Tra le pagine di questo libro, nato dalla collaborazione tra il giornalista Fabrizio Peronaci e Pietro Orlandi (e pubblicato nel 2010), fratello di Emanuela, ripercorriamo le tappe che hanno contrassegnato i ventotto anni che sono seguiti alla scomparsa della giovanissima cittadina vaticana, brutalmente strappata alla propria vita e all'affetto dei propri cari, i quali ancora oggi combattono strenuamente perché la verità venga fuori ed essi possano finalmente sapere a quale destino la povera Emanuela è andata incontro e, soprattutto, per mano di chi.
Uno dei più intricati misteri italiani che attende di ricevere molte risposte.
MIA SORELLA EMANUELA.
- Sequestro Orlandi: voglio tutta la verità -
di Fabrizio Peronaci, Pietro Orlandi
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Ed. Anordest 334 pp |
"...conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" (Vangelo di Giovanni, 8:32)
Era un pomeriggio del 22 giugno 1983 quando la quindicenne Emanuela Orlandi, figlia di Ercole, un commesso pontificio residente nello Stato del Vaticano con tutta la famiglia (mamma Maria e i quattro figli Pietro, Natalina, Emanuela e Cristina), spariva in pieno centro a Roma, mentre tornava a casa dopo la lezione di musica.
Come inghiottita nel nulla; come se il terreno si fosse aperto sotto di lei, di Emanuela si sono perse le tracce e da quel maledetto giorno non solo l'esistenza della piccola è stata travolta da un destino impietoso e malvagio, deciso da persone senza scrupoli, ma anche quelle dei suoi famigliari, che non hanno smesso, dal momento in cui hanno capito che alla loro figlia/sorella era successo qualcosa di grave, di tornare a quelle ore drammatiche che hanno preceduto la sua scomparsa; ore cui sono seguiti giorni, settimane, anni... in cui tante cose sono state dette, tante persone si sono introdotte in questa "brutta storia" (divenuta sinonimo di complotto, intrigo "sordida e conturbante macchinazione"), sbandierando - a buon diritto o meno - di avere informazioni vere ed utili per arrivare alla verità.
La storia di Emanuela rientra all'interno di un intrigo dalla portata internazionale senza precedenti, uno dei più torbidi gialli del secondo Novecento.
Quante telefonate, quante ipotesi, quanti soggetti coinvolti, da subito: terroristi, servizi segreti dell'Est, Cia, intelligence italiana, Vaticano, Ior, banda della Magliana...
Ma dov'è la verità? Chi ha rapito Emanuela e perché? Chi poteva avere interesse a sequestrare una ragazzina appartenente a una famiglia come tante, la cui unica "colpa" è stata semplicemente quella di risiedere in Vaticano? Il rapimento della giovane Orlandi era finalizzato a mandare un messaggio a qualcuno ben più in alto? Forse la ragazza è stata rapita per errore (scambio di persona) e comunque con lo scopo di ottenere la liberazione di Agca?
Lo stesso papa Wojtyla, quando incontrò gli Orlandi, disse che Emanuela era vittima di un atto di terrorismo internazionale...
Tra queste pagine il fratello Pietro ripercorre tutti i misteri legati al sequestro di sua sorella, che non può essere slegato dall'attentato a Giovanni Paolo II, avvenuto il 13 maggio 1981 per opera del terrorista turco Alì Agca.
Meticoloso, con una memoria di ferro e una marea di precisissimi appunti, trascritti in ben 28 anni di dolore, attesa, palpitazioni, speranze infrante, Pietro dialoga con Fabrizio, interlocutore attento, razionale, che con la lucidità analitica del giornalista professionista gli fa domande precise, per stimolarne i ricordi e la narrazione in modo ordinato e chiaro.
Così da mettere i tasselli a disposizione lì dove devono essere collocati, per cercare di chiarire ogni dubbio, di provare a cercare connessioni logiche tra eventi, fatti, persone, scovando le menzogne (quante ce ne sono state!! E ancora ce ne sono, evidentemente, da svelare, se il mistero è tale tutt'oggi!) e distinguendole dalle poche verità e certezze.
Pietro mette a disposizione la trascrizione integrale del suo faccia a faccia con l'uomo che sparò al papa, Ali Agca, che ha personalmente incontrato in Turchia nel 2010.
Ci racconta di tutte le telefonate che si sono susseguite, a cominciare da pochi giorni dopo la scomparsa, della scarsa collaborazione tra Santa Sede e polizia italiana; leggiamo di come ci sia stata una testimonianza importante che Emanuela fosse viva due mesi dopo essere stata rapita, quando fu vista in un paese vicino Bolzano.
Pietro svela che, dietro una delle sigle che per mesi tennero l'Italia con il fiato sospeso, c'erano gli 007 nostrani; ci parla di un'ultima pista in Marocco, che però non ha portato a nulla di fatto.
Ma soprattutto incalza la magistratura italiana a proseguire nelle indagini e chiede al Vaticano di essere davvero collaborativo, di abbandonare ogni reticenza "in nome della parola del Vangelo" e di dire ciò che sa, perché è impossibile che una cittadina vaticana sia stata rapita senza che la Santa Sede sia per forza di cose in qualche modo coinvolta.
Ho letto questo libro con molta partecipazione e vivo interesse e con gli stessi sentimenti che mi hanno sempre accompagnata tutte le volte che mi sono avvicinata alla storia di Emanuela Orlandi: tristezza, rabbia, impotenza, amarezza e dolore per una famiglia privata ingiustamente della propria congiunta.
Il racconto di Pietro appassiona, coinvolge ed è inevitabile che sia così, perchè la sua voce - che rappresenta anche quella dei genitori, delle sorelle e di quanti amavano e amano Emanuela - è vibrante, contiene tutto l'ardore di chi non ha smesso un attimo di tenere i riflettori accesi sul dramma che ha colpito la famiglia Orlandi e che, se per l'opinione pubblica ha assunto sempre più i contorni di uno dei tanti cold case irrisolti, per i protagonisti coinvolti è e resta, invece, un fatto personale, una vicenda travagliata che ha tolto loro la pace, la serenità, la gioia di vivere e che li ha derubati di una giovane vita da loro tanto amata.
Pietro, il fratello maggiore, a quel tempo un giovanotto, che da subito si è mosso girando in lungo e in largo, a piedi e in moto, per trovare la sorellina adolescente.
Pietro, che ancora adesso vive il presente - com'è giusto e naturale che sia - con la moglie e i figli, ma in un angolo (mai buio) della mente e del cuore, sente che la propria vita scorre, da quel 22 giugno '83, su un doppio binario, come se una spia fosse sempre accesa a ricordargli di non mollare, di tener fede alla promessa fatta a papà Ercole di continuare a lottare per la verità, per Emanuela.
Leggere questo libro è un po' come entrare, in punta di piedi e con rispetto, nel dolore di una famiglia di cui personalmente ammiro la tenacia, il coraggio, la determinazione, e alla cui speranza di giungere a sapere la verità - tutta! - mi unisco con partecipazione ed empatia, provando ad immaginarmi quanto sia straziante vivere giorni ed anni con il pensiero di non sapere che cosa sia successo a una persona che ami.
Se il dolore provato per la morte di un caro è un'esperienza drammatica e forte, difficile da affrontare, elaborare e che ci segna per sempre, non oso pensare quanto sia intriso di disperazione e sofferenza il cuore di chi si vede strappata una figlia/sorella, e non avere la minima idea concreta di cosa abbia passato, di come stia, se è viva, o quale sia stato il suo destino nelle mani degli esseri ignobili che l'hanno rapita.
Stringe il cuore leggere il sogno ricorrente che tiene compagnia mamma Maria da quando la sua bambina l'è stata portata via: un sogno che rivela tutto lo strazio di una madre e il suo amore per questa figlia amata, il cui volto non ha più rivisto, se non in foto, e che non ha potuto più stringere tra le braccia.
Ammiro Pietro e i suoi famigliari perché non hanno mai smesso di far domande, di pretendere risposte da quanti potessero, nel tempo, avere avuto informazioni utili a fare un passettino in più verso la verità.
Una verità cui gli Orlandi, ed Emanuela in primis, hanno assolutamente diritto.
Una verità complessa, nascosta da cumuli di bugie, depistaggi, silenzi omertosi e fumosi, frasi sibilline, indifferenza e (sospette?) titubanze da parte di chi dovrebbe, per coerenza e per rispetto ai principi cristiani in cui dice di credere e che predica, avere a cuore la ricerca della verità e della giustizia.
Continuerò sicuramente, per come posso, a restare aggiornata sugli sviluppi del caso Orlandi, con la speranza che i muri di omertà, menefreghismo, menzogne... prima o poi crollino, e i cuori dei famigliari di Emanuela possano trovare tutte le risposte che aspettano e almeno un minimo di pace.
"non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato,
e di segreto che non debba essere manifestato." (Matteo 10:26)