Recensione di un libro che mi gironzola attorno dall'epoca delle medie.
TONIO KROGER
di Thomas Mann
Ed. Einaudi Nuovi Coralli 89 pp 7.23 euro 2008 |
Scritto nel 1903, questo racconto è la storia del lento pervenire del giovane Kroger alla coscienza della propria diversità dai coetanei.
In una condizione di totale isolamento la sua sensibilità si dibatte nell'antinomia tra origini borghesi e attrazione per l'arte.
Il contrasto fra arte-malattia da un lato e borghesia-normalità dall'altro - matrice della poetica di Thomas Mann - si manifesta nel silenzioso idillio con Ingeborg Holm e nell'incompresa amicizia per Hans Hansen: le due figure che costituiranno per sempre i limiti della solitudine e della gelosia di Tonio Kroger.
Il racconto affronta i grandi temi, tra romanticismo e decadentismo, che Mann svolgerà in tempi più maturi.
Arte come decadenza, come malattia fisica, come acuirsi della sensibilità, come male morale: i lineamenti del giovane Kroger anticipano, i parte, quelli dello scrittore Aschenbach della Morte a Venezia e del compositore Leverkuhn del Doctor Faustus.
il mio pensiero |
Tonio Kroger è stata una di quelle letture d'Antologia delle scuole medie che, non so perché, mi son rimaste impresse....
E dopo molti anni, mi son decisa a riprendere in mano questo breve romanzo di Mann e a ritrovarvi le ragioni di questo ricordo affezionato.
Leggendo e conoscendo Tonio ho capito cosa me lo rendeva "simpatico" anni fa: il suo carattere schivo, introverso, tendente alla malinconia, alla riflessione, all'introspezione, quel guardare a se stesso e agli altri con struggimento.
Beh, ora come ora non è che mi senta molto "Tonio" ma da adolescente credo di essere stata una piccola personalità molto simile a quella di cui ci parla Mann ed è facile che io, quel tempo, lo sentissi affine a me.
Nelle poche pagine che parlano di lui, seguiamo il protagonista nel suo essere prima un giovinetto e poi un uomo adulto; seguiamo le sue "elucubrazioni" mentali e soprattutto i suoi sentimenti mai dichiarati ma vissuti sempre e solo in e con se stesso.
In particolare, a segnarlo sono stati i suoi due "amori" adolescenziali: l'affetto per l'amico Hans Hansen e l'infatuazione per la bella e bionda Ingeborg.
Due amori differenti per natura ma simili per la loro impossibilità ad essere vissuti, da parte del timido e chiuso Tonio, figlio del dignitoso e glaciale console Kroger e della focosa e "lontana" mamma.
Tonio guarda Hans e Inge con gli occhi di chi si rende conto di essere diverso, di avere propensioni ed interessi lungi dal piacere a tutti, che anzi lo allontanano dai suoi "simili", da coloro la cui stima e la cui attenzione vorrebbe ricevere.
Tonio ha un gran desiderio di essere apprezzato, amato, ma allo stesso tempo sembra destinato a smarrirsi, ad incarnare un tipo di esistenza sola, votata all'arte, alla poesia, vissute pienamente, come
"un borghese smarrito nell'arte, uno scapigliato nostalgico della buona educazione giovanile, un artista con la coscienza sporca. (...) Io sto tra due mondi, in nessuno sono di casa, e per tale motivo mi trovo un po' in difficoltà.".
Tonio guarda queste due personalità allegre, felici, così profondamente opposte a lui, così malinconico e riflessivo, e sente un po' di invidia perchè Hans e Inge gli sono così lontani, irraggiungibili, e pur avendo avuto la possibilità di averli vicino fisicamente, non è riuscito a lasciare nulla di sè nelle loro vite nè ad invitarli nella sua e se ne renderà conto maggiormente quando, da adulto, li rivedrà...
"Certuni son costretti a smarrirsi, perchè una via giusta per essi non esiste affatto".
Non è una lettura che "prende", emoziona, coinvolge; lo stile e il ritmo dell'Autore tedesco sono molto lenti, densi di riflessioni e pensieri del protagonista; un libro breve, con un personaggio che può avere il suo fascino, ma che probabilmente non resta nel cuore tra gli "indimenticabili"...., almeno non per me..
PARTECIPO A.... |
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz