mercoledì 8 maggio 2013

L'amore secondo Georgette Heyer



Uno dei libri d'amore citati nei post precedenti - QUI in particolare - che non conoscevo e che mi ha incuriosita è quello di Georgette Heyer, di cui adesso parleremo in breve.

[Georgette Heyer]
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Georgette Heyer (1902-1974) cominciò giovanissima a raccontare storie ispirate alla Primula rossa della baronessa Orczy per intrattenere il fratello malato. Spinta dal padre, Georgette mise questi racconti in forma scritta e nel 1921, a soli diciannove anni, pubblicò il suo primo romanzo, La falena nera. A partire da lì e fino al 1973 Georgette Heyer scrisse senza interruzione un best-seller dopo l’altro. 
Il suo costante successo nell’arco di cinquant’anni la conferma come un fenomeno letterario unico nella letteratura inglese del XX secolo, più volte assimilata a Jane Austen o a Charles Dickens per la precisione maniacale nella ricostruzione di ambienti, atmosfere e gergo del XIX secolo inglese, e ammirata da scrittori del calibro di A.S. Byatt e Margaret Drabble, Anthony Burgess e India Knight. 
Relegata a lungo con un condiscendente disprezzo nel settore rosa, Georgette Heyer si rivela ad anni di distanza un’autrice intelligente, capace di costruire trame suggestive, personaggi credibili e incantevoli, e di assicurare ai propri lettori quella “letteratura d’evasione che offre la possibilità di fuggire dalle tensioni della propria vita soddisfacendo un desiderio universale, che risale all’infanzia, di essere qualcun altro e vivere in qualche altra epoca per qualche ora” (A.S. Byatt). 

- fonte

Il libro che ha attirato la mia attenzione è 

copertina
Sperling&Kupfer
Trad. A.L. Zazo
2005
VENETIA

Trama (fonte)

Scegliendo di trascorrere la sua esistenza nella solitudine di Undershaw e di condannare alla stessa solitudine la figlia Venetia, sir Francis Lanyon (vedovo inconsolabile sulla cui vedovanza e inconsolabilità è lecito nutrire sospetti) non aveva altro scopo che quello di soddisfare la sua cupa misantropia; e quando, alla morte di lui, il figlio Conway preferì affidare la cura della proprietà a Venetia, ad altro non pensava che a compiacere il suo egoismo. Quanto alla signora Gurnard, la governante dei Lanyon, se aveva un secondo fine il giorno in cui ricordò a Venetia che era giusto tempo di preparare la conserva di more, questo riguardava soltanto la sua eterna rivalità con la Nurse.

E tuttavia, se sir Francis, Conway e la signora Gurnard non si fossero comportati così (e naturalmente se Edward Yardley non fosse stato tanto prudente e Aubrey Lanyon tanto imprudente e la signora Vobster tanto bella e Lady Aurelia... no, è prematuro parlare di Lady Aurelia), Venetia Lanyon, bionda, bella, ignara delle lusinghe del mondo come ogni eroina romantica che si rispetti, ma dotata di un'intelligenza penetrante, di uno spirito di indipendenza e di una sincerità assolutamente deplorevoli in un'eroina romantica, non avrebbe forse mai incontrato il Perfido Barone, Lord Damerel, unico neo dell'irreprensibile vicinato, cinico e misterioso libertino le cui avventure costituiscono, per i suoi virtuosi censori, un argomento ben più appassionante della battaglia di Waterloo.

E se Conway Lanyon non avesse seguito l'esercito inglese a Waterloo... Con i se, a quanto sembra, non si fa la storia, ma si può fare un romanzo incantevole, come i lettori di Venetia non tarderanno a scoprire. Giacché dall'incontro tra Venetia e il Perfido Barone nasce tutto quanto è prevedibile e molto di quanto è imprevedibile.

Poiché anche sul passato di Venetia pesa uno scandalo segreto che lei stessa ignora: il Perfido Barone racchiude in sé un'insospettata nobiltà d'animo: e vicini e parenti cedono all'impulso improvviso di fare dell'esistenza di Venetia l'occupazione principale della loro vita. Poiché infine non è facile essere un libertino, particolarmente quando si vive in una vicenda di Georgette Heyer - una delle più affascinanti e irresistibili tra quelle da lei narrate - e si deve affrontare un'eroina come Venetia, preda troppo ideale, troppo innocente (ma attento, Lord Damerel, l'innocenza non è ingenuità), troppo reprensibilmente pronta a violare le regole del gioco e a trasformarsi da preda in cacciatrice.

"Questo mondo feriale" affermano Damerel e William Shakespeare "è pieno di spine" e saranno necessari molti se e molti colpi di scena prima che Georgette Heyer con la sua ineguagliabile gioia di narrare, conduca Venetia e Damerel, attraverso un perfetto e liberissimo meccanismo di coincidenze, equivoci, riconoscimenti improvvisi e inattesi capovolgimenti, alla più felice delle conclusioni.



Sperling&Kupfer
294 pp
9.50 euro
2010
IL GIOCO DEGLI EQUIVOCI

La fiaba di Cenerentola aggiornata nell'Inghilterra del primo Ottocento in un romanzo romantico e insieme frizzante, scaturito dalla fantasia di Georgette Heyer.

Trama

A differenza della protagonista della nota fiaba, la nostra eroina è troppo orgogliosa per aspettare in un cantuccio di provarsi la scarpetta, e il "principe" è troppo navigato, e viziato, per mettersi a cercare il piedino giusto. 
Così, in un groviglio di bugie, strane coincidenze e incomprensioni - nonché interventi più o meno felici di altri, indimenticabili personaggi -, tra loro s'ingaggia una travolgente, appassionante schermaglia d'amore. Romantico e insieme frizzante, uno dei romanzi più godibili scaturiti dalla fantasia di Georgette Heyer.



cover
Astoria
Trad. A.L. Zazo
368 pp
17.50 euro
2012
LA PEDINA SCAMBIATA

Trama

In una notte della Parigi pre-rivoluzionaria, il duca di Avon s’imbatte casualmente in un ragazzino in fuga dalle botte del fratello. Léon, così si chiama il fuggitivo, ha capelli incredibilmente rossi e occhi violetti e questi tratti richiamano al duca quelli di uno dei suoi più vecchi nemici, il conte de Saint-Vire. È subito chiaro che la decisione del duca, non a caso soprannominato Satana, di “comprare” il ragazzo per farne il suo paggio non è frutto di tenera compassione. Ma gli sviluppi della storia non sono altrettanto chiari, e ben presto si resta affascinati dalla sottile intelligenza di Avon, dall’impetuosità e coraggio di Léon, dagli intrighi e misteri che a poco a poco vengono alla luce. Fuori commercio da anni, La pedina scambiata è davvero un classico della classicissima Georgette Heyer.




cover
Astoria
Trad. A.L. Zazo
314 pp
17.50 euro
2012

SOPHY LA GRANDE
Trama

Sophy la Grande narra le avventure di un’eccentrica ventenne, che, affidata per alcuni mesi alla zia, darà una svolta non solo alla propria vita ma anche a quella dei suoi cugini. Simile a Emma della Austen, solo un poco meno ingenua, Sophy ama ficcare il naso nelle vite altrui, non certo per curiosità, bensì “perché ci sono talmente tanti guai che qualcuno dovrà pur risolverli…”. E a Ombersley Park i problemi sono molti: la giovane Cecilia che rifiuta di sposare l’innamorato lord Charlbury perché invaghitasi di un poetuncolo, il giovane Hubert in difficoltà a causa dei debiti di gioco… Il tutto ricade sulle spalle di Charles, il figlio maggiore – fidanzato con l’insopportabile signorina Wraxton – che oberato dalle gravi responsabilità reagisce stizzito alle intromissioni della stravagante quanto affascinante cugina.
Ambientato, come la gran parte dell’opera di Heyer, nel periodo della Reggenza (1811-1820), contraddistinto da una certa rilassatezza di costumi dell’aristocrazia e contrapposto perciò alla stretta morale vittoriana che ancora imperava nell’Inghilterra degli anni cinquanta, Sophy la Grande ci offre un meraviglioso personaggio di donna intraprendente e responsabile.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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