Il caldissimo mese di giugno sta per andar via e io mi accingo a riepilogare le letture (e non solo) del mese.
- DOVE SEI, MONDO BELLO di S. Rooney: un romanzo contemporaneo che narra di storie d'amore e d'amicizia e di quattro trentenni alla ricerca di un po' di bellezza in questo mondo un po' confuso (4/5).
- IL GIARDINO DELLE OMBRE CINESI di V. De Cecco: romanzo ambientato tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso; una serie di lettere portano alla luce segreti di famiglia (4/5).
- TRIESTE, 1974 di M. Stefani: romanzo di formazione; in una multietnica ed affascinante Trieste, scossa da attentati terroristici, le storie di alcuni ragazzi si incrociano; sullo sfondo la figura di Pasolini (4/5).
- I GUARDIANI DEL FARO di E. Stonex: ispirato a fatti realmente accaduti; un faro circondato dalle acque, tre uomini scomparsi; vent'anni dopo uno scrittore vuol capire cosa sia successo (4/5).
- LE VERITÀ DI MIRACLE CREEK di Angie Kim: thriller giudiziario; una camera iperbarica esplode, ci sono dei morti: tragico incidente o ci sono altre verità dietro? (4.5/5)
- PRIMAVERA, INDOMABILE DANZA di G. Aprile: raccolta di poesie a tema primaverile (3,5/5).
- LA BEFANA VIEN DAL NORD di E. Molaschi: young adult che affronta tematiche come la malattia (3/5).
Tra queste letture, quella che mi ha sorpresa maggiormente è stata LE VERITÀ DI MIRACLE CREEK, perché alla base c'è sì la ricerca della verità ma soprattutto si scava nelle personalità dei personaggi, indagando sulle loro motivazioni, sulle bugie, sui tentativi di giustificare le proprie colpe.
Sul fronte SERIE TV, mi son data da fare, anche perché avendo avuto il Covid un paio di settimane fa, sono stata costretta a stare a casa.
Vi ho già parlato di OUTLANDER (QUI il post) e vi ho ripetuto allo sfinimento che è una serie bellissima e che mi sentirò un'orfanella nell'attesa della settima stagione.
Altra serie che consiglio è RATCHED (QUI il post), una produzione Netflix basata sul personaggio di Mildred Ratched, l'infermiera rigorosa e algida che lavora nell'ospedale psichiatrico nel romanzo (e nell'omonimo film) "Qualcuno volò sul nido del cuculo".
Bene, in questa trasposizione che vuol essere praticamente un prequel, conosciamo meglio Mildred, interpretata magistralmente da Sarah Paulson: una donna non solo molto rigida e sulle sue, ma soprattutto piena di segreti, con un passato alle spalle doloroso, che ha influenzato la sua vita e l'ha resa quella che è oggi, sostanzialmente una persona che si approccia agli altri in un modo tutto particolare.
Calcolatrice, paziente, dalla mente diabolica, sa quando e come agire per raggiungere i propri scopi e non esita a commettere azioni terribili; c'è un che di torbido in lei, nonostante dia l'impressione di essere perfetta, distinta, pacata, razionale.
La serie mi è piaciuta per la complessità e le sfaccettature della protagonista (sì, l'infermiera sa essere un mostro... ma inaspettatamente ha anche lati umani, che talvolta escono fuori e te la rendono pure simpatica), per la trama principale ma anche per le dinamiche che si creano con personaggi secondari; certo, è un continuo scorrere di sangue e crudeltà varie, ma, insomma.., è pur sempre un thriller/horror psicologico :-D
E vogliamo parlare del sangue e delle aberrazioni di cui si macchia lui, lo psichiatra cannibale più malvagio del cinema, Hannibal Lecter?
Ho ripreso a guardare la serie HANNIBAL, sono alla terza stagione (ho guardato, per ora, le prime due puntate) e ovviamente il dottorino perverso dà il meglio di sé, sia nel fare a fette le proprie vittime che nel cucinarle, realizzando piatti saporiti e raffinati.
Ecco, raffinato è forse l'aggettivo che più si addice a questa serie: nonostante l'efferatezza del tema - i numerosi omicidi, il sangue (vero e immaginario) che scorre a iosa, i corpi dilaniati, su cui lo psichiatra riversa tutto il proprio estro, dei poveri disgraziati che finiscono in padella o esposti come opere d'arte in luoghi significativi dal punto di vista simbolico, la manipolazione mentale in cui Lecter è maestro -, c'è un che di elegante, di attraente, che coinvolge lo spettatore, che resta affascinato dal personaggio di Hannibal, sentendosene respinto e sedotto al contempo.
Non mancano i flashback (ad es., conosciamo il momento in cui la dottoressa Bedelia Du Maurier è entrata ufficialmente e irrimediabilmente nelle grinfie malefiche e psicologiche di Lecter) e le allucinazioni. Eh già, perché quando si tratta di lui, l'altro protagonista della serie, non possono mancare i sogni ad occhi aperti, gli immensi giri mentali con cui ci si convince che una cosa è avvenuta e si è verificata in un certo modo, per poi scoprire che, appunto, era tutto uno scherzo di una mente turbata .
***** SPOILER - evita di leggere la parte evidenziata in nero se non hai terminato la seconda stagione *****
Sto parlando di Will Graham, che nonostante sia stato accoltellato dall'amico-nemico nell'ultima puntata della seconda, è sopravvissuto. Il suo rapporto morboso con Hannibal non è concluso e, un po' come noi spettatori, anch'egli ne è irresistibilmente attratto e soggiogato e, allo stesso tempo, lo odia perché diabolico.
Il cannibalismo dello psichiatra si sposta dagli USA all'Italia, prima a Firenze e poi a Palermo, dove
l'uomo dà il meglio di sé, lasciando la propria maledetta impronta di sangue; ho incontrato Fortunato Cerlino (che nel mio cuore è sempre don Pietro Savastano): qui è un ispettore di polizia ossessionato, ormai da vent'anni, dai sanguinosi omicidi fiorentini (ho storto il naso davanti all'uso dell'espressione "mostro di Firenze"; evitabile, onestamente) e dal desiderio di fermare il terribile assassino.
l'uomo dà il meglio di sé, lasciando la propria maledetta impronta di sangue; ho incontrato Fortunato Cerlino (che nel mio cuore è sempre don Pietro Savastano): qui è un ispettore di polizia ossessionato, ormai da vent'anni, dai sanguinosi omicidi fiorentini (ho storto il naso davanti all'uso dell'espressione "mostro di Firenze"; evitabile, onestamente) e dal desiderio di fermare il terribile assassino.
Ok, non mi resta che proseguire e vedere quali prelibati piatti ha in mente per me lo psichiatra dal palato più delicato ed esigente che ci sia, che - finora non l'ho mai detto - non poteva avere un interprete migliore di Mads Mikkelsen. Ti fa sentire il brivido con uno solo dei suoi sguardi gelidi ma eloquenti e ti induce a chiederti: chissà con che spezie arricchirebbe il mio fegato e a che vino lo abbinerebbe? (ok ok, scusate la vena macabra).
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz