La gente scompare di continuo; e se è vero che non tutti gli scomparsi tornano a casa (e non tutti vivi), è altrettanto vero che solitamente dietro le sparizioni ci sono comunque delle motivazioni, più o meno note.
La protagonista di questa saga sparisce senza una ragione, in un giorno come un altro, mentre è nei pressi di un sito storico composto da un cerchio di pietre.
Da quel momento la sua vita prenderà strade inattese ed impensabili e si ritroverà nella Scozia di duecento anni prima.
LA STRANIERA di Diana Gabaldon
«Sono state quelle rocce... la collina incantata. Le pietre giganti, le pietre di mago Merlino. È da lì che sono venuta.» Respiravo affannosamente, quasi singhiozzando, sempre più incapace di esprimermi a ogni secondo che passava. «C’era una volta, ma in realtà sono duecento anni. Sono sempre duecento anni, nelle storie... Ma, nelle storie, le persone tornano indietro. Io invece non sono potuta tornare.»
Nel 1945, ad Inverness *, Claire Beauchamp Randall sta vivendo una sorta di luna di miele con il marito; la guerra è finita da poco e la coppia spera di potersi finalmente ritrovare (in tutti i sensi) dopo essere stati separati per sei anni a causa del conflitto: Claire, infatti, è stata impegnata al fronte come infermiera e suo marito, Frank Randall, ha lavorato come spia nei servizi segreti britannici.
I due non hanno figli e, chissà!, magari questi giorni tutti per loro, trascorsi nella bella città scozzese piena di storia e cultura, potrebbero portare finalmente "il frutto" tanto sperato e atteso.
Frank è un intellettuale e un accademico, esperto di Storia, e non fa che entusiasmarsi parlando di argomenti a carattere storico; in particolare, è affascinato dagli alberi genealogici, dal proprio soprattutto, studiando il quale - e confrontandosi in vivaci conversazioni con un amico, il reverendo Wakefield - apprende di essere il discendente di Jonathan "Black Jack" Randall, un famoso ufficiale inglese, vissuto nel diciottesimo secolo, attorno al quale ci sono testimonianze non proprio lusinghiere e che, anzi, lo dipingono come un individuo crudele e molto temuto proprio per la mancanza di umana pietà.
Claire e Frank stanno trascorrendo, quindi, un tempo di serenità e pace, passeggiando e godendo dei bellissimi paesaggi delle Highlands, dei siti più antichi sulle cui storie e leggende lui rende edotta lei, assistendo ad un affascinante rito pagano presso le pietre di Craigh Na Dun, ascoltando - con una sensazione di turbamento mista a divertimento - la sibillina lettura della mano da parte di Mrs Graham (la simpatica governante di Mr Wakefield), lasciandosi andare a momenti di intimità e passione nell'accogliente camera della pensione di Mrs Baird e raccogliendo erbe officinali (Claire ne è appassionata) presso il già citato cerchio di pietre.
Claire e Frank stanno trascorrendo, quindi, un tempo di serenità e pace, passeggiando e godendo dei bellissimi paesaggi delle Highlands, dei siti più antichi sulle cui storie e leggende lui rende edotta lei, assistendo ad un affascinante rito pagano presso le pietre di Craigh Na Dun, ascoltando - con una sensazione di turbamento mista a divertimento - la sibillina lettura della mano da parte di Mrs Graham (la simpatica governante di Mr Wakefield), lasciandosi andare a momenti di intimità e passione nell'accogliente camera della pensione di Mrs Baird e raccogliendo erbe officinali (Claire ne è appassionata) presso il già citato cerchio di pietre.
Sarà la sua ultima azione in questo tempo, visto che le basterà toccare, senza troppi pensieri, i massi, per sentirli urlare, provare sensazioni di smarrimento mai provate prima, svenire e risvegliarsi... nello stesso posto.
Ma in un anno differente.
Le pietre di Craigh Na Dun si rivelano essere una sorta di portale magico che permette a Claire di "viaggiare nel tempo".
Rumori di zoccoli di cavalli al galoppo, esaltati e feroci guerrieri scozzesi in kilt, soldati delle Giubbe Rosse: ma che sta succedendo attorno a lei? Il mondo è impazzito? È finita accidentalmente su un set cinematografico?? Lo sgomento inizialmente fa da padrone e di certo nessuna persona dotata di buon senso e razionalità crederebbe mai di essere stata trasportata (come? da chi??) in un'altra epoca.
Ma proprio in quanto intelligente e assennata, Claire deve, suo malgrado, accettare ciò che alla ragione sembra assurdo; non sa come sia possibile, ma è proprio come teme: quelli attorno a lei non sono attori che recitano in costume, ma soldati inglesi e highlanders in carne ed ossa... e tutti fanno sul serio!
Il primo incontro con queste persone di un tempo lontanissimo dal suo, è nientemeno che con un soldato somigliante in maniera impressionante a Frank, tanto che Claire lo scambia per lui.
Ma la realtà è che il marito è rimasto dall'altra parte e quell'uomo arrogante e pericoloso altri non è che il capitano Jonathan Randall, l'antenato di Frank!
Da quel primo e per nulla lieto incontro, la situazione si fa sempre più avventurosa: dopo essere stata "rapita" (e salvata) da un tipo tozzo, musone e taciturno che è evidentemente uno scozzese in fuga dagli inglesi, la donna conosce il capo di una combriccola che la prende "in custodia": Dougal MacKenzie, il quale prende con sé e i propri uomini l'inglese Claire, convinto che si tratti di una spia al soldo degli inglesi; così la donna si ritrova a viaggiare in groppa ad un cavallo assieme a questi uomini ruvidi e privi di maniere gentili.
Fa eccezione il giovanissimo guerriero dai capelli rossi, Jamie, l'unico a relazionarsi con Claire - che lui chiama da subito, e con un tono simpatico, Sassenach - amichevolmente e ben presto tra i due si instaura un legame d'amicizia, complicità, comprensione che imbarazza lui e comincia via via a turbare anche lei.
Per una serie di motivi - legati in particolare alla malvagità e alla perfidia di Black Jack Randall, che dà la caccia a Jamie e, in un certo senso, anche a Claire, seppure per ragioni diverse - quest'ultima è "costretta" a sposare il bel Jamie, cosa che la fa sentire in colpa, anzitutto perché le sembra di tradire Frank, anche se, tecnicamente, in quell'epoca (siamo nel 1743) lui non è ancora nato, e poi perché comunque non è innamorata di quell'uomo, col quale si ritrova a condividere anche l'intimità.
"Tu sei Sangue del mio Sangue,
e Ossa delle mie Ossa.
Ti dono il mio Corpo,
così saremo una sola Cosa.
Ti dono il mio Spirito,
finché l’Anima nostra non sarà resa."
Non sarà facile tenere a bada i moti del cuore traditore e tra i due sposi il legame si farà sempre più
profondo ed intimo, anche se la ragione impone alla "viaggiatrice" di non affezionarsi a nessuna persona di quest'epoca perché ella non appartiene a questo mondo, viene dal futuro e là spera di tornare, possibilmente fuggendo a Craigh Na Dun e tentando di rifare l'esperienza, ma al contrario.
source Craigh na dun |
profondo ed intimo, anche se la ragione impone alla "viaggiatrice" di non affezionarsi a nessuna persona di quest'epoca perché ella non appartiene a questo mondo, viene dal futuro e là spera di tornare, possibilmente fuggendo a Craigh Na Dun e tentando di rifare l'esperienza, ma al contrario.
Jamie (che appartiene al clan Fraser ed è proprietario di una tenuta, Lallybroch, in cui spera di tornare) si rende conto che lei non gli ha detto tutto del proprio passato, al contrario di ciò che ha fatto lui che, col passare del tempo, sente il bisogno di parlare di sé, della famiglia, delle sofferenze subite a causa delle Giubbe Rosse e di Randall in particolare, che ha per il bello ed aiutante Jamie Fraser una vera e propria ossessione morbosa e pericolosa.
«Ci sono cose che io non posso dire a te, almeno non ancora. E non insisterò affinché tu mi riveli i tuoi segreti. Però ti chiedo questo: quando mi dici qualcosa, fa’ che sia la verità. E io ti prometto di fare lo stesso. Tra noi per ora non c’è nulla, tranne... il rispetto, forse. E penso che nel rispetto possa esserci spazio per i segreti, ma non per le bugie. Sei d’accordo?»
Ma come fa Claire a confessare di essere nata nel millenovecentodiciotto? Di provenire da un tempo diverso, lontano e successivo di ben duecento anni?
Se lo raccontasse, nessuno le crederebbe, anzi, probabilmente la prenderebbero per matta, Jamie compreso!
Forse arriverà il momento di confessarglielo, ma fin quando può, Claire va avanti vivendo questa vita nella Scozia settecentesca come se fosse un viaggio temporaneo.
Certo, non è proprio una passeggiata di salute, visto che di peripezie ne vivrà davvero tantissime, alcune eccitanti altre decisamente rischiose: superstizioni e credenze popolari che rendono le persone semplici sospettose verso chiunque non le condivida e, al contrario, le vìoli (cosa che a Claire capiterà di fare più di una volta); accuse di stregonerie, esecuzioni sommarie ed ingiuste, intrighi, tradimenti, aggressioni...
Insomma, la Scozia di due secoli prima aveva più contro che pro, per non parlare di aspetti pratici come l'igiene, l'accesso a cure e medicinali, la rozzezza nei modi di fare degli uomini verso le donne, e tanto altro.
Tutti aspetti che farebbero desiderare a Claire di lasciare tutto e andarsene, mandando al diavolo quegli spietati degli inglesi e quegli zoticoni degli scozzesi..., ma c'è qualcosa a trattenerla.
O meglio, qualcuno.
"Non devi aver paura di me", mormorò a bassa voce. "Né di nessun altro, finché ci sono io con te",
le ripete Jamie, che da subito, e ancor più col passare del tempo e con l'evoluzione del loro rapporto, sarà protettivo verso la sua "ragazza", la sua forte e testarda Sassenach, prendendosi cura di lei, essendo disposto a buttarsi nel fuoco o a farsi frustare pur di soccorrerla e proteggerla.
Perchè Claire è sua, gli appartiene, e lui appartiene a lei.
«Oh, aye, Sassenach (...) Sono il tuo padrone... e tu sei mia.
A quanto pare, però, non posso possedere la tua anima senza perdere la mia.»
Deciderà alla fine di tornare indietro, nella propria epoca, agli agi e alle comodità cui è abituata?
Io mi fermo qui perché non avrebbe molto senso dirvi altro sulla trama, in quanto stiamo parlando di un tomo di più di 800 pagine e, chiaramente, di cose ne accadono e tantissime, e tutte elettrizzanti e appassionanti.
Sapevo che recensire questo libro per me sarebbe stato complicato e che non ne sarei stata soddisfatta - qualunque cosa avessi scritto e in qualunque modo avessi impostato la recensione -, ma non potevo esimermi dal farlo.
Posso solo dire: L'HO AMATO.
Tutto, dal primo rigo all'ultimo.
Avendo visto le cinque stagioni della serie tv, leggendo rivedevo i volti di Claire, Jamie e tutti gli altri indimenticabili personaggi (tanto gli amici quanto i nemici, come il capitano Randall, uno dei personaggi letterari più odiosi che abbia conosciuto ma, proprio per questo, meglio riusciti!), mi sembrava di rivedere ogni scena ed ogni luogo.
Il castello di Leoch, il "regno" del laird Colum MacKenzie, il signore indiscusso e il capo del proprio clan, che nei confronti di Claire sarà sempre gentile ma... con riserva e sempre con quel guizzo di furbizia nello sguardo, proprio di chi non si fida della bella straniera inglese.
La bellezza selvaggia delle Highlands, una distesa verde immensa, davanti alla quale ci si sente piccoli piccoli.
Lallybroch, la casa per antonomasia, là dove Jamie è sé stesso perchè vi è nato, ci
sono i suoi affetti ed è il padrone; il periodo in questa tenuta di famiglia è stato forse quello più sereno, quasi bucolico, idilliaco. Ma si sa, la vita di un Fraser non è fatta per la pace!
Lallybroch ****
La maledetta prigione di Wentworth: il luogo dell'inferno, del dolore, del tentativo becero e disumano di fiaccare e umiliare il corpo e l'anima di un uomo.
L'abbazia di Ste.Anne de Beaupré: il luogo della rinascita, del riscatto, del ritorno alla vita.
Mi si potrebbe legittimamente obiettare che c'è poco gusto a leggere una storia praticamente già nota **, e invece... niente affatto!!
È stato come rivedere amici ai quali mie ero enormemente affezionata; 840 pagine di puro godimento letterario: ecco cosa è stato per me La straniera.
Mi sono commossa, innervosita, divertita (l'ironia abbonda, a partire da Claire, che sin dalle primissime pagine si presenta come una donna arguta, intelligente, pungente), entusiasmata nell'immedesimarmi in ogni piccola o grande avventura vissuta dai personaggi; mi sono appassionata all'amore tra i due protagonisti, che regala davvero tante emozioni.
Tutto è perfetto (eh lo so, penserete che esagero, ma è quel che penso *___*): le parti dialogiche (così vivaci, realistiche, dinamiche, coinvolgenti) e quelle narrative (con il loro ritmo bello cadenzato), le sequenze descrittive (che mi consentivano di immaginare ogni particolare del contesto, umano ed ambientale) e quelle più riflessive, in cui Claire (che di suo non è molto espansiva circa l'espressione verbale dei propri sentimenti; in questo Jamie è più spontaneo, aperto, "puro") ci fa entrare nel proprio cuore e nella propria testolina.
Ho amato il periodo storico, così complesso, difficile e purtroppo contrassegnato da violenze, ingiustizie, barbarie, (gli scozzesi dovevano combattere quotidianamente contro i soprusi degli inglesi, e quando finivano nelle loro mani, se la vedevano davvero brutta), da credenze popolari che oggi giudicheremmo sciocche e selvagge; affascinanti la Scozia (ti vien voglia di andare a cercare i luoghi menzionati) e il gaelico, che in bocca a Jamie è tenero, dolce, intimo.
I personaggi escono dalle pagine per come sono assolutamente ben caratterizzati, anche quelli secondari, e sia fisicamente che caratterialmente.
Ce l'avete fatta ad arrivare fin qui? Grazie, coraggiosissimi! ^_^
Lo so, sono stata prolissa, ma sto ancora nel 1743 ad Inverness.
E non credo aspetterò molto prima di tornarci *_*
Se amate le saghe con un mix magistrale di fantasy, romanticismo e sfondo storico accattivante, immergetevi in questa serie.
Basta, mi taccio, ho finito! :-D
Alcune citazioni.
«...io non posso vivere senza di te, dannato James Fraser, e questo è tutto. Ora dimmi, dov’è che mi stai portando?»
«È... difficile da spiegare. È... è come... credo che tutti abbiamo un posticino, dentro noi stessi, un luogo segreto che teniamo per noi. È un po’ come una fortezza, dove è nascosta la parte più privata della nostra vita... forse è la nostra anima, forse ciò che ci rende noi stessi e nessun altro. (...) Di solito non lo fai vedere a nessuno, quel posticino, tranne, a «Ora, è come se... come se la mia fortezza fosse stata fatta saltare in aria con la polvere da sparo... non c’è rimasto nient’altro che ceneri e un tetto di travi fumanti, e quella piccola creatura nuda che ci viveva dentro è adesso allo scoperto, che pigola e geme dalla paura, cercando di nascondersi dietro a un filo d’erba o a una foglia, ma... ma non... ci riesce granché bene. »
"E c’era l’amore, in quel luogo? Oltre i confini della carne e del tempo, era possibile ogni amore? Era necessario? (...) là dove c’è l’amore le parole non sono necessarie. L’amore è tutto. È immortale. Ed è sufficiente."
«È... difficile da spiegare. È... è come... credo che tutti abbiamo un posticino, dentro noi stessi, un luogo segreto che teniamo per noi. È un po’ come una fortezza, dove è nascosta la parte più privata della nostra vita... forse è la nostra anima, forse ciò che ci rende noi stessi e nessun altro. (...) Di solito non lo fai vedere a nessuno, quel posticino, tranne, a «Ora, è come se... come se la mia fortezza fosse stata fatta saltare in aria con la polvere da sparo... non c’è rimasto nient’altro che ceneri e un tetto di travi fumanti, e quella piccola creatura nuda che ci viveva dentro è adesso allo scoperto, che pigola e geme dalla paura, cercando di nascondersi dietro a un filo d’erba o a una foglia, ma... ma non... ci riesce granché bene. »
"E c’era l’amore, in quel luogo? Oltre i confini della carne e del tempo, era possibile ogni amore? Era necessario? (...) là dove c’è l’amore le parole non sono necessarie. L’amore è tutto. È immortale. Ed è sufficiente."
«La mia vita è tua. E sta a te decidere che cosa fare (...). Il mio cuore è stato tuo sin dalla prima volta che ti ho vista, e mi sono messo anima e corpo nelle tue mani, dove tu mi hai tenuto al sicuro.»
* la città più grande delle Highlands scozzesi
* la città più grande delle Highlands scozzesi
** sono rimasta piacevolmente colpita dal fatto che la trasposizione tv del primo libro è praticamente fedele in toto, e a fare eccezione sono davvero dei dettagli che nulla avrebbero aggiunto alla bellezza della serie e nulla tolgono alla sostanza della storia scritta.
*** Doune Castle in Scozia è Castle Leoch (source)
**** source: TripAdvisor
Ciao Angela, ne sento parlare da anni e non ho ancora letto La straniera, sia per mancanza di tempo (840 pagine) sia perché conosco la storia, ma la tua recensione così appassionata mi ha fatto venire voglia di farlo. Un piacere che magari mi riserverò per un periodo di vacanza :)
RispondiEliminaCiao Erielle!
EliminaHai ragione, essendo lungo, è un bel viaggio da intraprendere!-io ho proceduto con lentezza.
Te lo consiglio, secondo me ti piacerà!!