Alcuni passaggi di uno dei libri che ho attualmente in lettura, RAGAZZI DI ZINCO di Svetlana Aleksievic:
“Non c’è un popolo la cui storia possa essere giudicata a partire dalla coscienza
che ha di sé stesso."
"In guerra, per quelli che ci sono dentro, la morte non ha niente di misterioso. Per ammazzare basta premere sul grilletto. Ce l’hanno insegnato: resta vivo chi spara per primo. È la legge della guerra."
"com’è possibile che si riesca ad assassinare dentro ciascuno di noi il coraggio? O a trasformare uno qualunque dei nostri ragazzi in un assassino? Come mai si può fare di noi tutto quello che si vuole?"
"Partivamo per fare la rivoluzione! Così ci dicevano. E noi ci credevamo. Ci aspettavamo qualcosa di romantico. ...Quando una pallottola incontra un uomo fa un rumore particolare – che non puoi dimenticare né confondere con nient’altro – una specie di tonfo bagnato. E il ragazzo che ti è accanto cade a faccia in giù nella polvere, bruciante come la cenere. Lo rivolti sulla schiena: stringe ancora tra i denti la sigaretta che gli avevi appena dato... Ancora accesa... La prima volta ci si muove come in sogno: ti affretti, lo trascini via, spari, ma poi non hai più nessun ricordo del combattimento, non sei in grado di raccontarlo. Come se tutto si fosse svolto dietro a un vetro... O in un incubo. Dal quale ti risvegli per l’angoscia ma senza poter ricordare niente."
"Per provare veramente paura, terrore, bisogna serbarne la memoria, farci l’abitudine."
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz