giovedì 30 giugno 2016

Recensione film: LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT di Gabriele Mainetti



Finalmente sono riuscita a guardare un film che mi è stato consigliato di vedere, ed in effetti non son rimasta delusa.


LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT 


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Uscita: Febbraio 2016

Regia: Gabriele Mainetti


ATTORI: Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, Francesco Formichetti, Salvatore Esposito, Antonia Truppo.


Il film non vuol essere una trasposizione del manga Jeeg robot d'acciaio di Go Nagai, che soprattutto le generazioni dei mitici Anni '70 e '80 conoscono, ma un omaggio allo stesso.
Il supereroe potente e dalla forza sovrumana c'è ma non sa di esserlo, anzi quando lo incontriamo per la prima volta è tutto fuorché un eroe dei fumetti deciso a lottare per il bene dell'umanità.


Il ladro, lo Zingaro e la ragazza un po' strana

Il protagonista è Enzo Ceccotti (C. Santamaria), un giovane romano dedito alla vita criminale e ai furti che, una sera, proprio dopo aver rubato un orologio, per sfuggire alla polizia che lo sta inseguendo, si nasconde presso le rive del Tevere sotto Ponte Sant'Angelo. Lì, dopo essersi buttato nelle acque, entra a contatto con delle sostanze radioattive contenute in alcuni bidoni nascosti sotto la battigia. 
A parte una nottataccia passata con la febbre alta, al mattino Enzo sta di nuovo bene.
Ciò che non sa è che il bagno nelle acque del Tevere ha avuto un che di miracoloso e gli ha donato dei superpoteri, di cui non si renderà conto immediatamente.

Intanto conosciamo altri delinquenti, e se Enzo è un orso solitario, di poche parole e senza amici, Fabio "lo Zingaro" (L. Marinelli) è esattamente il suo contrario: è il classico malavitoso che guarda e sogna un po' troppo in grande, che non vuol passare inosservato nella capitale, insomma un tipo con manie di grandezza, amante della musica anni '80 (Anna Oxa in primis) che sogna di fare un giorno il colpaccio per il quale tutti finalmente si accorgeranno di lui.
Un tipo leggermente pericoloso, ecco.
fabio "lo zingaro"

Nel clan di Fabio c'è un uomo che il nostro Enzo conosce, Sergio, il quale ha una figlia, Alessia (I. Pastorelli); quest'ultima è una ragazza che "ha perso la testa" da quando è morta la mamma; ha evidenti problemi psichici ed ha una vera e propria ossessione per il cartone animato Jeeg robot d'acciaio. 
Enzo la conosce dopo essere andato da Sergio a vendergli l'orologio rubato per ricavarne qualche soldo; l'altro gli chiede di accompagnarlo a fare un altro servizietto per una piccola partita di cocaina, ma le cose precipitano e... Sergio muore.

A questo punto, la vita solitaria di Enzo, da sempre passata in una lurida e sporca casetta a guardarsi dvd porno, mangiando in pratica sempre e solo yogurt, cambia letteralmente dal momento in cui va in soccorso di Alessia - rimasta sola dopo la morte del padre, della cui fine ancora non sa nulla -, che viene aggredita da Fabio e dai suoi scagnozzi per la storia della droga.
Alessia riconosce Enzo, e la sua testolina un po' fragile lo associa al suo amato supereroe: per lei Enzo è Hiroshi Shiba, l'eroe di Jeeg Robot d'acciaio, e da lui si aspetta che salvi il mondo dai cattivi.

Entrambi soli, Enzo ed Alessia stringono un singolare legame: lei riesce, con la sua semplicità, la sua ingenuità e nonostante la fissa per Jeeg (anzi, forse un po' anche grazie a quella), ad entrare piano piano nel cuore indurito di Enzo, che però non è "un cuore di panna" e non sempre riesce ad essere gentile con la povera ragazza, i cui problemi sono stati favoriti da brutte esperienze con gente che le ha fatto purtroppo del male.

Intanto, la fama di Enzo quale "super criminale" dalla forza erculea si va diffondendo e quando il folle e cattivissimo Fabio capisce che Enzo ha in effetti qualcosa di speciale, farà di tutto per scoprirne il segreto e poter diventare potente, invincibile, insomma un criminale capace di tenere in pugno Roma e chissà cos'altro.


Considerazioni

Il film inizia come una sorta di "Gomorra romana", in cui al centro di tutto vi è la malavita con i suoi loschi traffici, le sue azioni crudeli ed efferate: gente sfregiata e ammazzata per niente, Rottweiler affamati pronti a mostrare la dentatura - e non per la pulizia, eh; partite di droga, romani in affari con napoletani (a tal proposito, nel film c'è Salvatore Esposito, il famoso Genny Savastano di Gomorra, in perfetto stile "camorrista napoletano"), insomma, si potrebbe pensare: "niente di nuovo" rispetto al solito, ma non è così.

Il genere gangster/noir ben presto si mescola ad altri generi, che vanno dal drammatico all'avventuroso in un mix di fantasia e realtà.

In una realtà assolutamente negativa si inserisce di punto in bianco l'aspetto fantasioso, dovuto ai superpoteri di cui vien dotato inaspettatamente Enzo, che tutto vuol essere tranne un uomo speciale, un eroe, ed infatti il suo unico scopo - dopo aver realizzato la propria sovrannaturale natura - è usare le proprie capacità per commettere crimini con più facilità.

Ma non ha fatto i conti con la dolcezza e l'innocenza di una ragazza che riesce a cambiarlo piano piano, a furia di insistere con la storia di Hiroshi e della salvezza dell'umanità.
Per Alessia è scontato che i poteri di Enzo debbano essere usati per far del bene: come fa lui a non capirlo? Si deciderà un giorno a indossare la maschera di Jeeg e a portare avanti la missione che gli è stata affidata?

alessia - enzo
Una cosa è certa: i cattivi non mancano, e uno di questi è proprio Fabio, un osso duro difficile da spezzare...

Il personaggio di Alessia è quello che dà momenti simpatici e teneri alla storia, ma anche quelli più drammatici e (per una lacrima facile come me) commoventi.
Il caratteraccio di Enzo, duro, sempre sulle sue, convinto di non volere amici, di non aver bisogno di nessuno, vivrà la sua evoluzione grazie ad Alessia, unica presenza positiva nella sua vita.
Molto forte e carismatico anche il personaggio di Fabio, con la sua lucida follia e i suoi malvagi piani per emergere dalla massa anonima della delinquenza romana.

Gli attori sono tutti molto bravi, e se, ad es., di Santamaria lo si sapeva già, vederlo in attori emergenti, come Ilenia Pastorelli, è stata una piacevolissima scoperta.
Un po' come spesso accade in questo genere di film in cui il sostrato culturale è piuttosto basso perchè popolato da criminali, i dialoghi sono in dialetto, quindi in un romanaccio doc, il che, unito all'ambientazione "di borgata", contribuisce a dare quel tocco di realismo alla storia che viene poi sapientemente mescolato, come dicevo, all'elemento "fantastico"; l'introduzione del supereroe è assolutamente calato nella realtà di riferimento, senza enfatizzazioni (come accade ad es. nei famosi film su Superman, Batman e tutto il cucuzzaro), e l'aspetto fantasy non viene esagerato.

Trovo sia un film davvero originale, fatto bene, che fa vivere allo spettatore molti momenti adrenalinici e concitati, intervallati ad altri più "teneri", e lascia incollati allo scherno fino alla fine.
Lo chiamavano Jeeg robot ha tutte le caratteristiche per piacere e, a prescindere dal vostro anno di nascita e se abbiate conosciuto e/o amato questo personaggio dei fumetti, se c'è una cosa che forse ci accomuna, non dico tutti, ma almeno in tanti, è lasciarci andare ai sogni ad occhi aperti e immaginare che da qualche parte nel mondo ci sia davvero un supereroe pronto a sbucare all'improvviso (non necessariamente da un cabina telefonica, visto che stanno scomparendo) per venirci in aiuto quando ce n'è bisogno.
Sono cose che accadono solo nei libri, nei film e nei sogni, ma ogni tanto giocare di fantasia non può che farci bene .


DA GUARDARE! 


2 commenti:

  1. I film italiani in genere non mi incuriosiscono ma questo voglio assolutamente vederlo, sino ad ora non sono ancora riuscita a trovare un parere negativo ;)

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    Risposte
    1. eh vero, l'ho visto anche spinta dalle critiche per lo più positive ricevute!!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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