziana e premurosa madre, godendo della spiritualità del luogo, reso tale grazie alla presenza della chiesetta annessa alla casa.
Ma attorno alla bella satellitano diversi pretendenti, che renderanno le sue giornate tutt'altro che pacifiche e solitarie (4/5). CONSIGLIATO A CHI HA VOGLIA DI UN CLASSICO DELLA LETTERATURA ITALIANA.  



ALTRE LETTURE:


2. SOTTO IL CIELO DI ROMA di Sira Fonzi (RECENSIONE): Roma è lo sfondo per sette storie di vita, che raccontano di persone  comuni impegnate a vivere e a combattere, giorno per giorno, contro difficoltà di vario genere (4/5). CONSIGLIATO A CHI CERCA UNA LETTURA VELOCE MA PROFONDA.

3. SOLO DIO È INNOCENTE di Michele Navarra: legal thriller ambientato tra Roma e Sardegna e che racconta una storia scandita da dinamiche familiari complesse, in cui le colpe dei padri inevitabilmente ricadono sui figli (4,5/5). CONSIGLIATO A CHI AMA NOIR E LEGAL THRILLER.

4. IL SOGNATORE di Laini Taylor: dalla meravigliosa penna di un'abile narratrice, un fantasy con personaggi indimenticabili, in cui perdersi tra realtà e magia (5/5). SE AMI IL FANTASY, LEGGILO!

5. L'ANNUSATRICE DI LIBRI di Desy Icardi
: allegra e graziosa commedia ambientata nella Torino degli Anni Trenta e Cinquanta (4,5/5). CONSIGLIATO A CHI E' ALLA RICERCA DI UNA LETTURA LEGGERA E ORIGINALE.

6. GLI OCCHI DELLA NOTTE di Marina Visentin: giallo all'italiana ambientato a Milano, denso di riflessioni filosofiche e citazioni letterarie, con particolare attenzione ai personaggi e all'ambientazione (4/5). CONSIGLIATO A CHI VUOL CONCEDERSI UN GIALLO SENZA STARE TROPPO IN ANSIA E COL FIATO SOSPESO.


7. SETH (The Crimson Thrones #1) di Laura Fiamenghi: un dio dell'antico Egitto deve salvare la Terra da mostri distruttori; ad aiutarlo c'è una mortale con cui scatta la scintilla (4/5). CONSIGLIATO A CHI AMA URBAN FANTASY E PARANORMAL ROMANCE.

8. SENSALE SI DIVENTA. IL SENSALE MISTERIOSO DI ELLA POINTE di Tess Thompson: un uomo e una donna vengono ingaggiati come sensali e devono accasare alcuni fratelli dal vissuto famigliare difficile; prequel delizioso per stile e personaggi (4/5). CONSIGLIATO A CHI HA VOGLIA DI INIZIARE UNA SERIE HISTORICAL ROMANCE.



BRANOLIBRO

Women's Empowerment – 3in1 (RECENSIONE) è un audiolibro composto e interpretato da Arteiu Azizian e ruota attorno al tema dei diritti delle donne e del loro riscatto socioculturale.


CITAZIONE DEL MESE

"... potevo, attraverso la lettura, sopportare la realtà. Mi permetteva di estraniarmi ed entrare nella vita di qualcun altro, anche se per poco.
Le storie contenute nei libri mi scaldavano, le persone che dentro quelle pagine si muovevano e parlavano mi facevano compagnia anche dopo, quando quei libri li avevo richiusi e riposti."


SERIE TV
 
Vi avevo anticipato qualcosa su LES PAPILLONS NOIRS una miniserie francese noir creata da Olivier Abbou, Bruno Merle e con Nicolas Duvauchelle, Niels Arestrup, Axel Granberger.

La storia vede protagonista uno scrittore in cerca di ispirazione, Adrien, 40 anni, che scrive le biografie di illustri sconosciuti aspettando che gli vengano in mente soggetti più interessanti.
 
La svolta sta per arrivare ed ha il volto di un uomo anziano, tale Albert Desiderio, che lo ingaggia per raccontargli la propria vita e il suo grande amore, la rossa e bellissima Solange. I due si sono innamorati quando erano solo dei ragazzini e il loro legame è poi confluito in una relazione sentimentale importante, fatta di amore e molta passione, e soprattutto di controllo e possessività.
Albert racconta che una mattina di tantissimi anni prima, mentre la coppia era in spiaggia in compagnia di due amici (fratelli tra loro), accadde quello che è stato l'episodio da cui ha avuto origine il tutto, una sorta di spartiacque nell'esistenza di Solange e Albert: uno dei due fratelli (il maggiore) cercò di abusare della ragazza, la quale per difendersi lo ammazzò, colpendolo alla schiena. 

Quando Albert si rese conto dell'omicidio, non ci pensò due volte a far fuori colui che era, in quel momento, l'unico testimone del delitto, vale a dire il fratello minore dell'ormai defunto violentatore.

Questo drammatico e violento episodio, come dicevo, cambierà la vita della coppietta, che da questo momento diventa una coppia di criminali incalliti e astuti.

Chi ammazzano e perché?
C'è uno schema nei delitti, che vede sempre lo stesso incipit e lo stesso  epilogo: la sensuale e affascinante Solange e il suo aitante Albert se ne vanno in giro per l'Europa a fare la bella vita, incontrando diverse persone, molte delle quali uomini liberi (e libertini) che vedono Solange come una facile, disponibile, cui piace sedurre ed essere "adescata".
E in effetti, la donna fa la gatta morta con il belloccio di turno, se lo bacia e arriva a un passo dal concedersi, e generalmente sotto gli occhi di un nervosissimo Albert, il quale spesso filma tutta la scena...
Puntualmente, però, la bella Solange si ritrae e rifiuta i corteggiatori proprio prima di consumare... e da lì in poi c'è un'esplosione di follia, sesso e sangue.

Insomma, nel corso di non pochi anni la "crime couple" se ne va in lungo e in largo tra Francia e altri Paesi europei commettendo terribili crimini.
E sfuggendo sempre alla polizia, che capisce di essere al cospetto di una coppia di sordidi criminali, scaltri e pericolosissimi!!

La narrazione del presente, quindi, contiene lunghissimi flashback, che ci fanno saltare agli anni '70, dove assistiamo increduli a questo insensato e surreale fiume di sangue: Albert e Solange ammazzano per il puro piacere che dà loro affondare una lama nei corpi di decine di disgraziati.

Chiaramente Adrien è turbato dal racconto di Albert, che parla e parla come se niente fosse ed è per di più un uomo libero che non s'è fatto un giorno di galera; purtroppo, i colpevoli non sono mai stati presi e questi omicidi sono andati a riempire faldoni e fascicoli che, negli anni, sono diventati dei "casi irrisolti" su cui è caduto un sacco di polvere.

Mentre ci si chiede che fine abbia fatto Solange e mentre Adrien registra e riscrive, sotto forma di romanzo, l'inquietante racconto di Albert, qualcun altro è sulle tracce di quest'ultimo...

In questa serie compaiono altri personaggi legati ai protagonisti e ciascuno avrà il suo ruolo rilevante nello sviluppo - intricato - delle vicende: un poliziotto ossessionato da questi cold case degli anni '70 (per ragioni anche personali); la compagna di Adrien, con cui attraversa una fase di crisi e incomprensioni; la madre di Adrien, una donna un po' fredda e tutta d'un pezzo, che convince poco e sicuro nasconde qualcosa; un'artista con cui Adrien ha un breve flirt e che conosce molto (troppo?) bene Albert.

Insomma, si corre sul filo di un amore criminale che ha infettato più di due esistenze e, procedendo nella visione, si capisce perché, in che senso e in che modo e misura; quello tra Albert e Solange è OVVIAMENTE un rapporto che definire malato è poco: è tossico all'ennesima potenza, morboso, fatto di controllo, possessività, voglia di spingersi insieme oltre i limiti per provare brividi di eccitazione; i due si manipolano a vicenda o uno di loro è il più forte, il dominatore, che plagia e muove i fili della coppia?

La serie consta di una sola stagione di sei episodi e, se piace il genere, si guarda con interesse perché contiene a ogni puntata colpi di scena che svelano dinamiche, segreti, legami insospettabili, che fanno sempre capo a quel cruento periodo di omicidi da parte della coppia criminale; l'ultimo colpo di coda  ribalta quella che sembrava essere l'unica certezza dello spettatore.

Conturbante, nerissima, sufficientemente intrigante e capace di stuzzicare la voglia di andare avanti nella visione, questa serie potrebbe non piacere a tutti perché ruota attorno a un quantitativo di violenza folle e gratuita che, se non infastidisce, potrebbe far sorridere a motivo di una trama che ci vuol poco a definire fin troppo assurda  :-D 

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