Sto per terminare la lettura di un romanzo brillante ed ironico, tutto al femminile, che spero di recensire nel pomeriggio.
Vi lascio un altro passaggio di "Reykjavik Cafè", con canzone annessa ^_-
Quale? Eh, una molto bella cantata dall'indimenticabile Alex Baroni: "Scrivi qualcosa per me".
"Silja si carezzò con riguardo la mano e si avvolse nel piumino che adesso era diventato troppo grande per lei, o almeno così le sembrava. Cercò di riaddormentarsi, ma i rami degli alberi che sbattevano ritmicamente contro la finestra della camera da letto glielo rendevano molto difficile. Pensò alla lettera che le aveva lasciato. Era l’unica lettera che le avesse mai scritto. Spesso aveva desiderato che le scrivesse qualche biglietto. Niente di particolarmente appassionato, né lettere d’amore drammatiche, ma dei piccoli messaggi, per esempio quando si svegliava dopo il turno di notte e lui era già uscito per andare al lavoro. Qualcosa come, per esempio, che l’amava, o quanto la trovasse bella. Che non vedeva l’ora di rivederla quella sera. Magari una frase scribacchiata dietro lo scontrino del supermercato, o su un pezzo di carta altrettanto insignificante. Qualcosa che l’avesse fatta sorridere e sentire bene. Che le assicurasse che lui la stava pensando."
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz