Se c'è una cosa che qui sul blog non ho mai fatto è recensire un film.
Sì, è vero che mi capita di toccare l'argomento
cinema in merito a quei film tratti dai libri, ma finora non mi è mai venuto in mente di dedicare un post solo per un film.
Beh, c'è un inizio per tutto, evidentemente! ^_-
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Il film di cui vorrei parlarvi è liberamente ispirato ad un libro (che non ho letto) di Marco Lodoli, che prima che uno scrittore è un insegnante, un professore di scuola superiore.
IL ROSSO E IL BLU
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Anno 2012 |
REGIA:
Giuseppe Piccioni
SCENEGGIATURA: Giuseppe Piccioni, Francesca Manieri
ATTORI: Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Roberto Herlitzka, Silvia d'Amico, Davide Giordano, Nina Torresi, Lucia Mascino, Gene Gnocchi, Ionut Paun
PRODUZIONE: Bianca Film; in collaborazione con Rai Cinema
DISTRIBUZIONE: Teodora Film
Trama
Sullo sfondo di una scuola romana si intrecciano le storie di un professore di storia dell'arte che ha perso la passione per il suo lavoro ed è inseguito da una sua vecchia alunna, di un giovane supplente di lettere che ce la mette tutta e cerca di "salvare" una studentessa eccentrica e ribelle, e di una preside rigida e inappuntabile costretta a occuparsi di uno strano alunno dimenticato dalla madre...
Si sente spesso dire che quello degli insegnati (associato all'essere genitori) sia uno dei mestieri più difficili al mondo: entrambi, del resto, hanno a che fare con
l'educazione delle giovani generazioni, verso le quali hanno quindi non poche responsabilità.
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Anche Henry Brooks Adams ha detto che "
Un insegnante colpisce per l’eternità; non si può mai dire dove la sua influenza si ferma", frase che sottolinea appunto quanto importante può essere e quali "conseguenze" (positive e/o negative) può avere sui ragazzi la figura dell'insegnante, il suo esempio, le sue parole, le cose dette o non dette.
Lo stesso Autore, nella premessa al proprio libro, scrive: "...insegnare è diventato sempre più difficile, sembra quasi di lavorare fuori dal mondo (...) Però io tengo duro, e i miei colleghi fanno altrettanto: sembra di seminare nel vento, nel nulla, nell'indifferenza, ma in fondo sappiamo che non è vero. Sepolta sotto tonnellate di immagini bugiarde e seducenti, una zolla nella mente dei ragazzi accoglie, incamera, trasforma segretamente. Qualcosa fiorirà, se non oggi, domani, se non domani tra dieci anni, quando tutta quest'acqua che brilla d'olio e sozzerie si ritirerà.
"Bisogna avere fiducia, insistere, ricominciare, anche se a volte sembra che non ci sia più niente da fare, che la partita sia perduta (...). E intanto il ghiaccio scricchiola, cede, e già molti sono scomparsi nel buio e nel freddo".
Nel film "Il rosso e il blu" ci troviamo tra i banchi di un liceo romano e in particolare seguiamo le vicende di tre personaggi, diversi da loro: c'è la preside, Giuliana (Margherita Buy), compita e ligia al dovere, che cerca di fare al meglio il proprio lavoro ma senza lasciarsi coinvolgere troppo emotivamente: quello che c'è da fare verso gli studenti va fatto all'interno delle mura della scuola, tutto il resto (che concerne la loro vita privata, i loro problemi personali...) non rientra nelle sue competenze.
Ma proprio lei si troverà a doversi "prendere cura" del caso particolare di uno studente un po' strano, con una situazione familiare disagiata, e la presunta e tanto decantata "distanza professionale" di Giuliana subirà un improvviso cambiamento, offrendole la possibilità di lasciar emergere il lato "più umano" del suo ruolo scolastico.
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Nella scuola conosciamo poi il giovane
supplente di lettere, il prof. Prezioso (Riccardo Scamarcio), che varca la soglia della propria aula carico di belle speranze e di bei propositi da attuare nei confronti dei suoi ragazzi, i quali sono per lo più demotivati e non prendono sul serio nè la scuola nè tanto meno gli insegnanti, avvertiti come distanti da loro e dai problemi di ciascuno.
Prezioso è animato da buona volontà, crede nella bellezza e nel valore del proprio mestiere e desidera davvero donare qualcosa ai propri alunni, portarli alla riflessione su se stessi, aiutarli a comprendere che ciò che si impara a scuola può servire nella vita.
A differenza di Giuliana, Prezioso è da subito più propenso ad entrare in contatto coi ragazzi, a non essere solo il professore che insegna gli argomenti del programma scolastico, ma un punto di riferimento per loro, soprattutto se c'è qualcuno che ha più bisogno di altri di aiuto e incoraggiamento; questo qualcuno ha in particolare il volto di Angela, una ragazza un po' eccentrica, apparentemente sfacciata e sicura di sè, verso la quale il professore indirizzerà interesse ed energie.
E poi c'è l'anziano professore Fiorito (interpretato da un bravissimo Roberto Herlitzka), insegnante di Storia dell'Arte, un uomo tanto colto ed intelligente quanto strambo e solo; non ha amici all'interno dell'istituto, viene considerato strano e bizzarro sia dagli studenti che dai colleghi, ma Fiorito è "soltanto" un insegnante ormai sfiduciato, che ha smarrito, nel corso di anni d'insegnamento a tutti i tipi di allievi, la motivazione e la passione per il proprio lavoro, che sembra svolgere con indolenza, frustrazione, e non senza una punta di disprezzo verso i propri studenti, che non stima e ai quali sembra non voler più donar nulla di sè e del proprio sapere.
Eppure, Fiorito è ed è stato un valido docente e il suo modo di insegnare la propria amata materia non è scivolato addosso ai suoi studenti, e dal passato una sua ex allieva torna, ansiosa di dimostrargli tutta la propria gratitudine per ciò che le sue lezioni hanno significato per lei.
Attraverso questi tre personaggi ci avviciniamo al mondo della scuola, degli adolescenti, e gli spunti di riflessione sono diversi e interessanti; la scuola o, se vogliamo, ogni classe, è un "mondo vivo", fatto di persone ognuna con personalità, vissuti, esperienze, sogni... differenti; è un mondo da proteggere, stimolare e valorizzare adeguatamente, visto che gli anni trascorsi tra i banchi di scuola possono essere considerati determinanti, se non altro perchè attraversano un periodo della vita particolare e critico, nel quale i ragazzi si interrogano, su se stessi, sugli adulti di riferimento, sul mondo che li aspetta... e hanno legittimamente bisogno di risposte adeguate e vere.
Parallelamente alle vicende che coinvolgono i tre adulti, c'è un'altra ministoria, che è quella di due adolescenti, il rumeno Adam e la sua amica Melania; quest'ultima in particolare, a soli 16 anni, sembra già tanto infelice, insoddisfatta ed inquieta, caratteri che spesso appartengono a tanti ragazzi di quest'età.
Un film interessante, a mio avviso, con un cast efficace e convincente, in cui non mancano momenti anche simpatici, e che si guarda con piacere.
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