Terminare un romanzo che da tempo desideravi leggere è sempre un piccolo traguardo personale.
E' così per me, dopo aver letto...
MISERY
di Stephen King
|
Ed. Sperling&Kupfer
400 pp
9,90 euro |
IL MIO PENSIERO
Credo di dire un'ovvietà nel ricordare come "Misery" sia uno dei romanzi più noti ed amati di King.
Io intanto comincio con l'ammettere che finora, di quest'osannato autore, ho letto solo il racconto "Un volto tra la folla" (uscito in digitale, Sperling&Kupfer) e non mi ha colpito per nulla, ma lungi da me crearmi pregiudizi sul maestro dell'horror (o del thriller?)!!
Fino a questo momento, ho amato le sue storie per averle conosciute in veste cinematografica; sto parlando, per essere precisi, di "Stand by me-Ricordo di un'estate" e "Le ali della libertà" tratte da "Stagioni diverse"; "Shining", "A volte ritornano" e lo stesso "Misery non deve morire", che mi è piaciuto molto, come film.
Ebbene, non so se la pensate come me,
ma il libro mi ha soddisfatta sufficientemente, al pari del film, se non di più.
La storia è questa: lo scrittore
Paul Sheldon, diventato famoso soprattutto per i suoi romanzi centrati sul personaggio di
Misery Chastain, ha un brutto incidente con la macchina, a causa dell'ubriachezza e della neve; la sfortuna vuole che a trovarlo sia
la sua "ammiratrice numero 1": Annie Wilkes.
Quando Paul si sveglia dopo l'incidente, è totalmente intorpidito nel corpo e nella mente; super imbottito di droghe e calmanti, con le gambe fracassate e inutilizzabili, ma soprattutto assistito da
un'infermiera premurosa in un modo singolare.
Chi è davvero colei che l'ha salvato?
Annie manifesta la sua follia da subito ed è inevitabile: non è normale essere soccorsi da una tizia e poi essere rinchiusi in casa della stessa, sedati e sequestrati, senza che si abbia la possibilità di chiamare un parente, un amico..., la polizia, l'ambulanza.
Cosa vuole la sua "salvatrice" dal povero Paul?
In Annie c'è qualcosa (beh, più di qualcosa) che non va e a Paul, per quanto imbottito di Novril (un sedativo, che King specifica non essere reale, a livello quanto meno di "nome"), questa cosa non sfugge.
Lui, scrittore popolare di successo, "padre" della tanto amata Misery, l'idolo di tante lettrici, un po' di dimestichezza con l'argomento "turbe psichiche", psicosi ecc..., ce l'ha ed Annie non tarderà a confermare i sospetti del sequestrato:
Annie è pazza, è fuori come (se non di più) un balcone e tutta la sua follia è ravvisabile in ogni cosa che la circonda: vive da sola in una casa isolata, non va d'accordo con i pochi vicini di casa, al villaggio tutti la conoscono e la evitano, è tanto sciatta e trascurata quanto rigida nel modo di pensare.
Ora che ha trovato e salvato il suo scrittore preferito, può tenerselo in casa e goderselo...
Ma qual è il suo obiettivo malato?
L'infermiera gentile avrà subito modo di trasformarsi e rivelare la propria natura: qualcosa scatta nella sua mente da pazza e la fa andare in bestia.
Anzitutto, quella
sporca bubba, quel
caccolicchio di Paul Sheldon ha appena scritto un romanzo che la cara Annie ritiene essere assolutamente indegno della serie Misery; secondo, Paul ha commesso
l'errore di far morire la sua eroina nell'ultimo romanzo a lei dedicato...
Ma
Misery non deve morire e Paul imparerà questa realtà a proprie spese, mentre per mesi sarà in balia della mente e della mani di una folle infermiera, della quale scoprirà il passato.
Un passato tutt'altro che rassicurante.
Dapprima totalmente immobile nel suo letto, poi parzialmente in ripresa grazie alle forze che ritornano e al tempo che porta il suo contributo in termini di guarigione,
Paul comprenderà di essere la povera e disgraziata vittima di una donna sola e con la testa bacata, che con le sue sevizie e torture psicologiche e fisiche, terrà sotto scacco il povero Paulie.
E l'unico modo per restare in vita sarà
maturare uno sconsiderato odio per la sua folle ammiratrice e adeguarsi alle sue richieste, alle sue esigenze (attendendo, immaginando, sognando... il momento adatto per vendicarsi, se mai sarà possibile ad un povero disabile come lui) e, più di tutto, alla sua fissa:
far risuscitare Misery..., scrivendo un prosieguo dell'ultimo romanzo in cui all'eroina è data una possibilità di vivere ancora.
|
, |
Attraverso un ritmo serrato (alternato a momenti più lenti), in uno stile fluido e avvincente anche se non di rado un po' prolisso (ma non eccessivamente, per i miei gusti), un'ambientazione claustrofobica, dialoghi efficaci, descrizioni precise che ti fanno entrare nella quotidianità della vita con Annie, l'attenzione per le sue facce, i suoi cambi d'umore, i suoi gesti folli e pericolosi, l'Autore ci fa soffrire insieme al protagonista, mettendoci in uno stato d'ansia, di chi aspetta, inchiodato a un letto, che la porta della camera si apra e che entri l'unica persona in circolazione, la sola che può darti cibo e sedativi, ma che è anche colei che odi con tutto te stesso e che vorresti vedere morta.
E per quanto Paul si senta morire giorno per giorno, una parte di lui non vuole arrendersi ed è disposta a rischiare il tutto per tutto per rendere il contraccambio alla sua aguzzina.
Prima che sia troppo tardi, prima che la dea, con la sua perversa mente e la sua impassibilità davanti al dolore altrui, compia il gesto estremo....
A tenerlo in vita, proprio lei, l'odiata Misery.
La parola fine al romanzo scritto sotto costrizione corrisponderà anche alla fine della sua prigionia?
A me è piaciuto molto; non sono andata veloce nella lettura, me lo son goduto ad ogni pagina e non ne sono rimasta delusa; King è riuscito a trasmettermi tutta la paura di Sheldon di fronte all'imprevedibilità della follia pericolosa di Annie e nel finale la tensione è salita ancora di più.
Non è un vero e proprio horror, anche se certo non mancano le scene più "macabre", ma non sono esagerate.