Un noir che convince sotto ogni aspetto, che riesce a turbare il lettore raccontandogli una storia amara, complessa e molto attuale pur attingendo da un retroterra culturale fatto di magie, misteri e oscure leggende legate al territorio salentino.
PIZZICA AMARA
di Gabriella Genisi
Rizzoli Ed. Noir 368 pp 18 euro |
Ad occuparsi di questa salma trafugata è il maresciallo dei Carabinieri Chicca Lopez, una giovane donna determinata e che esercita con impegno e passione la propria professione.
Tre anni prima si era occupata di un'indagine complessa riguardante la correlazione tra la diffusione di tumori in questa zona del Salento e l'inquinamento delle falde acquifere a motivo di rifiuti speciali e radioattivi scaricati a tonnellate e con la complicità della Sacra Corona Unita.
La ragazza prese a cuore quest'indagine soprattutto in seguito alla morte di una sua cara cugina, ammalatasi di leucemia molto probabilmente proprio a causa di questo gravissimo inquinamento ambientale.
Ma torniamo al presente: Chicca prova a capire cosa possa esserci dietro quella che non può essere una mera bravata (il furto del corpo di Conte), e ad aggiungere altra legna al fuoco ci pensa il ritrovamento di altri due cadaveri, quello di una ragazza di origini balcaniche dall’identità sconosciuta e quello della liceale Federica Greco, figlia di una famiglia benestante e molto in vista nella zona.
Apparentemente le loro morti non paiono avere un collegamento: annegata sulla spiaggia la prima e impiccata a un albero la seconda (per la quale si ipotizza un suicidio).
Eppure, nel momento in cui emergono alcuni dettagli, Chicca comincia a pensare che queste due morti - e anche il caso irrisolto di Conte - siano accomunati da qualcosa, e infatti, tanto per cominciare, le due ragazze hanno sul corpo il medesimo simbolo tatuato... Cosa potrebbe voler dire? Forse entrambe appartenevano ad un gruppo, una setta? E se sì, di che setta si tratta?
La giovanissima carabiniera salentina dall'atteggiamento riservato, scontroso, ribelle, con la passione per le moto e fidanzata con Flavia, vuole andare fino in fondo, anche se questo vorrà dire condurre un'indagine privata e distante da quella ufficiale.
Come se ciò non bastasse, parlando con un giovane parroco (che conosceva bene Federica), Chicca scopre che nel corso degli ultimi anni sono scomparsi misteriosamente diversi giovani (maschi e femmine), di cui non s'è mai saputo che fine abbiano fatto.
Cosa sta succedendo a questi giovani salentini? Quale forza sotterranea malefica sta agendo di nascosto e in modo subdolo mietendo vittime tra giovani vulnerabili e facilmente suggestionabili?
"Il male si nutre del vuoto, delle zone d'ombra, delle cicatrici della nostra coscienza (...) prospera e si diffonde dove c'è l'incuria, l'abbandono (...) si annida nel compromesso con le nostre coscienze, nell'accidia dei nostri cuori, nella solitudine delle nostre esistenze, private di vere relazioni affettive..."
Il male ha numerose e oscure diramazioni, e lì dove c'è un vuoto di valori, princìpi, affetti e relazioni ricche e appaganti, è facile che si espanda, portando con sè morte, solitudine, alienazione e altre tragedie inimmaginabili.
Facendo domande alle persone giuste e visionando i pochi materiali a disposizione con attenzione, la Lopez arriva a individuare una donna che molto probabilmente sa più di quel che vuol ammettere e che quindi può essere utilissima per andare avanti nella ricerca della verità: si tratta di Maria la macara, soprannominata "pizzica nera", di cui si dice che faccia le "fatture", i sortilegi, i filtri d'amore. Una strega, in poche parole.
Ma perchè, esistono più le streghe? Chi vuoi che creda ancora in queste sciocche superstizioni e magie, in tempi super-evoluti come i nostri, dominati dal progresso scientifico?
Chicca non è una credulona: è intelligente, scaltra, intuitiva e riflessiva insieme e in base alle circostanze, ed è decisa a far chiarezza su quel giro di morti e sparizioni nell'universo giovanile, e se per arrivare alla verità deve passare attraverso storie di streghe e tarantate, amen, è pronta a farlo.
"In una terra magica imbevuta dal rito delle tarantolate e dal ritmo ipnotico della pizzica si viveva sempre sospesi tra la saggezza contadina e la superstizione, nell'estrema lotta tra il bene e il male".
Chi è questa donna che si dice possegga gli antichi poteri delle macare, le streghe del Salento?
Maria, madre di Martina, che aveva frequentato con assiduità Federica negli ultimi tempi della sua vita, diventa oggetto di interesse da parte di Chicca Lopez, che incomincia a metterla sotto torchio, a sottoporla a interrogatori serrati, vincendo le iniziali reticenze e diffidenze della donna, un tipo sicuro di sè, che emana sensualità ed erotismo da ogni angolo del proprio corpo e che sembra guardare nell'animo di Chicca come nessun altro ha mai fatto prima, mettendola anche in imbarazzo (che non è facile, perchè la nostra marescialla è tosta, cocciuta, chiusa ermeticamente circa le proprie emozioni e la vita privata).
"Continua, Marì, sono belli i tuoi racconti"."Belli, dici tu. Sono pieni di dolore, marescià".
Le confessioni graduali di Maria le rivelano un mondo marcio, popolato da uomini senza scrupoli, senza moralità, che pensano di poter nascondere le proprie malefatte col favore delle tenebre della notte o scegliendo, come luoghi delle loro nefandezze, posti nascosti e segreti, ma non c'è verità, per quanto ben sepolta, che non possa emergere, se la si cerca bene, andando oltre paure, facciate di perbenismo, omertà.
Non solo, ma Chicca capisce che dietro certe realtà povere, degradate, isolate, si nascondono storie di sofferenza, emarginazione, che affondano le proprie radici in quel retaggio antico, misterioso, sovrannaturale, che ha a che fare con le leggende attorno ai morsi della tarante e alle povere tarantate.
Emerge pian piano il quadro di un Salento "crepuscolare, invernale, tenebroso", ben lontano da quello esotico, allegro, pieno di sole, mare e balli che attira i turisti.
La comunità salentina non ha alcuna voglia di incrinare l’immagine di terra da sogno che richiama frotte di turisti tutto l'anno, ma nessuno può fermare Chicca Lopez, che si troverà invischiata in una vicenda sinistra, dai contorni sempre più inquietanti e terribili, tra rituali operati nel sangue, intrisi di magia e legati a loschi traffici.
Ma Chicca non è solo un maresciallo competente, è anzitutto una donna, bella, inconsapevolmente sensuale, che però sta vivendo un periodo di confusione emotiva, causatole in particolare da Flavia, la sua compagna piuttosto esigente che pretende troppo da Chicca, senza curarsi di capire i suoi bisogni.
Oltre a questo, la carabiniera ogni giorno deve lottare per farsi spazio in un ambiente maschilista come quello della caserma, dimostrando al suo capitano, Biondi, di essere brava e affidabile.
"Pizzica amara" è un noir sconvolgente, che sa essere molto attuale pur attingendo da un retroterra culturale fatto di magie, sette segrete, incantesimi, vecchie superstizioni di paese, donne affette da tarantismo (e quindi da esorcizzare con riti bizzarri e oscuri), insomma ci porta in Salento mostrandocene il lato meno "solare" ma incredibilmente vero.
"Esisteva un Salento più oscuro e profondo, fatto di rituali di salvezza e patti con il maligno, che affondava le radici in un passato antico, un cattivo passato che risaliva dalle viscere fino alla terra rossa come il sangue delle campagne salentine. Dove ulivi millenari dai tronchi contorti e scolpiti dal vento stavano come anime inquiete imprigionate al suolo, ammalate di un male ignoto e incapaci di liberarsi da quella morsa. C'era una terra sconosciuta ancora impermeabile al nuovo, dove le ragnatele della criminalità organizzata si spandevano a più non posso. E c'era il mistero nero di quel Sud ancora intriso in imbuti di civiltà, di fanatismo e di magia, di credenze popolari, di superstizione".
E' una terra ferita, defraudata da gente senza moralità, pronta a violare e violentare tanto la natura quanto le persone, e in particolare le più deboli, quelle che si possono facilmente plagiare e irretire in meccanismi ambigui, turpi e mortali.
La protagonista mi è piaciuta molto perchè è una giovane donna coraggiosa e coriacea, che sa tener testa a colleghi arroganti, ma non per questo è descritta come un'eroina senza paura, anzi di lei l'Autrice ci fa conoscere timori e dubbi; ha un passato difficile ma ha saputo farsi strada, e sa alternare atteggiamenti granitici ad altri teneri e comprensivi, in base a contesti e persone.
Ho trovato molto significativa l'omelia del prete al funerale della povera Federica, quando denuncia apertamente il male che dilaga nella società e che seduce i giovani, fragili e curiosi per natura, per illuderli di poter riempire il loro vuoto interiore con false promesse di libertà, danaro, potere; e accanto a questo si ravvisa l'assenza di responsabilità degli adulti, che hanno lasciato i giovani soli e privi degli strumenti per difendersi dai mostri che vogliono servirsi di loro per i propri sporchi scopi.
Un libro che si legge con interesse dalla prima all'ultima pagina, mi ha convinto in toto, dall'ambientazione (affascinante e magica, e altresi tetra, misteriosa, spaventosa) alla protagonista (ben tratteggiata) e ai personaggi secondari, alla scrittura coinvolgente e appassionata.
Un libro che si legge con interesse dalla prima all'ultima pagina, mi ha convinto in toto, dall'ambientazione (affascinante e magica, e altresi tetra, misteriosa, spaventosa) alla protagonista (ben tratteggiata) e ai personaggi secondari, alla scrittura coinvolgente e appassionata.