Tra impostori semianalfabeti, soldati dell'esercito assetati del sangue dei cristiani e principesse spacciate per sante vergini pur non essendolo, Giorgio non si tira indietro dall'ardua missione.
Sconfiggerà il drago?
L'OTTAVA LUCERNAdi Massimo Costabile
Re Artù Ed. 337 pp |
Come tutti gli individui tracotanti e stupidamente sicuro di sé e del proprio valore, Anatolio vuol essere obbedito senza se e senza ma, riverito e lusingato, non accetta suggerimenti e critiche da alcuno, neppure dallo scrivano di fiducia, Cosimo, che subisce le ire del re quotidianamente; l'unico essere umano verso cui sfodera quel briciolo di umanità che gli è rimasta è la figlia, Silene.
Per Silene, per salvarla da morte certa, Anatolio finora ha sacrificato la vita di tanti giovani (maschi e femmine, pure tra gli animali).
Come mai? Cosa o chi minaccia la principessa?
Un drago sputafuoco, enorme, disgustosamente squamoso, terrorizza i territori attorno a Selem e pretende di essere placato tramite sacrifici, possibilmente umani perché pecore e agnelli sono solo un aperitivo; in particolare, il suo piatto preferito sarebbero i giovani e le vergini, e poiché la bella figlia del re dovrebbe essere vergine, anch'ella - almeno per dare l'esempio - potrebbe costituire un pranzetto niente male per il drago insaziabile.
Ma il re si rifiuta di dare Silene in pasto al mostro e sta temporeggiando, sperando che intanto qualche baldo giovanotto si faccia avanti e uccida il focoso predatore.
In cambio, lui è disposto a rinunciare/donare metà del regno e a dare in sposa l'innocente e pura Silene.
Finora in tanti si sono cimentati nella pericolosa impresa... morendo triturati, uno dopo l'altro.
Silene è disperata, si chiude in camera e piange e strilla, perché finire sgranocchiata tra le fauci del drago non è proprio il suo più grande scopo nella vita.
E poi, tra l'altro, lei neanche è più vergine, quindi non le toccherebbe questo infame destino; solo che purtroppo non può rivelare al burbero paparino di aver avuto un sacco di tresche con chiunque nel regno, per cui le tocca recitare la parte della pura verginella.
Anche la bisbetica principessa, quindi, aspetta e spera che arrivi un bello e aiutante aitante cavaliere a trarla in salvo da quella che, ormai, è morte certa, per quanto continuamente rimandata.
Proprio quando la sorte della capricciosa Silene - che quanto a superbia e ottusa cattiveria è tutta suo padre - pare doversi compiere..., arrivano tre uomini a Selem e, tra essi, ce n'è uno che dice di essere stato inviato lì proprio per uccidere il drago.
Costui è un giovinetto cui ancora manco cresce la barbetta in viso: Giorgio di Cappadocia, convertito al Cristianesimo; il ragazzo, accompagnato dallo scontroso scudiero Gabrione (che non condivide, anzi, disprezza apertamente la fede del proprio padrone) è in viaggio per raggiungere la Palestina, dove ha intenzione di unirsi alle legioni dell’imperatore Diocleziano.
Durane il cammino per giungere a Selem, si sono imbattuti in un sospetto individuo di nome Tito Giusto Platonico, che millanta d'essere un cavaliere sebbene, a sentirlo parlare e anche solo nell'osservarne i surreali e sgraziati comportamenti, tutto sembra fuorché un nobile.
Il sedicente cavaliere platonico si accoda a Giorgio e Gabrione, cercando di ingraziarsi il primo e litigando e insultandosi col secondo a ogni passo; l'uomo è un soggetto davvero bizzarro, che si esprime in modo "sgrammaticato" e volgare, dice cose senza capo né coda e ha pure un bel caratterino permaloso e bizzoso.
Insomma, non pare essere di alcuna utilità per Giorgio, che però mostra le sue virtù cristiane accogliendolo con gentilezza.
Alla presenza di uno spazientito Anatolio, cui nulla interessa delle sciocche discussioni che intercorrono tra i tre nuovi arrivati, Giorgio dichiara che Dio stesso (il Dio dei cristiani, cui egli appartiene) gli ha ordinato di recarsi a Selem e uccidere il drago.
Ovviamente, poi gli spetterà la ricompensa, cioè metà regno e la casta (!!) Silene, che invece fa gli occhi dolci a Tito, essendo Giorgio solo un ragazzetto concentrato unicamente sulle proprie estatiche visioni divine.
Mentre Giorgio si fa costruire un'arma dall'oste Agrippino, Anatolo riceve la non gradita visita di Daciano, a capo di una legione romana inviata dall'imperatore Diocleziano per scovare chiunque appartenga alla setta dei cristiani e ucciderli.
Questo è un serio problema perché Giorgio è cristiano (di quelli ultra, con tanto di visioni e messaggi celesti) ma ad Anatolio non sta bene che lo facciano fuori, non prima che abbia tentato di eliminare quel benedetto drago, almeno.
Lascio al lettore la curiosità di scoprire cosa accadrà nel regno di Selem, se la principessa diventerà o meno una barretta proteica per il draghetto o se Giorgio riuscirà nella sua missione.
Questo romanzo che mescola storia e leggenda, è ambientato in età romana, quando ad essere imperatore è Diocleziano, impegnato nella persecuzione dei seguaci di Cristo; come avrete compreso, al centro vi è la leggendaria figura di Giorgio di Cappadocia, che la Chiesa Cattolica venera come santo e al quale si attribuiscono gesta non solo eroiche e pie, ma anche sovrannaturali, miracolose, al limite del fantastico, come nel caso della battaglia con un drago per salvare una principessa.
Tra queste pagine il lettore vive un'avventura spassosissima, vivace, che strappa sorrisi e risatine divertite grazie all'impronta satirico-umoristica che l'autore ha sapientemente dato al romanzo.
Ci sono elementi ovviamente reali e storici, come i riferimenti a Diocleziano, la violenta persecuzione a danno dei cristiani e lo stesso san Giorgio (drago a parte), ma tutto è narrato in modo esilarante e arguto, per cui anche ciò che è negativo (ad es. sovrani crudeli, che fanno il bello e il cattivo tempo con le vite dei sudditi) o drammatico (le esecuzioni di chi è ritenuto colpevole di una qualche infrazione) è lontano dall'essere pesante.
Leggere questo libro per me è stato oltremodo divertente, grazie ai personaggi grotteschi, caricaturali, volutamente esagerati nei modi, nel linguaggio, nell'espressione delle emozioni; di essi, l'autore si prende simpaticamente gioco, calcando la mano sulle loro peculiarità: Anatolio è tanto pieno di sé da risultare più stupido che furbo o intelligente; Silene è una viziata capricciosa che avresti voglia di strozzare con le tue mani; lo stesso eroe della storia, Giorgio, rischia di apparire un ingenuo (per quanto sincero) fanatico della fede e di Dio.
I personaggi che ho preferito sono stati sicuramente Gabrione e il Cavaliere Platonico (Tito), il primo perché è forse il più assennato, colui che fa le osservazioni più pratiche e realistiche, che distingue un imbroglione da un vero cavaliere; e il secondo perché è un'amabile e buffa macchietta che mi ha fatta davvero morire dal ridere per la sua parlata bislacca e rozza, per la sua frenesia di voler apparire un patrizio rispettabile quando invece è un pover'uomo che cerca di sopravvivere come può, se c'è da spacciarsi per ciò che non è lo fa, anche se in fin dei conti non è cattivo.
Se cercate una lettura diversa dal solito, scritta con un piglio ironico e brioso, una trama dal sapore epico, godibilissima e spiritosa, dal ritmo narrativo sempre vivace, con personaggi fuori dalle righe e per questo vincenti e ben riusciti, non lasciatevi scappare "L'ottava lucerna": vi piacerà, ne sono certa.
Promosso a pieno voti.
Ciao Angela, la storia sembra davvero divertente. Mi piacciono i libri con un pizzico di ironia e sarcasmo. Mi ha fatto sorridere soprattutto Silene, la finta vergine che ha avuto tresche con metà del regno 🤣
RispondiEliminaCome sempre bella recensione.
A presto 😘
Tremenda Silene :-D
EliminaCiao e grazie :-*
Cara Angela la tua recensione mi ha fatto davvero sorridere, mi piace questa tua vena d'ironia pungente! Un viaggio in un mondo fantastico sarebbe auspicabile visto i tempi ma di uomini cattivi ne abbiamo una gran collezione anche qui. Trovo sempre interessanti i romanzi che mescolano religione e leggende e storia. Il drago dovrà stare attento, gli uomini di questo romanzo sembrano più pericolosi di lui :)
RispondiEliminaCiao Aquila, è vero, un viaggio surreale e divertente:un modo per svagarsi in giorni davvero cupi per il mondo
EliminaQuesto sembra un libro davvero interessante e divertente, anche se chiaramente surreale. Grazie per averne parlato, Un saluto e buona domenica pomeriggio (Arwen Elfa)
RispondiEliminagrazie a te per essere passata! Buon inizio di settimana :)
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