domenica 10 luglio 2022

[ RECENSIONE ] IL MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI di Davide Carrozza



Da dove trae ispirazione uno scrittore?
Tra le pagine di questo breve romanzo, il protagonista (che di mestiere fa il giornalista) si ritrova a dover rispondere a questa domanda, che diventa una vera ossessione per lui; infatti, un editore in là con gli anni gli commissiona la stesura di un romanzo, progetto al quale l'uomo non aveva mai pensato - prima di allora - di dedicarsi.


IL MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI
di Davide Carrozza




CATARTICA EDIZIONI
Prezzo: 15.00 €
 192 pp
Marzo 2022

Alessandro Terzi è un giornalista, lavora per una delle più grandi testate del nostro Paese, per il quale scrive articoli di cronaca.
La sua vita procede in modo tranquillo, seguendo sempre la solita routine; è fidanzato con Clara (insegnante), con cui ha una relazione resa solida da un sentimento molto forte e da una grande complicità.

Un giorno Alessandro, sentendosi particolarmente ispirato, scrive per il giornale un articolo (più precisamente un racconto, dal titolo "Sistema Immunitario") diverso dal solito in cui dà il meglio di sé, ricevendo gli elogi di colleghi e direttore, che restano entusiasti di fronte alle sue abilità di narratore.
E non sono gli unici a esserne colpiti positivamente.

Il breve scritto finisce sotto gli occhi di un vecchio editore in pensione, tale Giancarlo Marinetti: un uomo cresciuto e vissuto all'ombra del padre, proprietario di una rinomata casa editrice, attualmente nelle mani di Giancarlo, che - in contrasto con quella che è sempre stata sua vita, fervida e impegnatissima (caratterizzata dalla letteratura, dalla cultura, dal continuo andare e venire di letterati, di presentazioni e incontri con scrittori affermati ed emergenti) - è in realtà una persona essenzialmente sola.
La sua unica compagnia vivente è costituita dal gatto Ernesto, che però sta poco bene; per il resto, a intrattenere le ore solitarie di quest'uomo colto, che per anni è stato un punto di riferimento culturale, sociale e politico per la città di Padova, una persona influente e degna di rispetto, riconosciuta dall’intera comunità padovana per il suo spessore morale, sono i libri e il tempo speso a leggere.

Ora che l'età avanza sempre più, ha un unico desiderio, finora mai realizzato: che uno scrittore gli dedichi un libro.

Giancarlo sente di essersi guadagnato questo piccolo privilegio, dopo una vita e una carriera spesa pubblicando libri dedicati ad altri.

E quando legge "Sistema Immunitario" di Alessandro Terzi arriva la folgorazione: ecco chi potrebbe scrivere un romanzo per lui e dedicarglielo!
Questo giornalista ha un modo di scrivere che lo colpisce e lo convince di aver trovato "il suo uomo": puntuale, preciso, asciutto e incisivo.

Lo contatta, quindi, tramite un'email e non solo gli commissiona il romanzo (attorno al quale lascia Alessandro libero di gestirsi come vuole, non dandogli nessun suggerimento o indicazione in merito, ad es., al soggetto, all'argomento ecc...), ma è pronto sia a versargli un sostanzioso anticipo se accetterà l'incarico, sia a bonificargli una somma ingente alla fine, quando il libro sarà terminato.

Il giornalista non crede ai suoi occhi quando legge le parole di questo perfetto sconosciuto: possibile che quell'uomo - un editore di successo, proprietario di una delle più storiche case editrici di Padova, abituato a frequentare la crème de la crème dell'intellighenzia padovana, scrittori, uomini di cultura... - sia rimasto talmente impressionato dal suo articolo da decidere di commissionargli nientemeno che la scrittura di un libro da dedicargli?

Stranito ma ovviamente compiaciuto e felice, Alessandro accetta, oltremodo entusiasta.
E quando gli ricapiterà un'offerta del genere, che tra le altre cose è economicamente generosa?

La sua mente eccitata comincia a far progetti, ipotesi, sogni ad occhi aperti: potrebbe lasciare il lavoro al giornale e imbarcarsi in questa nuova avventura di scrittore!! Se il suo racconto è piaciuto ad un uomo che tutto è fuorché uno sprovveduto e un incompetente in materia letteraria, qualcosa vorrà dire, no? Evidentemente ha visto in lui delle potenzialità che lo stesso Alessandro, così abituato alla propria esistenza sempre uguale e al suo lavoro privo di veri stimoli, non aveva mai scorto.

Ne parla con Clara, che lo incoraggia, e così comincia per Alessandro una fase nuova della sua vita, in cui apre gli occhi al mattino e pensa "Oggi cercherò qualcosa che mi ispiri, che possa diventare l'oggetto del mio libro".

Beh, più facile a dirsi che a farsi.

Da dove viene l'ispirazione? Cosa innesca questi misterioso ed affascinante processo che porta uno scrittore a gettarsi con slancio e passione su un foglio bianco e cominciare a riempirlo di parole, frasi...?

Diciamocelo: scrivere un raccontino, frutto di una "ispirazione estemporanea e provvisoria", non è lo stesso che avere in mente un progetto, almeno abbozzato, da cui trarre un romanzo, che è qualcosa di ben più complesso, articolato, che richiede un impegno costante e prolungato nel tempo.

Alessandro, una volta detto sì a Marinetti, si ritrova davanti alla domanda semplice ma urgente: "E ora che scrivo?".
Si rende conto che non sa da dove iniziare, su quale argomento concentrarsi.
Ma perché il committente non gli ha dato dei suggerimenti, delle linee-guida? Magari in merito al personaggio, al periodo storico..., insomma qualunque cosa potesse fungere da base di partenza su cui ragionare, immaginare...!

A cosa o a chi potrebbe ispirarsi per realizzare questo progetto?

"Al centro dei pensieri di Alessandro vi era inevitabilmente solo l’ispirazione, che nel pensiero greco si otteneva attraverso un’estasi, momento in cui il poeta veniva trasportato al di fuori della sua mente a contatto con i pensieri degli dei, e qui invece era divenuto un mero pensiero pratico e razionale."

L'uomo incomincia ogni giornata col pensiero fisso di inseguire la musa ispiratrice.
Ne parla con Clara, esponendo dubbi, paure..., ma lei minimizza: non pensarci troppo, vedrai che arriverà da sola questa ispirazione! Esattamente com'è successo con il racconto: non sei stato lì a scervellarti, ti sei seduto e hai scritto, tutto d'un fiato, semplicemente ispirato.

Ma Alessandro è in agitazione e vuole trovare degli spunti da sfruttare per la scrittura.
Viaggiare potrebbe aiutarlo?
Prova a seguire il suggerimento di Alda Merini: forse l'ispirazione risiede nel sentimento e nel ricordo?
Ok, allora tornare nel paese natale potrebbe essere una buona idea. Ma Gallipoli non gli dà alcun input.

Non sarà che per scrivere sia necessaria una situazione rilassante, che favorisca la riflessione, l'immaginazione? Allora lui e Clara decidono di trascorrere 15 giorni in un villaggio vacanze; ma dell'ispirazione non v'è traccia.
La bella Padova, con la sua cultura, la sua arte: magari l'aiuto verrà da lì...? 
Forse la calma bucolica delle distese verdi dei colli euganei? Macché, niente. Mente vuota.

La pagina Word del pc pure. Vuota.

Davanti a lui si profilano, crudeli, la pagina bianca e quel maledetto cursore intermittente che attende che il presunto scrittore cominci a scrivere.

Il pensiero di star fallendo, di non riuscire a soddisfare la richiesta del committente (per la quale è già stato versato un anticipo sulla fiducia) è frustrante, avvilente e gli procura un mix di emozioni e pensieri negativi.

La frenesia di accogliere tutti i suggerimenti che la vita, nel suo naturale procedere giorno per giorno, gli offre si scontrano con la realtà che... di suggerimenti non ne arrivano proprio.
Il vuoto assoluto.

Un vuoto riempito dal panico, dalla rabbia, dalla frustrazione, dalla paura di non essere (semplicemente?) in grado di costruire ab nihilo una trama, di infilarci dentro un protagonista e dei personaggi, immaginandone le dinamiche, le interazioni, di collocarli in un contesto storico-sociale...: Alessandro è ossessionato dalla ricerca di un'ispirazione che sembra sfuggirgli, che pare ridere di lui e scappare lontana, lasciandolo solo, incompreso, senza risorse alcune, senza idee.

Anche l'amata Clara non lo capisce davvero e la sua irritante accondiscendenza non è di stimolo né di aiuto. Anzi, fa sentire il fidanzato ancora più solo.

Strisciante e perfido, il pensiero di contattare Marinetti, ridargli i soldi e abbandonare il progetto, si insinua ed è forte. Un pensiero fisso.

Riuscirà Alessandro ad acchiappare finalmente questa benedetta ispirazione e a scrivere il romanzo per Giancarlo?
Quanto pesa il fatto che nel suo caso scrivere un libro sia frutto di una richiesta, di una precisa  commissione, accompagnata da un pagamento, come se si trattasse di un normalissimo lavoro da consegnare (seppur senza scadenza)?
È forse la richiesta in sé a bloccare, o addirittura a far morire sul nascere, la possibilità di lasciarsi guidare da una genuina ispirazione?


Il romanzo ruota molto attorno alla tematica dell'ispirazione e l'autore lascia che il protagonista si perda nelle proprie elucubrazioni e riflessioni su cosa voglia dire essere ispirati, su cosa l'"accenda", se essa scatti a prescindere dalla volontà dell’artista o se questi decida, con un suo preciso meccanismo mentale, quando è il momento di lasciarsi guidare dall'ispirazione, e ancora se esistano luoghi adatti a coltivare la propria arte e a favorirne la creazione.

Il ritmo narrativo non è serrato, come potete immaginare dal fatto che è pregno di pensieri e meditazioni, in particolare sull'argomento principale, ma anche sulla letteratura, l'arte, il calcio (il Milan), il cinema (viene menzionato un film che è tra i miei preferiti, come lo è per Alessandro: "Il Corvo", reso iconico dalla presenza dell'attore Brandon Lee, che purtroppo perse la vita proprio mentre girava una scena del film), la filosofia  e, a tal proposito, è molto interessante il riferimento al filosofo Leibniz, da cui l'autore riprende il titolo stesso del libro.

Mi è piaciuta l'attenzione posta alle mille domande e speculazioni di Alessandro, che ne fanno emergere la personalità, le insicurezze; la commissione cambia per sempre la sua esistenza, proiettandolo in una dimensione a lui sconosciuta e, se è vero che lo getterà in una profonda crisi, dall'altro affinerà sicuramente la sua sensibilità e la sua capacità di guardarsi dentro, senza filtri ma con estrema - e a volte dolorosa - onestà, con la consapevolezza che per esprimere la propria creatività non deve guardare a quella degli artisti passati ma scrutare dentro sé stesso.

Un romanzo breve ma che mi è piaciuto per i ritratti psicologici dei personaggi, che sono profondi, riflessivi e ben caratterizzati, e per lo stile di scrittura, preciso, molto piacevole, accurato e non banale. 


4 commenti:

  1. Molto interessante, d'altronde molti cantanti per es, hanno un loro grande successo poi ,pur avendo composto altro in quei casi, di loro si ricorda solo quel brano... Forse nel caso del protagonista l'ansia di dover fare qualcosa e soprattutto il timore di non essere all'altezza qualitativa del racconto che gli procura tutta questa attenzione, è una delle ragioni del foglio bianco che non si riempie. Il fatto di non sapere da cosa partire è anche un suo limite però. Mi spiego: io sono in un settore opposto al romanzo, ma ho pensato che la cosa più diffiicile non sia decidere di cosa parlare, ma di come parlarne in un modo nuovo e soprattutto saper mantenere una coerenza temporale e strutturale. Mi attira questo libro proprio per capire come finisce e cosa stia davvero angosciando il personaggio nella sua difficoltà a trovare una tema, tema che col racconto aveva trovato da sé.

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    1. E' molto probabile che il fatto di scrivere su commissione metta una sorta di blocco alla creatività e all'ispirazione del protagonista, che si ritrova a "dover scrivere" un libro senza averne sentito lui per primo il desiderio e la motivazione.
      Grazie per il tuo commento, vai sempre in profondità :)

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  2. Io penso che l'ispirazione non arriva se c'è grande pressione. Per riempire quei fogli bianchi devi trovare l'idea giusta che può presentarsi quando meno te lo aspetti :)

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    1. è proprio quello che accade al protagonista, infatti! il fatto di dover scrivere come se fosse un compito assegnato non lo aiuta...
      Ciao Aquila!!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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