sabato 16 gennaio 2016

Recensione: LESSICO FAMIGLIARE di Natalia Ginzburg



Natalia Levi nasce a Palermo il 14 luglio1916 da famiglia ebraica di origine triestina.
Suo padre, Giuseppe Levi, è stato professore universitario; la mamma Lidia una casalinga; e poi c'erano i tre fratelli, Gino, Mario e Alberto, e la sorella Paola; tra tutti i figli, Natalia è la più piccola, ed è colei che ci racconta la storia della sua famiglia in...

LESSICO FAMIGLIARE
di Natalia Ginzburg


LESSICO FAMIGLIARE

Con qesto libro autobiografico, la scrittrice ci lascia entrare nella sua infanzia e nella sua famiglia, rivelandocene la quotidianità nei modi di dire e di fare, i vizi e le virtù, pregi e difetti, litigate e quant'altro, insomma parlandoci di tutto quello che ha caratterizzato la famiglia Levi.

E così conosciamo i suoi genitori, il burbero Giuseppe - chiamato Beppino -, scienziato e medico molto stimato, amante della montagna e del'alpinismo, dal carattere non proprio facile, anzi: un uomo che vorrebbe imporre i propri gusti e il proprio pensiero su ogni cosa a tutti.
Ama tutto ciò che è scienza e guarda con sospetto romanzi e poesie; ha sempre in bocca rimproveri - in particolare dà dell'asino a tutti, moglie, figli, conoscenti... - e strilli, non accetta opinioni diverse dalle proprie e vorrebbe poter essere ascoltato e obbedito dai familiari, senza peraltro riuscirci.
Beppino, con le sue continue rimostranze e il suo caretterino, scatena un mix di simpatia e irritazione, perchè se da una parte un padre così petulante nessuno lo vorrebbe, dall'altra il suo modo di esprimersi, le sue grida, gli atteggiamenti buffi... ci fanno anche inevitabilmente sorridere, e in fondo ce lo rendono abbastanza simpatico, un po' come una macchietta divertente con la quale bisogna avere pazienza.

E poi c'è la mamma dell'Autrice, Lidia, una donna sempre d'animo lieto, che cerca di vedere positivo salvo poi lamentarsi perchè s'annoia e non sa come passare il tempo; a salvarla ci pensano il cinematografo, le passeggiate con la figlia maggiore Paola, e la comune passione per i vestiti.

Natalia, che è la piccola di casa, guarda genitori e fratelli con il suo sguardo critico, lucido, stupito, curioso, forse anche divertito davanti alle scaramucce tra fratelli (tutti dal carattere un tantino irascibile; del resto, con un padre nervoso e focoso come Beppino...!), ai capricci materni, ai rimbrotti di un padre esigente con i figli asini e sempre scontento di loro, e in mezzo a loro lei cresce, diventa una signorina un po' taciturna e amante della scrittura.

Le storie della famiglia Levi si stagliano sullo sfondo del periodo dell'ascesa del fascismo e della conseguente guerra mondiale; in famiglia sono tutti antifascisti, posizione espressa apertamente con orgoglio, e che costerà agli uomini di casa Levi diversi arresti e la necessità di nascondersi per evitare il peggio.

Attorno alla vita di Natalia e della sua bislacca famiglia, leggiamo i nomi di personaggi politici e di letterati illustri: da Turati a Croce, da Cesare Pavese a Leone Ginzburg, e quest'ultimo sarà il primo marito della nostra Autrice.

Lessico famigliare racconta le vicende di una famiglia, con onestà e schiettezza, con un linguaggio essenziale, privo di buonismi e smancerie inutili, ma non per questo freddo e asettico - anzi, vi ritroviamo la sensibilità dello sguardo di una piccola grande donna, il suo ricordare con un pizzico di nostalgia certi episodi, che la legheranno per sempre ai suoi strambi familiari e anche ai tanti amici e conoscenti, che hanno satellitato nella loro vita.

Un'autobiografia scritta con ironia e affetto, in cui emergono i caratteri e le personalità dei membri di casa Levi, in particolare il lessico da essi utilizzato che strappa più di un sorriso al lettore.

E' un libro che si legge con scorrevolezza, grazie a un ritmo e una scrittura vivaci, che colpisce sorattutto per la vividezza e la spontaneità, da parte della scrittrice, nel raccontare i tanti aneddoti di vita familiare e ancor di più il temperamento e le peculiarità dei propri cari, fino a darcene un ritratto estremamente vero.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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