giovedì 3 luglio 2025

I PUNKINARI di Alessandro Pagani, Massimiliano Zatini [ Recensione ]



I PUNKINARI di Alessandro Pagani e Massimiliano Zatini  è uno spassoso libro a fumetti con protagonisti due amici (tre-tre-tre e sei-sei-sei) seduti, giorno dopo giorno, sulla panchina, a bordo campo, mentre aspettano che il mister si decida a farli giocare.
E come pensano di passare in modo divertente il tempo? Attraverso un veloce scambio di battute acute e spiritose, che - lungi dall'essere un mero intrattenimento per riempire minuti che altrimenti sarebbero immobili, noiosi e silenziosi - diventa anche un modo per guardare e parlare del mondo, delle persone attorno a loro, delle preoccupazioni e dei problemi quotidiani con quell'ironia che può davvero salvarci da momenti altrimenti tristi e frustranti.


Ed. Nepturanus
ill. Matteo Cialdella
128 pp
14.90 euro
Che la vita sia un continuo aspettare il proprio turno, è un dato di fatto: ogni giorno ciascuno di noi attende qualcosa o qualcuno, che sia il turno allo sportello del bancomat o il marito che è andato a prendere l'auto parcheggiata chissà dove; dal pullman che ci porterà al lavoro alla moka al mattino che, tempo pochi minuti, ci inonderà le narici con quel delizioso profumo di caffè che attiverà gli ultimi neuroni che il caldo ancora non ha bruciato; c'è chi aspetta con ansia il sabato, chi semplicemente l'alba, chi una telefonata che tarda ad arrivare, chi di fare quella visita all'ospedale prenotata un anno e mezzo prima.

E cosa fai mentre aspetti?
Fumi una sigaretta? Leggi il libro che hai messo in borsa? Metti le cuffie nelle orecchie o giochi a Scrabble sul cellulare?

Tre-tre-tre e Sei-sei-sei sono seduti l'uno accanto all'altro e, mentre attendono di entrare in campo per giocare una partita a calcio, chiacchierano, o meglio si scambiano freddure, battutine, indovinelli, insomma ingannano l'attesa con l'arma dell'umorismo.

Un umorismo intelligente, brillante, che fa sorridere per la sua comicità briosa e sagace, e che tiene uniti i due anonimi calciatori i quali, su quella panchina, si trasformano in "atleti della risata" e, a colpi di gag, giochi di parole e doppi sensi, affrontano il malessere, la frustrazione e l'ansia che spesso accompagnano le attese soprattutto quando non hanno un limite temporale ben definito, ma possono pure protrarsi per un tempo più lungo di quanto vorremmo.

"Credo di non star bene, oggi mi sono visto allo specchio e non mi sono riconosciuto."
"Riguardati"

Ingannare la noia, riempire i tempi morti con l'umorismo, per non soccombere al senso di inutilità che i due amici potrebbero facilmente provare constatando come, di partita in partita, essi restino sempre seduti a guardare i compagni mentre corrono dietro alla palla.

"Che hai fatto ieri sera?"
"Ho visto un film distopico"
Stopico, stopico... Mai sentito, è bravo?"

Scherzare e prendersi simpaticamente in giro è la strada per la sopravvivenza, per non restare fermi e non sentirsi inutili ma anzi rendersi attori e protagonisti della propria personale partita. 


Un fumetto che si legge in un soffio e con il sorriso sulle labbra, sia per le battute in sé (divertenti ed efficaci dal punti di vista della comicità che vogliono esprimere) che per la simpatia che suscita l'immaginarsi questi due calciatori che non calciano, di cui non conosciamo i nomi e che vediamo disegnati solo di schiena, mentre assumono diverse posizioni mentre sono in panchina, e che ci danno l'idea di due bei tipi fuori dagli schemi, capaci di guardare il mondo, sé stessi e gli altri con quella vena di ironia e di leggerezza che può realmente alleggerire certe giornate e aiutarci a restare di buon umore anche quando sarebbe più facile lasciarsi andare alla noia o allo sconforto.

Consigliato assolutamente; il susseguirsi di battute argute e vivace fanno di questo libro a fumetti una lettura davvero spassosa.

2 commenti:

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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