Ad occuparsene c'è il commissario Achille Schietroma, burbero, con qualche vizio che danneggia la salute, ma altresì tenace e caparbio nel risolvere la complessa indagine.
DALLA PARTE DELL'ASSASSINO
DALLA PARTE DELL'ASSASSINO
di Pietro De Sarlo
Altrimedia Ed. 228 pp 18 euro Maggio 2020 |
Siamo in presenza di una sorta di Angelo della Morte convinto di dover spazzar via i malvagi da questa terra corrotta?
Una cosa è certa: va fermato prima che i cadaveri aumentino.
Prima un prete con un passato di accuse infamanti, poi un certo Silverio Minotti, un pezzo grosso che aveva conoscenze altolocate: su ambedue i corpi c'è il buchino in cui è stato introdotto del veleno attraverso un ago.
Interrogando la fedelissima segretaria del Minotti, la conturbante Antonia, il commissario Achille Schietroma del Tuscolano X apprende che l'uomo era in possesso di documenti riguardanti molte persone importanti nel panorama politico, economico, imprenditoriale..., e se il loro contenuto compromettente uscisse allo scoperto, cadrebbero tante teste e ne verrebbe fuori una vera e propria crisi nazionale.
Nei giorni successivi, altri morti seguono fin troppo velocemente, e tutte queste persone sono legate le une alle altre in quanto intrattenevano rapporti d'affari. Molti dei quali decisamente poco puliti...
Ma a far ammattire Achille non ci sono solo i cadaveri eccellenti fatti fuori con una punturina: ogni giorno interagisce con i suoi sottoposti, che saranno pure dei bravi ragazzi ma non capiscono le sue battute e il suo sarcasmo un po' amaro e spesso lo guardano perplessi e immobili come dei salami: in particolare, accanto a lui c'è il fedelissimo ispettore Luigi Gianturco, un trentacinquenne cortese e ligio ai propri doveri, che però si lascia sedurre da Antonia, tanto da attrarsi l'ironia e le spiritosaggini del suo superiore; in seguito Schietroma sarà affiancato dall'agente Rezzonico, serioso, quasi incapace di sorridere e di star dietro ai discorsi e all'esuberanza di Achille, il quale spesso durante le giornate sbotta seccato perché è circondato da gente che non lo capisce.
I grattacapi non si limitano soltanto al posto di lavoro: i figli son cresciuti e hanno preso la propria strada lontani dal focolare domestico (entrambi sono fuori dall'Italia e Achille non si dà pace: possibile che non ci siano opportunità lavorative a Roma per loro?!?!), e l'uomo è rimasto con la bella moglie Virginia nella loro casa.
Quale occasione migliore, questa, per ritrovarsi come due piccioncini soli soletti nel loro nido d'amore?
E invece no, a regnare è la distanza, l'indifferenza: la donna è sfuggente, distratta, risponde a monosillabi ai tentativi maldestri del marito di chiacchierare, e pare avere altri pensieri per la testa.
E così, per cercare di sfogare il nervosismo accumulato dentro e fuori, il brusco e un po' cinico Schietroma si sfoga con le sigarette (alternando quella elettronica a quella "vera") e consultando i tarocchi, che però non promettono mai nulla di buono, anzi paiono divertirsi a predire ogni giorno una disgrazia.
Inoltre a far aumentare i livelli di stress ci pensa la stampa, che ovviamente mette sotto pressione il Tuscolano X, insinuando come all'interno vi lavorino degli incapaci che non sono in grado di acchiappare un serial killer; come se non bastasse, ci si mettono pure i social, su cui l'assassino sembra essere diventato famoso nonché oggetto di ammirazione da parte di molti...
Insomma, il caso è particolarmente ingarbugliato, il povero questore gli sta col fiato sul collo, i morti non sono dei poveracci la cui brutta fine passa inosservata, tutt'altro: indagando e scontrandosi con molti ostacoli e tante reticenze da parte degli interrogati, Schietroma dovrà districarsi tra grovigli di bugie e torbidi segreti, fare i conti con lo squallore di un mondo contrassegnato da corruzione, da richieste sessuali in cambio di favori, da gente senza scrupoli che si venderebbe anche la madre pur di soddisfare le proprie brame di danaro e potere.
Forse è vero: colui che sta uccidendo questi delinquenti in giacca e cravatta, sta facendo un favore all'umanità, ripulendola - almeno in parte - da certi individui di dubbia moralità (o di sicura immoralità), ma non c'è tempo per fare filosofia: la sete di vendetta di questo fantomatico giustiziere può avere risvolti inaspettati e pericolosissimi e lui, Achille Schietroma, è un servitore dello stato, un poliziotto, e come tale ha il dovere di assicurare l'assassino alla giustizia.
Intanto, ad infittire il mistero contribuisce, sullo sfondo di questo mondo marcio, la presenza inafferrabile ma concreta di un uomo, chiamato con rispetto e timore Maestro e con la passione per i libri antichi; anche su di lui Minotti ha un dossier molto interessante...
Questo romanzo di Pietro De Sarlo (di cui ho letto il noir L'ammerikano) è un giallo molto piacevole, con una trama interessante, dal ritmo vivace che, nel delineare un quadro tristemente realistico e moralmente deplorevole di questo nostro Paese, affronta tematiche attuali (dalla corruzione presente in certi ambienti ai reati ambientali), e lo fa con una vena ironica, seppur amara, incarnata proprio dal protagonista, Achille Schietroma, tanto ruvido nei modi quanto schietto e sanguigno, un commissario e soprattutto un uomo che, al di là della mediocrità che lo circonda e delle proprie umane insicurezze, possiede una natura onesta che lo porta a cercare di fare bene il proprio lavoro sempre e comunque.
Ringrazio l'autore per avermi dato l'opportunità di leggere il suo romanzo, e ve lo consiglio, tanto più se vi piacciono i gialli in cui non c'è semplicemente un caso da risolvere e un serial killer da acciuffare, ma dove emerge senza mezzi termini anche tutto il marciume presente nell'essere umano quando si lascia guidare dall'egoismo e dal dio denaro.
Non lo conoscevo, ma sembra molto intrigante.
RispondiEliminaBuona domenica!
È un buon giallo, come lettura estiva è perfetto ;)
EliminaBuona domenica a te!