lunedì 20 aprile 2015

Recensione: CHELSEA&JAMES di R. Giuseppe Cozzo



Un romanzo breve ma in grado di far vivere al lettore le avventure all'ultimo respiro dei giovanissimi protagonisti.

CHELSEA&JAMES
di R. Giuseppe Cozzo

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James è un ragazzo di circa vent'anni, solo, in cerca di qualcosa e verso una mèta che neanche lui sa definire.
Ma le incertezze che caratterizzano il suo presente e il suo futuro (il suo passato verrò reso noto strada facendo) non fanno di James un tipo insicuro, smarrito davanti alle difficoltà della vita. Tutt'altro.
Quando giunge in Texas (in una cittadina chiamata  Roverside), fa freddo e lui ha molta fame, così decide di mangiare qualcosa in un pub e viene servito da una cameriera carina; purtroppo, i soldi a sua disposizione non sono sufficienti per pagare la consumazione e, proprio quando rischia di rimediare delle grane a causa del proprietario arrabbiato, a salvarlo ci pensa lei, la giovanissima cameriera.
James ha il suo vissuto alle spalle che gli impedisce di fidarsi immediatamente del prossimo e di accettare carinerie, tanto più se si tratta di sconosciuti, eppure il gesto che la ragazza fa (gli paga da mangiare, senza che nessuno gliel'abbia chiesto e soprattutto senza averlo mai visto prima) colpisce inevitabilmente il nostro giovanotto, che non può non chiedersi chi sia la gentile sconosciuta e perchè l'abbia soccorso.

Ma i due non sanno che quell'incontro è destinato a cambiare e stravolgere la loro vita per sempre.

Una serie di circostanze, infatti, faranno sì che i due non solo si  incontrino di nuovo, ma che da subito si ritrovino a condividere le prime (pericolose) avventure.
La ragazza, che si chiama Chelsea (anche se il primo nome, con cui si presenta, è Elidh), non è poi così diversa dall'enigmatico e poco loquace James, ma a differenza di lui comincerà per prima a confidarsi e a raccontare la sua storia personale e familiare; una storia fatta di sacrifici, solitudine e privazioni.
E se James in realtà non sembra fuggire da qualcuno o qualcosa di concreto (se non dal suo sconosciuto passato), Chelsea avrebbe tutte le ragioni per fuggire dal suo paese e prendere in mano la propria vita, afferrando il proprio diritto ad essere felice.

Forse questo ragazzo comparso dal nulla potrebbe essere la sua àncora di salvezza?
Ma salvezza da cosa?

Ciò che emerge da subito, nell'acerbo legame tra i due giovani, è il desiderio, l'urgenza, il bisogno istintivo che James nutre nei confronti di Chelsea, cioè quello di proteggerla da chi non la tratta bene o vuol farle del male.
E sarà proprio questa voglia impellente di "farle da scudo" che sancirà il profondo legame che nascerà tra Chelsea e James, che scopriranno di essere l'uno il completamento dell'altra, di aver bisogno l'un dell'altra, di dover affrontare la vita, e i suoi ostacoli, insieme.
Costi quel che costi.

La storia di questi due giovani, che pur di affermare il proprio diritto di essere felici e liberi, non esiteranno a fare scelte moralmente discutibili, anzi palesemente sbagliate e da condannare, è una sorta di parabola discendente, lungo la quale seguiamo le peripezie incredibili di due ragazzi - in fondo poco più che adolescenti - che, forse senza riflettere troppo e basandosi solo sull'istinto o sulla paura del momento, faranno di tutto per liberarsi di ogni minimo ostacolo oggettivo (persone comprese, anzi soprattutto...) che potrebbe arrestare la loro corsa, intraprendendo così un viaggio verso la libertà, con la speranza di allontanarsi da chi è sulle loro tracce...

E' una parabola discendente perché la fuga rocambolesca di questi due ragazzi (forse "solo" molto incoscienti? O forse "semplicemente" giovani, quindi non del tutto in grado di pesare razionalmente le proprie azioni? O magari le loro azioni sbagliate e deprecabili sono un po' la conseguenza del loro personale vissuto?) si trascinerà dietro terribili conseguenze, mentre essi fuggono da uno stato all'altro, con macchine e soldi rubati con molta maestria e quel pizzico di necessaria temerarietà, e la domanda che il lettore si pone, pagina dopo pagina, è: a cosa porterà questa fuga, questo continuo guardarsi le spalle col timore si essere acciuffati e arrestati?

La storia di questi due protagonisti - che ci sembra un film d'avventura, di quelli in stile on the road, in cui ogni episodio segue un ritmo esagitato, da togliere il fiato - ci fa riflettere su diverse cose, ad es. su come una singola e iniziale azione sbagliata, se non resta l'ultima e se le sue conseguenze non vengono fermate, possa portare con sè altre azioni ancora peggiori,  dando il via ad una scia di errori irrecuperabili.

L'Autore non manca di porre al lettore - attraverso i personaggi, le loro parole i dialoghi - quesiti e dilemmi importanti (etici), legati al concetto e al senso della parola giustizia, al suo significato e su come esso possa cambiare in base alla diversa prospettiva da cui lo si guarda e in base alle motivazioni personali.

Chi stabilisce il confine netto e preciso tra ciò che è giusto e ciò che non lo è, tra il buono e il cattivo?

E' vero, i  nostri due protagonisti si infileranno in un circuito di azioni non certo aggettivabili come "buone" e "giuste", ma credo che il lettore (a me è successo così) si affezionerà ad essi, si ritroverà a viverne le avventure "all'ultimo respiro" e le emozioni frenetiche e forti, così da non riuscire a condannarli con tanta leggerezza.

James e Chelsea non sono propriamente degli eroi, anzi, sono due antieroi, ma restiamo quasi folgorati e vinti dalla forza del loro amore, dalla purezza e dall'ingenuità dei sentimenti indissolubili che li uniscono, nati da un incontro casuale e rafforzatisi in seguito alla condivisione di problemi, dolori comuni, paure, incertezze, bisogno di amare e di essere protetti.

Due solitudini che cercheranno e proveranno a lasciarsi dietro alle spalle un passato avaro di gioie e prodigo di sofferenze e abbandoni, per andare incontro ad un futuro che però si presenterà da subito incerto e pericoloso, e lo faranno forse prendendo la via sbagliata ma... ce n'è davvero un'altra, per loro? Forse il destino continuerà ad essere poco generoso e chiederà loro il conto delle scelte fatte? Scelte che potevano essere differenti e portare a conseguenze meno difficili da gestire?

Chelsea e James non sono due sprovveduti: sono intelligenti, scaltri, intraprendenti, ma anche sensibili (non mancano momenti e gesti pieni di tenerezza); in loro non c'è cinismo o cattiveria, nonostante non possano essere presi come un modello di "bravi ragazzi".
O magari il punto è proprio quello... Sostanzialmente sono due bravi ragazzi, che però si ritrovano ad affrontare problemi più grandi di loro e la spirale che li travolgerà a un certo punto diventerà inevitabile.
Un senso di ineluttabilità attraversa questa storia e queste due vite che, in poche settimane, andranno incontro alla più grande avventura della loro vita.

Un linguaggio essenziale, immediato, spesso quasi "tagliente" e spietato, capace di descrivere scene e azioni con lucidità e in modo vivido, senza tralasciare le emozioni e lo spessore dei protagonisti, ai quali ci avviciniamo attraverso i pensieri della voce narrante (James) e i dialoghi, anch'essi immediati ed efficaci.
E' una storia che si legge tutta d'un fiato, quasi con la sensazione dell'"acqua alla gola", perchè è ciò che vivono i due protagonisti, che nel loro agire non fanno sconti a nessuno, ok, ma anche la vita non ne fa a loro; lo stesso Autore, forse, non ne fa (evitando di esprimere giudizi morali) e al lettore non resta, giunto all'ultima pagina, che decidere da solo cosa pensare di loro.

Ringrazio l'Autore, Giuseppe Cozzo, per avermi dato modo di leggere questo suo romanzo d'esordio, che non posso che consigliarvi.


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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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