Ogni tanto torno a parlarvi dei film che mi capita di guardare ^_^
Quelli di oggi sono tutti e due "made in Italy" e con al centro i giovani e la dura realtà con la quale sono costretti a confrontarsi.
MANUEL
Regia di Dario Albertini, con Andrea Lattanzi, Francesca Antonelli, Renato Scarpa, Giulia Elettra Gorietti, Raffaella Rea.
Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento.
Manuel ha diciotto anni e vive da alcuni anni in un istituto per minori privi di sostegno familiare, in seguito all'arresto della madre Veronica.
Adesso che è maggiorenne può lasciare la casa famiglia e cercare di farsi una vita, ma la libertà conquistata ha un sapore meno dolce del previsto.
Eh sì perché trovare una propria collocazione nel mondo dal quale è stato allontanato di forza, e che nel frattempo è andato avanti senza di lui, è tutt'altro che semplice.
Da subito capiamo che Manuel è un bravo ragazzo, altruista, un gigante buono che se può ti dà una mano prima ancora che sia tu a chiedergliela.
Ma questo ragazzone alto e magro, è terribilmente solo, e fa una gran tristezza e tenerezza insieme vederlo mentre vaga per le strade del suo quartiere desolato.
Manuel è tormentato da quelle speranze che non osa nutrire e dalle tante paure che lo attanagliano e, mentre cerca di lasciarsi l'adolescenza alle spalle e diventare un adulto responsabile, si ritrova a dover prendere una decisione non indifferente per uno che, alla fin fine, è cresciuto senza padre e madre, tra educatori ora gentili ora facilmente irritabili.
Quando va a trovare sua madre in carcere, la donna manifesta il desiderio di tornare indietro e ricominciare da capo.
Ma l'orologio del tempo non è possibile riportarlo indietro, per cui non resta che guardare avanti e l'avvocato della mamma dice esplicitamente al ragazzo che ella potrebbe ottenere i domiciliari ma a una condizione: che lui dimostri di essere una persona matura e responsabile e di sapersi occupare della madre, facendosene carico così che il giudice le conceda il tango agognato spiraglio di libertà.
Immaginatevi questo ragazzone taciturno e spaesato, appena uscito da un istituto per minori, in cerca di un lavoretto con cui mantenersi, che si ritrova con la possibilità sì di riavere la madre in casa ma... a quale prezzo?
Manuel deve dimostrare - all'avvocato, all'assistente sociale, e, non ultima, a sua madre... - di essere un uomo capace di assumersi una responsabilità enorme..., forse troppo gravosa per lui, che in fondo deve ancora imparare cosa significhi stare al mondo?
Sarà in grado di prendersi questo impegno senza perdere la propria libertà e senza mettere a rischio quella, molto precaria, della madre, che vede in questo figlio una sorta di àncora di salvezza?
Manuel, come dicevo, fa una grande tenerezza in quanto è un giovanotto che, benché sia dovuto crescere più in fretta di tanti suoi coetanei ed è sicuramente più maturo dell'età che ha, resta comunque un diciottenne che ancora deve comprendere il proprio posto nel mondo e al quale viene chiesto di accollarsi un fardello da adulto verso colei che, in quanto genitrice, avrebbe dovuto crescerlo quand'era tempo.
E' inevitabile che, per quanto il ragazzo voglia bene alla madre e desideri aiutarla, senta al contempo una certa ansia all'idea di dover dimostrare di essere affidabile, di essere un uomo capace di fare delle scelte più grandi di lui all'interno di un mondo al quale lui per primo deve abituarsi.
Mi è piaciuto questo film perchè nella sua semplicità, ci regala personaggi genuini, spontanei, collocati in un contesto di periferia romana opprimente e malinconico insieme; è un racconto di formazione che convince perchè autentico, ti fa vivere la storia come se fossi lì con il protagonista, e Andrea Lattanzi, attraverso un'efficace interpretazione, sa bene come prendere su di sè la complessità del suo personaggio e restituircene, in ogni gesto e singola espressione facciale, le tante emozioni, le paure, le ansietà, i momenti di scoramento ma anche la forza d'animo.
UN BACIO
Regia: Ivan Cotroneo, con Rimau Grillo Ritzberger, Valentina Romani, Leonardo Pazzagli, Simonetta Solder, Giorgio Marchesi, Susy Laude, Thomas Trabacchi.
Tratto da un racconto scritto dal regista stesso, Un Bacio è un film che si immerge in tematiche attualissime e gettonatissime: l'adolescenza, il bullismo, l'omofobia, i rapporti difficili tra genitori e figli.
Argomenti fritti e rifritti, potremmo dire: sì, vero, ma a mio avviso Cotroneo li affronta equilibrando serietà e leggerezza, con un risultato che personalmente io ho gradito molto e che mi ha fatto sorridere e commuovere.
I protagonisti sono tre amici, tre adolescenti che frequentano il medesimo liceo in una piccola città del nord est: Lorenzo, Blu e Antonio.
Lorenzo è orfano di entrambi i genitori e viene adottato da una coppia molto comprensiva, empatica ed aperta (Renato e Stefania); è gay e non ha alcun problema ad esternarlo, nel modo di vestire, nel pitturarsi le unghie e nei modi di fare.
Purtroppo a scuola il ragazzo è preso di mira da alcuni soggetti della classe, che lo sfottono sfacciatamente.
Lorenzo è intelligente, ha ottimi voti ed è un tipo aperto, solare, ironico, ha sempre la battuta pronta e sogna ad occhi aperti di essere accolto ed amato da tutti - compagni, squadra di basket dell'istituto, professori...
Blu è la sua compagna di banco, è molto carina e non va d'accordo con nessuno in classe, soprattutto con tre delle ragazze più popolari del liceo, che spargono voci cattive su di lei, dipingendola come una ragazza facile e "disponibile". Blu ha un ragazzo, Giò, che studia all'università a Milano e che conosciamo verso la fine del film.
E poi c'è Antonio, tanto riservato, bravo nella pallacanestro anche se da molti considerato un po' "lento"; ha preso ad isolarsi dopo la morte del fratello maggiore e sente che i suoi genitori avrebbero preferito fosse lui a morire piuttosto che il figlio prediletto.
Tutti e tre questi ragazzi hanno molte cose in comune: hanno sedici anni, sono compagni di classe, emarginati e bullizzati per ragioni differenti, hanno ciascuno una famiglia che li ama.
I tre scoprono che insieme sono una forza, la loro amicizia si consolida ogni giorno di più, e diventano inseparabili, divertendosi come matti e infischiandosene delle cattiverie dei coetanei, perchè loro tre, uniti, possono salvarsi a vicenda.
L'amicizia vera è l'unica cosa che conta e che è in grado di salvarci dalla solitudine, dalla disperazione, dai problemi in famiglia, dalle delusioni.
Blu, Lorenzo ed Antonio vogliono solo essere sereni, trovare la strada della loro singola, particolare, personale felicità.
E questa meravigliosa amicizia sembra essere un grande aiuto per tutti e tre.
Fino a quando non arriva il momento di scontrarsi con realtà inevitabili: i meccanismi di attrazione e innamoramento, la paura di essere giudicati dagli altri, la consapevolezza di aver fatto, senza volerlo davvero, qualcosa di sbagliato che finisce per pesare come un macigno...
E tre sedicenni possono non essere preparati ad affrontare queste problematiche, non sapendo reagire con equilibrio e non riuscendo ad aggrapparsi a quel legame sincero che si è formato tra loro e che i pregiudizi esterni rischiano di aggredire e lacerare.
Argomenti fritti e rifritti, potremmo dire: sì, vero, ma a mio avviso Cotroneo li affronta equilibrando serietà e leggerezza, con un risultato che personalmente io ho gradito molto e che mi ha fatto sorridere e commuovere.
I protagonisti sono tre amici, tre adolescenti che frequentano il medesimo liceo in una piccola città del nord est: Lorenzo, Blu e Antonio.
Lorenzo è orfano di entrambi i genitori e viene adottato da una coppia molto comprensiva, empatica ed aperta (Renato e Stefania); è gay e non ha alcun problema ad esternarlo, nel modo di vestire, nel pitturarsi le unghie e nei modi di fare.
Purtroppo a scuola il ragazzo è preso di mira da alcuni soggetti della classe, che lo sfottono sfacciatamente.
Lorenzo è intelligente, ha ottimi voti ed è un tipo aperto, solare, ironico, ha sempre la battuta pronta e sogna ad occhi aperti di essere accolto ed amato da tutti - compagni, squadra di basket dell'istituto, professori...
Blu è la sua compagna di banco, è molto carina e non va d'accordo con nessuno in classe, soprattutto con tre delle ragazze più popolari del liceo, che spargono voci cattive su di lei, dipingendola come una ragazza facile e "disponibile". Blu ha un ragazzo, Giò, che studia all'università a Milano e che conosciamo verso la fine del film.
E poi c'è Antonio, tanto riservato, bravo nella pallacanestro anche se da molti considerato un po' "lento"; ha preso ad isolarsi dopo la morte del fratello maggiore e sente che i suoi genitori avrebbero preferito fosse lui a morire piuttosto che il figlio prediletto.
Tutti e tre questi ragazzi hanno molte cose in comune: hanno sedici anni, sono compagni di classe, emarginati e bullizzati per ragioni differenti, hanno ciascuno una famiglia che li ama.
I tre scoprono che insieme sono una forza, la loro amicizia si consolida ogni giorno di più, e diventano inseparabili, divertendosi come matti e infischiandosene delle cattiverie dei coetanei, perchè loro tre, uniti, possono salvarsi a vicenda.
L'amicizia vera è l'unica cosa che conta e che è in grado di salvarci dalla solitudine, dalla disperazione, dai problemi in famiglia, dalle delusioni.
Blu, Lorenzo ed Antonio vogliono solo essere sereni, trovare la strada della loro singola, particolare, personale felicità.
E questa meravigliosa amicizia sembra essere un grande aiuto per tutti e tre.
Fino a quando non arriva il momento di scontrarsi con realtà inevitabili: i meccanismi di attrazione e innamoramento, la paura di essere giudicati dagli altri, la consapevolezza di aver fatto, senza volerlo davvero, qualcosa di sbagliato che finisce per pesare come un macigno...
E tre sedicenni possono non essere preparati ad affrontare queste problematiche, non sapendo reagire con equilibrio e non riuscendo ad aggrapparsi a quel legame sincero che si è formato tra loro e che i pregiudizi esterni rischiano di aggredire e lacerare.
L'amicizia tra Blu, Antonio e Lorenzo resisterà ai cattivi venti che soffiano su di loro o essi si lasceranno travolgere?
Anche questo film mi è piaciuto molto perchè arriva al cuore, emoziona, fa arrabbiare, commuove: Lorenzo è un'esplosione di vitalità, fanno sorridere i suoi euforici sogni ad occhi aperti (in cui lui è acclamato e venerato da tutti) e non può che stare simpatico; di Antonio percepiamo tutta la malinconia, la sofferenza per questo fratello che non c'è più e rispetto al quale lui si sente di valere meno; Blu è in conflitto con la madre aspirante scrittrice e deve portare un doppio e ingiusto fardello: le cattiverie che circolano su di lei e il rendersi conto di essere stata trattata come un oggetto.
Tre adolescenti di cui ci viene mostrato il proprio piccolo cosmo, le fragilità, i timori, le speranze, i sogni, la voglia di vivere, di amare e di essere amati e apprezzati; belle le canzoni che fanno da cornice alle vicende e in particolare quella della scena finale, che mi ha lasciato un bel groppone.
Ho visto solo Un bacio, caruccio.
RispondiEliminaManuel mi manca, ma era già in lista. :)
Un bacio è riuscito a commuovermi; non sarà originalissimo o altro... ma tant'è ;-)
EliminaL'altro merita perché realistico, genuino
complimenti recensire i film non è mai facile ma tu ci sei riuscita benissimo.
RispondiEliminati ringrazio, io però mi sento più inadeguata e meno capace che con i libri >_<
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