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lunedì 13 ottobre 2025

Recensione: AVVENTO NELLA RADURA INCANTATA di Antonella Arietano

 

Antonella Arietano, autrice di narrativa per l’infanzia e romanzi di formazione, è di nuovo in libreria con una raccolta di racconti per bambini, un viaggio affascinante che trasporta il lettore in una accogliente  dimensione fantastica.


AVVENTO NELLA RADURA INCANTATA 
di Antonella Arietano



Autopubblicazione
Pagine: 77
Uscita: 25.9.25
Leggere i quattro racconti che compongono la raccolta significa  intraprendere un viaggio ricco di fascino nel cuore dell’inverno, in vista dell’Avvento*

Siamo nella meravigliosa Radura Incantata, dove vivono le Streghe del Nord, le Fate Luminose, gli gnomi e i folletti.

Nel primo racconto ("La Strega della Fonte e la magia dell'inverno"), conosciamo la Strega della Fonte, la cui casa è vicina alla fonte da cui scorre il fiume Canterino, che è un corso d'acqua davvero speciale!
Dalla sua fonte zampillante, infatti, dipende l’incanto che aleggia in tutta la Radura e le acque del fiume non solo danno da bere alle Streghe del Nord ma rendono possibili gli incantesimi e le magie.

Un giorno però accade qualcosa di inaspettato e un po' spiacevole: la fonte non zampilla più, il fiume è immobile e rischia di prosciugarsi.
Questo è davvero un bel pasticcio e la Strega della Fonte, supportata dal suo fedelissimo famiglio - un rospo, il Signor Todd - si affretta a riunire le streghe-sorelle per cercare di capire come affrontare e risolvere il problema: senza l'acqua del fiume, la Radura Incantata rischia di perdere la sua magia!

Bisogna capire, quindi, cosa impedisce all'acqua di uscire.
Le streghe ci riflettono su e, tra una chiacchiera e l'altra, la condivisione di idee porta a una decisione: chiedere aiuto a qualcuno più esperto di fonti e rocce e che potrebbe essere in grado di aiutarle...


In "Un albero di Natale per Gedeone" conosciamo un gigante buono ma solitario che vive ai margini della Radura: Gedeone.

In apparenza burbero, "Non invitava mai nessuno a entrare, tutto si svolgeva nel giardino, meglio ancora al cancello: Gedeone s’infastidiva se qualcuno metteva piede sul prato. Nascosto nel segreto della sua  casa, il Gigante si sentiva libero di fare ed essere ciò che voleva", e quando era in casa propria diventava gentile e affettuoso, trascorrendo ore in compagnia del suo cane Zampalesta.

Gedeone, con l'approssimarsi del Natale, ha preso un bell'albero e tante decorazioni per rallegrare la sua baita, ma un giorno succede un guaio: una volpe riesce ad intrufolarsi dentro casa e, mentre bisticcia con Zampalesta, l'albero viene praticamente distrutto!

Il cagnone è triste all'idea di aver combinato un pasticcio, così si rivolge alle Streghe per chiedere loro aiuto e far contento il suo amato padrone.

Streghe e Fate si mobilitano per fare più di una sorpresa al gigante della Radura, pur sapendo quanto egli sia poco socievole.

La gentilezza e la generosità delle Streghe spezzeranno la timidezza e la ritrosia di Gedeone?


Nel penultimo racconto, "Un Famiglio per Natale", incontriamo un simpatico e giovane folletto di nome Martin.
Egli ama scorrazzare con lo slittino sulla neve e adora l'atmosfera gioiosa che accompagna il Natale, ma quest'anno qualcosa lo rende triste: non ha ancora incontrato il proprio, personale famiglio, cioè quell'animale con cui creare un legame speciale, da cui ricevere preziosi consigli e aiuti al momento giusto.

Martin ha ormai undici anni e non ha ancora un famiglio tutto suo e la cosa lo preoccupa: vuoi vedere che per lui non è previsto alcun famiglio?

Ma la saggia Fata Lumetta lo rassicura: incontrerà il suo famiglio all'improvviso, quando meno se lo aspetta, si riconosceranno immediatamente, al primo sguardo, e la loro amicizia sarà eterna!

Martin è ansioso che ciò accada il più velocemente possibile ma, si sa, per le cose belle spesso ci vuole pazienza.

Riuscirà a trascorrere uno speciale Natale in compagnia di un famiglio che è lì, nella radura, ad aspettare proprio lui?


L'ultima storia, "Un ospite inatteso", incomincia con un piccolo mistero: c'è qualcuno che, nella radura, si diverte a fare dispetti e scherzetti, vale a dire a "rubare" del cibo prelibato preparato dalle abili mani delle Streghe.
Insomma, la festa dell'inverno più attesa quest'anno arriva con dei furtarelli: che sia una torta lasciata vicino alla finestra o dei biscotti appena sfornati lasciati a raffreddarsi sul tavolo... tutto sparisce se non c'è nessuno a dare un'occhiata!

Ma chi è il ladruncolo dispettoso e goloso di dolciumi?

Questo mistero bizzarro va svelato assolutamente, così le streghe Drusilla e Priscilla chiedono aiuto al loro amico gigante, Gedeone: potrebbe gentilmente aiutarle a cercare colui che ruba i dolci? Magari seguendo le orme sulla neve...?

Seguendole, in effetti, si ritrovano davanti ad una grotta, da cui sentono arrivare una vocina che chiede loro chi sono e che vogliono...

Le Streghe e i loro famigli sono un po' preoccupati: e se si trattasse di una creatura pericolosa?

Ma non c'è nulla di cui aver paura e, anzi, quel Natale nella Radura Incantata sarà rallegrato dalla presenza di nuovi, inattesi ma graditissimi amici!



Questa raccolta è davvero bella, sia per le storie narrate che per le illustrazioni (di Carlotta Marricco), coloratissime e fantastiche, che contribuiscono a stimolare la fantasia e l'immaginazione dei giovanissimi lettori, oltre a regalare momenti di riflessione su tematiche quali: amicizia, collaborazione, accoglienza, condivisione, socialità, generosità, capacità di analizzare una situazione problematica e provare, insieme ad altri, a trovare delle soluzioni, l'amore e il rispetto per la natura e gli animali.

Sono quattro racconti che catturano per il loro linguaggio semplice ma anche molto evocativo, per l'atmosfera fiabesca, con quel tocco delizioso di magia che fa sorridere e sognare; l'ambientazione natalizia e il periodo invernale aggiungono ulteriore fascino e incanto; leggendo, ci si sente immersi nella Radura Incantata, quasi ci sembra di sentire il fragrante profumo di dolciumi, del fumo che esce dai comignoli, di ammirare le luccicanti decorazioni natalizie, di avvertire l'aria fresca e frizzante dell'inverno, e soprattutto è così piacevole conoscere questi personaggi simpatici, buoni, gentili, pronti ad aiutare gli altri e ad offrire calore, amicizia, sorrisi...!
Consiglio con sincero entusiasmo questa lettura ai lettori più piccoli ma anche a chi ha qualche anno in più e desidera sognare un po' , lasciandosi circondare da creature magiche, amichevoli ed ospitali.


*All’interno del libro un codice QR dà accesso a uno speciale calendario dell’Avvento online.

sabato 11 ottobre 2025

Recensione: LA CATASTROFICA VISITA ALLO ZOO di Joël Dicker



Un Dicker che non mi sarei aspettata racconta una storia divertente e curiosa attraverso la voce e la prospettiva vivace di una bambina speciale che, insieme ai suoi compagni di classe speciali come lei, decide di risolvere una questione misteriosa che ha colpito la loro scuola.


LA CATASTROFICA VISITA ALLO ZOO 
di Joël Dicker



La Nave di Teseo
trad. Milena Zemira Ciccimarra
272 pp
Marzo 2025
Siamo vicini a Natale e Josephine e i suoi compagni di scuola sono eccitatissimi all'idea di andare in visita allo zoo locale.
E ci vanno, effettivamente, solo che quella visita si rivelerà, appunto, catastrofica e l'allegria e il divertimento lasceranno il posto a preoccupazione e paura.

“Per anni, nella piccola città dove sono cresciuta, è rimasto impresso nella memoria degli abitanti il ricordo degli avvenimenti che ebbero luogo allo zoo locale un venerdì di dicembre, pochi giorni prima di Natale. E per tutti questi anni, nessuno ha saputo che cosa fosse realmente accaduto. Fino a questo libro.”


Josephine è ormai adulta quando si decide a scrivere la verità su quel giorno allo zoo.
Cosa accadde davvero? 

In quei giorni caotici, i genitori di Josephine ordinarono alla figlia di raccontare loro per filo e per segno come si svolse la giornata ma la ragazzina, per far sì che tutto venisse compreso alla perfezione, sapeva di dover partire dall'inizio.

Eh sì, perché una catastrofe non arriva mai da sola ma è frutto di una sequela di piccoli avvenimenti che culmineranno nella gita allo zoo.

E l'inizio di tutto sta nel trasferimento dei bambini della scuola speciale dal loro amato istituto alla "scuola normale".

Come mai i piccoli vengono trasferiti?
La risposta è il nocciolo della questione, la scintilla che dà vita all'incendio: qualcuno fa allagare la scuola aprendo i rubinetti dei bagni, impedendo così ai bambini speciali di andare a scuola, a far lezione con la loro amatissima insegnante, la signorina Jennings, dolce e premurosa.

L'allagamento è frutto d una distrazione? Magari un bambino non ha chiuso i rubinetti ed è successo il patatrack
E se non fosse stato un incidente... vuol dire che c'è un colpevole?
E se tutti gli alunni si dichiarano innocenti..., allora è stata una persona esterna!
Ma chi può avere interesse a creare problemi a dei bambini speciali?

Questi, intanto, vengono ospitati nella scuola normale, il cui direttore è un tipo chiacchierone, apparentemente severo e burbero, ma in realtà comprensivo e simpatico con i nuovi alunni della sua scuola e, soprattutto, fissato con il concetto di democrazia, che cercherà in tutti i modi di insegnare ai ragazzi, stimolando conversazioni briose, domande intelligenti e risposte originali e interessanti.

Certo, essere speciali e frequentare bambini speciali come te, è rassicurante e confortante perché si creano più facilmente amicizie e solidarietà, ma ritrovarsi sbalzati in un contesto scolastico nuovo, con ragazzi "normali" che prendono in giro chi è diverso, può dare adito a difficoltà di inserimenti e socializzazione.

Ma i ragazzi, speciali lo sono davvero, e ben presto tutti - anche i ragazzotti che fanno i prepotenti e i bulletti - si renderanno conto che non hanno a che fare con un gruppetto di bambini ingenui e deboli, bensì con ragazzini dalla mente brillante, che riflettono e disquisiscono su tutto, che si pongono domande e non accettano risposte poco convincenti o superficiali.
Non solo, ma questi amici - pur avendo ciascuno le proprie difficoltà personali e famigliari (c'è chi non parla, chi ha genitori sull'orlo della separazione, chi è ipocondriaco...) -, quando si mettono in testa uno scopo, non si acquietano fino a quando non lo raggiungono.

E il loro scopo è svelare il giallo dell'allagamento.

Così Josephine e compagni vestono i panni di giovanissimi Poirot e sono pronti, come nei migliori gialli, a mettersi sulle tracce del colpevole, a cercare indizi, a fare attenzione a dettagli ed eventuali errori.

Cosa ha a che fare il mistero della scuola allagata con lo zoo?

Beh, per scoprirlo non resta che mettersi in ascolto della storia che ha da raccontare la protagonista e voce narrante, la simpatica, intuitiva e curiosissima Josephine, che ci porterà nel suo quotidiano, nelle sue ricerche investigative in compagnia degli amici e nella scuola normale, alle prese con le litigate degli adulti, i discorsi lunghi e un po' noiosetti del direttore sulla democrazia, i preparativi per la recita di Natale.

E tutto viene narrato con molto umorismo, in un susseguirsi di dialoghi spassosi, di scene esilaranti e divertenti che strappano numerosi sorrisi.

La leggerezza che caratterizza la storia, però, non impedisce all'autore di affrontare tematiche serie, come l'inclusione sociale, l'accoglienza e il rispetto della diversità, i valori democratici,  i rapporti tra genitori e insegnanti.

La catastrofica visita allo zoo è un breve giallo per ragazzi, che può quindi piacere a lettori molto giovani ma anche agli adulti per il suo ritmo brioso e fluido, i personaggi ben caratterizzati e che risultano simpatici per la loro esuberanza e voglia di imparare, la trama gradevole che magari non spiccherà per colpi di scena ma riesce a incuriosire il lettore sino alla fine.

Consigliato a chi è pronto ad accostarsi a un Dicker diverso dal solito.

domenica 5 ottobre 2025

[ Recensione in anteprima ] LILÌ E LA RIVOLUZIONE A TUTTODRITTO di Viviana Hutter

 

Riuscite ad immaginare di vivere in un luogo in cui non ci sono curve, né sbavature né colori, in cui tutto è dritto, grigio, tendente alla perfezione, dove alle persone è sconsigliata ogni esternazione di emozioni e sentimenti, dove non sono ammesse la creatività, la fantasia, le risate...?
Triste, vero?
Un posto così ha necessariamente bisogno di una rivoluzione, di una spinta gentile ma vigorosa che incoraggi ad immaginare che è possibile aprirsi alla bellezza, ai colori, alla gioia senza per questo perdere stabilità e serenità.
In questa deliziosa storia, una tale rivoluzione ha dei riccioli scuri e lucenti, una pelle color cannella e si chiama Lilì.


LILÌ E LA RIVOLUZIONE A TUTTODRITTO
di Viviana Hutter

Agenzia Pensiero Creativo
112 pp
12 euro
in uscita:
6 OTTOBRE 2025

"In un luogo lontano, così remoto che nemmeno le mappe più antiche e dettagliate lo avevano mai  riportato, si trovava il paese di Tuttodritto. Era questo un luogo singolare, dove tutto era regolato da un’unica legge: la linearità. Nulla in Tuttodritto sfuggiva a questa regola."


Tuttodritto è un paese davvero particolare: domina la drittezza in ogni cosa, luogo, persona.
Tutto è perfettamente dritto: gli alberi, le case, le strade, i capelli degli abitanti; persino le nuvole non assumono quelle forme strane e bizzarre che solitamente si vedono in cielo e fanno sorridere e sognare. 
Ad essere precisi, non è che si sorrida molto a Tuttodritto, e al massimo la bocca può formare una linea dritta.
Non sono previste curve di alcun genere, per non parlare dei colori: l’unico colore ammesso è il grigio. 

La vita a Tuttodritto è come una infinita linea retta che non ammette cambi di direzione né incroci con altre linee.

Gli abitanti sembrano amare questa linearità che richiama all'ordine, alla stabilità, che non dà spazio al caos e all'anarchia..., ma a ben guardare

"per quanto la loro esistenza fosse tranquilla e priva di rischi, c'era qualcosa di sottile, quasi impercettibile, che mancava, un vuoto..., un'inquietudine che tutti avvertivano, ma che nessuno osava esprimere ad alta voce né tanto meno in silenzio tra sé e sé".

E questa sensazione indefinita è evidente nei volti e nelle movenze delle persone, grandi o piccine che siano: sono privi di gioia, di passione, di sussulti, di entusiasmo e guai a manifestare un'emozione - rabbia, felicità, tristezza... -, si rischiano la disapprovazione e le occhiatacce dei concittadini!


Ma non è così ovunque.
Ci sono anche posti in cui le persone sanno essere gioiose, creative, in cui prendono in mano i colori e i pennelli e con questi attrezzi rallegrano quaderni, panchine, muri, case...

Ad esempio, nel bosco che circonda Tuttodritto si è trasferita una famiglia davvero speciale da cui partirà la rivoluzione di cui Tuttodritto ha urgente bisogno.

Questa famiglia è composta da Enea, Nina e la loro bambina, Lilì.

Enea e Nina sono cresciuti in località in cui si viveva diversamente da Tuttodritto e hanno avuto tempo e e modo di inseguire i propri sogni, di dare sfogo alla fantasia, di assaporare la bellezza presente nei colori, nelle diversità, nelle sfumature, nelle imperfezioni.

Quando un giorno, nel bosco, si imbattono in una bambina piccola piccola dai riccioli scuri e la pelle color cannella, la portano con loro, pensando di poterla crescere a Tuttodritto.

Ma non hanno fatto i conti con la valanga di pregiudizi, superficialità, paura, diffidenza... delle persone attorno a loro, che vedono in quell'esserino una vera e propria minaccia al loro amato ordine. 

Quei capelli e quei colori stridono con il grigiore e il piattume in cui è immersa Tuttodritto, che dimostra aperta ostilità nei confronti dei due giovani genitori, i quali sono costretti ad andare via con Lilì, nascondendola nel bosco e vivendo così isolati.

Ma l'isolamento non può fermare il potere dell'immaginazione e infatti la bambina, grazie ai suoi amorevoli genitori, cresce libera di esprimersi come desidera, creando mondi sempre nuovi attraverso l’arte. 

Lilì impara che il mondo può essere fatto anche di curve, di domande curiose, di colori sgargianti e tutti diversi tra loro, fosse anche per delle impercettibili sfumature, che ci ricordano come la diversità è bella perché è una risorsa, va rispettata in quanto apre porte e spezza le barriere.
Non si può e non si deve puntare alla staticità e all'uniformità ma andare incontro ai cambiamenti con entusiasmo e curiosità.

Lilì è piena di gioia di vivere e desidera trasmettere questo suo modo di vedere il mondo - colorato, vivace, vivo! - anche agli altri, e l'occasione arriva quando un giorno incontra Tobia, un bambino di Tuttodritto.

A lui la bimba insegna a poco a poco la bellezza delle curve, delle spirali, delle forme insolite, il grande potere della fantasia e dell'immaginazione. 

Insieme i due cominciano a nutrire il desiderio di mostrare a Tuttodritto quanto può essere bella e arricchente la diversità.

Tobia, timido e insicuro, prende coraggio accanto all'esuberante amica, e insieme decidono di recarsi a Tuttodritto per gettare il seme della rivoluzione, per insegnare agli abitanti di questo paese così statico e sempre uguale, che non esistono soltanto le linee dritte e il grigio e la ricerca della perfezione, ma anche le curve, la luce, i colori.

Come farà la determinata e coraggiosa Lilì, in compagnia del suo amico Tobia, a convincere gli ostili (e impauriti?) abitanti di Tuttodritto che è possibile iniziare un cambiamento che non è solo esteriore, ma soprattutto un cambio di mentalità, un nuovo modo di vedere le cose?

Non sarà semplice perché abbandonare la tranquillità e la solidità di un tipo di vita ordinatissimo e privo di stranezze per abbracciarne uno imprevedibile, fa un po' paura a chi è abituato sempre alla stessa monotonia.
Ma la dolce Lilì, munita di pennelli e tanto amore, troverà la strada giusta per parlare al cuore degli adulti e dei bambini e far sedimentare dentro di loro un nuovo messaggio: non è necessario abbandonare le linee dritte o il grigio, ma capire che queste caratteristiche possono convivere con le spirali, le forme estrose, i colori accesi, insomma è possibile lavorare insieme per rendere Tuttodritto un posto dove tutto è possibile, dove nessuna diversità è rigettata, condannata, emarginata, ma anzi è valorizzata perché porta con sé altra bellezza.


Il testo, scritto da Viviana Hutter - educatrice e formatrice esperta in pedagogia creativa - e impreziosito dalle delicate ed evocative illustrazioni di Emanuele Sponta, ci ricorda, attraverso la rivoluzione coraggiosa intrapresa da una bambina speciale e spontanea, che più che cercare di essere perfetti, è importante essere autentici, sentirsi liberi di esprimere sé stessi, la propria creatività, i propri talenti, e che ogni persona è unica e irripetibile, nessuno è sbagliato per come è, anzi ogni diversità non è che una ricchezza da conoscere, accogliere, apprezzare, amare, e da cui imparare per conoscere altre prospettive e punti di vista.

I temi presenti in questo bellissimo racconto per bambini/ragazzi sono più che mai attuali e meritevoli di attenzione, tanto più all'interno delle famiglie e dei luoghi in cui si fa educazione, in cui è importante insistere su valori  ed argomenti come il rispetto per l'altro, l'accoglienza della diversità, l'inclusione, il valorizzare e incoraggiare le capacità individuali, la libertà di esprimersi senza la paura di essere giudicati o scacciati a motivo del proprio modo di essere (che siano caratteristiche fisiche, caratteriali o di altro genere), lo sviluppo dell'intelligenza emotiva, il coraggio di portare gli altri al cambiamento, alla riflessione.

Mi è piaciuto molto il concetto che sta alla base del cambiamento promosso da Lilì: non c'è in lei il rifiuto dei tratti tipici di Tuttodritto, non passa il messaggio che le linee dritte o il grigio sono sbagliati e vanno eliminati, sostituiti da ciò che è curvo, dai riccioli e da tutti gli altri colori. 
No, in una città/società/comunità libera, tutti possono coesistere, c'è spazio per ognuno con la propria individualità.


Con il suo linguaggio comprensibile, chiaro ma anche evocativo, capace di stimolare l'immaginazione e la fantasia dei giovani lettori, il ritmo vivace e coinvolgente, i personaggi ben tratteggiati nella loro semplicità, le tematiche affrontate e vicine all'esperienza quotidiana di bambini e ragazzi, "Lilì e la rivoluzione a Tuttodritto” è particolarmente indicato per un pubblico di lettori dagli 8 ai 13 anni e può risultare un testo narrativo davvero utile nelle scuole (primaria e secondaria di primo grado), all'interno di progetti scolastici dedicati all’inclusione, al superamento delle diversità e alla gestione delle emozioni.

Assolutamente consigliato ai giovanissimi ma anche agli adulti-educatori.


«Vogliamo un mondo con tutti i colori!» gridò un altro bambino, 
alzando le braccia al cielo.
«Vogliamo un mondo dove ognuno possa essere sé stesso!».
I bambini iniziarono a urlare insieme, 
formando un coro di voci squillanti, piene di energia.
«Un mondo nuovo! Un mondo per tutti!».


venerdì 3 ottobre 2025

L'UOMO DAGLI OCCHI TRISTI di Piergiorgio Pulixi [ RECENSIONE ]



Alta Ogliastra, Sardegna. Quando il cadavere di un diciassettenne viene ritrovato sul motoscafo appartenente ad un noto politico locale, la polizia intuisce di non poter risolvere da sola quello che si prospetta come un caso di omicidio complesso; vengono, quindi, chiamate due "esterne", Mara Rais ed Eva Croce, esperte nella risoluzione di casi complicati caratterizzati da crimini violenti; la loro esperienza e la brillante e speciale capacità di cogliere dettagli importanti, di "scavare nei posti giusti", e soprattutto di indagare nel vissuto dei soggetti coinvolti, risulterà preziosa.


L'UOMO DAGLI OCCHI TRISTI
di Piergiorgio Pulixi


Rizzoli
333 pp
Cosa c'è di più doloroso e straziante della perdita di un figlio?

Lorenza Maxia lo sta provando sulla propria pelle: sono quindici giorni che suo figlio Michelangelo, il suo bambino, è stato ritrovato morto - assassinato - e lei non si dà pace.
E quando riceve una lettera scritta proprio da quel figlio ormai perduto per sempre, all'iniziale sorpresa e al turbamento segue la determinazione di una madre che sa di non poter più essere felice dopo aver perso la propria creatura.

"Non cercare la verità, ti prego. L’unica verità importante è che ti amo e ti amerò sempre. Fatti bastare questo. Scappa e cerca di essere felice, mamma."

.. le scrive il suo Michelangelo.

Ma Lorenza - "donna ogliastrina, ostinata e forte come le radici indomabili del ginepro, capace di crescere in mezzo alle rocce e resistere in balia dei venti più rabbiosi." - ha fame di giustizia e, se è vero che nulla le riporterà indietro il suo ragazzo, è altrettanto vero che a lei resta solo una cosa da fare come ultimo gesto d'amore materno: cercare la verità, scoprire cosa è successo a Michelangelo e chi gliel'ha violentemente strappato dalle braccia.
E c'è una persona che può aiutarla: Mara Rais.

La narrazione fa un salto all'indietro di quindici giorni.

Siamo nell'Alta Ogliastra (una regione della Sardegna centro-orientale), è mattina e il corpo senza vita di un ragazzo giace all'interno di un motoscafo che galleggia nelle acque cristalline del bellissimo lago di Saruxi.
Il paesaggio è mozzafiato: come una corona verde, una fitta boscaglia circonda lo specchio d'acqua e la sensazione che se ne ha, osservando quel luogo solitamente tranquillo, è di essere in un paradiso, lontano dal caos delle grandi città.
Ma in quella mattina in cui viene scoperto il cadavere, la consueta ed immobile quiete del lago è spezzata dalla presenza di militari e forze dell'ordine.

Michelangelo Esu aveva solo diciassette anni e sull'imbarcazione viene ritrovato travestito da donna e malamente truccato; il motoscafo appartiene a un politico che ha fatto molto per Saruxi, quando è stato sindaco: Daniele Enna.

Sul posto vengono mandate le ispettrici Mara Rais ed Eva Croce, con un ordine preciso del procuratore generale: chiudere il caso senza troppo clamore, cercando di non portarla per le lunghe ed evitare di finire in pasto ai media; bisogna impedire che lo scandalo travolga il fragile equilibrio politico dell'isola.

Insomma, c'è bisogno di assoluta discrezione perché l'inchiesta vede inevitabilmente coinvolto il proprietario del motoscafo, Daniele Enna, ex-sindaco di Saruxi, consigliere regionale e volto emergente della transizione ecologica sarda. 


Cosa aveva a che fare Michelangelo con Enna? I due si conoscevano? Avevano un qualche tipo di legame? Perché si trovava sul motoscafo dell'ex-sindaco? Chi l'ha ucciso e perché il corpo del ragazzo è stato ritrovato in determinate condizioni e su di lui l'assassino ha pure infierito?


Le domande sono tante ed urgenti e le due poliziotte si mettono immediatamente al lavoro, cercando di inquadrare tutti gli eventuali collegamenti tra le persone che, più o meno direttamente, possono essere coinvolte nell'assassinio di Michelangelo, cominciano a fare ipotesi investigative, a scavare nel privato della vittima, dei famigliari, come pure di Enna, addentrandosi ovviamente anche nelle fitte maglie dei suoi affari politici, legati in particolare ad importanti progetti riguardanti l’eolico e il fotovoltaico.

Enna è molto amato dalla gente di Saruxi perché ha fatto di quel paese una piccola Sanremo sarda, riempiendola di fiori e rendendola bella, colorata, vivace.

Ma dietro le belle facciate può nascondersi del marcio.
Cosa si nasconde dietro quel paesaggio da cartolina?
E cosa dietro l'immagine pubblica del politico osannato, con la sua bella famiglia felice?


L'indagine richiede tutte le energie e l'intelligenza di Eva e Mara, che si ritrovano a muoversi all'interno di una rete di interessi e ricatti, di menzogne, ambizioni e vecchi rancori, e anche di un'incomprensibile reticenza da parte del procuratore stesso, che sembra restia a puntare riflettori troppo forti su Enna.

Ad aggravare la situazione si aggiungono due sparizioni: Ivan e Laura, due amici e coetanei di Michelangelo, che nessuno sa dove siano o se sia accaduto ad entrambi qualcosa di brutto.
È possibile che i tre amici fossero dentro a qualcosa di troppo grande per loro? Che sapessero segreti su gente importante e pericolosa, la quale ha quindi tutti gli interessi a chiudere loro la bocca per proteggersi?

Certo, ci sono delle piste investigative che si affacciano e che sembrerebbero più logiche e più 
"semplici" da percorrere (legate, ad es., al padre di Michelangelo e al suo passato burrascoso), ma Croce e Rais fiutano che c'è molto altro dietro quella brutta storia ed entrambe sono determinatissime a cercare il vero (o i veri) colpevole, anche se questo significherà scoperchiare un temibile vaso di Pandora.

La sete di arrivare alla verità e, ancora di più, quella di dare un po' di giustizia alla vittima e alla povera famiglia, condannata ad un ergastolo di lutto e dolore, va oltre ogni ritrosia da parte di chi è loro intorno, che cerca di ostacolarle e di lasciare che certi segreti restino sepolti ancora nelle acque del lago. 

Eva e Mara le conosciamo benissimo, ormai, sappiamo quanto siano diverse l'una dall'altra, nel fisico come nel carattere e nelle esperienze di vita; là dove Mara è brusca, tosta, sarcastica, cinica ma anche elegante e sempre perfetta ne trucco e nel vestire, Eva è semplice, sobria, più discreta e il suo abbigliamento decisamente più dark e cupo.

Ma entrambe, seppur per ragioni differenti, hanno dei pesi sul cuore, dei tormenti che tolgono loro tranquillità e che l'una tiene per sé e non confida all'altra.
E si sa, i segreti possono essere pericolosi e, quando emergono, potrebbero essere interpretati come una sorta di tradimento...

La vita privata delle due ispettrici è quindi puntellata di conflitti interiori, dolori mai risolti e scelte troppo difficili, e le due saranno costrette a guardare dentro sé stesse, negli abissi della propria anima, decidendo, stavolta più che mai, se possono fidarsi e contare fino in fondo l'una sull'altra, tanto più perché il loro rapporto d'amicizia e professionale subisce un duro attacco da qualcuno che agisce nell'ombra per colpirle.


Questo nuovo thriller firmato Pulixi è denso e intenso, emotivamente implacabile, in special modo nell'ultima parte, dove un magone coglie inevitabilmente il lettore, facendogli sentire ogni lacerazione e il dolore dei personaggi coinvolti, nell'atto di affrontare ciò che li fa star male.
Eva e Mara sono due ispettrici geniali, perspicaci, acute e ricche di empatia e umanità, che desiderano risolvere il caso non solo perché è il loro lavoro ma anche perché provano una sincera e rispettosa compassione verso le vittime (dirette e indirette) di questa storia in cui regna il marcio e dove ottenere davvero giustizia non è poi così scontato.

Come anche negli altri romanzi dello scrittore sardo, la narrazione conserva uno stile  essenziale, diretto, immersivo e incisivo che, unito a capitoli brevi, alla presenza di dialoghi realistici, credibili, efficaci nel contribuire a tratteggiare i personaggi e a sostenere il ritmo narrativo, che è infatti sempre scattante, fa sì che la storia avanzi senza rallentamenti, con i giusti momenti di tensione (che mantengono viva l'attenzione del lettore), arricchiti da descrizioni dell'ambiente naturale, sempre molto suggestivo nel suo essere aspro e autentico.

Mi è piaciuto molto, tra le altre cose, la piega che prende il rapporto tra le due protagoniste, la delicatezza e la sensibilità dell'autore nel descrivere determinate scene ad alto impatto emotivo; il finale è aperto e ci lascia con la voglia di incontrare nuovamente Rais, Croce e pure Vito Strega.

Che dirvi ancora, se non che ovviamente consiglio di leggere questo bravissimo autore, i cui romanzi riescono sempre a fare centro, per quanto mi riguarda, ad essere avvincenti e ricchi di suspense, capaci di fotografare la realtà di oggi nei suoi più urgenti problemi e conflittualità, e di mettere a nudo fragilità, "peccati", zone d'ombra e tormenti dell'animo umano.





Romanzi della serie con Rais, Croce e Strega:

  1. L'ISOLA DELLE ANIME
  2. UN COLPO AL CUORE
  3. LA SETTIMA LUNA
  4. STELLA DI MARE
  5. PER UN'ORA D'AMORE

mercoledì 1 ottobre 2025

LIBRI LETTI A SETTEMBRE 2025



Ecco i libri letti a settembre:


  1. ANIME IN CHIAROSCURO di G. Mignini - raccolta di racconti distopici
    source

    ambientati in epoche e mondi lontani e che ruotano sul senso dell'esistenza e sul futuro dell'umanità (4/5). DELICATO E POETICO.
  2. IL MORALIZZATORE di M. Distort: thriller ambientato ad Aosta. Un serial killer infligge atroci torture e una morte terrificante a una specifica categoria di peccatori (4,5/5). APPASSIONANTE, CRUDO.
  3. DEMON COPPERHEAD di B. Kingsolver - romanzo di formazione - ispirato al londinese David Copperfield, il protagonista è un orfano che imparerà a proprie spese quanto può essere dura la vita per un invisibile come lui (4/5). DENUNCIA SOCIALE E STORIA DI RISCATTO PERSONALE. CORPOSO MA MERITA.
  4. LA FORTUNA di M. McDowell - 5° vol. di saga famigliare paranormale con atmosfere gotiche. Il clan Caskey prospera ma la natura potrebbe chiedere il conto (3,5/5).  Se sei arrivato al quarto, tanto vale leggere questo e pure il successivo, che è l'ultimo.
  5. ROMEO E ROSALINA di Natasha Solomons - retelling del celeberrimo Romeo e Giulietta. La protagonista è Rosalina, l'amata invisibile che qui tira fuori il carattere per difendere chi ama dalle grinfie di quel gaglioffo di un Montecchi (4/5). BEN SCRITTO, SCORREVOLE.
  6. LA RADICE DEL MALE di A. Rapp: saga famigliare - anche in una famiglia "normale" e religiosa possono crescere i semi della malvagità e della violenza (4/5). LUCIDO, CUPO, AMARO.
  7. L'UOMO DAGLI OCCHI TRISTI di P. Pulixi - noir - Rais e Croce offrono la loro professionalità ed esperienza in un caso di omicidio legato ad affari malavitosi e corruzione (5/5). AVVINCENTE. 



READING CHALLENGE


Per la sfida letteraria, nel mese di settembre gli obiettivi erano i seguenti:

- Libro che affronta una lotta personale;
- Libro che narra un amore folle;
- Il racconto di una persona che non c'è più;
- "La collina del vento" di Carmine Abate.


Per settembre, ho scelto un obiettivo di marzo

8. IL SOLDATO PERDUTO di Gilles Marchand: narrativa storica - il racconto struggente di un amore sfortunato, sullo sfondo del primo conflitto mondiale (4.5/5). PER CHI CERCA UN LIBRO BREVE MA INTENSO.








sabato 27 settembre 2025

Recensione: ANIME IN CHIAROSCURO di Giovanni Mignini

 



Anime in chiaroscuro di Giovanni Mignini è una raccolta di racconti che trasportano il lettore in epoche e mondi diversi dai nostri ma, al contempo,  a noi vicini perché tutti stimolano il lettore a porsi quegli interrogativi che ogni uomo, in qualsiasi momento e luogo, si pone da sempre sul senso dell'esistenza, sul destino degli esseri umani, sulla ricchezza insita nelle diversità individuali, sull'importanza e sulle conseguenze delle scelte che facciamo.


Distruttori di Terre
76 pp
10.99 euro

In queste storie leggiamo di uomini che hanno bisogno di ritrovare sé stessi e "la strada verso casa", di ragazze che non trovano alcuna gioia nella vita, di donne innamorate che - spaventate all'idea della Morte che separa le persone dai propri cari - si ingegnano per dar vita a invenzioni straordinarie; leggiamo di ragazzi cresciuti nell'errata convinzione di non avere abilità particolari, come ne hanno i propri coetanei, ma che poi, negli anni, hanno sfruttato al meglio le proprie capacità speciali per fare cose grandiose e rivoluzionarie; ci sono uomini in cerca di quell'ultimo brivido che li trascini verso l'infinito e poi c'è lei, la nostra amata Terra che, in balia della follia e della stoltezza di uomini avidi, rischia di autodistruggersi.

Ma le porte verso un mondo migliore non sono mai sbarrate definitivamente, se la speranza di spargere ancora i semi del bene e della giustizia continua a vivere in qualche cuore puro e genuino.

I racconti di Giovanni Mignini partono da domande esistenziali fondamentali, che ogni uomo è chiamato a porsi: che cosa ci aspetta nel futuro? Verso quale domani si dirige l'umanità?

Attraverso storie ambientate in epoche e in mondi non specificati, l’autore ci porta in un viaggio nel futuro e su pianeti lontani, dove incontriamo uomini, donne, ragazzi/e che la vita mette davanti a delle sfide, a dei dilemmi morali e, di conseguenza, a delle scelte importanti da fare.

La cornice in cui sono immersi i racconti va oltre la dimensione della realtà per sfociare in una irreale,  distopica, in cui i contorni appaiono come sfumati, evanescenti, e gli stessi personaggi sembrano agire, parlare e sentire come se fossero in un sogno; essi sembrano "fuori luogo" nel contesto in cui si trovano a vivere, sono dei sognatori che, al cospetto degli ostacoli e delle prove ai quali la vita e la società li sottopongono, tirano fuori abilità inimmaginabili e straordinarie, sfruttate non per fini egoistici ma, anzi, altruistici e per il bene della collettività.

Se è vero che ogni narrazione ha un che di onirico e di impalpabile, è altrettanto vero che ad essere fortemente reali, concreti e legati all'esperienza umana sono i sentimenti che i protagonisti provano, i loro desideri, gli stati d'animo, le paure, le fragilità e le insicurezze che appartengono a ogni essere umano e che rendono ogni esistenza unica ed irripetibile.

La prima reazione del lettore, nel leggere l'incipit di ogni racconto, è di spaesamento, di smarrimento, perché inevitabili sorgono subito le domande: dove siamo? quando siamo?
E man mano che si prosegue nella lettura: che tipo di personaggi incontrerò? Quali difficoltà dovranno affrontare e quali capacità metteranno in campo?

Ogni inizio è, quindi, volutamente quasi confuso ma ovviamente ogni nebbia si dissolve man mano che si procede e che si entra nella dimensione immaginata dall'autore, una dimensione in cui non conta solo ciò che vediamo con gli occhi fisici, ma ciò che possiamo creare con la fantasia, la creatività, la voglia di concepire nuovi orizzonti e un nuovo domani.

Sono davvero dei bei racconti, scritti con quello stile scorrevole e semplice che già avevo apprezzato in I dieci momenti, e soprattutto sono storie che trasudano sensibilità, umanità, una grande profondità, qualità proprie di chi si fa domande e spinge anche gli altri a porsene: cosa rende la nostra vita degna di essere vissuta? In che modo le nostre capacità, la nostra intelligenza, possono essere messe al servizio del prossimo? La nostra autostima deve dipendere da come gli altri ci vedono, dall'uniformarci al modo di pensare e vivere della maggioranza, o piuttosto dal saper riconoscere le proprie personali virtù e abilità e investire per affinarle e usarle al meglio?

E ancora: la scienza sarà mai in grado di debellare ogni tipologia di malattia, anche quelle giudicate inguaribili e quindi letali? Ci sarà mai un modo per ingannare la Morte, per non dover dire mai più addio a chi si ama?

"Arriva un momento in cui il destino si mostra nudo e indifeso per quello che è. L'equilibrio è solo un'illusione, una caduta libera prima dello schianto."


Quale sarà il destino della nostra Terra in mano all'Uomo, che troppo spesso è distruttivo, le manca di rispetto, la tratta come un oggetto privo di vita, non rendendosi conto di quanto questo sia dannoso per sé stesso e per i propri simili?

Nei racconti di questa raccolta percepiamo una grande varietà di emozioni: malinconia, nostalgia, paura e desiderio di vivere, dolore, confusione, rimpianti e infine speranza.
E di speranza abbiamo un impellente bisogno e, in tempi duri, anche un briciolo può fare la differenza.


Ringrazio Giovanni Mignini per avermi inviato gentilmente una copia del suo libro; ve ne consiglio la lettura, che risulta molto fluida e accessibile, non solo per il numero di pagine ma per la scrittura ricca di suggestività e la profondità dei contenuti. 

giovedì 25 settembre 2025

Recensione: IL MORALIZZATORE di Marco Distort



La Valle d’Aosta si macchia di sangue.
Un serial killer sta terrorizzando i cittadini aostani commettendo crimini efferati ai danni di specifiche vittime che, agli occhi del folle assassino, si sono si rese colpevoli di peccati per i quali devono espiare.
Individuarlo e fermarlo diventa la priorità assoluta per il commissario Hervè.



IL MORALIZZATORE
di Marco Distort



DZ Edizioni
384 pp
14.90 E
2025
È la sera del 6 ottobre e per Franco Baudin, proprietario di un'agenzia pubblicitaria ad Aosta, quella dovrebbe essere una serata come tante altre.
Dovrebbe... ma non lo è, perché, tornato a casa dal lavoro, si accorge dell'assenza di sua moglie Sylvie, che solitamente a quell'ora è a casa ad aspettarlo.
E invece non c'è.
Dopo la perplessità iniziale, comincia a salire la preoccupazione, così Franco decide di rivolgersi alla polizia, che si interessa subito alla scomparsa della donna, la quale comunque potrebbe essersi allontanata volontariamente.
Ma purtroppo non è così e di lì a pochi giorni la situazione precipiterà, facendo cadere tutte le persone coinvolte in un baratro di terrore e violenza inimmaginabili.

La sparizione di Sylvie è solo la prima di altre sparizioni misteriose ed improvvise che riguardano altre donne sposate e i loro rispettivi amanti...

Quando prima la polizia e poi la Sezione Omicidi - capeggiata dal commissario Jérôme Hervé - cominciano ad indagare, si ritrovano davanti ad un diabolico piano omicida, organizzato in modo schematico da un assassino intelligente e meticoloso, che non sta ammazzando gente a caso, ma sta prendendo di mira una specifica categoria di persone: gli adùlteri.

Questo soggetto infido e sadico pedina le sue vittime, scatta loro fotografie compromettenti (che li colgono in flagranza di adulterio), invia le foto ai mariti traditi avvisandoli che riceveranno la giusta vendetta per il tradimento subìto da parte delle mogli fedifraghe.
Il killer accompagna la documentazione fotografica con biglietti dai messaggi sibillini e inquietanti, che lasciano presagire l'imminente uccisione delle sue vittime.

Quando Hervé - che ha al suo fianco professionisti efficienti, dotati di acume, dedizione e coraggio - comincia a realizzare che tipo mostruoso sia il "suo" assassino, quasi non crede allo scempio di corpi che è costretto a ritrovare: il serial killer da stanare e bloccare agisce con un livello di crudeltà tale da richiamare alla memoria nientemeno che la perfidia e crudeltà delle torture dell'Inquisizione.

Il processo logorante e sanguinoso che porta al decesso delle vittime è atroce, contrassegnato da torture indicibili, supplizi d'origine antica e repellenti e macabri souvenir inviati ai mariti.

Chi è costui che sta rubando il sonno a Jérôme e la serenità ai cittadini di Aosta?

L'autore pone il lettore al fianco del commissario e della sua squadra (che comprende anche un ex sacerdote e una psichiatra), i quali, lavorando in perfetta sinergia, tentano di individuare i luoghi in cui il serial killer agisce, di capire in che modo si muove e che tipo di disturbo di personalità potrebbe avere.

Quali conoscenze e convinzioni distorte ed estremiste nutrono e muovono la sua fantasia?
Se colpisce esclusivamente gli adùlteri, qual è il suo obiettivo, o meglio, la sua missione? 

Jérôme è un uomo estremamente razionale ma anche una persona come lui, abituata a procedere per logica e ragionamento, di fronte al complicarsi degli eventi delittuosi su cui indaga senza sosta, sa di avere bisogno di seguire anche l'istinto e imporsi di ragionare in modo "animalesco", "primitivo", per arrivare a capire come pensa e pianifica il serial killer. 
Se impari a conoscere il tuo nemico, forse potrai immaginarne e prevederne le mosse.

E qui abbiamo un nemico che non agisce, solitamente, in modo disordinato ma, anzi, secondo degli schemi precisi; egli si sente il vendicatore che si fa strumento di espiazione per i peccati di quanti tradiscono il proprio coniuge e Jérôme e collaboratori, quando incominciano a comprendere il suo modo di agire e cosa lo muove, gli attribuiscono un appellativo significativo: "il moralizzatore".

E se quel modo orribile e sensazionalistico con cui uccide e fa ritrovare le vittime fosse frutto della volontà di lanciare un determinato messaggio ai coniugi traditi e alla stessa polizia che è sulle sue tracce?


Più si va avanti nella lettura e più ci si avvicina al Male che alberga nel cuore dell'uomo quando decide di mettersi al posto di Dio per giudicare, giustiziare, condannare senza appello gli immorali, decidere quale sia la punizione giusta e necessaria per purificare dagli immondi peccati commessi.
Cosa vuole dimostrare il moralizzatore attraverso la propria manifesta e oscena crudeltà?

Di certo, Hervé e i suoi capiscono da subito di essere di fronte a un soggetto che, oltre ad avere una personalità disturbata e altamente pericolosa, è in una certa misura anche colto, dotato di intelligenza, capace di manipolare le coscienze facendo leva su debolezze e sentimenti di rancore, odio, dolore e vendetta.

In questo viaggio verso i luoghi nascosti e più bui della mente umana, la prospettiva narrativa si sposta dal punto di vista di Hervé (il che ci permette di seguire passo passo il corso delle indagini, le deduzioni, le ipotesi, i tentativi, le ricerche, le frustrazioni davanti agli insuccessi...) a quello del moralizzatore nell'atto di organizzare ed attuare i suoi mefistofelici piani.

Identificare l'assassino e impedirgli di uccidere ancora dà vita ad una corsa contro il tempo, in cui ognuno dei poliziotti coinvolti farà la sua parte per aiutare il proprio commissario ad arrestare la spirale di violenza e sangue che sta mietendo troppe vittime.


Ho apprezzato molto questo romanzo per diverse ragioni: per la scrittura immersiva, per l'uso di uno stile linguistico immediatorealistico e coerente con i personaggi, per i dialoghi efficaci e credibili, per il modo in cui si sviluppa la narrazione, che mantiene un ritmo incalzante e serrato (come tale è, del resto, l'affannosa ricerca di indizi ed eventuali errori che possano aiutare chi indaga a dare un nome e un volto all'assassino e, più di tutto, a salvare le vittime da torture e morte certa) ed è arricchita da brevi ma incisive ed esaustive descrizioni del contesto ambientale (paesaggi e luoghi descritti, in questo caso, nella stagione invernale, cosa che contribuisce a rendere l'ambientazione più cupa e fredda, coerente con il gelo che attanaglia cuore e mente dei personaggi al cospetto di uno spettacolo aberrante che fa scempio della vita umana) e umano, il che mette il lettore in condizione di immaginare con chiarezza ogni scena, ogni particolare della "cornice" in cui si muovono gli attori di questa storia.

La trama ben strutturata sa come trascinare, coinvolgere e sorprendere il lettore, il quale non può che appassionarsi sia alle indagini guidate dal protagonista che alla condotta scellerata e malvagia dell'antagonista.

Un altro aspetto interessante è da attribuire alle riflessioni che nascono quando ci si confronta con il Male in tutte le sue (peggiori) sfaccettature.
E il Male, purtroppo, ha tante manifestazioni e facce, e può penetrare nelle menti più vulnerabili, in quelle che...

"...hanno bisogno di aggrapparsi a qualcosa per soddisfare il vuoto che sentono dentro. Certi individui sono deboli perché non hanno una struttura psichica solida, ma la loro identità viene definita da ciò che riescono a realizzare per far emergere loro stessi. (...)
Il vero problema (...) è il male. È questo che offre una grande varietà di stampelle. Ne ha di tutti i tipi e sono adatte a chiunque. Il male è molto più attraente della virtù, perché riesce a camuffarsi. (...) Il male è molto più subdolo. Anche Gesù avvertì i suoi, dicendo che i figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce".

Conoscevo già "la penna" di Marco Distort, per averla apprezzata attraverso la lettura (e lo studio) di suoi numerosi scritti (saggi su argomenti biblici, vita cristiana, teologia, escatologia...), ma mi ha fatto molto piacere leggerlo in questa "nuova veste" di scrittore di thriller, e il mio modesto parere è che Il moralizzatore costituisca davvero un ottimo esordio nel mondo della narrativa. Mi pare di capire che questo sia il primo libro di una serie avente Jérôme Hervé come protagonista, per cui non mi resta che sperare che il prossimo libro arrivi e presto.

Consiglio il romanzo, in special modo a quanti amano il genere; mi sembra corretto avvertire che in esso vi sono descritte, in modo vivido e chiaro, scene molto crude, che potrebbero dar fastidio ai lettori più sensibili.


lunedì 22 settembre 2025

[ RECENSIONE ] DEMON COPPERHEAD di Barbara Kingsolver




Ambientato nel Sud degli Stati Uniti in un arco di tempo che va dagli anni Novanta ai Duemila e ispirato al celebre classico di Dickens (David Copperfield), questo corposo romanzo racconta al lettore -attraverso le vicende, ora drammatiche ora strampalate, che accompagnano l'infanzia e l'adolescenza del protagonista - uno spaccato realistico della travagliata esistenza di una generazione devastata dall'abuso di oppioidi.


DEMON COPPERHEAD 
di Barbara Kingsolver



Neri Pozza
trad. L. Prandino
656 pp
Siamo negli Appalachi, nella Lee County in Virginia, e la voce narrante appartiene a Damon Fields (soprannominato Demon Copperhead), il quale ci racconta, con dovizia di particolari e senza mai tentare di suscitare pietà nel lettore, la storia della propria vita dalla nascita all'età adulta.

Demon è un inconsapevole eroe dei nostri tempi dalla faccia carina e i capelli rossi; sin dalla tenera età si arma di resilienza, di uno spirito vivace, combattivo, e di un ammirevole senso di sopravvivenza. 
E questo nonostante spesso si ritroverà a soffrire abbandoni, solitudini, sconfitte e rifiuti...

Orfano di padre, sua madre è appena diciottenne quando lo partorisce e ha evidenti problemi di dipendenza tanto da alcool quanto da anfetamine e oppioidi.
Demon e sua madre vivono in una roulotte di proprietà dei Peggot, che abitano accanto e che costituiranno una presenza costante, un punto di riferimento per Demon, nel corso degli anni a venire. 
Matthew Peggot (Maggot) ha più o meno l'età di Demon ed è il suo migliore amico. 
Seppur tra mille difficoltà, finché mamma e figlio restano  in due, riescono ancora ad essere qualche volta felici, ma i veri problemi nascono quando i due si ritrovano a vivere con l'ultimo fidanzato di lei: Stoner.

Quest'uomo è un violento, un prepotente, un arrogante sgradevole e detestabile e il suo comportamento supponente e perfido è tale sia con Demon che con sua madre; col ragazzo, anzi, lo è cento volte di più, mostrandogli apertamente disprezzo e non nascondendo che per lui Demon è un'inutile seccatura.
Purtroppo, Stoner è un manipolatore e la mamma di Demon non riesce a imporsi quando si tratta di difendere il figlio dalle ire e dai provvedimenti crudeli e sadici del proprio compagno.

Tutto peggiora quando la madre, dopo aver assunto una massiccia dose di antidolorifici, viene ricoverata e a Demon viene assegnata un'assistente sociale del Dipartimento dei Servizi Sociali, la signorina Barks. 

Da questo momento, per il bambino ha inizio una vera e propria odissea che lo vedrà passare da un affidamento temporaneo  all'altro, a partire dal soggiorno in una fattoria (con altri orfani/ragazzini "problematici" come lui, che vengono praticamente sfruttati dal proprietario della fattoria) fino ad arrivare in casa di un allenatore di football, Winfield (che ha una figlia, Angus).

Nel frattempo, sua madre muore e il ragazzino, a soli undici anni, scopre cosa vuol dire vivere una vita che è sempre una corsa a perdifiato, uno sfrecciare tra scuole povere, lavoro minorile sottopagato, pesante e pericoloso, genitori affidatari, amici persi e ritrovati.

Crescendo, sviluppa delle passioni che potrebbero diventare, in futuro, delle professioni con le quali ritagliarsi il proprio posto nella società.

Ma la vita è una strada in salita, e chi più di un orfano (la cui infanzia è stata "un bello spettacolo di m***a a quattro stelle") lo impara presto e a proprie spese?

Quello in casa Winfield è un periodo che incomincia "sotto una buona stella": la vita di Demon prende una svolta positiva in quanto egli si trova bene con l'allenatore e Angus; a scuola ha dei buoni voti e viene incoraggiato a coltivare la sua passione per il disegno (i fumetti) e per lo sport.

Tra le tante e variegate caratteristiche di quest'opera, una è la quantità considerevole di personaggi (buoni e cattivi, maschi e femmine, ragazzi e adulti) che ruotano attorno al protagonista, influenzandone in qualche modo la condotta, le scelte e il corso stesso dell'esistenza.

Una presenza costante, positiva, è ad es. "zia June" Peggott, che in diversi momenti importanti darà una mano non irrilevante al suo pupillo.

Meno positivo è quel maschilista e narcisista di Fast Forward, un ragazzone bravo nel foootball, "sciupafemmine"  e testa calda, che creerà non pochi problemi a più persone.

Altro personaggio importante è Dori, il primo amore di Demon.
Dori è la sua bambolina, la sua ragazza fragile, insicura, bisognosa di amore e di protezione, e con lei Demon condividerà le prime esperienze sentimentali ma purtroppo anche altre drammatiche, dolorose, che getteranno i due in un vortice di tossicodipendenza da cui uscire sarà davvero difficile...


Il lettore accompagna Demon in questo viaggio che è la sua giovane ma pienissima ed intensa vita, e lo osserva vivere giorno per giorno, lo vede combattere contro i problemi, i cambiamenti, la povertà, il dolore per non riuscire a trovare una stabilità (famigliare, in special modo), ma in tutto questo dolore non c'è ombra di pietismo o inutile sentimentalismo, tutt'altro: spesso Demon è ironico e descrive fatti e persone e difficoltà con il proprio umorismo un po' cupo ma realistico.

Demon deve farsi strada tra gli invisibili, essendo anch'egli un invisibile, un orfano, un ragazzino abbandonato a sé stesso o affidato ad adulti distratti.
Un ragazzino il cui "cuoricino malconcio e contorto aveva sempre, sempre desiderato (...) una madre, semplicemente".

 Attraverso il suo protagonista, la Kingsolver tratta argomenti di enorme rilevanza ed urgenza sociali, come la dipendenza da droghe e alcool, le attività criminali (legate allo spaccio, ad es.), lo sfruttamento del lavoro minorile, la povertà, la disorganizzazione degli affidi, la poca attenzione da parte dei servizi sociali e, in generale, delle istituzioni, che non hanno davvero a cuore il destino di questi ragazzi orfani o che provengono da contesti disfunzionali, e ai quali invece va garantita - tra le tante cose - la possibilità di uscire da situazioni (famigliari, di quartiere ecc...) difficili e limitanti, per provare a costruirsi un futuro, investendo sui propri talenti, passioni e capacità.

"È tutto quello che vogliamo, noi giovani pezzenti. Vivere da uomini."

Le mille peripezie vissute da Demon ci ricordano come spesso coloro che fanno uso di sostanze, lo fanno per colmare vuoti e solitudini che li divorano, illudendosi di trovare nello sballo quel conforto necessario che allevi, fosse anche soltanto per qualche ora, il dolore, la paura... e tutto il ventaglio di emozioni negative che rischiano di travolgere chi è (e/o si sente) solo e sprovvisto dei mezzi giusti per affrontare i problemi quotidiani.

Demon è alla continua ricerca di un senso di comunità e appartenenza e questo suo legittimo bisogno spinge il lettore a "volergli bene", a sperare con lui che la vita smetta di metterlo alla prova e che gli doni ciò che cerca da quando è venuto al mondo. 

Lo stile dell'autrice è informale, colloquiale e realistico, coerente con l'età e il carattere del protagonista e di chi gli gravita intorno.

Le ambientazioni risultano descritte in modo dettagliato; i personaggi sono molti ma vi sono quelli "fissi", riconoscibili, e tutti - a partire da Demon, ovviamente - ben sfaccettati e complessi.

"Demon Copperhead" è un bel romanzo lungo, da leggere senza fretta ma con la placida consapevolezza che la sua lettura è un viaggio non soltanto letterario, ma ancor prima "umano"; è ricco dì umanità, spinge il lettore all'empatia, alla riflessione, e lo fa senza piagnistei, ma narrando drammi, conflitti e disgrazie come cose che "semplicemente" accadono praticamente a tutti, anche se forse con qualcuno la vita pare accanirsi  maggiormente.
Ma se è vero che Demon mette al centro il racconto di come la sua esistenza, da un certo momento, abbia iniziato ad andare in malora, è altresì vero che egli ci dà un messaggio di speranza: vi è anche un punto ben preciso in cui una noce dentro di te si spacca e comincia a crescere il germoglio di un albero.

Mi è piaciuto sicuramente, anche se verso la fine ne ho sofferto un po' la lunghezza e la narrazione troppo particolareggiata (e quindi un po' lenta), ma è un romanzo notevole, scritto splendidamente, con un personaggio cui ci si affeziona e al quale, chiusa l'ultima pagina, il pensiero non può non ritornare anche nei giorni successivi.

Consigliato. E confesso che mi ha messo voglia di rileggere David Copperfield, letto e amato ormai molti anni orsono.


lunedì 15 settembre 2025

[ RECENSIONE ] LA FORTUNA di Michael McDowell (Blackwater V)

 

La guerra è passata e la famiglia Caskey si appresta a vivere un periodo economicamente florido oltre ogni immaginazione.
Ciascun membro del ricco clan avrà l'opportunità di rendere stabile e sicura la propria esistenza, anche se qualcuno sarà chiamato ad affrontare cambiamenti importanti e radicali.



LA FORTUNA 
di Michael McDowell



Neri Pozza
trad. E.Cantoni
256 pp
Il secondo conflitto mondiale è ormai un ricordo del passato, dopo il quale segue un periodo di assestamento nel quale Miriam e Oscar proseguono con l'attività della segheria, conseguendo successi e ampliando le prospettive di guadagno; le cose non possono che migliorare quando nel team della ditta si inserisce un nuovo elemento: Billy Bronze, il marito di Frances, secondogenita di Elinor ed Oscar.

Inizialmente, Billy si occupa di riorganizzare i beni mobili e immobili dei propri parenti acquisiti, e poiché il suo contributo viene percepito come fondamentale e irrinunciabile, anche Miriam decide di approfittare dell'aiuto che può darle Billy in azienda.

Miriam è sempre la stessa: distaccata, razionale, responsabile e con un gran senso pratico e fiuto per gli affari; quando sua madre Elinor (con cui i rapporti sono, se non nettamente migliorati, almeno un po' più sereni) le confida che nelle terre paludose (e apparentemente sterili e inutilizzabili) in cui vivono Grace e Lucille, possono rivelarsi, se ben sfruttate, una fonte di immenso guadagno, Miriam si fida ciecamente e decide di cominciare a muoversi per sfruttare al massimo quelle zone.

Con grande stupore ed entusiasmo di tutti, le previsioni di Elinor si rivelano vere e la scoperta non potrà che rendere i Caskey ricchissimi e felicissimi.
Si ritrovano a poter disporre di una tale quantità di soldi da non sapere in che modo utilizzarli al meglio.                                               

Ma non sono solamente i quattrini ad arrivare a iosa; ci sono anche dei ritorni inaspettati... e non tutti graditi.

Torna il figlio maggiore di Queenie (Malcom), desideroso di rientrare nel clan e di poter finalmente mettere radici definitivamente nella sua Perdido.
E torna pure Early, il marito girovago di Sister, la quale però non sopporta l'idea di riaverlo tra i piedi e farà di tutto per sbarazzarsi di lui e di non seguirlo là dove l'uomo vorrebbe portarla.
È pronta anche a pagarne amare conseguenze pur di restare a Perdido, nella propria casa con Miriam e Queenie ad assisterla.

Se il giovane Malcom mostra segni di maturità e un'evoluzione ammirevole, Sister subisce un'involuzione, andando concretamente incontro al rischio di somigliare sempre più a colei che, in gioventù, aveva tanto criticato: sua madre Mary-Love.


Ma c'è un'altra persona che dovrà accettare e gestire mutamenti importanti, che coinvolgeranno letteralmente tutto il suo essere: Francy Caskey Bronze.

Sappiamo come ella abbia sempre avuto un legame speciale e molto stretto con la madre Elinor, la quale ha per Frances una predilezione  e un affetto viscerale che mai ha avuto per Miriam.
Elinor e Frances si comprendono con uno sguardo e la prima sa leggere i silenzi e le espressioni facciali, i gesti, le rughe sulla fronte della figlia come se si trattasse di sé stessa.

Frances è alla sua prima gravidanza ed è inevitabile che un evento del genere cambi la futura mamma, rendendola apprensiva, preoccupata, un po' ansiosa e piena di aspettative e speranze.

Ma in Frances l'avere figli costituirà uno spartiacque che cambierà drasticamente la sua persona, il suo modo di sentire e pensare, i suoi desideri e stati d'animo.

Frances partorisce due bambine, Lilah e Nerita, ma dovrà necessariamente separarsi da una delle due, cosa che sembrerà accettare nei primi momenti, per poi invece soffrirne grandemente.

Non aggiungo altro ma, com'è facile intuire se avete letto i precedenti libri, Frances deve accettare la propria vera ed intima natura, che è ciò che la lega e la rende simile tanto ad Elinor quanto alla figlia da allontanare.

Arriviamo quindi al 1956 e il mese di maggio vedrà Perdido ritrovarsi in una situazione molto, troppo simile a quella da cui siamo partiti (nel 1919): non è solo la vera natura di Frances a chiedere prepotentemente di uscir fuori, ma anche la natura circostante, che alza ancora una volta la propria voce come a chiedere il conto ai suoi abitanti.


La fortuna è il quinto e penultimo volume della saga famigliare Blackwater e, pur avendo letto anch'esso con piacere (ritornare a Perdido, dai Caskey, ormai è come tornare a far visita a degli amici), ho avuto la conferma che è ben lontana dall'essere una saga horror; è sicuramente paranormal fantasy e con un'atmosfera gotica suggestiva, che crea aspettative nel lettore perché gli mette addosso, nel corso dello sviluppo degli eventi, la sensazione che sta per accadere qualcosa di oscuro che potrebbe sparigliare le carte e spazzar via quella serenità e stabilità in cui i Caskey e Perdido rischiano di crogiolarsi, indolenti e paghi.

Il mio parere continua ad essere positivo; io amo le storie in cui i legami famigliari sono al centro della storia raccontata, in cui emergono luci ed ombre, difetti e pregi dell'essere umano, e sotto questo aspetto McDowell è stato sicuramente generoso, offrendoci una esaustiva e interessante caratterizzazione di ogni personaggio.

Mi attende l'ultimo libro, Pioggia, e poi vorrei leggere anche Katie.


LIBRI DELLA SAGA

1. LA PIENA
2. LA DIGA
3. LA CASA
4. LA GUERRA
5. LA FORTUNA
6. PIOGGIA

sabato 13 settembre 2025

ROMEO E ROSALINA di Natasha Solomons [ Recensione ]



"O Romeo, Romeo? Perché sei tu, Romeo?"
Chi non conosce queste celebri parole e il nome di colei che le ha pronunciate nel dramma d'amore tra i più famosi della letteratura?
Tutti conosciamo, fosse anche solo per sommi capi, l'amore osteggiato e tragico tra Giulietta Capuleti e Romeo Montecchi.
In questo romanzo esso ci viene raccontata dalla prospettiva di una donna illusa e delusa proprio da quel gaglioffo di un Montecchi...


ROMEO E ROSALINA
di Natasha Solomons


Neri Pozza
trad. A. Sabini
352 pp
Rosalina è una signorina della Verona del Cinquecento, una quindicenne bella e con carattere ma la cui sorte è stata decisa dai genitori: non è destinata al matrimonio, bensì alla vita monastica.

Dopo essere rimasta orfana di madre (a causa della peste), la bella Rosalina Capuleti scopre, con sgomento e amarezza, che l'amata genitrice ha lasciato scritte le proprie volontà sulla figlia, chiedendo che prenda il velo.
Il padre, Masetto Capuleti, non può che concordare e così, con quella durezza che da sempre ha riservato alla figlia femmina, le comunica che ha ancora undici giorni di libertà, dopo i quali verrà spedita dritta dritta in convento, dove diventerà una Sposa di Cristo.

Undici giorni!
Rosalina è affranta, delusa, amareggiata, il suo cuore è rotto dal peso di un destino sfortunato che vuole privarla delle gioie della vita secolare per rinchiuderla tra le cupe sbarre di una vita di clausura.

Le sue rimostranze, le sue argomentazioni circa l'assenza di vocazione, non addolciscono il padre, che è risoluto e fermo nella propria decisione: tra undici giorni le mura del convento si chiuderanno dietro di lei.

Rosalina sa di non poter opporre resistenza, così decide di vivere al massimo quegli undici giorni, di assaporare gli ultimi sprazzi di libertà, e tanto per cominciare va di nascosto ad una festa in maschera organizzata da una famiglia ben nota alla propriai e da essa odiata: i Montecchi, con cui i Capuleti sono in eterna rivalità.

Eccitata all'idea di trasgredire gli ordini paterni e l'obbligo a starsene chiusa in camera, col supporto della propria cameriera personale, Rosalina va alla festa e viene avvicinata da un baldo giovane, tanto ardito quanto bello e dall'eloquio ammaliante: Romeo Montecchi.

La prima volta che Romeo vede Rosalina, se ne innamora all’istante. 
E Rosalina, inesperta e ingenua ma anche bramosa di ricevere attenzioni e di essere corteggiata da un così bel giovanotto, accoglie con entusiasmo ogni parola di lui, ogni complimento, ogni sospiro, ogni promessa.

Ai due freschi innamorati non interessa se le loro famiglie sono in guerra, se quel sentimento travolgente, seppur acerbo, è ritenuto uno scandalo, un oltraggio: i due si lasciano andare alla passione, all'unione di corpi e di cuori, giurandosi amore eterno. 
E quando lui le promette un matrimonio segreto e la fuga, lei cede, anche se questo significa tradire il proprio padre, far arrabbiare l'amato cugino Tebaldo (con cui ha condiviso l'infanzia) e commettere gesti imprudenti e pericolosi che, se fossero scoperti dai suoi famigliari, ne scatenerebbero l'ira più funesta.

Ma si sa, l'amore è cieco e, se le circostanze lo richiedono, diventa pure sordo e cocciuto, ed è così che Rosalina non si accorge..., non vede al di là del proprio giovanile ed inesperto amore di adolescente: chi è davvero Romeo? Dice di amarla e di volerla sposare e portar via a Mantova, ma poi ogni promessa crolla dinanzi a improvvisi ostacoli che rimandano, di notte in notte, il matrimonio in segreto e la fuga d'amore.

Mentire, rubare, tradire...: chi ti ama ti chiede di compiere azioni di questo tipo?
Nel cuore della ragazza si insinua il dubbio: e se Romeo Montecchi non fosse chi dice di essere? 

Diverse sono le voci di coloro che sussurrano al suo orecchio la verità su Romeo: egli è volubile, si innamora oggi di una vergine, la deflora, la inganna con mille e dolci promesse... per poi stancarsi della stessa dopo poco, quando i suoi occhi si posano su un'altra fanciulla da incantare, ammaliare,  e così in un continuo susseguirsi di seduzioni, abbandoni, menzogne e crudeltà.

Col passare dei giorni, il dubbio sulla bontà dei sentimenti di Romeo si fa certezza: non soltanto egli le dichiara di non volerla più sposare, ma confessa di amare un'altra giovane più bella, davanti alla cui bellezza Rosalina sparisce: Giuletta Capuleti.

Sentirsi rifiutata e umiliata, dileggiata e trattata come una scarpa usata e gettata via perché ormai vecchia, è molto doloroso per la povera Rosalina, che si vede non solo abbandonata da colui che credeva essere l'amore della sua vita, ma anche derubata del sogno segreto di fuggire alla vita in convento decisa dal padre.

Ma l'amarezza aumenta quando pensa al fatto che il nuovo bersaglio di Romeo è la sua adoratissima cuginetta Giulietta, di soli tredici anni.
Giulietta è troppo giovane per l'amore e soprattutto è pura ed ingenua, non si rende conto che quel gaglioffo farabutto di Romeo Montecchi fa promesse da marinaio ad ogni porto cui approda..., e che probabilmente anche Giulietta è destinata ad essere una sua vittima.

Rosalina ama troppo la cugina per permettere a quel mostro dalla lingua sciolta e dagli occhi gentili e luminosi, di farle del male.
Anche perché il danno cui andrebbe incontro Giulietta - e a cui lei è scampata per miracolo - vede coinvolti non soltanto il finto innamorato, ma anche altre persone altrettanto malvagie e corrotte.

Nonostante la sofferenza per essere stata presa in giro, Rosalina non cede allo sconforto e il suo dolore si trasforma di rabbia e determinazione, in rivalsa e vendetta, per sé, per Giulietta e per le donne che l’hanno precedute. 
Non ce ne saranno altre e forse non è troppo tardi per salvare Giulietta…


"Romeo e Rosalina" è un piacevole untelling della famosissima tragedia shakespeariana che affida la narrazione degli eventi a un personaggio che nell'opera originaria è sì presente ma al contempo invisibile, perché viene menzionato senza però mai comparire "in scena": Rosalina, appunto, colei di cui il Montecchi è innamorato fino al momento in cui incontra la bella e dolce Giulietta.

Rosalina è una ragazza piena di vita, solare, dalla personalità decisa e ribelle, e un'esistenza chiusa, limitata e lontana dal mondo è impensabile per un uccellino libero e felice qual è lei, ma purtroppo son tempi difficili e la giovinetta non ha alcun potere sulla propria vita: deve obbedire al padre e non disonorarlo ribellandosi.
L'amore arriva inaspettato e travolgente come un fiume in piena; non era pronta ad accoglierlo ma quando irrompe in quel momento della sua vita, ella vi si aggrappa con una gioia disperata, come se fosse l'ultima ancora di salvezza per evitare quel "carcere a vita" che per lei è il convento.
Ma non ha fatto i conti con i lati oscuri, i peccati e le cattive intenzioni che albergano in un cuore che a lei è sembrato buono, sincero, ma che nascondeva il veleno della bugia e della perfidia.

Ferita e arrabbiata, Rosalina tira fuori il suo bel caratterino e si fa paladina delle donne abbindolate dalle mielose dichiarazioni d'amore di un damerino la cui bellezza è solo esteriore, mentre dentro è marcio.
E la sua cara Giulietta non dev'essere toccata da quel marcio, così la battagliera Rosalina farà di tutto per non perdere la cugina e per aprirle gli occhi.

La trama ovviamente non segue pari pari la tragedia così come scritta da Shakespeare, perché il personaggio di Rosalina scombina le carte e l'autrice ha creato, attorno a Romeo e ad altri personaggi, ombre scure, in cui lascivia, corruzione, crudeltà e inganno sono le parole d'ordine.

I personaggi noti - Tebaldo, frate Lorenzo, Paride, Mercuzio, la nutrice di Giulietta... - ci sono e ognuno fa la sua parte nel palcoscenico della Solomons, che ha riscritto la tragica storia svestendola di ogni romanticheria per restituirci un'altra prospettiva, più disincantata, forse anche un tantino cinica e che potrebbe far storcere il naso agli amanti della tragedia, soprattutto per come ne esce Romeo Montecchi (una brutta persona veramente eh) ma che io ho letto con piacere perché la narrazione scorre con fluidità, il linguaggio è consono al periodo di riferimento e c'è un che di moderno in questa rivisitazione, che a mio avviso non stona.

Carino, lo consiglierei a chi ama Romeo e Giulietta e non "teme" di leggere le riscritture di opere celebri.
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