venerdì 12 dicembre 2025

[ Recensione ] FAHRENHEIT 451 di Ray Bradbury

 

"Riempiti gli occhi di meraviglie, vivi come se dovessi cadere morto fra dieci secondi!"
In questo celebre classico della letteratura distopica, un uomo viene spinto ad interrogarsi su ciò che è giusto e sbagliato all'interno della società in cui vive: è davvero una persona libera? Non è piuttosto schiavo di un modo di vivere che lo vede passivo e privo di stimoli e interessi?
Esiste una strada che può condurre verso la libertà da un'esistenza che è in realtà una prigione?


FAHRENHEIT 451 
di Ray Bradbury



Mondadori
trad. G. Monicelli
180 pp
Guy Montag è sposato con Mildred e fa il pompiere, ma il mondo in cui vive non prevede che si spengano incendi bensì che li si appicchino per bruciare... libri! 
E così Montag, armato di lunghi lanciafiamme, irrompe nelle case dei ribelli che si ostinano a tenere ancora libri in casa (e addirittura a leggerli!) e li bruciano.
Può capitare che non brucino solo "la carta", se il sovversivo si intestardisce a non voler uscire fuori dalla propria abitazione in fiamme...

È questo che dice la legge ed è così che Montag fa, anche se sente di non essere per nulla felice della propria esistenza, compreso il proprio matrimonio.

Qualcosa dentro di lui avverte che la sua è una vita da alienato e che è simile ad una marionetta mossa da fili che sono altri a gestire, intontito da giornate sempre uguali, immerso in inutili e sterili chiacchiere provenienti dai giganteschi schermi televisivi e dalle voci meccaniche e noiose che ripetono sempre gli stessi slogan pubblicitari.

Per non parlare di sua moglie: una donna indifferente e passiva, che sembra prendere vita solo quando incontra le proprie sciocche amiche e insieme ciarlano di frivolezze senza senso.

Ma un giorno qualcosa accade e sarà l'inizio di una rivoluzione interiore per Montag, qualcosa che egli non potrà fermare in alcun modo, anzi non vorrà fermarla.
Un giorno incontra una vicina di casa, una ragazza di nome Clarisse McLellan, che da subito dimostra di essere diversa da chiunque altro: lei è vivace, piena di vita, intelligente, dotata di quello spirito critico tipico delle persone che riflettono, pensano... e leggono!
Clarisse appartiene a una famiglia che ama e ricerca l'istruzione, la conoscenza, la lettura di libri ormai censurati dal governo perché ritenuti "pericolosi" per la quiete e la pace della società.
Guy incontrerà ancora Clarisse, restando affascinato dalla sua parlantina e dal coraggio che ella ha di "sfidare" le direttive del governo, mettendo la propria sete di conoscenza e il valore dei libri anche davanti alla propria incolumità.

Purtroppo, non molti giorni dopo, la ragazza sparirà all'improvviso, così com'era apparsa.

Che n'è stato di lei? Forse qualche spia l'ha denunciata al governo perché si è scoperto che possedeva e leggeva libri?

Guy non sa che pensare e cosa fare, ma una cosa è certa: dentro di lui, anche in virtù di alcune operazioni compiute nel corso del proprio lavoro (che lo turbano non poco), cominciano a germogliare dei semini, dubbi e domande sul tipo di esistenza in cui è immerso e che lo sta rendendo un essere morto dentro, grigio, privo di interessi, di motivazioni. Montag sente accendersi una forte curiosità per i libri, che evidentemente devono essere davvero importanti se il governo si affatica per scovarli e bruciarli.

Perché? Cosa c'è scritto nei tanti volumi che ancora si trovano in alcune abitazioni di uomini e donne impavidi?

«come potrò io lasciare in pace me stesso? A noi occorre non essere lasciati in pace! Abbiamo bisogno d'essere veramente tormentati una volta ogni tanto! Da quanto tempo non c'è più nulla che ti tormenti? che ti tormenti sul serio, per qualcosa che conti realmente?»

Pian piano egli comincia a leggere qua e là, a conservare e nascondere libri in casa, spaventando Mildred, che capisce che quella nuova passione del marito non potrà che portare guai.

E se il capo dei vigili del fuoco, Beatty, scoprisse che hanno dei libri in casa? Che ne sarebbe di loro?

Ma Montag, ormai, non lo ferma più nessuno e all'inizio proverà a far ragionare Mildred, a parlare addirittura con l'arrogante Beatty..., finché capirà che non sono gli interlocutori ideali per incoraggiare la sua sete di sapere.

Di sapere come si è arrivati a quel punto, ad odiare ed eliminare la cultura, bollandola come una minaccia per la serenità dell'umanità, resa - a causa della censura, dell'ignoranza, del consumismo, della negazione di ogni libertà d'espressione... - cieca, sorda, muta, inattiva, senza vita né tanto meno spirito critico.

"Riempi loro i crani di dati non combustibili, imbottiscili di "fatti" al punto che non si possano più muovere tanto son pieni, ma sicuri d'essere "veramente bene informati". Dopo di che avranno la certezza di pensare, la sensazione del movimento, quando in realtà sono fermi come un macigno. E saranno felici"

A fare da mentore a un sempre più curioso, anche se timoroso, Montag, sarà un uomo anziano, un ex docente universitario, anch'egli amante della cultura, della conoscenza, e che ha deciso di resistere al regime totalitario.
Grazie a lui, Montag si apre ad una nuova dimensione, un universo di luce non ancora offuscato dalle tenebre della imperante società tecnologica e si impianta nel suo cuore la speranza che ci sia ancora una via d'uscita per l'umanità, per ricostruire una società in cui ogni persona sia libera di essere sé stessa, di affermare la propria identità e di non vedersi oppressa da un regime che vuol soffocare ogni critica, domanda, contestazione, ragionamento personale a favore di una piatta omologazione e di un modo di vivere pieno di cose inutili e banali.


Che futuro ha un mondo in cui non c'è cultura, istruzione, in cui i libri vengono visti come un pericolo?
Il fuoco che li brucia è qui simbolo di un'empia purificazione che pretende di spazzar via ogni controversia, tutto ciò che crea conflitto e frustrazione, che non contribuisce alla felicità e alla pace.
La salvezza risiede in uomini come Montag, che cominciano a far girare le rotelline del cervello, a farsi domande, a mettere in discussione, ad aprire la mente alla conoscenza e a lasciarsi illuminare da essa.


«Sapete» proseguì, «che i libri hanno un po' l'odore della noce moscata o di certe spezie d'origine esotica? Amavo annusarli, da ragazzo. Signore, quanti bei libri c'erano al mondo un tempo, prima che noi vi rinunciassimo!»


Fahrenheit 451 è un romanzo molto bello, pubblicato per la prima volta nel 1953, e mi spiace di aver tardato tanto a leggerlo perché è davvero un classico contemporaneo da leggere assolutamente, e forse non una sola volta nella vita.
Denso di spunti di riflessione, di passaggi memorabili, attualissimo e profondo, oltre che incredibilmente scorrevole, questo libro va consigliato e letto ancora oggi perché ci ricorda come solo se la nostra mente è alimentata dalla conoscenza, dalla lettura, possiamo sviluppare la capacità di osservare il mondo, di valutare ciò che accade attorno a noi con intelligenza, di rifiutare tutto quello che addormenta e anestetizza le coscienze e che porta verso la censura e la repressione.

Bello; se non lo avete letto... LEGGETELO.



"I libri erano soltanto una specie di veicolo, di ricettacolo in cui riponevamo tutte le cose che temevamo di poter dimenticare. Non c'è nulla di magico, nei libri; la magia sta solo in ciò che essi dicono, nel modo in cui hanno cucito le pezze dell'Universo per mettere insieme così un mantello onde rivestirci.
Sapete perché libri come questo siano tanto importanti? Perché hanno sostanza. Che cosa significa in questo caso "sostanza"? Per me significa struttura, tessuto connettivo. Questo libro ha pori, ha caratteristiche sue proprie, è un libro che si potrebbe osservare al microscopio. Trovereste che c'è della vita sotto il vetrino, una vita che scorre come una fiumana in infinita profusione. Maggior numero di pori, maggior numero di particolarità della vita per centimetro quadrato avrete su di un foglio di carta, e più sarete "letterario". Questa è la mia definizione, ad ogni modo. Scoprire le particolarità. Particolarità nuove! I buoni scrittori toccano spesso la vita. I mediocri la sfiorano con una mano fuggevole.  Capite ora perché i libri sono odiati e temuti? Perché rivelano i pori sulla faccia della vita. La gente comoda vuole soltanto facce di luna piena, di cera, 
facce senza pori, senza peli, inespressive."




2 commenti:

  1. L'ho letto agli inizi di quest'anno, mi pare gennaio o febbraio. Veramente interessante. Offre un mare di spunti per riflettere.

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  2. Verissimo! Io sono contenta di averlo recuperato.
    Ciao Andrea (⁠•⁠‿⁠•⁠)

    RispondiElimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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