giovedì 13 agosto 2015

Recensione film: IL NOME DEL FIGLIO di Francesca Archibugi



Una cena tranquilla tra parenti e amici spesso può trasformarsi in qualcosa di molto diverso, dove invece di mandar giù i bocconi prelibati preparati dalla padrona di casa, se ne ingoiano altri, di più amari.

IL NOME DEL FIGLIO 





Regia: Francesca Archibugi
Cast: Valeria Golino, Alessandro Gassman, Luigi Lo Cascio, Rocco Papaleo, Micaela Ramazzotti.

È l'adattamento della piece Le Prénom di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte, dal quale era già stato tratto il film francese Cena tra amici.

Siamo a Roma.
La bella Simona (Micaela Ramazzotti), sposata con l'agente immobiliare Paolo (Alessandro Gassman) Pontecorvo, sta parlando alla radio del romanzo che ha appena scritto.
Intanto, proprio Paolo, insieme all'amico di sempre Claudio (Rocco Papaleo), vanno a cena dalla sorella del primo, Betta (Valeria Golino), sposata con Sandro, con cui si conoscono da una vita perchè amico di famiglia.
I quattro non potrebbero essere più diversi eppure, nonostante qualche scaramuccia ogni tanto, soprattutto per le diverse visioni politiche di Paolo e Sandro, si vogliono bene, amano ricordare i vecchi tempi e stare insieme a scherzare e sfottersi.
A dare molto movimento alla serata è Paolo, che ama fare il burlone e prendere in giro tutti, soprattutto Sandro, che si arrabbia facilmente quando si nomina tutto ciò che ha a che fare con il fascismo.
Ed infatti, durante la cena, aspettando Simona, mentre la povera Betta si affanna a fare su e giù per portare i piatti in tavola, dopo aver annunciato che Simona aspetta un maschietto, Paolo svela il nome che lui e la moglie hanno pensato di dare al nascituro: Benito.
Basta questo nome a scatenare una discussione accesa sull'inopportunità di scegliere proprio un nome tanto (storicamente e ideologicamente) controverso, ed in particolare è Sandro a non accettare la cosa.
Come può Paolo soltanto pensare di dare al figlio un nome dal sapore decisamente fascista (dire Benito equivale a dire Mussolini e quindi fascismo) quando sa benissimo che non solo la famiglia Pontecorvo ha origini ebraiche, ma ha pure sofferto durante la guerra?

Anche Betta disapprova, senza però lasciarsi andare in escandescenze, essendo per natura un tipo tranquillo, a dire il vero anche troppo, visto che la vita matrimoniale la sta un po' stressando e intristendo, soprattutto perchè il marito sembra molto assente, e con i figli e con lei; anche nell'aspetto, Betta s'è lasciata andare, eppure c'è qualche piccolo segreto nella sua vita di moglie e madre super presente e sacrificata... Ma Sandro - pur avendo gli occhiali - è troppo cieco e preso ad interagire sui social network per accorgersene...

E cosa ne pensa Claudio, il musicista eccentrico, sempre equilibrato, un po' nascosto dietro agli altri, che preferisce fare da paciere ed evitare di dire la sua, evitando di lasciarsi travolgere dalle accese discussioni di Paolo e Sandro?
Lui cerca di defilarsi, di limitarsi ad ascoltare... ma si arriverà ad un punto della serata in cui bene o male tutti avranno qualcosa - che da tempo sta sul groppone - da dirsi senza peli sulla lingua.

Insomma, tra un piatto e l'altro, i toni si alzano e l'arrivo di Simona non placa gli animi, anzi...
La ragazza si rende conto di non essere apprezzata da loro, neanche dal marito, che la tratta come una bella bambola da mostrare in pubblico ma per carità, non è necessario che lei apra la bocca.
Pure la genuina, seppur un po' tamarra, Simona avrà qualcosa da dire e lo stesso Claudio, zitto zitto, riserverà una bella sorpresa finale per tutti...

E' una commedia molto carina e godibile, che si svolge praticamente sempre a casa (se si escludono la scena iniziale e quella finale); gli attori sono vivaci e genuini, ci fanno sorridere per le loro baruffe, che vanno di pari passo con l'affetto che li lega da anni; ogni tanto ci sono dei flashback e dal presente si fa un salto a quando i quattro erano ragazzi e per divertirsi assieme bastava una semplice canzone di Lucio Dalla.

Un film molto piacevole, io lo consiglio! Gassman troppo simpatico! ;=)
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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