lunedì 11 giugno 2012

RECENSIONE: TOPI di Gordon Reece




Eccomi qui ben presto a scrivere il mio parere su un thriller che mi ha presa moltissimo dalla prima all'ultima pagina, tanto da divorarlo letteralmente in non più di mezzo pomeriggio!!!
Sto parlando di...

TOPI
di Gordon Reece

Topi
Edizioni Giunti Editori
Collana A
Traduzione di Rota Sperti S.
320 pp
16 euro
Anno gennaio 2011
Sinossi

Impaurite e remissive, Shelley e sua madre sono abituate a subire: dal padre che le ha abbandonate scappando con una ventenne, dalle compagne di scuola che con le loro violenze hanno rovinato il volto di Shelley, dai colleghi di lavoro della madre. 

Per questo decidono di ritirarsi in una tranquilla casa di campagna - Honeysuckle Cottage -  lontana da tutto e da tutti: in fondo sono topi e i topi hanno bisogno di un nascondiglio per sottrarsi agli artigli dei gatti. 
Ma una notte un balordo entra in casa, le lega e le minaccia per ore. 
La rabbia per l'ennesimo sopruso fa esplodere in Shelley una ferocia mai provata: la ragazza riesce a liberarsi, insegue il ladro e lo pugnala fino ad ammazzarlo con l'aiuto della madre. Nello spazio di una notte, le due donne si trovano trasformate da vittime in carnefici. 
Da topi in gatti. 
In un crescendo sbalorditivo di colpi di scena, madre e figlia decidono di seguire il nuovo corso degli eventi. 
Fino a che punto saranno disposte a spingersi per occultare l'omicidio e restare impunite?
E se non sono più topi..., cosa sono diventate?

L'autore.
Gordon Reece, nato nel Regno Unito, attualmente residente in Australia, è scrittore d illustratore a pieno tempo dal 1999, dopo essere stato insegnante e avvocato; ha scritto 15 libri per bambini e young adults, pubblicati il Australia e in Spagna, dove ha vissuto per 6 anni.

LA MIA RECENSIONE

Come ho anticipato all'inizio, ho letteralmente divorato questo libro, in tre-quattro ore, non di più.
Il ritmo è talmente incalzante, c'è una tensione, una suspense, che non poteva lasciarmi indifferente e non rendermi coinvolta dalla lettura tanto da permettermi di rimandarla a un secondo momento.

La voglia di sapere le successive mosse delle due eterne topoline, Shelley e la sua mamma, mi ha accompagnato dalla prima all'ultima pagina.
Merito della bravura dello scrittore che, con la trama narrata, i personaggi e la loro psicologia così onestamente disegnata, il ritmo incalzante... mi hanno preso ogni interesse.

Premetto che sono per natura appassionata di tutto ciò che riguarda le "ingiustizie", a qualsiasi livello; il fatto che un'adolescente dolce, ingenua, remissiva - troppo! - fosse vittima di episodi di bullismo allucinante, mi ha molto colpito emotivamente e già questo era bastato ad alzare il mio interesse, perchè sono sempre alla ricerca di personaggi che mi diano forti emozioni e Shelley ne dà, anche perchè lo scrittore ha giustamente dato voce alla nostra protagonista, lasciando che ci raccontasse tutta la vicenda in prima persona, come se scrivesse un diario, un memoriale nel quale rivela sentimenti, paure, sofferenze, speranze.

Leggendo, non puoi non immaginarti ogni scena, ogni movimento, ogni sguardo: mi sembrava di vedere un film, uno di quei thriller che iniziano con una trama semplice e che poi si fanno via via intricati, non tanto dal punto di vista dell'intreccio narrativo - voglio dire, di per sè il soggetto di due persone finora vissute sempre all'ombra che a un certo punto si ribellano alla malvagità subita non è nuovo e originalissimo -, ma ciò che rende il romanzo avvincente è l'aspetto psicologico.
Reece ci ha mostrato come la "piccola e buona Shelley", una ragazzina d 16 anni, fuggita da una realtà - la scuola che era diventata un inferno e la "casa coniugale" che le ricordava troppo i momenti felici col papà, che le aveva abbandonate - assolutamente dolorosa, troppo aggressiva per una debole come lei, giunga all'improvviso - a causa di un evento inaspettato e sgradito - a cambiare e a trasformarsi in "qualcuno" di diverso..., opposto a ciò che è sempre stato.

Alla luce di ciò che successe in seguito, ho riflettuto spesso su come il loro aspetto cambiò quasi di pari passo con il loro atteggiamento nei miei confronti. E mi sono chiesta spesso se c’era qualche collegamento fra le due cose. Il nostro aspetto esteriore influenza la nostra personalità? O è la nostra personalità a influenzare il nostro aspetto?Sono i colori di guerra a trasformare il membro di una tribù in un feroce guerriero, oppure un guerriero si dipinge con i colori di guerra per sbandierare la sua ferocia?Un gatto ha sempre un aspetto da gatto? Un topo ha sempre un aspetto da topo?

Questo si chiede Shelley davanti all'inspiegabile ed improvvisa cattiveria delle sue ex-amiche di scuola e di giochi - Jane, Teresa ed Emma - che ad un certo momento iniziano a prenderla di mira e a farle del male, non soltanto dal punto di vista psicologico, ma anche fisico, tanto da arrivare a rovinarle la faccia con il fuoco...

Leggere i soprusi su Shelley per me è stato "duro", difficile, perchè mi è montata su tanta rabbia e senso di impotenza al pensiero che nella realtà ci siano davvero soggetti del genere - cattivi gratuitamente - e che per alcune persone la vita debba risultare particolarmente complicata sin dalla giovane età.

Purtroppo Shelley è come sua madre: remissive, tendenti a subire in silenzio, mai una ribellione, mai una sgarbatezza verso i propri aguzzini...

Finchè.... una notte qualcosa cambia e sconvolge la vita delle due donne.
Eh sì, perchè proprio quando la pace e la tranquillità a Honeysuckle cottage regna incontrastata, un drogato poco più che ventenne, che a malapena si regge in piedi per l'alcool e la droga, uno scarto della società, viene a rovinare l'oasi felice di Shelley e sua madre.... che da questo momento in poi cambieranno....!
Non solo si ritroveranno a tirar fuori tutto il coraggio necessario per affrontare il ladro, ma la rabbia e la frustrazione per le tante ingiustizie subite, e che le hanno sempre viste vittime silenziose, esploderanno all'improvviso e sconvolgeranno le loro esistenze.

Il cambiamento non avverrà dall'oggi al domani, non interiormente almeno: gli incubi, i tormenti, i pensieri fissi sulla reazione verso l'intruso, tortureranno la mente e le giornate di Shelley, ma questo non le impedirà di andare avanti con l'obiettivo finale e mamma topo e topolina al seguito tireranno fuori non solo coraggio e rabbia, ma anche lucidità e sangue freddo per evitare in tutto e per tutto conseguenze catastrofiche.
Ormai nulla le può spaventare, nessun carnefice sarà più tanto cattivo da non poter ricevere la giusta reazione e la giusta vendetta da parte delle due donne: gli eventi della vita ti cambiano...

Non era più un topo a parlare; non ci sarebbero state più fughe lungo il battiscopa in cerca di un posto dove nascondersi, né attimi di immobilità nella speranza di non essere visti. Mi sentivo più forte, più sicura, più capace che mai. La vita era brutale. La vita era feroce. La vita era una giungla. Ormai lo sapevo. Lo accettavo. E dicevo: fatti sotto. Non sarei stata mai più una vittima. Mai più.


NON POSSO NON CONSIGLIARLO :)

3 commenti:

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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