In un piccolo villaggio tedesco, su in montagna, lontano dal centro abitato, vive un gruppo di persone accomunate, si dice, dalla medesima confessione di fede. Sono uomini, donne e bambini isolati da tutto e tutti, distanti da ogni forma di modernità e progresso, schive, solitarie, dedite ai lavori manuali, a loro agio più con gli animali che con i propri simili.
Ma tra quelle persone, apparentemente tranquille e semplici, si celano segreti e misteri, e la verità è sepolta sotto cumuli di bugie.
E, forse, non sono solo le verità ad essere sepolte.
BAMBINI LUPO
di Vera Buck
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Giunti trad. G. Bartolesi 444 pp 17.90 euro |
Jesse ha sedici anni e vive con i genitori nel piccolo insediamento di Jakobsleiter, nei pressi della cittadina di Almenen; ogni giorno, lui e la sua amica e coetanea Rebekka scendono lungo gli aspri sentieri montuosi per raggiungere la scuola del paese, unico contatto con quel modo di vivere - moderno, cittadino - da cui si devono ben guardare perché cattivo e pieno di insidie.
E del resto, i compagni di scuola sono un esempio di quanto possa essere ostile la gente di città, che osserva di sottecchi e con diffidenza tutti coloro che vivono a Jakobsleiter, come se fossero dei delinquenti o dei matti.
Jesse è un ragazzo sveglio, curioso, intelligente ed è portato per gli studi; se ne accorge subito la nuova insegnante, la signorina Laura Bender, giunta da poco ad Almenen; la docente è attenta agli alunni, crede nel proprio lavoro e lo svolge con passione, tanto da arrivare a prendere la decisione di recarsi da sola, in un pomeriggio che promette pioggia, nel villaggio su in montagna per cercare di parlare con i genitori di Jesse e pregarli di investire negli studi del figlio, in quanto è davvero bravo.
Non sarà una buona idea.
Non verrà accolta con gentilezza da nessuno degli abitanti di Jakobsleiter, compresi il padre di Jesse e lo stesso pastore-guida di quel gruppetto di gente chiusa e inospitale.
Quella sera Laura scomparirà misteriosamente e non sarà un caso isolato: anche la giovanissima Rebekka farà perdere le proprie tracce proprio in quegli stessi giorni: forse la ragazza sta cercando un modo per lasciare il villaggio una volta per tutte e farsi una vita "normale", lontana da quell'ambiente chiuso e soffocante, da una madre alcolizzata e da un pastore delirante e prepotente?
Laura e Rebekka, purtroppo, non sono le uniche donne ad essere sparite: negli ultimi anni altre ragazze sembrano svanite nel nulla e di esse non si sa a quale destino siano andate incontro.
Tante di loro sono dei cold case che la polizia neanche più ci pensa a riaprire, in mancanza di novità e aggiornamenti.
Ma c'è qualcuno che è ossessionato dalla scomparsa queste donne e non desidera altro che svelarne il mistero, arrivare a individuare il colpevole (perché deve esserci per forza un rapitore, forse un serial killer) che ha fatto loro del male.
In particolare, dieci anni prima scomparve Juli, una diciassettenne che era assieme all'amica del cuore, Smilla, a fare una sorta di piccolo campeggio in due, per divertirsi tra ragazze.
Ebbene, una sera, senza che Smilla abbia mai capito come e perché, Juli è sparita.
Logorata dal dolore, dai sensi di colpa e di impotenza, Smilla è rimasta sconvolta da quel fatto, non ha mai smesso di pensare alla sua amica Juli, chiedendosi che ne è stato di lei.
E adesso che è sparita pure questa insegnante, la signorina Bender, forse le acque potrebbero smuoversi e finalmente la polizia potrebbe rimettersi a cercare il colpevole, che - Smilla ne è convinta - sarà lo stesso che ha rapito e fatto del male a Juli.
Ben presto si diffondono voci che fanno ricadere i sospetti sugli abitanti della isolata comunità montana.
Ed effettivamente, degli inquietanti misteri si celano dietro Jakobsleiter, i cui bizzarri e appartati abitanti sono da sempre sotto l'ala protettiva del sindaco, il signor Hofer, che è l'unico ad avere atteggiamenti amichevoli verso quella gente, cosa che spinge Jesse a fidarsi di lui, raccontandogli di come Rebekka sia assente da casa da giorni.
Chi sono davvero gli abitanti di Jakobsleiter? Si tratta realmente di ciò che resta di una comunità anabattista che molti anni prima subì la persecuzione per motivi religiosi?
E cosa lega le diverse sparizioni tra loro?
Può una bugia, una volta raccontata, diventare la verità?
Jesse cerca la sua amica Rebekka.
Rebekka è prigioniera di qualcuno o è fuggita volontariamente, legittimamente alla ricerca di un altro tipo di vita?
Anche Laura Bender sparisce una notte, da casa propria, proprio in quel giorno in cui era salita a Jakobsleiter.
E nel suo andare di qua e di là per Almenen e per i percorsi boscosi e di montagna alla ricerca della verità su Juli, Smilla si imbatte in una bambina strana, accompagnata da un lupo, del quale sembra imitare la natura selvaggia e aggressiva.
Una bimba che non parla ma che ha uno sguardo vispo, vigile, scaltro. Uno sguardo e un viso che a Smilla ricordano tanto la sua cara Juli.
Forse la verità è più vicina di quanto lo sia mai stata? Ed è magari proprio in quelle gole profonde, tra quelle rocce, in quel fitto e buio bosco che delimita l'oscuro villaggio?
Bambini lupo è un thriller che mi è sufficientemente piaciuto, in particolare per:
- l'ambientazione di montagna, che ha sempre il suo fascino e ben si presta a scenari e dinamiche sinistre, che mettono inquietudine, tensione, perché non sai mai chi può comparirti alle spalle mentre ti aggiri da solo tra rocce, discese e fitta vegetazione;
- la presenza di una comunità (religiosa? o la religione è una scusa?) chiusa al progresso, in cui c'è inevitabilmente un leader fanatico e perfido, che gioca a fare il pastore ma che in realtà manipola le proprie pecorelle sempliciotte e ottuse;
- i casi di scomparsa hanno facilmente presa su di me, soprattutto quando avvengono nel corso del tempo e coinvolgono (si suppone) il medesimo colpevole, che riesce ad agire indisturbato per molto tempo e a farsi beffe della polizia.
Non ho amato molto la narrazione corale; vi sono troppi punti di vista da cui i fatti sono narrati e almeno un paio li ho trovati praticamente inutili; inoltre, fin troppo presto si intuisce chi è l'individuo "sospetto", il che un po' mi ha delusa, in quanto avrei preferito qualche colpo di scena e maggiore suspense; nondimeno, ho apprezzato le scene più movimentate verso la fine, che regalano attimi di tensione narrativa.
Il ritmo, quindi, l'ho trovato incostante; ci sono stati momenti, nel corso della lettura, in cui mi sono sentita un tantino distratta, anche a motivo dei continui cambi di prospettiva (che, se non sono eccessivi, mi vanno pure bene, solitamente)
Nel complesso, è un libro che si lascia apprezzare per l’atmosfera cupa e per la presenza di oscuri segreti che si nascondono in un angolo di mondo isolato e selvatico, tra foreste e pendii scoscesi, tra labirintici passaggi e grotte millenarie.
Semi promosso, ecco.