Puoi essere un bravo ragazzo quanto ti pare, ma se la vita, imprevedibile com'è, ti infila in situazioni estreme e pericolose, dove, per salvarti la pelle, devi fare scelte discutibili..., puoi riscoprire lati di te che non credevi di possedere.
E quel che succede a Giacomo Reale, il protagonista di questo avventuroso noir.
IL PUPAROdi Salvatore Lecce, Cataldo Cazzato
goWare Ed. 296 pp |
"Che lo spettacolo abbia inizio! Signore e signori, lasciatevi prendere per mano e trasportare nell'emozionante teatro dell'opera dei pupi!"
Non c'è esistenza tranquilla e anonima che non possa, in casi eccezionali, trasformarsi in una vera e propria avventura, con tanto di fughe rocambolesche e imboscate pericolose.
Lo impara a proprie spese e suo malgrado un fotografo qualunque di un paesino siciliano qualunque.
La promessa sposa - Maria Carmela - è bella, sensuale, fa girare la testa a tutti i maschietti che posano gli occhi su quel pezzo di femmina; purtroppo per lei, non solo è figlia di un malavitoso, ma sta per sposare don Pasquale, che è della stessa cattiva pasta.
Giacomo, se potesse, non accetterebbe l'incarico ma intuisce da subito che non potrebbe di dir di no al Puparo e uscirne indenne; tanto vale fare il proprio lavoro e poi... chi s'è visto, s'è visto.
Ma evidentemente, il Fato o chi per lui ha deciso diversamente: per una serie di circostanze drammatiche e, fino a un certo momento, accidentali, finisce per mettersi nei guai e per diventare il bersaglio di don Ninì e dei suoi scagnozzi.
Il boss, infatti, ha le sue ragioni per essere infuriato, e medita tremenda vendetta contro chi lo ha vigliaccamente privato di uno dei suoi affetti più cari, e purtroppo Giacomo viene incolpato di qualcosa che non ha fatto; che sia a causa di un destino avverso o di un complotto per scaricare su di lui ogni responsabilità, sarà il tempo a dirlo.
Intanto che il tempo si decide a fare il galantuomo, Giacomo è costretto a prendere coscienza di come sia iniziata una caccia all'uomo (e quell'uomo è proprio lui) forsennata e priva di scrupoli: lo vogliono morto e i Buttafava sono criminali che non scherzano, non dimenticano e non fanno sconti.
Sono anche poco ragionevoli, quindi non c'è tentativo di farli ragionare che possa avere senso: non resta che darsela a gambe e, grazie all'aiuto prezioso dell'amico di sempre - Ciccio -, Giacomo prima si limita a nascondersi nei dintorni di casa propria e poi a fuggire.
Fortunatamente, per lui non è difficile orientarsi tra i luoghi aspri e selvaggi della terra in cui è nato e cresciuto; a rendere pesante la sua fuga adrenalinica è il timore di dover fare il latitante a lungo e di non poter vedere più le persone cui vuol bene (la madre, Ciccio...), con la paura che accada qualcosa di brutto a loro per colpa sua; non solo, ma Giacomo si troverà ad avere a che fare con strani ed enigmatici personaggi, alcuni dei quali potrebbero essere degli traditori e servirsi di lui per i propri personali scopi.
"Dicono che negli astri si possa leggere il nostro destino. Chissà se non vi sia davvero scritto ciò che sta per accadere.(...) Così è la vita, purtroppo. Crediamo di essere noi stessi artefici delle nostre azioni, quando invece siamo soltanto marionette. Pupi nelle mani di un puparo. "
Il nostro fuggitivo deve tirare fuori la propria scaltrezza, l'istinto di sopravvivenza, il sangue freddo, e anche la giusta dose di cinismo necessaria per non soccombere; gli eventi imprevedibili e concitati che lo travolgeranno faranno emergere delle caratteristiche di sé che non credeva di avere e che, in casi normali, disapproverebbe; ma quando è in gioco vita, interrogarsi sulla giustezza o meno di certe azioni diventa per lui l'ultimo dei problemi.
"Che senso aveva pensare che un tempo sei stato retto e onesto, quando poi vai a bussare alla porta di certa gente? Puoi vantarti di aver sempre rispettato la legge (beh, più o meno), pagato le tasse, adempiuto ai doveri di buon cittadino. Di non aver mai oltrepassato i confini dell'etica e della moralità. Ma dopo quel passo non conta più nulla, perché quanto di buono è stato fatto prima viene vanificato, spazzato via come un castello di sabbia da un'onda improvvisa. Ci si sporca indelebilmente. E io, ormai, facevo parte del lerciume. Ecco cosa continuavo a ripetermi. Io e tutta la gente con cui avevo avuto a che fare. Tutti, sì, nessuno escluso, in un calderone di immondizia."
In questo noir ad avvincere il lettore è, a mio avviso, in primis la consapevolezza di trovarsi davanti ad un protagonista comune, che non ha doti e qualità da eroe: un ragazzo simpatico, con una professione "normale", che conduce una vita senza grosse emozioni; è un buon amico e un figlio premuroso, che va a trovare regolarmente la mamma ricoverata in un ospizio; l'azione peggiore che gli si può attribuire è aver messo gli occhi su una donna fidanzata, ma questo di certo non fa di lui un uomo "in odor di mafia"!
Se non fosse che, da un giorno all'altro e per una serie di circostanze casuali (che diventano causali), si ritrova a doversi ingegnare per affrontare minacce e pericoli di morte.
La psicologia e il carattere di questo personaggio non emergono tanto grazie al ricorso a sequenze riflessive (che comunque ci sono) lunghe, cervellotiche, e a dialoghi interiori, quanto attraverso le azioni, le scelte operate dal protagonista stesso, che tra l'altro è un tipo molto pratico, più istintivo che riflessivo, e non di rado l'istinto riesce a salvarlo da certe situazioni che volgono palesemente a suo sfavore.
La narrazione è in prima persona per cui è con gli occhi di Giacomo che viviamo ogni momento: dalla paura di restarci secco ai mille dubbi, ai pericoli che via via lo travolgono, e nonostante le disavventure egli riesce a mantenere una certa ironia e leggerezza, oltre che la speranza (incosciente?) di riuscire a cavarsela, magari giocando la mossa vincente al momento opportuno.
Le pagine de "Il Puparo" scorrono scattanti e veloci sotto gli occhi del lettore, che volta le pagine con la crescente curiosità di scoprire cosa ne sarà di questo giovanotto inseguito da criminali dal grilletto facile; le vicende si susseguono a un ritmo incalzante, dinamico, molti i momenti di tensione, che vedono il protagonista a faccia a faccia con la possibilità di chiudere gli occhi per sempre; il linguaggio è adeguato al protagonista, ai personaggi che intervengono e al contesto; la presenza del dialetto siciliano contribuisce a dare maggiore "realismo" alla narrazione e una più precisa e forte caratterizzazione dei personaggi.
Non mi resta che complimentarmi con gli autori per questo romanzo trascinante e vivace, con uno sfondo ben delineato, una trama intrigante e un protagonista scatenato pronto a tutto.
Ringrazio goWare Edizioni per la copia omaggio di questo noir, che consiglio, in particolare agli appassionati del genere.
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz